Contadini veri sono solo quelli che coltivano la terra dandoci i loro prodotti. Soltanto essi dovrebbero essere premiati perché sono i maggiori benemeriti della società. Ma dovrebbero associarsi tra loro per saltare il passaggio dei grossisti vendendo così ad un prezzo più alto ma sempre inferiore e perciò pur sempre competitivo rispetto a quello che arriva alla vendita nei suprmarket. Sono falsi contadini coloro che invece sfruttano gli animali da latte come bovini e ovini. Quanti sono capaci di capire quanto veramente costino il latte e i suoi derivati. Una mucca e una pecora danno del latte solo se partoriscono rispettivamente un vitello e un agnello (o un capretto). E se sono maschi la loro sorte è segnata già dal momento di nascere perché non producono latte. I vitelli e gli agnelli (o i capretti) sono sottratti subito alle madri perché non rubino il latte agli uomni. Vengono nutriti per poco tempo artificialmente e con ormoni perché aumentino subito di peso. Dopo di che vengono caricati sui camion e portati nei lager della morte che sono i mattatoi. Questo è il costo vero del latte, la sofferenza degli animali da sfruttare per il latte. Una mucca potrebbe vivere almento venti anni. Ma dopo varie gravidanze arrivano all'età di cinque anni diventando improduttive perché non producono più abbastanza latte, e pertanto anche la loro breve vita è segnata con l'ingresso in un mattatoio dove avviene un catena di montaggio per lo smontaggio di essere viventi sofferenti trasformandoli in cadaveri per "i pasticceri di cadaveri", come Plutarco definiva i cuochi nel suo De esu carnium (Del mangiare carne).Plutarco visse 79 anni, una bella età per quei tempi. Ma abbiamo un governo che, volendo salvare la produzione italiana di carne, si oppone alla carne sintetica, che non è falsa carne ma carne vera perché tratta da cellule staminali che si riproducono in laboratorio evitando la morte degli animali donatori delle cellule. Ora questi falsi contadini protestano perché il latte viene pagato meno di un euro mentre nei supermarket viene a costare almeno due euro. Si sentono danneggiati dall'UE che preferisce che si riducano i terreni dove si coltiva il mangime per gli animali. Questi falsi contadini, che sono in realtà allevatori di morte, non tengono conto del fatto che il superiore costo del latte nella vendita deve sopportare il costo del trasporto e degli stipendi degli impiegati nella vendita. Il prezzo del latte venduto dai falsi contadini non è una conseguenza della globalizzazione ma di una mancanza di difesa dei prodotti italiani imponendo una tassazione sui prodotti stranieri per impedire la concorrenza di quegli Stati dove minore è il costo della mano d'opera. Ho detto ciò facendo finta di dimenticare quale sia il vero prezzo del latte, che è l'uccisione di tutti gli animali da latte che prima o dopo finiscono in un mattatoio. Voglio terminare con un esempio biblico contro tutta la tradizione che ha considerato Abele come il fratello buono. Chi ha pensato oltre a me che in verità il fratello migliore fosse Caino? Il quale era un vero contadino, che offriva a Jahweh le primizie del raccolto. E Jahweh lo guardò torvo indicandogli Abele come migliore perché da "buon" pastore aveva offerto a Jahweh i primi agnelli da latte. Allora Caino capi che Jahweh era un dio di sangue che amava lo spargimento di sangue in suo onore. Peggio dei pagani. A sfregio Caino offrì pertanto a Jahweh un sangue più prezioso che era quello del fratello. Questo è il significato vero che si può trarre dalla favola biblica. Tutti i falsi contadini che protestano per il basso costo del latte sono dei tanti Abele che vivono, o sopravvivono, meritando la rivolta di tanti Caino. Che cambino mestiere i falsi contadini.
Questo è il blog del prof. Pietro Melis, autore del testo intitolato "Scontro tra culture e metacultura scientifica: l'occidente e il diritto naturale. Nelle sue radici greco-romano-cristiane. Non giudaiche e antislamiche".
Gentile professor Melis.
RispondiEliminaCondivido la sua analisi sul mito biblico di Caino e Abele.
Anche quando ero bambino non capivo perché una divinità "venduta" dalla religione come il Creatore dell'Universo e come "dio di amore" fosse ossessionata dai sacrifici di sangue e desiderasse l'uccisione di agnelli, capretti e altri animali.
E poi, ma non avevo il coraggio di dirlo, mi chiedevo "Ma se è onnipotente e conosce il futuro, perché ha avuto un trattamento di favore nei confronti di Abele? In fondo Caino gli ha offerto quello che aveva? Non sapeva che avrebbe reagito male?".
Qualunque genitore, se entrambi i figli gli offrono un disegno in regalo per il compleanno, dimostra di apprezzarli entrambi alla pari, anche se uno è bravissimo e l'altro negato per l'arte. Psicologia elementare. E poi è il pensiero che conta.
Diventando adulto, studiando (sono uno storico) e allontanandomi dalla religione organizzata ho compreso che quella divinità e soltanto la proiezione della volontà dell'antico clero del regno di Giuda che con le offerte cruente di animali al tempio di Gerusalemme aveva messo in piedi un bel giro di affari.
In realtà YHWY non iniziò la propria carriera come dio unico.
Il monoteismo è molto tardo.
Con ogni probabilità (secondo la teoria medianita-kenita) in origine era una divinità minore delle tempeste e della guerra adorata da popoli seminomadi dell'area di Midian, gli Shasu.
Gli antenati degli Israeliti, Cananei, avevano un pantheon dominato dal dio del Cielo El e dalla consorte Asherah, dea della fertilità analoga alla Astarte dei Fenici e di altri popoli.
Durante le fasi convulse del declino della potenza egiziana a Canaan (che fu provincia del regno nuovo dell'Egitto dal XV secolo al 1125 BCE, anno della caduta della fortezza di Joppa / Jaffa, evento avvenuto durante il regno di Ramses VI) il culto di YHWY arrivò a Nord, forse portato da un gruppo di Shasu alleati con gli antenati degli Israeliti.
Le ricerche degli archeologi Herzog, Finkelstein e Silberman e Dever, degli storici Nadav Naaman e Ron Hendel, dei biblisti Niels Lemche, Lester Grabbe, David Sperling e Thomas Romer e dell'italiano Mario Liverani vanno tutte in questa direzione.
Ovviamente non ci fu alcun esodo dall'Egitto e Mosè è una figura fittizia, come lei ha più volte sottolineato.
YHWY, crudele e violento, fu adottato nel pantheon come uno dei tanti "figli di El".
Ci vollero circa 400 o 500 anni prima che fosse amalgamato - in modo poco riuscito e contraddittorio - con El. C'è un sito molto interessante, curato da un biblista, il dottor Steven Di Mattei, chiamato proprio Contradictions in the Bible.
Parte 2
RispondiEliminaRe Davide, SE è esistito, era al massimo un capetto tribale che ebbe qualche contrasto con i Filistei.
E Salomone, figura dai contorni ancora più leggendari, non edificò un grande tempio, anche perché all'epoca gli Israeliti erano ancora politeisti e il culto della dea Asherah, gradualmente diventata consorte di YHWH, era molto diffuso.
Segnalo anche le ricerche della studiosa Stavrakoupolou, che ha messo in evidenza il fatto che YHWY, pur non essendo raffigurato, era concepito come un grande uomo nel cielo, con braccia, gambe, volto.
Il dio astratto, immateriale e incorporeo è una concezione più tardiva, di età ellenistica, probabilmente influenzata dal platonismo e promossa da figure di Ebrei ellenizzati, come Filone di Alessandria, contemporaneo di Tiberio.
Soltanto durante i regni di Ezechia (VIII secolo BCE) e di Giosia (VII secolo BCE) l'elite del tempio di Gerusalemme impose il culto del dio unico. E lo fece per ragioni politiche molto terrene e poco soprannaturali.
Volevano abolire i culti rivali.
E da qui deriva la damnatio memoriae biblica nei confronti di re più tolleranti, come Manasse, che permise il culto di altri dei della tradizione cananea.
Il tempio di YHWH era un mattatoio e il "perdono" dai presunti peccati passava attraverso il massacro di animali.
Ma c'è di più.
La favola di Abramo, altra figura totalmente mitologica, probabilmente è una composizione tardiva che cerca di mascherare il fatto che in epoche più antiche anche a YHWH, come a molti altri dei tirannici e crudeli delle culture mediorientali, venivano sacrificati dei bambini (Il "Moloch" fenicio-punico).
Ad un certo punto qualcuno trovò repellente il sacrificio umano a e decise di sostituire ai figli degli animali.
In una delle versioni del mito di Ifigenia (indicato da Lucrezio come esempio della follia della religio) la fanciulla veniva sostituita all'ultimo momento da un animale.
Ma la brama di sangue della fittizia divinità biblica non si attenuarono.
YHWH è spietato, esorta in continuazione alla violenza, punisce o rimprovera chi si rivela troppo tenero con i nemici (anche il re Saul).
Parte 3
RispondiEliminaUn ultima nota.
Secondo alcuni studiosi, come l'illustre egittologo Redford, il mito dell'esodo potrebbe essere una deformazione della vicenda realmente avvenuta della cacciata degli Hyksos, asiatici / cananei, dall'Egitto.
Di sicuro tra Israeliti ed Egiziani (molto più civili) ci furono tensioni anche in età più recenti. Nella località egiziana di Elefantina, dove intorno al V secolo BCE stazionava una guarnigione di mercenari di origine giudaica e c'era un tempio di YHWH, la popolazione locale egiziana fu a tal punto indignata dai continui sacrifici di agnelli e vitelli che distrusse il tempio di YHWY (avvenimento di cui se ricordo bene parla in un articolo il biblista Niesiolowsky-Spanò).
Caro Julian
RispondiEliminatutto quanto ha scritto era già di mia conoscenza. Nel mio libro che è una autopubblicazione che meriterebbe di essere ristampato da un grande editore ho riportato i risultati a cui sono giunti i maggiori studiosi dell'Antico Testamento che hanno demolito tutte la falsità in esso comprese.Avevo fretta perché volevo introdurre il mio libro come libro di testo di testo per l'esame di storia della filosofia nei miei ultimi due anni di insegnamento, anche perché circa 2/5 del libro di circa 700 pagine riguardavano la filosofia antica, moderna e contemporanea. I tre patriarchi sono stati desunti da racconti mesopotamici che erano separati tra loro. Gli ebrei fecero diventare Abramo padre di Isacco e Isacco padre di Giacobbe, i cui familiari, circa una cinquantina sarebbero entrati in Egitto. Non vi fu alcuna cacciata degli ebrei dall'Egitto. Prima di Jaweh (o Yaweh) l'Antico Testamento riconosceva una pluralità di divinità come dimostra il termine EL, che indica una pluralità. Ma vi è anche un secondo nome del futuro Jahweh che si presenta con il nome di El Saddaj. Notare che Jahweh rifiutò sempre di presentarsi con il suo vero nome ai tre cosiddetti patriarchi perché non erano ancora ebrei. Il riconoscimento di Jahweh con il suo presentarsi con il suo vero nome avvenne soltanto dopo quello che viene considerato l'imbuto da cui discese la vera razza ebraica, cioè la cosiddetta fuga dall'Egitto, che storicamente è un falso storico. Mi permetta di precisare che la riforma dovuta al re Giosia non introduceva ancora il dio unico perché si limitava a riconoscere Jahweh come dio nazionale e non come dio unico. Pertanto ancora con il re Giosia veniva riconosciuta la pluralità di divinità, ma proibiva qualsiasi onore oltre a quello dovuto a Jaweh. SEGUE
Il dio unico fu portato in Giudea da quegli ebrei, o meglio dagli eredi di quegli ebrei che furono deportati in Babilonia dopo la distruzione di Gerusalemme avvenuta a causa del tradimento dell'alleanza del regno di Giuda con l'Egitto contro cui Nabucodonosor combatteva. Ebrei che poterono tornare dopo l'editto di Ciro il grande del 539. La trasformazione di Javweh in dio unico fu favorita dalla persuasione che la dura sconfitta fosse dovuta alla vendetta di Jahaweh nei confronti degli ebrei perché avevano continuato ad adorare altri dei.L'Antico Testamento ha costretto gli studiosi a rompersi la testa per distinguere le diverse tradizioni che incominciarono con quella orale chiamata J. A questa tradizione si aggiunsero altre tradizioni che passano sotto la denominazione P (sacerdotale) e tutte le precedenti tradizioni passarono attraverso la revisione e le aggiunte della tradizione D (da Deuteronomio). Non basta. Vi un'ultima revisione del testo biblico chiamata R e risalente al V secolo. Per cui abiamo J+P+Dtr+R. Naturalmente non potevo non comprare anche il testo di Rolf Rendtorff (Introduzione all'Antico Testamento) da lei citato. Il maggiore studioso italiano fu J.Alberto Soggin, che insegnò all'Università di Roma. Poiché i vari raccoglitori delle tradizioni non volevano fa torto ad una tradizione a vantaggio di un'altra si trovano spesso delle contraddizioni. Secondo una tradizione vi fu un diluvio che durò 40 giorni e 40 anni mentre un'altra tradizione fu l'oceano a sommergere la terra. Da notare che mancando le vocali nell'alfabeto ebraico le vocali contrassegnate con dei punti, bastava un punto al posto di un altro per dare una diversa esposizione dela frase. Fu il filosofo ebreo Spinoza ad essere il primo severo esegeta della Bibbia (anche cristiana) nel suo "Trattato teologico-politico" Gesù per Spinoza (ateo) era soltanto un profeta. Se si riflette che Gesù si presenta nei Vangeli come inviato dal Padre (Jahweh dell'Antico Testamento) cade la pretesa cristiana che Gesù fosse figlo di Dio. Nei Vangeli il Padre è del tutto assente. Purtroppo, come ho scritto nella quarta di copertina del mio libro, il Padre cessò di parlare nei Vangeli e riprese a parlare purtroppo nel Corano, la più grande disgrazia della storia. .
RispondiEliminapreciso la frase "mentre secondo un'altra tradizione fu l'oceano a sommergere la terra". Da aggiungere: per 150 giorni.
RispondiEliminaNel mio libro ironicamente ho scritto che la persecuzione degli ebrei da parte dei nazisti può rispecchiare la tradizione veterotestamentaria secondo cui Jahweh agisce secondo la formula: peccato, pentimento, premio. Gli ebrei dopo il processo di laicizzazione percorso nell'800 (questo è il peccato) furono puniti con la persecuzione da parte Hitler. Dopo il pentimento ebbero il premio della rinascita dello Stato di Israele. Hitler fu il mezzo con cui gli ebrei dopo la persecuzione con cui espiarono il loro peccato tornarono ad avere una loro patria.
Gentila professor Melis.
RispondiEliminaLeggere i suoi interventi è sempre un piacere.
Vero... le saghe dei patriarchi furono in origine dei racconti indipendenti i cui protagonisti furono artificialmente resi padri e figli.
E vorrei precisare (a volte il poco spazio ci obbliga ad accorciare) che come ha detto lei anche al tempo di Giosia YHWH non era concepito come unico dio nel senso monoteistico, ma come unico dio a cui gli Israeliti dovevano venerazione e lealtà.
Infatti anche nel decalogo dei comandamenti (in realtà ne esistono più varianti, tutte relativamente tarde, come ben chiarito dallo studioso Aaron nel saggio Etched in Stone) si dice "non avrai altro dio all'infuori di me".
Nell'antichità i popoli che erano sconfitti da altri popoli più potenti tendevano ad adottare gli dei dei vincitori, ritenendoli più potenti.
La trovata geniale e crudele dell'antico clero di Giuda fu quella di attribuire la colpa delle sconfitte e sofferenze al popolo.
Avete perso in battaglia?
Ve lo siete meritato, YHWH vi ha punito per mezzo dei vostri nemici.
Pregatelo, imploratelo e siate ancora più devoti e prima o poi vi perdonerà.
Nel vicino oriente antico rivolgimenti e avvicendamenti di potenze erano relativamente frequenti. Quando i Persiani sotto la guida di Ciro il Grande sconfissero i Babilonesi e nel 539 permisero a quella parte di Ebrei che era stata deportata a Babilonia di tornare a Giuda, il clero abilmente descrisse l'evento come l'effetto del perdono del loro dio, che dopo due o tre generazioni finalmente aveva concesso il ritorno in patria.
Il banco vince sempre.
Un'ultima nota: durante il regno di Giosia la feroce distruzione delle cosiddette bamot, piccoli santuari e luoghi di preghiera delle aree rurali, potrebbe in qualche modo aver contribuito ad influenzare la leggenda di Caino e Abele.
Nelle campagne gli anziani e i padri di famiglia offrivano ad YHWH e agli altri dei del pantheon, in particolare Asherah, molto amata dalle donne, piccole offerte.
Forse proprio frutta e verdura, prodotti agricoli.
Ma il clero impose il culto nel tempio centrale e rese obbligatorio il sacrificio cruento.
I più poveri dovevano offrire almeno delle colombe.
In tal senso la favola di Caino e Abele, oltre ad avere una funzione di mito eziologico (spiegare perché gli uomini "caduti" iniziarono ad uccidere i propri simili) avrebbe avuto anche la funzione di ricordare a tutti che YHWH apprezzava poco gli ortaggi e voleva carne.
Sarei molto lieto di leggere il suo libro ma non sono riuscito a trovarlo; concordo sul fatto che meriterebbe una nuova pubblicazione con un editore importante.
RispondiEliminaHo apprezzato e meditato gli scritti di Spinoza, in particolare il trattato teologico-politico, ma anche il classico di Thomas Paine (deista ma molto critico nei confronti delle religioni abramitiche) L'Età della Ragione, in Italia purtroppo ignoto a molti.
Il mio nickname è un omaggio all'imperatore Flavio Giuliano.
Le posso fare una domanda?
Ha mai pensato di pubblicarlo in formato ebook su piattaforme come Amazon o Kobo?
PS
Seguo il suo interessante blog da almeno 7-8 anni.
Un'ultima nota.
RispondiEliminaHo notato che il mito dell'esodo e dalla conquista di Canaan, ormai smentito da archeologia e storia, è difeso con particolare accanimento da alcuni gruppi fondamentalisti americani, in particolare gli evangelici.
Quando un illustre archeologo israeliano, il prof. Herzog, nel 1999 scrisse un articolo su Haaretz intitolato "Deconstructing the walls of Jericho", non fu bersagliato da email e lettere piene di odio né dagli ebrei ultraortodossi, né dagli islamici.
Ma da evangelici americani.
Anche sul portale academia ogni tanto qualcuno di loro, con dubbi titoli (lauree e dottorati presi in college religiosi) pubblica articoli ridicoli.
E uno di loro, il cui cognome non merita di essere citato, un anno fa fu licenziato da una università per avere insultato in modo greve la dottoressa Stavrakoupolou.
Per anni ho pensato che questa loro fissazione dipendesse dal letteralismo biblico in cui sono stati allevati (i più fanatici hanno persino dei musei della creazione e finanziano ridicole spedizioni per cercare l'arca di Noè).
Ovviamente c'è anche questo aspetto (credere ciecamente per essere salvati e avere la fantomatica vita eterna) ma poi ho capito che c'è altro.
Gli antenati degli evangelici, quasi tutti WASP, sono quelli che con la bibbie e il fucile hanno strappato ai nativi americani le loro terre e hanno provocato catastrofi ecologiche, come la quasi estinzione dei bisonti.
Si percepivano come il "nuovo Israele" a cui il loro dio aveva concesso diritto di razzia sulla "terra promessa".
All'inizio dell'Ottocento gli evangelici stavano vivendo un periodo di particolare fervore, uno dei periodici "great awakenings". In quel caso probabilmente una reazione al deismo razionalista di alcuni padri fondatori, in particolare Franklin, Jefferson e Paine.
Così il massacro - fittizio - dei Cananei, ha costituito ai loro occhi una giustificazione morale per massacri veri.
Probabilmente anche Carlo Magno, quando uccise migliaia di Sassoni pagani a Verden nel 782, applicò lo stesso modo di pensare.
A questo proposito ho letto un bel libro di uno studioso di origine nativo-americana, il dott. Mato Numpa, The Great Evil. Christianity, the Bible & the Native America.
Più che un dotto "contenzioso" fra studiosi, considero il pezzo del prof.Melis ed i commenti di Julian alla stregua di una lectio magistralis. Chapeau.
RispondiEliminaDegna di nota l'inedita, per me, rivisitazione delle figure di Caino ed Abele, ad opera del professore, nonché una logica re interpretazione del fratricidio, come degna di nota la chiosa
circa il mancato sacrificio di Isacco da parte di Abramo, da intendersi in senso più ampio come una cessazione (magari!)
dei sacrifici umani che quelle scellerate popolazioni tributavano a Moloch.