E' vero che Mussolini chiuse le scuole dove non si parlava l'italiano con la conseguenza che la MINORANZA slava fu oppressa costringendola in buona parte a trasferirsi fuori dell'Istria. Ma dopo la fine della guerra i comunisti italiani favorirono la perdita dell'Istria e della Dalmazia non essendoci una unitarietà della politica italiana. Bisogna ricordare che i partigiani non comunisti tentarono di difendere l'Istria combattendo contro le armate del massacratore Tito che considerò fascisti tutti coloro che difendevano l'italianità dell'Istria. Per Togliatti valeva di più l'essere comunisti che l'essere italiani. Solo circa venti anni fa si incominciò a parlare delle foibe dove gli italiani rappresentanti politici o combattenti contro il comunsmo delle armate titine venivano ammanettati in coppia uccidendo uno dei due perché l'ucciso trascinasse l'altro nella foiba condannandolo ad una morte atroce. Circa trecentomila italiani furono costretti a lasciare l'Istria perché fu proibito il doppio linguismo. Tito fece peggio di Mussolini cancellando qualsiasi parvenza di italianità nell'Istria. Andando a ritroso nella storia bisogna ricordarsi che l'Istria era stata sempre italiana facendo parte della Repubblica di Venezia che possedeva anche le coste della Dalmazia, che, con la principale città di Zara, fu assegnata all'Italia dopo la prima guerra mondiale.
Questo è il blog del prof. Pietro Melis, autore del testo intitolato "Scontro tra culture e metacultura scientifica: l'occidente e il diritto naturale. Nelle sue radici greco-romano-cristiane. Non giudaiche e antislamiche".
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