domenica 9 marzo 2025

UNA GABBIA DI MATTI

La legge del mare obbliga a salvare un natante in difficoltà ma l'operazione di salvataggio deve essere pagata. Ma il natante salvato deve essere iscritto in un registro dello Stato di cui deve battere bandiera. Altrimenti si avrebbe l'obbligo di salvare una nave di pirati. Questi invasori sono del tutto fuori legge. La nave guardia costeriera italiana Diciotti deve difendere le acque territoriali non deve salvare natanti fuori legge e clandestini. E se li salva dentro le acque territoriali non ha l'obbligo di farli scendere in territorio italiano essendo dei clandestini con barconi fuori legge. Bisogna essere matti per incolpare il governo di mancata assistenza per avere tardato a fare scendere dei clandestini che dovrebbero essere rimpatriati. Aveva ragione Berlusconi quando disse che i giudici dovrebbero subire un esame per verificare se abbiano i requisiti psicologici per fare i giudici. Il ministro Nordio sinora ha soltanto parlato senza avere riformato la giustizia. Ha detto che il concorso di ingresso nella magistratura deve essere accompagnato da un esame psicologico per verificare se i vincitori di un concorso abbiano le condizioni psicologiche atte a giustificare l'attitudine e i requisiti necessari per fare i giudici. Non basta. L'esame psicologico dovrebbe essere introdotto quando ci si trova di fronte a provvedimenti aberranti che dovrebbero giustificare il licenziamento. Più che di riforma bisognerebbe parlare di rifondazione della giustizia come ha detto Gasparri. A Cagliari ho trovato dei giudici fuori di testa se non collusi con il liquidatore. Ho fatto un Esposto contro di essi a termini di legge.            

Da Facebook di Roberto Duria

Ho ripreso in mano un libro di Gian Antonio Stella del 2009, intitolato: “Negri froci giudei & co.” perché, come sapete, Google mi ha bloccato il blog accusandomi di “odio razziale”. Ogni scusa è buona, per chi detiene il potere, per tappare la bocca ai dissenzienti. E io mi considero tale, da sempre. Ciò non fa di me un eroe, bensì un bersaglio di censure spesso – queste sì – basate sull’odio razziale, ovvero l’odio degli schiavi verso chi è libero e non si adegua alle regole del Potere. Qui stiamo solo parlando e io rivendico il mio diritto a farlo, perciò, prima di attaccarmi etichette di razzismo, andiamoci piano! Non mi sento razzista perché dichiaro che la sentenza della Cassazione di risarcire i migranti tenuti dieci giorni a bordo della nave Diciotti, nel 2018, è pura follia. Anzi, è un attacco al buon senso e alla dignità del popolo italiano, tassato all’inverosimile, vessato con balzelli e accise, multato se corre troppo veloce in macchina o se ha bevuto un aperitivo prima di mettersi al volante. Tale decisione giudiziaria è scaturita da magistrati che odiano i propri concittadini e probabilmente hanno una visione del mondo globalista favorevole al meticciamento dei nativi europei. Per questo ho ripreso in mano il libro suddetto, perché mi piace sentire il parere degli altri, anche quando, come nel caso dell’autore, fanno più propaganda politica che una disamina obiettiva della realtà. Dal 2009, anno delle pubblicazione, tanta acqua è passata sotto i ponti e le grandi città italiane sono diventate invivibili, specie dopo una certa ora, quando solo pochi decenni fa, prima che ci venissero inviati gli africani, si respirava tutta un’altra aria. Sono io il razzista se dico questo o sto solo analizzando la realtà sociale che si è venuta creando in questi ultimi anni? Molti se ne stanno accorgendo, che si stava meglio quando non c’erano così tanti giovani africani nullafacenti in giro per le strade, ma i giudici della Cassazione, rispondendo a un ideale politico sempre più utopico, sembra non se ne siano accorti. Suggerisco a quei giudici, e anche ai loro colleghi, sparsi qua e là presso i tribunali italiani, di risarcire anche i ladri che entrano nelle case armati, per lo stress che patiscono, quelli che occupano abusivamente le abitazioni altrui, perché hanno anche loro diritto ad un tetto sopra la testa, e tutti quei gitani che nelle metropolitane dovessero essere contrastati durante il loro onorevole lavoro di ladri. A me hanno rubato una bicicletta nuova di zecca: suggerisco ai magistrati di risarcire il ladro perché l’ho costretto ad armeggiare con i tronchesini per tagliare il lucchetto, una fatica che non meritava di fare e che io, razzista, gli ho imposto!


 

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