sabato 23 aprile 2011

A MICHELA VITTORIA BRAMBILLA: LETTERA SUL DIRITTO NATURALE LASCIATA NEL SUO SITO

Gent. Michela

vi sono due giorni nell'anno che mi fanno soffrire di più eche sono giunto ad odiare, il Natale e la Pasqua. Mi rincresce di essere un Pinco Pallino rispetto a Lei. Non so se Lei sia credente. Ma anche se lo fosse io al Suo posto non avrei remore per rendere primo responsabile della strage degli agnelli in quelle due esecrande feste di sangue il papa, complice massimo di una Chiesa del silenzio nei riguardi degli animal non umani. Ogni volta che lo vedo apparire alla TV mi viene la rabbia in corpo. Pensi che io filoisraeliano ed estimatore dell'intelligenza ebraica laica sono stato condannato per antisemitismo per avere condannato in un mio saggio la macellazione ebraico-islamica in Tribunale e in Corte d'Appello.ASSURDO. Ricorrerò in Cassazione. In che mondo vivo? Ho ricevuto alla mia email l'articolo bellissimo di Susanna Tamaro che avevo già letto (sul pianto degli agnelli), avendo aderito al manifesto de "LA COSCIENZA DEGLI ANIMALI". Avevo scritto agli impostori dei cattolici vegetariani (
cattolici.vegetariani@gmail.com) che essi non avrebbero cambiato le cose se non avessero fatto una manifestazione pubblica in piazza s. Pietro invece di vantarsi di avere avuto per giugno un colloquio PRIVATO con il papa. Ebbene, costoro mi hanno risposto scrivendomi: "Vada a farsi una passeggiata". Per non dirmi di andare a ..... Ha capito? Ho risposto che non mi scrivessero più perché avevo capito che essi cercavano solo di frenare l'emorragia dalla Chiesa degli animalisti (soprattutto se vegetariani).So che un deputato (o senatore) della Lega Nord Angelo Alessandri (a cui avevo scritto molti mesi fa) aveva presentato un disegno di legge per proibire la macellazione ebraico-islamica. Riprenda Lei questo disegno di legge per portarlo alla votazione. Ma la legge permette purtroppo le macellazioni casalighe, e ciò capita soprattutto per gli agnelli e i maiali. Svolga la Sua azione in parlamento perché le manifestazioni di piazza, mi sono accorto, servono a poco o a nulla. Ho sentito che il 60% non rinuncia a mangiare agnello la Pasqua. Io maledico tutto questo 60%. Io avrei preferito non nascere in questo mondo di crudeltà, e nell'impossibilità di sapere che cosa ci stiamo a fare tutti su questa Terra, nascendo tutti in attesa della condanna a morte. Coerentemnte non ho voluto figli. Sono in pensione da un anno come professore universitario di storia della filosofia. Ho pubblicato recentemente un libro autobiografico e filosofico intitolato IO NON VOLEVO NASCERE. UN MONDO SENZA CERTEZZE E SENZA GIUSTIZIA.FILOSOFI ODIERNI ALLA BERLINA. Si tratta di un libro che è soprattutto un manifesto del DIRITTO NATURALE, che, in quanto naturale, non può essere il diritto della sola natura umana.Ho fatto studi di biologia evoluzionistica (e su questo argomento ho scritto un libro di 518 pagine sepolto in uno dei quaderni degli ANNALI del 1999 della Facoltà di Scienze della formazione di Cagliari. Nella quarta di copertina di IO NON VOLEVO NASCERE sta scritto che solo per gli animali non umani la vita ha un senso perché non si pongono la domanda "che senso ha la vita?". Infatti non ne trovo alcuno data l'evoluzione biologica da una comune origine di tutte le forme di vita. Colgo l'occasione per dirLe che l'art. 1 della Costituzione (come ho scritto nei miei ultimi due libri (il primo è "Scontro tra culture e metacultura scientifica: l'Occidente e il diriito naturale", 2006) dovrebbe essere riformato scrivendo: L'Italia è una repubblica LIBERALE FONDATA SUL DIRITTO NATURALE. Non è infatti la democrazia (con la volontà della maggioranza) che possa stabilire, per esempio, se io abbia diritto alla vita e alla libertà di pensiero, che possono ricavarsi solo dal diritto naturale, che sovrasta qualsiasi maggioranza. Per questo stesso motivo una sentenza non può essere emessa IN NOME DEL POPOLO ITALIANO, perché non è il popolo, prescindendo anche da una maggioranza quasi plebiscitaria, che possa stabilire i fondamenti della giustizia, mentre è lo stesso popolo che può e deve essere giudicato, almeno dalla storia. Altrimenti sarebbero state giuste le sentenze emesse dai governi fascista e nazista in nome del popolo. Cosa che mi fa pensare ai cosiddetti tribunali del popolo che facevano giustizia sommaria senza processo.Il diritto naturale, che è diritto di tutte le forme di vita ha come limite del diritto di uno il diritto naturale di un altro, come nella catena preda-predatore. Ma il predatore non è crudele. Uccide per sopravvivere. Solo l'uomo è crudele perché corrotto dalle culture, dalle tradizioni (anche alimentari) aggiungendo inutili e maggiori crudeltà verso gli animali non umani. Presenti Lei un disegno di legge di riforma dell'art. 1 della Costituzione. Sarebbe una rivoluzione nel campo del diritto, che non sarebbe più antropocentrico. E dal diritto naturale si può indirettamente ricavare il dovere dello Stato di provvedere a tutelare il diritto al lavoro quale mezzo di tutela della vita. Dire che l'Italia è una repubblica fondata sul lavoro è un non senso, una grossa sciocchezza, perché è evidente che nessuno Stato può esistere senza un popolo che lavori. (a parte quelli che possano vivere di rendita). Allo stesso tempo, scrivendo che l'Italia è una repubblica fondata sul diritto naturale (che non può essere della sola natura umana) si ricava indirettamente da ciò il diritto al lavoro e implicitamente si afferma anche il diritto degli animali non umani, almeno come diritto alla non sofferenza quando la sofferenza possa essere evitata e non aggiunta per colpa umana.Molti anni fa Gustavo Selva fu l'unico (se pur certamente non da animalista) a proporre la riforma dell'art.1 della Costituzione introducendo il diritto naturale. Lei passerebbe alla storia proponendo una riforma simile. Lo faccia anche a favore di tutti gli animali capovolgendo una nefasta concezione antropocentrica. Forse di fronte a questa grande rivoluzione giuridica anche la Chiesa (come suo costume storico) si adeguerebbe.L'assurdo è che oggi il diritto naturale rimane malamente rifugiato proprio nella dottrina cristiana. Ma, nonostante un documento pontificio del 1996 con cui si riconosce la verità dell'evoluzione biologica, il diritto naturale dalla Chiesa viene ancora limitato alla natura umana, non accorgendosi essa che in tal modo ha ereditato il concetto di diritto naturale proprio dall'Illuminismo laico (se non ateo) che, in contraddizione con la rivoluzione astronomica che ha decentralizzato la Terra, e perciò anche l'uomo, ha inteso il diritto naturale come diritto della ragione umana. Come Lei stessa certamente sa essendo laureata in filosofia. In tal caso non si può parlare di giusnaturalismo ma di giusrazionalismo, che è un'altra cosa. E purtuttavia lo stesso S.Tomaso, uno dei cardini della dottrina cattolica, aveva inteso il diritto naturale come diritto all'autoconservazione, riprendendo una definizione del giureconsulto romano Upiano: il diritto naturale è il diritto che la natura ha insegnato ha tutti gli animali. Oggi la Chiesa dovrebbe mettersi d'accordo con se stessa ponendo d'accordo il diritto naturale con la riconosciuta verità dell'evoluzione biologica. Ma incredibilmente continua a rimanere sorda su questo argomento per paura di mettersi contro certe tradizioni, anche alimentari. Mi affido a lei che ha il potere e la visibilità che io non ho perché faccia di tutto per rendere pubblico quanto le ho scritto. Pietro Melis

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