martedì 3 maggio 2011

CERTE MORTI SI DEBBONO FESTEGGIARE

Non capisco il commento del Vaticano secondo cui la morte non si deve mai festeggiare. Se così fosse la Chiesa avrebbe dovuto sempre piangere IPOCRITAMENTE per tutti gli eretici e le cosiddette streghe che mandava al rogo. Ma si sa che la Chiesa prima condannava gli eretici al rogo e poi ipocritamente li abbandonava al braccio secolare con il detto "ECCLESIA ABORRET SANGUINEM". Lasciava che fosse il potere temporale (connivente con essa) ad eseguire la sentenza. Ciò premesso, secondo una giustizia retributiva è giusto che un criminale non abbia più la tutela della vita. Vi sono tanti argomenti a favore della pena di morte da Platone al papa PIO XII. Bisogna distinguere tra la morale del perdono e il diritto. Nessuno che sia innocente ha il dovere di sentirsi in obbligo di perdonare il suo eventuale assassino. Perché i parenti delle vittime non dovrebbero gioire della morte dell'assassino di un loro caro? Vi sono tanti parenti della vittima che applaudono quando un assassino viene condannato ad una pena severa. Non significa forse ciò gioire? Si deve sempre gioire di fronte ad una sentenza che renda giustizia alla vittima e, di riflesso, alla sofferenza dei parenti della vittima. Diverso è il caso di Bin Laden. Questo certamente meritava di essere giustiziato senza pietà. Ma conveniva tenerlo in vita come ostaggio riducendolo ad uno stato di abiezione. Ma se era giusto giustiziare Bin Laden perché non dovrebbe essere giusta la pena di morte per un criminale? Si tratta forse di considerare il numero degli omicidi commessi? E' solo una questione di quantità?

«Bin Laden ha avuto gravissima responsabilità per la diffusione di odio fra i popoli»

Il Vaticano: «Risponda davanti a Dio»

Il direttore della sala stampa della Santa Sede: «Di fronte alla morte di un uomo un cristiano non si rallegra mai»

«Bin Laden ha avuto gravissima responsabilità per la diffusione di odio fra i popoli»

Il Vaticano: «Risponda davanti a Dio»

Il direttore della sala stampa della Santa Sede: «Di fronte alla morte di un uomo un cristiano non si rallegra mai»

Padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa vaticana (Ap)
Padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa vaticana (Ap)
CITTÀ DEL VATICANO - «Di fronte alla morte di un uomo, un cristiano non si rallegra mai, ma riflette sulle gravi responsabilità di ognuno davanti a Dio e agli uomini e spera e si impegna perchè ogni evento non sia occasione di una crescita ulteriore dell'odio, ma della pace». Lo ha dichiarato padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa vaticana. «Osama Bin Laden, come tutti sappiamo, ha avuto la gravissima responsabilità di diffondere divisione e odio fra i popoli, causando la morte di innumerevoli persone, e di strumentalizzare le religioni a questo fine», ha premesso padre Lombardi. (Fonte: Ansa)


02 maggio 2011


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