La donna che gridava "Sei una schiava" può avere ecceduto cercando di togliere il velo da quella testa senza cervello che crede in un libro per pazzi scritto da un pazzo e chiamato Corano. Ma è certo che la mancanza di equilibrio psichico è da attribuirsi alle donne musulmane, che plagiate dagli uomini musulmani, sono ridotte in stato di schiavitù mentale, quando non anche fisico. E ciò in conformità al Corano dove si dice che la donna è un essere inferiore rispetto all'uomo, che ha il diritto di bastonarle se non obbediscono, e persino di murarle vive in casa lasciandole morire "se commettono atti indecenti" (testuale). E questi sindacati hanno la faccia tosta di difendere questa barbarie. Ma vadano a leggersi quel testo di merda che è il Corano prima di costituirsi (anche impropriamente in quanto non sono parte lesa) come parte civile. Siamo arrivati ormai all'assurdo.
PADOVA
Donna tenta di strapparle il velo
per strada. «Urlava: sei una schiava»
Mediatrice culturale di origine marocchine offesa presenta denuncia alla polizia. La Cisl dove fa la volontaria si costituirà parte civile
La 22enne Hind Talibi, studentessa padovana di origini marocchine (Foto Bergamaschi)
PADOVA — «L’hijab è parte della mia identità. Il tentativo di strapparmelo per me è quasi paragonabile a una violenza fisica. A molti, che non conoscono il significato di questo velo, potrà sembrare una cosa non grave, ma per me lo è. Io sono quel che sono con il mio hijab». Neppure un filo di rabbia, nelle parole con cui Hind Talibi descrive quanto le è accaduto due sere prima in via Santa Maria Assunta, a Padova. Fasciata nel velo della tradizione islamica, la 22enne studentessa di origini marocchine sembra una bambina, mentre racconta quello che ha appena definito «uno choc». Rincasava in bicicletta dopo una serata trascorsa in un cinema di quartiere Guizza, quando ha incrociato «una donna, che poteva avere circa cinquant’anni». «Si è rivolta a me e mi ha gridato contro: "Schifosa, togliti quel coso... Che te ne fai con questo caldo?"». A quel punto Hind, che a Padova studia Relazioni internazionali dei diritti umani ed è volontaria del gruppo giovani di seconda generazione nell’Associazione nazionale oltre le frontiere (costola di Cisl), è scesa dalla bici e ha avvicinato la sconosciuta che l’aveva appena coperta d’offese.
«L’ho salutata, gentilmente, e ho cercato di parlarle: "Signora, vorrei informarla che il velo è una mia scelta"». L’altra donna, però, risponde urlando: «"Fai schifo", mi ha gridato... "Sei solo una stupida schiava ignorante"... "Quelli come te dovrebbero prenderli a bastonate" ». E’ allora che la donna alza le mani e tenta di strappare il velo alla giovane islamica. Lei però riesce a sottrarsi e decide che è meglio allontanarsi, anche per non reagire. «Tremavo tutta, mi sentivo mancare, allora ho chiamato al telefono mio padre (Ahmed Talibi, responsabile della comunità islamica di via Anelli, ndr)», conclude la giovane Hind. Segue la decisione di denunciare (ingiurie il reato ipotizzato) quanto accaduto alla polizia. «Considero Padova una parte di me - dirà poi la ragazza - Mi sento cittadina di questo Paese, penso che legalità e giustizia siano le giuste vie da seguire e credo che sarò tutelata nei miei diritti». Nel tentativo di inquadrare portata e gravità dell’episodio, il senegalese Pap Fall, segretario confederale della Cisl padovana con delega alle politiche per l’immigrazione, aggiunge: «Per fortuna tutto questo è accaduto alla nostra Hind, che ha grande forza ed equilibrio. Il nostro gruppo sostiene il confronto e lavora per l’integrazione e per costruire una società che includa... Altri, temo, avrebbero reagito in modo diverso ».
Il sindacato, in ogni caso, sarà dalla parte della studentessa anche in sede legale. «Ci costituiremo parte civile in un eventuale procedimento contro la persona denunciata da Hind - dice Adriano Pozzato, segretario generale della Cisl di Padova -. Quel che è accaduto è un fatto gravissimo, che non vogliamo nella nostra città. Per questo rivolgiamo un appello a chi ha visto, perché contribuisca a identificare la responsabile». La denuncia è contro ignoti. Ma, valutati gli elementi forniti da Hind Talibi, la Digos sarebbe già in grado di indicare nome e cognome della responsabile delle offese. Si tratterebbe di una donna con precario equilibrio psichico, conosciuta in città per fatti simili all’ultimo: offese urlate di rabbia, senza limiti e riguardi. Fosse così, quanto accaduto in via Santa Maria Assunta sarebbe forse meno grave. Non certo meno spiacevole per chi l’ha subito, tanto più di fronte agli sguardi distratti di tanti passanti.
R.Piv27 maggio 2011
Riporto quanto leggo sull'articolo: "Si tratterebbe di una donna con precario equilibrio psichico, conosciuta in citta per fatti simili alla'™ultimo" ... Se cosi fosse la studentessa e il sindacato farebbero bene a ritirare la denuncia e a chiedere scusa ai padovani per aver connotato la citta come razzista e intollerante.
erano ciechi o non hanno fatto niente, perchè, in fin dei conti erano d'accordo con quanto stava acccadendo.
Ma perchè Dio ha inventato le religioni?
Un grande giornalista ex musulmano come Magdi Allam, che ha abbracciato pubblicamente il Cristianesimo, viene visto dai musulmani come un traditore, viene dileggiato, offeso, denigrato, accusato di finta conversione ed è costretto a vivere sotto scorta, perché c'è sempre qualche pazzo idolatra disposto a fare il kamikaze in nome di allah. Nei Paesi islamici ci sono migliaia di musulmani che si sono segretamente convertiti al Cristianesimo e non possono gridarlo al mondo, perché verrebbero uccisi dai loro stessi famigliari. Nei confronti di queste persone, definite apostati, il Corano prevede addirittura la morte. Ecco la tolleranza dell'islam, ecco la religione di pace. Provate ad andare a leggere qui che fine fanno coloro che scappano dall'islam: http://www.italian.faithfreedom.org/comment.php?t=1354
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