Questi stronzi di lampedusani solo adesso si accorgono di essere nella merda, e la vogliono trasferire altrove. Io la merda la lascerei tutta a loro. Se la meritano. All'inizio facevano a gara solidarizzando con quelli che adesso chiamano (e giustamente) delinquenti. Non potevano capirlo prima?
Governo del tutto inefficiente nel non saper fare uno sbarramento di fronte alle coste tunisine impedendo che queste canaglie arrivino pretendendo di fare da padroni in casa degli altri. Serve a niente il cosiddetto accordo con lo pseudo governo tunisino. Qui occorre la forza che si deve usare contro un'invasione. Dicono che vogliono libertà. Se la guadagnino in casa loro. Nessuna pietà per queste canaglie, che debbono essere imbarcate nei loro stessi barconi per abbandonarli di fronte alle coste tunisine. Queste canaglie non debbono essere mantenute con le tasse nostre. Criminale è Emergency,che vorrebbe con il buonismo aumentare i conflitti sociali.
Lampedusa, guerriglia urbana con feriti
Guerriglia urbana a colpi di pietre tra isolani e maghrebini, e cariche della polizia contro gli immigrati che tentavano di impossessarsi di alcune bombole di gas minacciando di farle saltare in aria. La tensione sfociata ieri pomeriggio nell'incendio che ha semidistrutto il centro di accoglienza non accenna a diminuire e questa mattina decine di abitanti dell'isola, faccia a faccia con i tunisini autori dell'incendio che ha devastato il centro, hanno sfogato la loro rabbia tirando pietre contro gli extracomunitari che, dopo aver passato la notte all'aperto, parte nello stadio e parte sul molo Favarolo, girano liberi per l'isola. Un giornalista e un cameramen di Sky sono stati di nuovo aggrediti, stavolta da gente di Lampedusa che accusa i mezzi di informazione di "essere la causa del caos di questi giorni" e di "diffondere un'immagine distorta" dell'isola. Dal canto loro, circa 300 tunisini hanno manifestato per le strade di Lampedusa al grido di "Libertà, libertà".
Caccia all'uomo
Disordini si registrano ancora in diverse parti dell'isola, in un clima da "caccia all'uomo" che sta coinvolgendo gli abitanti. Altri scontri tra tunisini e forze dell'ordine sono avvenuti all'interno del Centro di prima accoglienza dove si trova ancora un centinaio di immigrati. Gli extracomunitari avrebbero lanciato sassi e altro materiale contro gli agenti che presidiano la struttura. Nel poliambulatorio dell'isola stanno intanto affluendo i primi feriti, appartenenti alle forze dell'ordine. Il responsabile sanitario, Pietro Bartolo, ha chiesto l'invio di altre ambulanze dal centro di accoglienza
I feriti
Sono in tutto undici finora i feriti degli scontri tra forze dell'ordine, tunisini e abitanti isolani. Tra i feriti, tre carabinieri e un poliziotto, rimasti contusi e con varie escoriazioni. Sette i tunisini portati nel poliambulatorio dell'isola, anche loro con contusioni ed escoriazioni. Per uno di loro, in uno stato di semi-coma, il responsabile sanitario, Pietro Bartolo, ha chiesto il trasferimento urgente a Palermo in eliambulanza. Colpito anche l'attivista per i diritti umani franco-canadese Alexandre Georges.
Appello a Napolitano
Gli animi sono molto esasperati. Ronde di cittadini presidiano il municipio e il sindaco Bernardino De Rubeis si appella al presidente della Repubblica Napolitano: " "Ho cercato di parlare con il presidente Berlusconi e il ministro Maroni ma non è mai stato possibile. Non è più il tempo delle chiacchiere e dei ragionamenti buonisti. Il Viminale porti via tutti i tunisini. Ci aiuti il presidente Napolitano che si è sempre dimostrato sensibile nei nostri confronti". Poi quasi intima: "Venga da noi. La situazione è ad alto rischio, occorre fare presto qualcosa". Infine si scusa: espressioni irrispettose, valuti ovviamente lui quale decisione prendere.
Sindacato di polizia: se ci scappa il morto...
Tensione anche tra le forze dell'ordine che non sanno più come tenere a bada i migranti. Il segretario generale del sindacato di polizia Coisp dice: "Quello che succede a Lampedusa è la prova dell'incapacità del governo. Se ci scapperà il morto sappiano quei politici che oggi dormono o stanno a guardare, che non accetteremo lacrime istituzionali o inutile solidarietà".
Il sindaco è asserragliato con una mazza:
E' chiuso nella sua stanza il sindaco di Lampedusa Dino De Rubeis che viene scortato da tre agenti di polizia, dopo che stamattina tre lampedusani hanno tentato di aggredirlo, contestandogli di avere tenuto una linea morbida sull'immigrazione. In un cassetto dell'ufficio, De Rubeis tiene una mazza da baseball.
I bambini chiusi nelle scuole:
La paura attraversa l'isola e i bambini non vengono fatti uscire dalle scuole: "Sono barricati negli istituti che sono un luogo sicuro" dice il sindaco De Rubeis, "abbiamo detto al personale di non farli uscire finchè la situazione non tornerà alla calma".
"Mi devo difendere, e sono pronto a usarla, scrivetelo pure", dice. "Siamo in presenza di uno scenario da guerra, - aggiunge - lo Stato mandi subito elicotteri, navi per trasferire i tunisini che vagano per l'isola dopo avere incendiato ieri il centro di accoglienza". Davanti al municipio ci sono decine di persone, alcune contestano il sindaco, altre urlano contro gli immigrati.
Il Viminale: via in 48 ore
Sono circa un migliaio (per l'esattezza 1040) i tunisini che si trovano ancora a Lampedusa. Durante la notte due voli militari, effettuati con un C130 dell'Aeronautica, hanno trasferito circa cento immigrati verso la base di Sigonella. Il ponte aereo predisposto dal Viminale per accelerare le procedure di rimpatrio proseguirà anche oggi, con altri due voli. E il sottosegretario Sonia Viale garantisce: entro 48 ore tutti via da Lampedusa per essere rimpatriati. Il sindaco poi spiega: "Il Viminale ha già predisposto 11 voli per trasferire nelle prossime ore tutti i tunisini che si trovano ancora a Lampedusa. Maroni mi ha detto che Lampedusa non sarà più considerata 'porto sicuro', in quanto priva di un centro di prima accoglienza, e dunque gli immigrati soccorsi in mare nel corso di operazioni Sar saranno trasferiti con le motovedette direttamente a Porto Empedocle o in altri scali siciliani".
Emergency: politica criminale
"Quello che sta succedendo a Lampedusa è figlio di una politica criminale che da molti anni i governi di questo paese stanno attuando nei confronti dei migranti. Migranti che, oltre a essere privati dei più elementari diritti umani, vengono deliberatamente usati per esasperare gli animi, costruire "diversi" e "nemici", alimentare guerre tra poveri". E' il commento di Emergency al dramma in corso a Lampedusa. "La tensione e la violenza delle ultime ore, a Lampedusa come a Pozzallo - continua in un comunicato l'organizzazione di Gino Strada - sono l'inevitabile conseguenza della politica di un governo che tratta gli stranieri come criminali, come problema di ordine pubblico, come bestie. Il sovraffollamento delle strutture, la carenza di assistenza di base, la privazione dei diritti fondamentali, oltre a essere una vergogna per un Paese che si vuole definire civile, comportano inevitabilmente l'inasprirsi del disagio e della violenza ... Confidiamo che i cittadini italiani abbiamo la ragionevolezza e l'umanità che finora è mancata al governo, quell'umanità che permette di capire che gli 'stranieri', i 'clandestini', i 'migranti stagionali' sono, prima che qualsiasi altra cosa, semplicemente 'persone', esseri umani. E come tali devono essere trattati".
Governo del tutto inefficiente nel non saper fare uno sbarramento di fronte alle coste tunisine impedendo che queste canaglie arrivino pretendendo di fare da padroni in casa degli altri. Serve a niente il cosiddetto accordo con lo pseudo governo tunisino. Qui occorre la forza che si deve usare contro un'invasione. Dicono che vogliono libertà. Se la guadagnino in casa loro. Nessuna pietà per queste canaglie, che debbono essere imbarcate nei loro stessi barconi per abbandonarli di fronte alle coste tunisine. Queste canaglie non debbono essere mantenute con le tasse nostre. Criminale è Emergency,che vorrebbe con il buonismo aumentare i conflitti sociali.
Lampedusa, guerriglia urbana con feriti
Il sindaco De Rubeis: "Mi difenderò"
Scontri fra isolani e immigrati. Poi tra extracomunitari e polizia che carica. Decine i feriti, uno è grave. Il primo cittadino asserragliato con una mazza: "Maroni mandi via questi 1500 delinquenti". E ingiunge: "Napolitano venga qui", poi si scusa. Il Viminale: entro 48 ore tutti via
di ALESSANDRA ZINITIGuerriglia urbana a colpi di pietre tra isolani e maghrebini, e cariche della polizia contro gli immigrati che tentavano di impossessarsi di alcune bombole di gas minacciando di farle saltare in aria. La tensione sfociata ieri pomeriggio nell'incendio che ha semidistrutto il centro di accoglienza non accenna a diminuire e questa mattina decine di abitanti dell'isola, faccia a faccia con i tunisini autori dell'incendio che ha devastato il centro, hanno sfogato la loro rabbia tirando pietre contro gli extracomunitari che, dopo aver passato la notte all'aperto, parte nello stadio e parte sul molo Favarolo, girano liberi per l'isola. Un giornalista e un cameramen di Sky sono stati di nuovo aggrediti, stavolta da gente di Lampedusa che accusa i mezzi di informazione di "essere la causa del caos di questi giorni" e di "diffondere un'immagine distorta" dell'isola. Dal canto loro, circa 300 tunisini hanno manifestato per le strade di Lampedusa al grido di "Libertà, libertà".
Caccia all'uomo
Disordini si registrano ancora in diverse parti dell'isola, in un clima da "caccia all'uomo" che sta coinvolgendo gli abitanti. Altri scontri tra tunisini e forze dell'ordine sono avvenuti all'interno del Centro di prima accoglienza dove si trova ancora un centinaio di immigrati. Gli extracomunitari avrebbero lanciato sassi e altro materiale contro gli agenti che presidiano la struttura. Nel poliambulatorio dell'isola stanno intanto affluendo i primi feriti, appartenenti alle forze dell'ordine. Il responsabile sanitario, Pietro Bartolo, ha chiesto l'invio di altre ambulanze dal centro di accoglienza
I feriti
Sono in tutto undici finora i feriti degli scontri tra forze dell'ordine, tunisini e abitanti isolani. Tra i feriti, tre carabinieri e un poliziotto, rimasti contusi e con varie escoriazioni. Sette i tunisini portati nel poliambulatorio dell'isola, anche loro con contusioni ed escoriazioni. Per uno di loro, in uno stato di semi-coma, il responsabile sanitario, Pietro Bartolo, ha chiesto il trasferimento urgente a Palermo in eliambulanza. Colpito anche l'attivista per i diritti umani franco-canadese Alexandre Georges.
Appello a Napolitano
Gli animi sono molto esasperati. Ronde di cittadini presidiano il municipio e il sindaco Bernardino De Rubeis si appella al presidente della Repubblica Napolitano: " "Ho cercato di parlare con il presidente Berlusconi e il ministro Maroni ma non è mai stato possibile. Non è più il tempo delle chiacchiere e dei ragionamenti buonisti. Il Viminale porti via tutti i tunisini. Ci aiuti il presidente Napolitano che si è sempre dimostrato sensibile nei nostri confronti". Poi quasi intima: "Venga da noi. La situazione è ad alto rischio, occorre fare presto qualcosa". Infine si scusa: espressioni irrispettose, valuti ovviamente lui quale decisione prendere.
Sindacato di polizia: se ci scappa il morto...
Tensione anche tra le forze dell'ordine che non sanno più come tenere a bada i migranti. Il segretario generale del sindacato di polizia Coisp dice: "Quello che succede a Lampedusa è la prova dell'incapacità del governo. Se ci scapperà il morto sappiano quei politici che oggi dormono o stanno a guardare, che non accetteremo lacrime istituzionali o inutile solidarietà".
Il sindaco è asserragliato con una mazza:
E' chiuso nella sua stanza il sindaco di Lampedusa Dino De Rubeis che viene scortato da tre agenti di polizia, dopo che stamattina tre lampedusani hanno tentato di aggredirlo, contestandogli di avere tenuto una linea morbida sull'immigrazione. In un cassetto dell'ufficio, De Rubeis tiene una mazza da baseball.
I bambini chiusi nelle scuole:
La paura attraversa l'isola e i bambini non vengono fatti uscire dalle scuole: "Sono barricati negli istituti che sono un luogo sicuro" dice il sindaco De Rubeis, "abbiamo detto al personale di non farli uscire finchè la situazione non tornerà alla calma".
"Mi devo difendere, e sono pronto a usarla, scrivetelo pure", dice. "Siamo in presenza di uno scenario da guerra, - aggiunge - lo Stato mandi subito elicotteri, navi per trasferire i tunisini che vagano per l'isola dopo avere incendiato ieri il centro di accoglienza". Davanti al municipio ci sono decine di persone, alcune contestano il sindaco, altre urlano contro gli immigrati.
Il Viminale: via in 48 ore
Sono circa un migliaio (per l'esattezza 1040) i tunisini che si trovano ancora a Lampedusa. Durante la notte due voli militari, effettuati con un C130 dell'Aeronautica, hanno trasferito circa cento immigrati verso la base di Sigonella. Il ponte aereo predisposto dal Viminale per accelerare le procedure di rimpatrio proseguirà anche oggi, con altri due voli. E il sottosegretario Sonia Viale garantisce: entro 48 ore tutti via da Lampedusa per essere rimpatriati. Il sindaco poi spiega: "Il Viminale ha già predisposto 11 voli per trasferire nelle prossime ore tutti i tunisini che si trovano ancora a Lampedusa. Maroni mi ha detto che Lampedusa non sarà più considerata 'porto sicuro', in quanto priva di un centro di prima accoglienza, e dunque gli immigrati soccorsi in mare nel corso di operazioni Sar saranno trasferiti con le motovedette direttamente a Porto Empedocle o in altri scali siciliani".
Emergency: politica criminale
"Quello che sta succedendo a Lampedusa è figlio di una politica criminale che da molti anni i governi di questo paese stanno attuando nei confronti dei migranti. Migranti che, oltre a essere privati dei più elementari diritti umani, vengono deliberatamente usati per esasperare gli animi, costruire "diversi" e "nemici", alimentare guerre tra poveri". E' il commento di Emergency al dramma in corso a Lampedusa. "La tensione e la violenza delle ultime ore, a Lampedusa come a Pozzallo - continua in un comunicato l'organizzazione di Gino Strada - sono l'inevitabile conseguenza della politica di un governo che tratta gli stranieri come criminali, come problema di ordine pubblico, come bestie. Il sovraffollamento delle strutture, la carenza di assistenza di base, la privazione dei diritti fondamentali, oltre a essere una vergogna per un Paese che si vuole definire civile, comportano inevitabilmente l'inasprirsi del disagio e della violenza ... Confidiamo che i cittadini italiani abbiamo la ragionevolezza e l'umanità che finora è mancata al governo, quell'umanità che permette di capire che gli 'stranieri', i 'clandestini', i 'migranti stagionali' sono, prima che qualsiasi altra cosa, semplicemente 'persone', esseri umani. E come tali devono essere trattati".
Parole sante, prof. Melis
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