lunedì 19 dicembre 2011

ODIFREDDI E UN MIO INTERVENTO CENSURATO SUL SUO BLOG IL-NON-SENSO-DELLA-VITA DEL 17 DICEMBRE

andreoide scrive:

@profpietromelis_01:
“Scusi Odifreddi, che letture ha fatto per dire che l’omosessualità è naturale?”… “E leggerà che l’omossessualità dipende da errori di duplicazione e di trascrizione del DNA e da disfunzioni ormonali.”

Mai sentito dire che l’evoluzione si basa su mutazioni (che lei chiama “errori”) del DNA?
Vi è dunque qualcosa di più naturale?

profpietromelis_01:

“E’ scientificamente dimostrato in questo libro che il cervello degli omosessuali è più piccolo e rassomiglia a quello delle donne.”

Se con tale (presunto) argomento intendesse dimostrare che sono poco intelligenti, le chiederei: secondo lei, con i suoi 7-8Kg di materia grigia la balenottera azzurra di quanti ordini di grandezza sarebbe più intelligente dell’essere umano?
Se invece volesse solo indicare che hanno oggettivamente questa particolarità (ammesso e non concesso che sia vero) ciò non farebbe che dimostrare che si tratta di una cosa naturale, come le mutazioni di cui sopra.


  • profpietromelis_01 scrive:

    Caro Odifreddi

    visto che il mio ultimo post è in attesa di moderazione (tra color che son sospesi) dovrebbe almeno dire perché dovrebbe incorrere nella censura. Già in passato mi ha cancellato un post di risposta ad uno che aggettivavo con un noto aggettivo. E passi pure. Ma avrebbe potuto almeno invitarmi a ripulirlo. Questa volta non vi sono offese. Forse perché faccio riferimento ad un episodio della mia vita in cui fui oggetto inutilmente di una avance sessuale? Ho detto che l’episodio è reso pubblico perché fa parte di un capitolo di un mio libro anche autobiografico. Che vuole imitare l’Indice o l’inquisizione? Proprio lei?


  • profpietromelis_01 scrive:

    Odifreddi dovrebbe avere almeno l’onestà, se mi censura cancellando il post, di avvertire i commentatori che il post cancellato lo possono trovare successivamente nel mio blog.

  • andreoide scrive:

    @aldograno
    Sinceramente non capisco con quale tipo di logica ragioni: è l’esatto contrario di quel che dici e in modo più che evidente.
    Se un dio volesse guidare la riproduzione basterebbe un solo spermatozoo, quello giusto, no?
    Dunque il loro numero già scredita l’idea di dio e, al contempo, suffraga quella dell’evoluzione perché trattasi di una preselezione degli spermatozoi con i criteri di miglior mobilità, forza, persistenza, ecc… il tutto in vista del difficile compito che attende l’ovulo fecondato. Più palese di così!

  • andreagaeta scrive:

    Quando penso al movente della vita
    lo faccio con un senso di rispetto
    sicuro, senza tema di smentita,
    di sperare d’esprimere un concetto.
    Se ambo i sessi trovano l’uscita
    dall’utero di donna benedetto,
    l’origine di certo ermafrodita
    mi viene di pensare con sospetto.
    Negando tutto ciò che si tramanda,
    contestando ogni piccola manfrina,
    eppur contrario ad ogni propaganda,
    essendo del mio sacco la farina,
    mi viene spontanea la domanda
    se sia nato prima l’uovo o la gallina.

  • Piergiorgio Odifreddi scrive:

    caro profpietromelis_01,

    non facciamo ridere i polli. come ho già ripetuto alla nausea, questo blog non è monitorato, se non da regole automatiche stabilite dalla pagina che ci ospita. se i suoi blog a volte non passano, sarà perché hanno infranto quelle regole: ad esempio, l’uso ripetuto di link, o simili.

    quanto a me, le confesso che poiché i suoi commenti tendono a essere troppo lunghi, superano la mia capacità di interesse e li salto a piè pari: esattamente il contrario della censura, mi sembra…

  • profpietromelis_01 scrive:

    A Odifreddi

    mi pare di avere capito che esiste una censura che non dipende da lei. Allora sarebbe scusato. Se i miei interventi sono lunghi (ma rari perché non intervenivo da mesi)e lei li salta, chi se ne frega! Tanto non mi rivolgo mai a lei. Ma a chi ha interesse a leggere. E infatti vi sono risposte anche di apprezzamento. Io agnostico non posso rivolgeri ai dogmatici dell’ateismo che si riduce alle solite invettive contro il cristianesimo. Le dissi di fronte al pubblico alla fine della conferenza a Cagliari che lei ha sottovalutato il cristianesimo come traghettatore della razionalità greca del LOGOS (introdotto nella trinità (copia e incolla della triade neoplatonica). Lei vede solo il processo a Galileo e nient’altro, facendo finta di non sapere che tutti i maggiori scienziati della rivoluzione scientifica del XVII secolo erano cristiani. Perché la rivoluzione scientifica avvenne e poteva avvenire solo nell’Europa cristiana? Lei con il suo astio contro il cristianesimo (che nutro anch’io per altri motivi) non lo può spiegare. Mentre io posso spiegare anche il mio maggiore astio contro l’islamismo, di cui lei se ne frega. Mai una scoperta scientifica è avvenuta e potrà avvenire all’interno del mondo islamico a causa del Corano. Ho scritto troppo?

    Piergiorgio Odifreddi scrive:

    caro profpietromelis_01,

    no, non ha scritto troppo, e dunque ho letto.

    mi dispiace per lei, ma se guarda i miei due libri sulla geometria, ad esempio, vedrà l’importante ruolo che la matematica araba ha svolto nella storia della disciplina, dalla trigonometria alle geometrie non euclidee.

    dunque, è semplicemente falso che la rivoluzione scientifica poteva avvenire solo in europa, perché è avvenuta anche altrove.

    quanto al fatto che tutti i grandi scienziati europei degli inizi della rivoluzione scientifica fossero cristiani, è tautologico, visto che vivevano appunto in paesi dove il cristianesimo era imperante.

    ma io starei molto attento a inglobarli tutti in un unico fascio. ad esempio, newton, che era il più grande di tutti, sarà anche stato cristiano, ma era ariano: una versione del cristianesimo agli antipodi non solo del cattolicesimo, ma di tutte le maggiori denominazioni cristiane (quelle, cioè, che accettano il credo di nicea).

    Odifreddi mi consiglia di leggere i suoi libri. E io gli consiglio di leggerne altri, come la storia della scienza di Chrles Singer e di Nadia Ambrosetti "L'eredità arabo-islamica nelle scienze e nell'arte del calcolo". Gli arabi si limitarono a copiare dagli altri. Non portarono alcun contributo rilevante. Quelli che apportarono qualche contributo furono i persiani di lingua araba, a incominciare dal più famoso Al khwarizmi. che non sarebbero esistiti senza le traduzioni dal greco delle opere di Apollonio, di Diofanto. Ho già scritto a commento del post del 29 novembre di Odifreddi il 5 e 7 dicembre rilevando l'importanza soprattutto dei cristiani nestoriani nelle traduzioni dal greco all'arabo. Anche la numerazione cosiddetta araba in realtà è stata copiata dagli indiani, già abbastanza progreditinell'algebra. Senza i cristiani nestoriani, che si trovavano in Persia già prima dell'invasione araba, perché colà rifugiatisi essendo perseguitati nell'Impero bizantino come eretici (negavano che Maria potesse essere chiamata madre di Dio) gli arabi sarebbero rimasti dei puri analfabeti. Essi infatti rifiutarono sempre di imparare il greco per non contaminare l'arabo lingua divina del Corano. Dunque vennero a conoscenza di tutti i testi scientifici e filosofici unicamente tramite le traduzioni dal greco all'arabo fatte dai cristiani nestoriani e dai persiani arabizzati. E comunque la matematica è così neutrale circa la concezione fisica del mondo che non poteva essere il progresso nella matematica a portare ad una rivoluzione scientifica nel mondo fisico. Odifreddi trascura anche il fatto che tuttora nelle Università dei Paesi islamici è proibito insegnare la biologia evoluzionistica perché contraria alla favola di Adamo ed Eva.


    ECCO IL POST NON PUBBLICATO

    18 dicembre 2011


    @Piacesi

    Mio padre ogni tanto citava dei versi del Carducci: "Meglio era sposar te biomda Maria...meglio oprando obliar, senza indagarlo, questo enorme mister dell'universo" (Idillio maremmano).Che cosa ne sappiano sul fatto se sia finito o infinito? Ipotesi, non certezze. Nella mia umiltà di fronte agli scienziati astronomi e cosmologi non posso sostituirmi ad essi. Ma, non essendo nemmeno essi d'accordo tra loro (ultimamente Stephen Hawking ha scritto un libro affacciante la tesi che l'universo sarebbe nato dal nulla) riscontro che nemmeno essi hanno una verità.

    @b.dg

    Non si deve permettere di chiamarmi omofobo se con questo termine si intende, come lei intende, indicare coloro che vogliano discriminare o anche perseguitare nella società gli omosessuali, se non anche pretendere che essi siano curati. Io ho scritto del mio diritto di provare schifo, e basta. Non ho voluto figli anche per non rendermi più complicata l'esistenza e non spendere soldi per chi non esiste e non ha chiesto di nascere. Ho preferito spenderli per aiutare persone che si occupano di cani e gatti randagi. Sono animalista vegetariano dall'età di 10 anni. Ma mi domando: come avrei reagito se per doppia disgrazia avessi avuto un figlio omosessuale? Avrei pensato forse che la colpa era mia per averlo generato tale. E, anche per costrizione della legge, sarei stato obbligato a mantenerlo sino alla sua autosufficienza economica. Ma mai avrei sopportato di continuare a tenerlo in casa. Mi avrebbe fatto schifo. In pratica l'avrei disconosciuto come figlio. Nel senso di tenerlo lontano da me. O la legge mi avrebbe obbligato a non provare schifo?

    Se lei avesse inteso bene il mio riportare il libro di Jean Didier-Vincent sulle cause genetiche dell'omosessualità avrebbe capito che per me gli omosessuali sono incolpevoli del loro stato in quanto errori della natura, molto imperfetta (si pensi a tutti gli errori di mutazione del DNA sin da quando si è formato casualmente).Tali li definisco nel mio libro "Scontro tra culture e metacultura scientifica") di cui riporto molte parti nel mio sito www.ordineliberale.org a cui è collegato il mio blog pietromelis.blogspot.com. Vedere nel sito la voce "Evoluzione biologica".Vi sono riportati analiticamente gli studi sulle cause dell'omosessualità.

    Ciò premesso non sopporto l'arroganza pubblica della lobby degli omosessuali che si sono inventati il termine omofobia pretendendo una legge ad hoc e di essere normali mentre sono essi che dovrebbero essere accusati di eterofobia (forse un termine coniato da me perché non l'ho mai visto citato).Le riporto una mia vicenda personale. Quando avevo vent'anni (ero ancora mezzo credente) venivo avvicinato in biblioteca al mio tavolo da un giovane assistente che mi diceva che mi dovevo liberare di tutte le fisime che mi avevano posto in testa i salesiani (dove ho studiato per 8 anni)facendomi credere che vi fosse una distinzione naturale tra omosessuale ed eterosessuale. Sino a quando costui un giorno, uscendo dalla biblioteca, mi domandò: "me lo dai il cazzo?". Rimasi di pietra, ammutolito. E fuggì via. Gli tolsi il saluto per sempre. Mi faceva schifo vederlo perché mi ricordava sempre quell'episodio. Questo individuo poi me ritrovai come collega e come preside nella stessa Facoltà. La sua presenza mi ostacolò sempre anche nella vita universitaria. Ho cercato inutilmente negli anni di rimuovere psicanaliticamente quell'episodio. Ho raccontato la vicenda in un capitolo del mio libro autobiografico, scientifico e filosofico IO NON VOLEVO NASCERE. Qui non posso accennare alle conseguenze negative che ho subito anche professionalmente, oltre che psicologicamente. Nel citato libro "Scontro tra culture e metacultura etc.") si trova la seguente nota.

    "Da notare come Aristotele considerasse l’omosessualità una malattia (Etica nicomachea, VII, 5), da considerare “fuori dei confini del vizio, come anche lo è la bestialità”. Anche Platone considerò innaturale l’omosessualità nelle Leggi, dove (836e) scrive: “Non so chi non disprezzerà l’uomo che, prendendo il posto della donna, si assimila alla natura femminile. Quale uomo vorrà introdurre nelle leggi queste abitudini? Nessuno, io penso, purché abbia idea di che cosa è la legge. In un passo successivo (841d-842a) Platone prescrive “che uomo non ami sterilmente altri uomini”, per cui deve essere “bandita completamente l’omosessualità fra maschi” e richiede che il trasgressore, privato della cittadinanza, “sia considerato straniero” e condannato all'esilio o a morte se avesse riposto piede nello Stato. Platone fa riferimento alla stessa “legge naturale” (839b) che vieta il matrimonio tra consanguinei.

    Nella perdita del riferimento alla natura l’Organizzazione mondiale della sanità, sotto la pressione degli omosessuali, ha dichiarato che l’omosessualità non è una malattia. Se non lo è fisicamente lo è, tuttavia, psichicamente".

    Da notare, aggiungo adesso, che Platone e Aristotele scrissero questo pur abitando in una Grecia dove la pederastia eran fatto normale. E si noti il paradosso di un Platone che condanna con l'esilio gli omosessuali mentre ben sapeva che il suo maestro spirituale Socrate (che poi nello sviluppo del suo pensiero abbandonò)era bisessuale, sapendo tutti che aveva come amante il bell'Alcibiade. Ma lo stesso si può dire di Dante, che pone nell'inferno, nel cerchio dei sodomiti, il suo maestro Brunetto Latini.

    Concludo dicendo che la Chiesa, invece di considerare peccato, e perciò colpevole, l'omosessualità, dovrebbe prendersela con il suo Dio, colpevole di tutti gli errori della natura. Omosessuali si nasce, non si diventa.


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