martedì 13 dicembre 2011

QUANDO LA VITA DI DUE SUBANIMALI DI SPECIE UMANA VALE MENO DI QUELLA DI UN CINGHIALE. SCHIFOSA GENIA DEI CACCIATORI

A che punto può arrivare la crudeltà di questa schifosa genia dei cacciatori, che rincorrono un cinghiale che, per salvarsi, si butta in acqua (contro la sua natura) e questi due luridi individui lo rincorrono con una barca e lo uccidono in acqua. Peccato che esista la galera a difesa della vita dei subanimali. Non dovrebbe essere reato eliminare i subanimali.

Dal blog di Eliana Giusto del quotidiano LIBERO

Per scappare ai fucili e alla foga dei cacciatori si è persino buttato in mare. Ché forse, in mezzo alle onde, sarebbe riuscito a sparire dal mirino delle armi. Ma per il cinghiale non c'è stato nulla da fare. I bracconieri non si sono arresi nemmeno di fronte a un animale indifeso e terrorizzato e con una tenacia da fare invidia a Rambo sono saltati su una barca per continuare la caccia fra le onde. Finché non gli hanno sparato a bruciapelo e lo hanno ucciso.
Nelle foto (pubblicate sul sito www.lipu.it) che sono riusciti a scattare alcuni volontari della Lipu che stavano facendo un'escursione a Porto Ercole, si vede tutta la barbarie di questi uomini (?). «Eravamo in tre, con i binocoli e le macchine fotografiche, vicino alla fortezza», commenta Marco. «Abbiamo sentito numerosi spari e poi visto il cinghiale lanciarsi in mare; i cacciatori intanto con un telefonino chiamavano un'altra persona che, successivamente, con una barca si è avvicinata alla costa». «Uno di essi - continua il testimone- è salito a bordo con il fucile mentre il cinghiale, spaventato, nuotava nel mare cercando di allontanarsi. Ma la furia del cacciatore si è riversata sull'animale: uno, due e più colpi, la scena dell'animale sanguinante issato a bordo. Raccapricciante… Abbiamo chiamato prima la Forestale e la Polizia Provinciale, ma non avevano uomini da inviare. Poi è intervenuta una pattuglia dei Carabinieri».
La violazione, infatti, è punita dall'articolo 30 lettera i della legge 157/92 con «l'arresto fino a tre mesi o l'ammenda fino a lire 4.000.000 (sì la legge è ancora in lire) per chi esercita la caccia sparando da autoveicoli, da natanti o da aeromobili». «Siamo di fronte ad una violazione penale gravissima», spiega Fulvio Mamone Capria, presidente Lipu Birdlife Italia. «Cacciatori che sparano da una barca per finire un cinghiale che scappa terrorizzato non ha niente a che vedere con il prelievo venatorio. Questo è bracconaggio e la Lipu si presenterà parte civile nel processo a carico di queste persone che, mi auguro, vengano presto individuate dai Carabinieri».
Perché un conto è la caccia fatta con tutti i crismi (che già così mi fa comunque gelare il sangue), un altro l’accanimento crudele e spietato contro animali indifesi.

Commento mio lasciato nel blog di Eliana Giusto

A Eliana Giusto

era il minimo che potesse fare aggiungendo il punto interrogativo dopo "uomini" in riferimento a due individui appartenenti solo biologicamente alla specie umana. E' incredibile dove possa arrivare la crudeltà di questi due individui che rincorronoun povero cinghiale che, andando contro la suanatura, per salvarsi si getta in acqua dimostrando tanta, ma purtroppo inutile, intelligenza di fronte alla vigliaccheria di due individui la cui vita vale meno di quella di un cinghiale. Qui non posso aggiungere altro per motivi di censura. Purtroppo. Ma nel mio blog ho riportato la notizia commentandola liberamente. La legga.
pietromelis.blogspot.com

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