martedì 6 marzo 2012

ADDIO A DIO. DIALOGO CON DIO (LA TRINITA') CHIEDENTE PERDONO. "BEATI COLORO CHE NON CREDONO IN DIO SE... ESSI SARANNO I PRIMI NEL REGNO DEI CIELI"

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Riporto quanto scritto nell'aletta che si vede a destra. A sinistra vi è una nota biobliografica dell'autore.

Il presente libro, per formulare la sua tesi di fondo, ha dovuto affrontare le contraddizioni insite sia nelle Epistole di S. Paolo che nei Vangeli alla luce di una lettura indirizzata verso una severa esegesi che cercasse di fare scomparire le contraddizioni rendendole apparenti con una interpretazione nuova che giustificasse le contraddizioni ponendo capo ad una doppia lettura. Una acritica, lasciata ai credenti, la cui fede non ha bisogno di scorgere le contraddizioni;l'altra nascosta, esoterica, e qui espressa, che, al contrario dell'esegesi tradizionale, demolitrice,elimina le contraddizioni,ma con la conseguenza di non lasciare più spazio al primato dei credenti rispetto ai non credenti che siano osservanti della legge naturale, da cui discende ildiritto naturale. fondamento della giustizia. Lettura affidata ad un immaginario dialogo con la trinità.
Aggiungo quanto non è scritto nell'aletta:Il dialogo è preceduto da un'introduzione filosofica per spiegare alcune sue parti, che sottintendono il riferimento al pensiero di alcuni filosofi, come, principalmente, Platone, Hume, Kant, Max Weber, Wittgenstein.

Riporto anche per facilità di lettura la

QUARTA DI COPERTINA


Soltanto tramite il Logos, fondamento della razionalità della natura, conservato entro la trinità cristiana, si spiega perché la rivoluzione scientifica sia avvenuta, e potesse avvenire, solo nell'Europa cristiana, nel primato della ragione divina sulla sua volontà, contro la tradizione della concezione ebraica ereditata dall'islamismo, priva della trinità.
Qui debbono riconoscersi le radici cristiane e laiche dell'Europa.
Ci vorrà la razionalità platonica di S. Tomaso nel XIII secolo per riaffermare il primato della ragione tramite il Logos greco, tradotto nel Verbo cristiano, che vincola la volontà del Padre, con l'affermazione che la fede è qualcosa in più rispetto alla legge naturale fondata sul Logos, da cui deriva il diritto naturale. E sarà quella stessa razionalità che ispirerà la Controriforma, contro la Riforma protestante, che in compenso, traducendo il cristianesimo fuori delle istituzioni religiose per radicarlo nella coscienza singola, favorirà, involontariamente, la nascita dello Stato laico.
La Controrifoma, opponendosi alla disgregazione operata dalla Riforma, salvò il razionalismo dottrinale consegnandolo poi al liberalismo laico, sino al razionalismo del '600 e persino all'Illuminismo, producendo degli effetti che andarono contro di essa anche nella involontaria promozione di una religione naturale e del principio di tolleranza.

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