Cari
amici, vi segnalo una cosa: molti di noi hanno postato il loro dissenso
sulle pagine di Ignazio Marino candidato sindaco di Roma. Ebbene, tutti
i post di dissenso sono stati cancellati e gli utenti bannati, sono
rimasti solo quelli plaudenti.
E guarda caso il candidato sindaco
amico delle case del farmaco, con una dispendiosa campagna elettorale è
stato scelto come candidato PD. Sul Messaggero leggiamo di orde di Rom a
votarlo..chissà come mai usciti di pomeriggio per andare tutti ai
seggi..ma insomma...vi invito ad una cosa: postate i vostri commenti
sulle pagine del senatore (pagato da noi cittadini e parlamentare) sulle
sue pagine, fate print screen (ci sono utility gratuite per firefox e
chrome come estensioni) e postatele sulle vostre pagine e se verrete
cancellati e bannati..beh, non avete che postarle dove credete, magari
anche le pagine ufficiali del PD..o mandarle alle agenzie stampa e
quotidiani. Perché la libertà non è censura, quello è il fascismo, e
una Italia fascista a nome Marino non la vogliamo.
DA WIKIPEDIA
Il primo trapianto di fegato da babbuino della storia
Ignazio Marino è stato uno dei componenti del team che ha eseguito, il
28 giugno 1992 ed il
10 gennaio 1993, gli unici due xenotrapianti di fegato da
babbuino a uomo della storia. I primi tentativi di
xenotrapianto d'organo furono eseguiti in
Europa nel
1906, usando una
capra, un
maiale ed un
macaco come donatori di
reni e nessuno di questi
trapianti ebbe buon esito a causa di una quasi immediata
trombosi
vascolare. Vi furono altri tre tentativi (uno in Europa e due negli
USA) nei cinquantotto anni successivi, ma il primo successo si ebbe nel
1964, quando Keith Reemtsma della Tulane University trapiantò in una paziente il rene di uno
scimpanzé che funzionò per 9 mesi.
Nel
1984 vi fu il caso di Baby Fae, una neonata statunitense di soli 2,2 kg che, trapiantata con il
cuore di un
babbuino, sopravvisse 21 giorni. Per quasi dieci anni (dal
1984 al
1992)
non vennero eseguiti altri tentativi clinici di xenotrapianto fino ai
due trapianti di fegato di babbuino, presso l'Università di Pittsburgh,
nel 1992 e
1993. Il trial clinico fu coordinato dal Prof. Thomas Starzl, il pioniere che nel
1963 aveva realizzato il primo
trapianto di fegato nell'uomo, con il quale Ignazio Marino ha lavorato per oltre quindici anni e dal quale ha appreso la tecnica del
trapianto di fegato.
Il trapianto con fegato di babbuino, in quegli anni, era stato previsto per la cura della
cirrosi in fase terminale causata dal virus dell'
epatite B
cronica. I babbuini furono scelti come donatori perché, nonostante le
differenti dimensioni, condividono molte caratteristiche fisiologiche e
genetiche con gli esseri umani, ma sono resistenti allo sviluppo
dell'epatite cronica da virus B. Il primo ricevente fu un uomo di 35
anni,
HIV positivo; il secondo un uomo di 62 anni. Entrambi avevano un'
insufficienza epatica terminale conseguenza dell'
epatite B.
Il primo paziente sopravvisse 70 giorni dopo il trapianto. Trascorse la
maggior parte del tempo in una regolare corsia di ospedale con una
funzionalità epatica quasi normale.
Il secondo paziente, molto più anziano, non riprese mai conoscenza, rimase
itterico,
e sopravvisse per 26 giorni. Ci sono ancora molti problemi da superare
prima che lo xenotrapianto possa diventare realtà. Il principale è
costituito dal
rigetto;
un altro è assicurare che gli organi xenotrapiantati funzionino
correttamente nel ricevente; c'è poi la necessità di minimizzare il
rischio di introdurre nuovi agenti infettivi nella popolazione umana.
Esistono, come è inevitabile, anche diversi problemi di carattere
etico e
antropologico.
Dall'accettabilità dell'intervento umano in materia di manipolazione
della specie, alla possibilità etica di utilizzare animali per
migliorare le probabilità di sopravvivenza e il benessere degli uomini.
« Il
carattere sacro della vita è ciò che impedisce al medico di uccidere e
che lo obbliga nello stesso tempo a dedicarsi con tutte le risorse della
sua arte a lottare contro la morte. Questo non significa tuttavia
obbligarlo a utilizzare tutte le tecniche di sopravvivenza che gli offre
una scienza instancabilmente creatrice. In molti casi non sarebbe forse
un'inutile tortura imporre la rianimazione vegetativa nella fase
terminale di una malattia incurabile? In quel caso, il dovere del medico
è piuttosto di impegnarsi ad alleviare la sofferenza, invece di voler
prolungare il più a lungo possibile, con qualsiasi mezzo e in qualsiasi
condizione, una vita che non è più pienamente umana e che va
naturalmente verso il suo epilogo: l'ora ineluttabile e sacra
dell'incontro dell'anima con il suo Creatore, attraverso un passaggio
doloroso che la rende partecipe della passione di Cristo. Anche in
questo il medico deve rispettare la vita. » |
(Lettera inviata dal card. Villot, a nome di Paolo VI, alla FIAMC - 3 ottobre 1970) |
Secondi alcuni l'interpretazione delle parole del Pontefice data da
Marino contrapporrebbe Paolo VI ai papi successivi, che hanno condannato
la sospensione dell'idratazione e della nutrizione artificiale in
quanto grave violazione della Legge di Dio
[12].
Il 7 marzo 2009, Gian Luigi Gigli (un medico che in quelle settimane
si era candidato alle elezioni europee del 2009 sotto le insegne
dell'Unione di Centro, come capolista nel Nord-Est) è intervenuto su
Avvenire
- il quotidiano della Cei - per spiegare il senso dei termini tecnici
usati dal cardinal Villot - autore dell'intervento tramite il quale
Paolo VI inviava i saluti alla FIAMC - e che, secondo Gian Luigi Gigli
(presidente emerito della FIAMC),
Marino avrebbe distorto finendo per
far passare lo stesso Paolo VI come fautore dell'eutanasia per
omissione, anziché contrario all'ostinazione terapeutica nei confronti
dei malati terminali. In particolare, secondo Gigli, il Sen. Marino
avrebbe omesso di spiegare che la "rianimazione vegetativa" è la
rianimazione delle funzioni vegetative cardiaca e respiratoria, e quindi
non si riferisce ai pazienti in stato vegetativo, che non ne hanno
alcun bisogno non necessitando di ventilatori o di supporti
cardiocircolatori per vivere
[13].
Marino sostiene
[14]
inoltre che il prolungamento delle funzioni vitali dei 1.500 pazienti
attualmente in stato vegetativo - che sono nutriti e idratati - si
chiami "accanimento terapeutico" e che sia lecito interromperlo in
quanto a suo giudizio, salvo particolari eccezioni, rientrerebbe tra
quelle procedure mediche straordinarie e sproporzionate che anche il
Catechismo consente di sospendere. A tal proposito cita il seguente
passo:
« L'interruzione
di procedure mediche onerose, pericolose, straordinarie o
sproporzionate rispetto ai risultati attesi può essere legittima. In tal
caso si ha la rinuncia all'«accanimento terapeutico». Non si vuole così
procurare la morte: si accetta di non poterla impedire. Le decisioni
devono essere prese dal paziente, se ne ha la competenza e la capacità,
o, altrimenti, da coloro che ne hanno legalmente il diritto, rispettando
sempre la ragionevole volontà e gli interessi legittimi del paziente. » |
(Catechismo della Chiesa Cattolica - Art. 2278) |
L'applicazione di questo passo alla nutrizione e idratazione per via artificiale però non è condivisa dalla Chiesa, infatti
papa Giovanni Paolo II e
papa Benedetto XVI
hanno ribadito che nei pazienti in stato vegetativo tali
somministrazioni sono moralmente obbligatorie, in quanto ordinarie e
proporzionate, e dunque non configurano un accanimento terapeutico. La
loro sospensione, semmai, avendo come unico risultato possibile la morte
per fame e per sete del paziente, finirebbe per configurarsi "come una
vera e propria eutanasia per omissione"
[15][16].
"Lei è soltanto una vecchia ciabatta in confronto a Umberto Veronesi, che ha sempre dimostrato l'inutilità degli esperimenti basati sugli animali."
RispondiEliminaQuesto non è vero, Umberto Veronesi è sempre stato favorevolissimo alla sperimentazione animale, e sicuramente la sua fondazione scientifica finanzia anche progetti di ricerca sugli animali!
http://www.ok-salute.it/diagnosi-e-cure/12_a_pensieri-animali-sperimentazione.shtml
Lei è male informato. Anche recentemente a Porta a Porta Veronesi si è detto contrario. Perché gli esperimenti sugli animali non assicurano un risultato passando all'uomo. Veronesi è per la sperimentazione su cellule umane in vitro. E comunque Veronesi si sarebbe ben guardato dal fare esperimenti su scimmie e fare trapianti di fegato da scimmie ad uomo. Perché non è un pazzo come Marino. Che dal 2001 (avendo allora solo 46 anni) abbandonò la chirurgia per darsi alla politica. Non ha dato alcun contributo alla ricerca. I trapianti di rene da uomo a uomo che ha fatto non sono una sua invenzione perché erano stati già fatti da altri. Veronesi con la fondazione dell'Istituto italiano per la ricerca contro i tumori, tuttora all'avanguardia con i suoi discepoli, ha veramente dato dei contributi. E non ha mai abbandonato la ricerca, pur essendo oggi prossimo ai 90 anni. Ed è vegetariano.
RispondiEliminaProbabilmente Veronesi è un'ipocrita, che dice in TV cose popolari, che vanno di moda, per arruffianarsi le simpatie degli animalisti, ma in realtà la pensa diversamente, e non è nemmeno vegetariano(mangia pesce).
RispondiEliminaVeronesi sul suo blog personale ha scritto:
"Come medico-ricercatore che ha dedicato più di mezzo secolo alla lotta contro il cancro e per la vita – in qualità e quantità – del paziente, non posso però sottrarmi ad alcune considerazioni, che spero siano condivise (o quanto meno ascoltate) anche dai paladini dei diritti animali. L’affermarsi delle tecniche alternative ha ridotto, ma non azzerato, l’utilizzo di animali nella ricerca scientifica. Se i test di efficacia di un farmaco si possono realizzare su cellule tumorali in coltura, cioè in vitro, quelli di tollerabilità (quale dose massima di un certo farmaco si può somministrare senza incorrere in effetti tossici? quanto tempo deve trascorrere tra una dose massima e la successiva?) si possono eseguire prevalentemente in vivo, cioè sul vivente. E allora è giocoforza servirsi degli animali: lo si fa nei migliori centri di biomedica con un preciso obbligo statuito a livello mondiale. E cioè che “fattore essenziale della ricerca sull’animale è l’assenza di dolore, di angoscia e anche di semplice disagio dell’animale”."
Nessuno è perfetto. Io sto alle dichiarzioni pubbliche fatte contro la sperimentazione animale. E comunque il post era contro Marino e i suoi folli e fallimentari trapianti di fegato da scimmie ad uomo. Nessuno è sopravvissuto più di pochi giorni.
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