martedì 2 aprile 2013

NAPOLITANO: UNA DISGRAZIA DOPO L'ALTRA. CHE COSA AVREBBE DOVUTO FARE DOPO LE ULTIME ELEZIONI. SPIEGO PERCHE' TUTTAVIA BISOGNA RIVOTARLO PER TENERLO IN CARICA PER QUALCHE MESE

Ho già scritto di questo individuo il cui passato dovrà essere riletto alla luce di una storia obiettiva. Fu eletto presidente della Repubblica da un parlamento a camere riunite e con maggioranza risichiata di 543 voti. Da un parlamento in cui la falsa sinistra, con il governo Prodi, aveva ottenuto nel 2006 la maggioranza alla Camera per uno scarto di 24.000 voti e senza maggioranza al Senato. Sopravvisse meno di due anni grazie al voto dei senatori a vita. Se avesse avuto un poco di dignità avrebbe rinunciato alla nomina. Fu un comunista che nel 1956, servo di Togliatti, approvò la repressione della rivolta ungherese ottenuta con l'intervento dei carri armati sovietici, che, secondo Napolitano, "avevano riportato la pace in Ungheria" (testuale). Sì, con 20.000 morti. Ultimamente quasi costrinse il riluttante Berlusconi a bombardare vigliaccamente la Libia di Gheddafi, favorendo così gli interessi della Francia del trombato Sarkozy e soprattutto l'inverno arabo succeduto anche in Libia dopo l'uccisione di Gheddafi ad opera dei fanatici islamici che ora hanno imposto la shari'a (legge del Corano). Bel risultato. Non c'è che dire.
E ora questo sciagurato non sa che pesci prendere per risolvere l'irrisolvibile situazione politica a causa di una scellerata legge che prevede per la Camera un premio di maggioranza (sino al 55% dei deputati) alla coalizione di partiti che risulti avere una semplice maggioranza relativa (ottenuta dal PD con uno scarto dello 0,4 nel numero degli elettori). Ma diciamo che un presidente della Repubblica serio, e non del tutto incapace come Napolitano, avrebbe agito in diverso modo almeno dall'ottobre del 2012, quando il governo Monti era già agonizzante dopo meno di un anno. Infatti Napolitano, che, pure, aveva richiesto un mutamento della legge elettorale, di fronte alla volontà sia di DPL che di DP-L di conservare la disgraziata legge elettorale perché ciascuno dei due sperava di potersi avvantaggiare di essa, a questo punto avrebbe potuto e dovuto minacciare le proprie dimissioni per dissociarsi da queste due bande di partiti se non avessero riformato subito la legge elettorale con il ritorno al sistema proporzionale senza alcun premio di maggioranza. Ricordo che il governo De Gasperi ne 1953 fu sconfitto a causa della sconfitta della legge elettorale che prevedeva un premio di maggioranza, non ad una coalizione di partiti che avesse ottenuto la maggioranza relativa, ma ad una coalizione che avesse ottenuto la maggioranza assoluta. I comunisti e i socialisti si rivoltarono chiamandola LEGGE TRUFFA.  E come bisognerebbe allora chiamare una legge che prevede un premio di maggioranza ad una coalizione che risulta essere una minoranza alla Camera per numero di elettori?  LEGGE TRUFFA è troppo poco. Questa è una legge che va oltre la truffa. 
Ora vi è il pericolo che si vada a nuove elezioni con questa stessa legge. E comunque il nuovo capo dello Stato sarà eletto da un parlamento eletto con una falsa maggioranza assoluta del Pd alla Camera (340 deputati) ottenuta grazie a questa maledetta legge voluta sia da DPl che da DP-L e inventata da quella testa di cazzo della Lega Nord Calderoli. Sarà eletto da una falsa maggioranza.   
E Berlusconi, da assoluto imprevidente, autore anch'egli di questo sfacelo, adesso piange sul pericolo che possa essere eletto un capo di Stato di sinistra. Ma non l'ha voluta anch'egli questa sciagurata legge elettorale? Chi di spada ferisce di spada perisce. 
L'unica soluzione oggi consisterebbe paradossalmente nel rieleggere Napolitano perché duri in carica pochi mesi. Quanto è necessario perché questo parlamento voti una nuova legge elettorale con sistema proporzionale, e senza più premio di maggioranza, evitando anche la coalizione di partiti e partitini. Ma poiché chi nasce imbecille muore imbecille, Napolitano non si riproporrà. Ogni lista si deve presentare da sola. Uno sbarramento del 4% impedirebbe la proliferazione di partitini personali, come sinora è avvenuto. Un nuovo parlamento sarebbe in grado di eleggere, dopo le dimissioni di Napolitano, un nuovo capo dello Stato sulla base di una vera maggioranza, e non sulla base di una maggioranza fasulla quale è quella che si trova oggi alla Camera. 
Si dirà che queste sono proposte fantapolitiche. Sì, ma solo perché l'attuale situazione va oltre la fantapolitica, è surrealistica a causa della scellerataggine dei partiti. Questi dovranno essere puniti ancor di più con una vittoria ancora più grande di Grillo. Non possono essere riformatori coloro che sono essi stessi causa di questo sfascio e che aspirano solo a comandare. Se non vi sarà un'ulteriore e più grande vittoria di Grillo l'Italia merita quello che ha e che non ha. "Ogni popolo ha il governo (ed io aggiungo: il non governo) che si merita" (Aristotele, Politica, VIII).        

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