lunedì 1 aprile 2013

SPUTATO IN FACCIA PAPA FRANCESCO

I giornali, per preservare la dignità del papa, hanno taciuto la notizia che il papa è stato sputato in faccia. Il fatto pare sia accaduto mentre il papa si avvicinava alle transenne per toccare le mani dei fedeli che si accalcavano ad esse e che sono rimasti inebetiti e incapaci di reagire presi da enorme stupore. E' trapelato che  l'autore del gesto, prima di far perdere le sue tracce  nella calca della folla, abbia lasciato un foglio per terra in cui si è giustificato con l'intenzione di rendere il papa, che si dichiara vicario di Cristo, più simile a Gesù, sputato e flagellato prima di essere crocifisso. Inoltre voleva esternare la sua rabbia nei confronti del papa, ritenuto il maggiore responsabile  della tradizione della Pasqua di sangue con la strage di milioni di agnelli e capretti. Ha aggiunto che avrebbe voluto con piacere anche flagellare il papa per renderlo ancora più simile a Gesù, anche se questo, evidentemente era cosa impossibile. Ma non potendolo fare lui ha suggerito che il papa si facesse flagellare il venerdì santo per meglio imitare Gesù. Crocifiggere no, altrimenti nessuno avrebbe più voluto fare il papa. Ma ha concluso nel foglio dicendo che sarebbe stato meglio così.    
Chi scrive non può non manifestare la sua solidarietà nei confronti di questa persona coraggiosa nella speranza che tale gesto venga finalmente capito e serva a far capire alle gerarchie ecclesiastiche che esse sono antievangeliche perché la Pasqua di sangue è una tradizione ebraico-pagana che ha corrotto l'iniziale dottrina cristiana dei primi apologeti (come S. Girolamo e i padri della Cappadocia) che erano vegetariani. Gli ebrei offrivano sacrifici degli animali per lavarsi dai loro peccati e i pagani per ingraziarsi gli dei. La successiva commistione dei papi con il potere degli imperatori (a iniziare dal pluriassassino Costantino, che fece uccidere la moglie Fausta, un figlio e un nipote di 12 anni, ma diresse il primo grande Concilio, quello di Nicea del 325) portò alla corruzione della originaria dottrina che contemplava il divieto di mangiare carne.   

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