mercoledì 1 maggio 2013

IL PERCHE' DELL'IMPOSSIBILITA' DI UN' UNIONE EUROPEA. VOLUTA DAI DISONESTI O DA CHI COLTIVA SCELLERATE UTOPIE. IMPARIAMO DA KANT

Il ragionamento è semplice e non ammette repliche considerando come stanno andando le cose. L'Europa è destinata a stare economicamente sempre peggio rispetto agli Stati economicamente emergenti (Stati dell'ex terzo mondo). Il terzo mondo sarà l'Unione Europea. A causa delle imposizioni che vengono imposte ad ogni Stato dell'UE. Un'Unione Europea potrebbe esistere solo se fosse un'Unione di Stati federali come quelli degli Stati Uniti o della Germania. Il presupposto di una federazione sarebbe un governo centrale che ridistribuisse la ricchezza a seconda delle diverse necessità delle diverse regioni. Ora, se in Italia vi è una Lega Nord che vuole (giustamente) che il 75% delle tasse rimanga al nord e non vada a finire nel sud mafioso (e affanculo l'unità d'Italia che non è mai esistita) figuriamoci che fondamento possa avere una Unione Europea dove gli Stati economicamente forti (come la Germania) dovrebbero avere il DOVERE di regalare soldi ad altri Stati. Impossibile. Chi glielo fa fare? L'economia non è soggetta alla carità. E l'Italia perchè dovrebbe regalare soldi alla Grecia o alla Spagna, per esempio, che stanno peggio dell'Italia? Per stare ancora peggio noi? Mi si dica fondatamente il contrario se ho torto. Fondatamente significa dimostrare che la Germania starebbe meglio regalando soldi a tutti gli altri Stati dell'UE pur non avendo alcun dovere di farlo e l'Italia starebbe meglio regalando (non prestando) soldi alla Grecia e alla Spagna. E' chiaro che ciò non potrà mai avvenire. Pertanto non potrà avvenire mai un'unione politica dell'UE, che è stata mal fondata solo solo sulla disgrazia dell'unione monetaria. A parte il fatto che vi sono Stati dell'UE (come l'Inghilterra, la Svezia e la piccola Danimarca) che hanno rifiutato l'euro e stanno molto meglio con la loro sovranità monetaria, senza dover essere ingessati dal rigore di bilancio che impone che non si superi la differenza del 3% tra deficit annuale e PIL. Gli Stati Uniti si stanno riprendendo perché stampano moneta avendo la sovranità monetaria. Una svalutazione monetaria ha i suoi aspetti positivi per vari motivi. Innanzi tutto nel mercato interno la svalutazione non porterebbe ad un aumento dei prezzi, i quali, al contrario, sarebbero costretti ad adeguarsi alla capacità di acquisto della moneta e sul mercato estero i prodotti sarebbero competitivi perché costerebbero meno. Tutto ciò è reso impossibile da questa disgrazia di moneta ingessata che è l'euro. E' stato calcolato che tornando all'euro la lira sarebbe svalutata del 30%. Ma chi se ne frega! Anzi, è meglio. Questo per i motivi sopra detti. Ma putroppo abbiamo governi (sia della falsa destra che della falsa sinistra) che hanno mitizzato un Europa unita e dicono che i mali derivano dal fatto che l'unità monetaria non è stata accompagnata da un'unità politica. Ma siamo governati da governi totalmente deficienti che non sanno quel che dicono. Alla disgrazia dell'euro vorrebbero aggiungere il rimedio di un'Utopia che non potrà mai realizzarsi: l'unione politica. Uno Stato federale è prima di tutto fondato su un'unità linguistica, su un rapporto originariamente da secoli unitario di varie regioni (impropriamente chiamati Stati, come gli Stati degli USA o i Lander tedeschi). Come si può immaginare uno Stato unico che unisca tanti Stati europei che non possono nemmeno parlarsi tra loro per le differenze di lingue e hanno profonde secolari diversità economiche? Alla disgrazia dell'euro si vuole aggiungere disonestamente l'unità politica sapendo che questa non potrà mai esistere. 
Già nel 1700 il grande filosofo Immanuel Kant aveva capito che non poteva esistere un'unità politica europea.  Con argomenti che dopo più due secoli rimangono attuali.  Riporto da un mio    libro (2006) quanto scrissi con preveggenza.
Nel libro avrei dovuto aggiungere che gli Stati Uniti sono uniti solo perché sono passati attraverso una guerra di secessione con la vittoria del nord contro il sud degli schiavisti. E lo stesso si può dire della Germania, la cui unità è dovuta alle tante guerre secolari tra i vari regni o principati tedeschi, con il prevalere del regno di Prussia su tutti gli altri Stati tedeschi. E si sa come è stata costruita la falsa unità dello Stato italiano, con l'estensione del regno dei Savoia, tramite le armi, a tutti i regni e principati della penisola italiana. 
Ora in Europa non vi è una guerra delle armi, ma vi è una guerra di altro tipo, forse peggiore, quella della criminalità finanziaria contro l'economia reale per imporsi meglio su una farsa di Unione Europea. L'euro è convenuto solo alla Germania. Ecco quale sarebbe lo scenario se la Germania uscisse dall'euro.

Il giorno in cui la Germania uscì dall'Euro » Francesco Tarantino

www.francescotarantino.it/.../il-giorno-in-cui-la-germania-usci-dalleuro/
20/gen/2013 – L'economista Gustav Horn descrive il dopo Euro – e anche Thilo ... Thilo Sarrazin dichiara in un altro talk show che anche senza l'Euro si sente ...
       
Ecco alcune pagine dal mio libro
L’unione burocratica dei popoli europei, espropriati di una loro cittadinanza, che non può essere sostituita da un fantasma di cittadinanza superiore, puramente artificiale, esporrà l’Europa ad infiltrazioni immigratorie che ne corroderanno la stessa esistenza, perché non si può ricavare una grande anima dalla somma di più anime. Per di più si vorrebbe aggiungere all’Europa un’anima turca. Il risultato sarà, invece, la mancanza di una grande anima, del cui vuoto potranno approfittare tante anime, povere ma forti, che sono mosse dalla convinzione di appartenere ad una grande anima, l’Islam, con cui premere sull’Europa allo stesso modo in cui fecero le popolazioni barbariche premendo sui confini dell’impero romano, segnandone la fine, mentre i Romani credevano di aver comprato da essi la pace accettandoli dentro i loro confini. Fu l’inizio della loro rovina, come rilevò Montesquieu (Considerazioni sulle cause della grandezza dei Romani e della loro decadenza, 1734, cap. 18).
L’Europa non può essere uno Stato unico come gli Stati Uniti d’America, che hanno da secoli una grande anima, la Costituzione federale, che non è stata creata artificialmente, ma sulla base di una comune lingua e di una comune sostanza, che, come scrisse Tocqueville, 1 era la somma dei diritti civili e l’idea della libertà sociale e politica che avevano come fonte la tradizione cristiana, che, pur frammentata in una moltitudine di confessioni e di sette religiose, annullava o attenuava sin dall’origine le diversità per sentimento di coappartenenza ad unica patria, che non può esistere in una comunità costruita artificialmente su basi economiche. E negli Stati Uniti la Costituzione federale contempera sapientemente il potere del governo centrale con il decentramento amministrativo dei singoli Stati. Tra gli Stati d’Europa può esistere soltanto una confederazione di Stati, come ben vide Kant,2 secondo cui è possibile “una federazione di popoli”, ma non una federazioni di Stati, che “ sarebbe una contraddizione” perché vi sarebbe il rapporto di un superiore (corpo legislativo) ad un inferiore (il popolo) che è possibile all’interno di uno Stato, non in una federazione di Stati, in cui un popolo subirebbe il diritto, e perciò il potere, derivante dagli Stati più forti, mentre perderebbe il suo proprio diritto.3 Inoltre “la fusione di tutti questi Stati per opera di una potenza che soverchi le altre” porterebbe ad “un dispotismo senz’anima”, “a misura che aumenta la mole del governo”. 4
L’estensione dell’attuale comunità europea a 25 Stati farà perdere i benefici delle zone economicamente deboli di uno Stato forte a vantaggio dei membri della comunità che hanno un’economia debole, rendendo nel complesso più debole la comunità, per un travaso di finanziamenti dai Paesi economicamente forti a quelli economicamente deboli, e necessaria una politica di assistenzialismo a danno della produttività. Ne è una prova il ristagno economico di tutta l’Europa. Ciò è accaduto già all’interno della Germania dopo la riunificazione. Conseguentemente anche il valore della moneta unica non può che perdere competitività. Essa, infatti, deve rispettare artificialmente un parametro che è dato dalla necessità di non superare il 3% di disavanzo della spesa pubblica rispetto al prodotto interno lordo per non essere soggetta ad una superiore inflazione, con la conseguenza che nessuno Stato europeo può rendere flessibile il valore della moneta secondo gli interessi della sua specifica economia, dovendo assoggettarsi al suddetto parametro. In Italia, come in altri Stati, l’euro ha causato necessariamente un aumento dei prezzi, diminuendo il valore del reddito fisso perché i prezzi, per legge economica, si sono portati verso i valori superiori di quelli degli Stati con economia più forte. E’ capitato lo stesso fenomeno dopo l’unità d’Italia, quando i prezzi delle regioni del sud si adeguarono a quelli superiori del nord. Un valore della moneta così ingessato sta producendo da molti anni una stagnazione economica di tutta la cosiddetta Unione Europea, in cui vi sono economie molto differenziate, che non sono rispecchiate, come dovrebbero essere, dal valore della moneta. Per lo stesso motivo nessuno Stato dell’Unione può più difendere autonomamente i propri interessi economici elevando dazi sui prodotti importati o contingentandoli per difendere quelli delle proprie imprese, con una conseguente continua chiusura di molte imprese ed un relativo aumento della disoccupazione. Si era pensato di costruire un’Europa Unita per meglio contrastare le altre potenze economiche. Ma il risultato è stato sinora l’indebolimento complessivo dell’economia di tutti gli Stati dell’Unione. Si è fatto presente da parte dei politici italiani che l’euro ha avuto il merito di arginare l’inflazione. Questa dichiarazione esprime soltanto la triste ammissione dell’incapacità politica di un governo che ha bisogno di ricorrere a forze politiche estranee per salvare il potere di acquisto di una moneta nazionale. Siamo dunque di fronte alla costruzione di un progetto morale dell’Europa che viola il diritto naturale che richiede che nessuno venga danneggiato nel conseguimento del proprio benessere a vantaggio di chi da sé non è capace di conseguirlo.
L’euro sarà destinato ad essere affossato dal dollaro, libero di oscillare nei suoi valori a seconda delle convenienze del mercato mondiale, e, mancante di flessibilità, perché costretto a rispettare un’inflazione programmata, esso si troverà sempre disarmato di fronte al dollaro e ad essere causa di recessione economica di fronte alle libere manovre finanziarie del governo degli Stati Uniti, che possono incoraggiare l’inflazione del dollaro quando convenga per favorire le esportazioni od operare il contrario quando convenga tenerne alto il valore per favorire gli investimenti. Conseguentemente l’euro sarà sempre alla mercé del dollaro, privo di difesa contro di esso perché costretto a tenere insieme economie troppo diverse in Europa, unificate soltanto dal diktat del contenimento dell’indebitamento nella spesa pubblica entro un valore imposto a tutti. Il contenimento dell’inflazione ha come risultato la recessione economica per tutti, anche per quegli Stati che senza l’euro avrebbero potuto espandere la loro economia.
Rimane attuale, dunque, la considerazione di Kant, secondo cui, in presenza di diversità culturali, prima di tutto linguistiche, è deleterio il progetto di costituire una federazione con un supergoverno che comandi su tutti gli Stati. La federazione non può andare oltre una Carta dei diritti fondamentali e un insieme di leggi che regolino l’economia con trattati bilaterali. L’alternativa è il dispotismo, già ampiamente in atto, dei burocrati di Bruxelles che comandano senza alcun controllo politico dei parlamenti dei singoli Stati e passando sopra la volontà dei popoli.
1 Democrazia in America (1835-40), in Scritti politici (a cura di N. Matteucci), Utet 1968-69, pp.340-4). Cfr. anche Giuseppe Bedeschi (a cura di), Il pensiero politico di Tocqueville, Laterza 1996.
2 Per la pace perpetua. Un progetto filosofico (1795),sez. II, Secondo articolo (a cura di Nicolao Merker, Editori Riuniti 1985, pp. 3-42). Cfr. anche Giuseppe Bedeschi (a cura di), Il pensiero politico di Kant, Laterza 1994.
3 E’ stato obiettato che l’argomento di Kant è debole (G. Bedeschi, op. cit. p. 68) perché, come osservava Hegel (Lineamenti di filosofia del diritto, par. 333) una federazione di popoli mancante di potere coattivo non potrebbe sussistere. Ma si può osservare che il potere non è coatto quando dipenda da una libera adesione dei popoli, e non degli Stati, cioè delle loro burocrazie, che sopprimono le libertà dei singoli popoli producendo all’interno della federazione una sorta di dispotismo o della alleanza degli Stati deboli, se più popolosi, o di quella degli Stati economicamente forti facendo prevalere i loro interessi. In ogni caso si riprodurrebbero in maggior grado le differenze economiche presenti all’interno di uno Stato.
4 Ibid., I supplem. Garanzia della pace perpetua.

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