Non sono il primo a dirlo, ma lo dicono pochi. L'IMU è anticostitionale per la prima casa. Io aggiungo che lo è anche per le altre. Recita l'art. 53 della Costituzione: "TUTTI SONO TENUTI A CONCORRERE ALLE SPESE PUBBLICHE IN RAGIONE DELLA LORO CAPACITA' CONTRIBUTIVA. IL SISTEMA TRIBUTARIO E' INFORMATO A CRITERI DI PROGRESSIVITA'".
Bene. Che di più chiaro?
Esaminiamo prima il caso della prima casa. Se la capacità contributiva equivale al reddito - e su questo non dovrebbe esserci alcun dubbio - è evidente che la prima casa non dà alcun reddito e dunque non può concorrere alla capacità contributiva. Si potrebbe obiettare che allora non vi sarebbe alcuna differenza tra una casa popolare e la villa di Arcore di Berlusconi se questa fosse (non lo so) la prima casa di Berlusconi. L'obiezione è solo apparentemente valida. La casa di lusso (e bisognerebbe allora riformare tutto il catasto per catalogare il tipo di casa) potrebbe essere tassata solo come tassa sul lusso. Ma come calcolare il lusso? Non può essere calcolato sulla base del lusso della casa. Chi possiede una casa di lusso si presuppone che abbia avuto o abbia un reddito che gli abbia consentito di acquistarla. E' dunque questo reddito che bisogna tassare. Si potrebbe addirittura passare al sequestro della casa se il proprietario non è in grado di giustificare l'acquisto della casa sulla base del reddito dichiarato. Mi pare semplice. In questo modo si scoraggerebbe l'evasione fiscale. Questa considerazione può essere estesa anche a tutte le prime case, indipendetemente dal loro valore. Vi sono molti che hanno acquistato la prima casa come lavoratori autonomi. Probabilmente sono riusciti ad acquistarla evadendo il fisco con una dichiarazione dei redditi falsa. Il discorso però si complica perché molti sono stati costretti ad una falsa dichiarazione proprio per poter acquistarsi una casa. In questo caso si può parlare di diritto alla sopravvivenza contro uno Stato esoso che pretende una tassazione troppo elevata rispetto al reddito. In ogni caso non si capisce perché lo Stato debba esigere una tassazione quando la casa venga trasmessa, cioè donata, e non venduta, ad un figlio o a dei figli. La tassazione è avvenuta all'origine, quando è stata acquistata. Perché deve essere tassata anche quando non vi è guadagno da parte del donatore ed il beneficiato deve accollarsi le tasse anche in caso di donazione? Supponiamo che io erediti un castello (nel mio caso un castello in aria). Per accettare l'eredità dovrei vendere subito il castello non potendo permettermi di pagare le tasse per un simile edificio. Dunque mi troverei di fronte a questa alternativa: o rinunciare all'eredità o sperare di trovare qualcuno che comperi il castello. E subito. Altrimenti lo Stato mi ammazza con l'IMU. La logica vorrebbe che, non essendo in grado di pagare l'IMU in base al mio reddito, l'IMU non debba essere pagata. Potrei trasformare il castello in un albergo (se ottenessi prestiti da una banca). E soltanto allora lo Stato avrebbe il diritto di tassare il castello, ma non come castello, ma come albergo (e in base al reddito dell'albergo).
E ora passiamo alle seconde (e terze) case. Qui sono quasi tutti sono d'accordo nell'asserire che le seconde case debbano essere tassate. Sembra tutto chiaro. Ma a prima vista. Perché si pensa che chi sia in grado di possedere altre case sia o sia stato anche in grado di acquistarle. Ma non è così. Bisogna considerare caso per caso. Conosco una persona che, oltre alla prima casa, ha due case e tre magazzini, di cui una casa è sfitta perché non riesce ad affittarla e un magazzino egualmente sfitto per lo stesso motivo. Ma per lo Stato non fa differenza che la casa sia affittata o sia sfitta. Questa persona, oltre a dover pagare le tasse nella dichiarazione dei redditi dichiarando il reddito ricavato dagli affitti, deve anche pagare l'IMU per tutti gli immobili, anche per quelli che non gli danno alcun reddito. Lo Stato arrogante è come se gli dicesse: peggio per te se non riesci ad affittare gli immobili sfitti. Arrangiati. Vendili. Un amico gli ha dovuto fare un prestito per pagare l'IMU perché le banche, in base al suo reddito, glielo rifiutavano. E' paradossale. Ma questa è la triste situazione. Prima di tutto non è scontato che il proprietario possa trovare un acquirente disposto a pagare secondo il valore di mercato. Ma poi perché lo Stato si deve permettere di dire al proprietario: affitta o vendi ad ogni costo perché a me questo non interessa? La risposta di questo Stato è la risposta di uno Stato che allora merita l'evasione fiscale se questa diventa l'unica risorsa per sopavvivere.
E torniamo all'art. 53 della Costituzione. Gli immobili di per sé non danno alcun reddito. Così non si capisce perché l'immobile di un'impresa debba pagare l'IMU se l'immobile è il luogo di lavoro della stessa impresa. Anche in questo caso lo Stato ladrone tassa due volte l'impresa: la prima volta per il suo reddito (ammesso che il bilancio sia attivo) e una seconda volta con l'IMU. E' chiaro che in questo modo l'impresa rischia di andare in passivo, e le conseguenze le pagano soprattutto i dipendenti, che rischiano di essere licenziati in parte se l'impresa non chiude.
E allora dove trovare i soldi in sostituzione dell'IMU?
Si tratta di una questione che dovrà essere risolta altrimenti. Non è certo compito mio. E' compito di uno Stato che, partendo dal rispetto dell'art. 53 della Costituzione, trovi altre soluzioni. Qui mi limito a dire che, abbassando le tasse, si promuove una maggiore massa di occupati e perciò un aumento della capacità contributiva sia degli imprenditori che dei dipendenti. E' l'alta tassazione che fa diminuire il volume complessivo della capacità contributiva. Ma abbiamo governi di cui dovremmo liberarci per sempre perché non l'hanno mai capito. Come? Mandando affanculo questi partiti che non vogliono tagliare tutte le spese inutili, a cominciare dagli armamenti, dalle missioni in guerra (perché secondo questi pazzi l'Italia deve essere ovunque vi siano interventi di guerra voluti dagli Stati Uniti o altri Stati, mentre la forte Germania si è tenuta sempre lontana da interventi armati di cosiddetta pace), dallo sperpero di danaro nella politica. E facendo pagare le tasse al Vaticano per tutti gli edifici adibiti ad imprese commerciali. E leggete da dove viene l'esempio. Il Quirinale smentisce ma viene documentatamente smentito. Se questo è l'esempio allora qui ci vuole la guerra civile contro i partiti.
I soldi si trovano per aumentare lo stipendio ai magistrati, una casta di arroganti padroni, e non servitori, della giustizia. La Corte Costituzionale di pazzi ha detto che l'aumento si giustifica con l'indipendenza della magistratura. Ma che corbelleria è questa? La magistratura deve applicare la legge, non è indipendente dalla legge. Salvo che questa sia anticostituzionale. Ma se fosse anticostituzionale la legge sullo stipendio dei magistrati allora sarebbe anticostituzionale la sentenza della Corte Costituzionale perché riterrebbe che la magistratura abbia il diritto di stabilirsi da sé gli stipendi. ASSURDO.
Napolitano si alza lo stipendio, il Quirinale smentisce: ecco ... - Libero
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30/nov/2012 – Giorgio Napolitano si è aumentato o no lo stipendio? ... venerdì 30 novembre, ha ricordato come in un periodo di crisi così profonda e generalizzata, il presidente della Repubblica ... Gli aumenti allo stipendio di Napolitano: ...I soldi si trovano per aumentare lo stipendio ai magistrati, una casta di arroganti padroni, e non servitori, della giustizia. La Corte Costituzionale di pazzi ha detto che l'aumento si giustifica con l'indipendenza della magistratura. Ma che corbelleria è questa? La magistratura deve applicare la legge, non è indipendente dalla legge. Salvo che questa sia anticostituzionale. Ma se fosse anticostituzionale la legge sullo stipendio dei magistrati allora sarebbe anticostituzionale la sentenza della Corte Costituzionale perché riterrebbe che la magistratura abbia il diritto di stabilirsi da sé gli stipendi. ASSURDO.
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Ma c'è anche di peggio! In Svizzera i proprietari, oltre a pagare una tassa modesta (1,5%o
RispondiElimina) sull'immobile (Grundsteuer), devono dichiarare come reddito imponibile il cosiddetto "valore locativo" dell'immobile, cioè il reddito che ricaverebbero dall'affitto della loro abitazione! Una palese assurdità, si direbbe. E in effetti un po' tutti vorrebbero abolire questo reddito inesistente, ma non si riesce a mettersi d'accordo.
Eppure la tassa sul "valore locativo" (= Eigenmietwert) ha una spiegazione logica. I proprietari possono infatti dedurre nella dichiarazioni dei redditi gli interessi sul mutuo che sono in genere superiori al "valore locativo", per cui per finire ci guadagnano (attualmente però gli interessi sul muto sono così bassi (intorno all'1%) che il valore locativo è chiaramente più elevato e il proprietario dunque ci perde.
Gli Svizzeri sono un popolo d'inquilini. Circa il 70% della popolazione vive in affitto (al contrario dell'Italia). Il condominio ha cominciato a diffondersi solo nel secondo dopoguerra, ma gli Svizzeri continuano a preferire l'affitto (non ci si deve indebitare con le banche, si è più mobili).
Dulcis in fundo. Le tasse sono tutto sommato basse (10-20% del reddito). Non coprono però le spese sanitarie per le quali si pagano premi assicurativi a parte molto elevati. Per finire anche gli Svizzeri lavorano fino a giugno per lo Stato.