Adesso non ho tempo per riportare da un mio libro tutte le motivazioni. Per ora posso dire che le scuole pubbliche sono ormai un cesso pubblico. Dato l'obbligo scolastico e l'impossibilità di espellere da una scuola pubblica quelli che non hanno voglia di studiare e scaldano la sedia danneggiando e ritardando i migliori, o fanno della scuola una palestra di "politica", imbrattando muri e danneggiando gli arredi, tanto è roba di tutti, meglio una scuola privata finanziata dallo Stato (e perciò aperta a tutti senza dover pagare la retta, che possono pagare solo le famiglie agiate), meglio la scuola privata, anche quella dei preti, dove vigila l'occhio attento del padrone e da cui possono essere espulsi i peggiori. La scuola privata diverrebbe la scuola dei migliori, e gli altri finirebbero nel cesso della scuola pubblica. Questo dovrebbe valere anche per l'Università. Bisogna per questo modificare la Costituzione.
Segue dal mio libro.
Segue dal mio libro.
L’elevazione della scuola dell’obbligo, suggerita da una concezione
morale dell’egualitarismo, che vuole imporre dispoticamente il
proseguimento degli studi oltre la scuola media inferiore, invece di
offrire, dopo questa, una scuola professionale, può avere come
duplice risultato soltanto il declassamento degli studi – derivante
dalla pratica necessità di promuovere tutti – nonché
il danno che subiscono gli studenti migliori, che nello svolgimento
del programma sono costretti a stare al passo dei peggiori, con la
scusa che questi ultimi debbono essere aiutati a causa del loro
deficit
mentale. E’ pertanto auspicabile che la scuola pubblica, divenuta ormai un cesso pubblico, ricettacolo della demagogia,
venga integrata, con
finanziamento statale,
dalla scuola privata, dove l’occhio vigile del padrone impedisce
gli scioperi e dove agli studenti peggiori e turbolenti può
essere negata l’iscrizione, in modo che essa diventi la scuola dei
migliori, indipendentemente dall’appartenenza al ceto sociale, in
base al principio della salvaguardia delle pari opportunità. Meglio la scuola dei preti, ma con programmi ministeriali che
prevedano l’esclusione dell’insegnamento della religione
cattolica, da sostituirsi con l’insegnamento di storia delle
religioni. Lo stesso discorso vale per le Università,
dove, superato un concorso, il docente può anche smettere di
studiare, divenendo inamovibile. Soltanto le Università
private, finanziate dallo Stato, permetterebbero la selezione dei
professori e degli studenti migliori.
Si
aggiunga che oggi la scuola media, inferiore e superiore, non può
dare economicamente dignità sociale ad un professore, per cui
essa è ormai, per il 90%, costituita da un corpo di insegnanti
donne. E valgono su questo punto le considerazioni che faceva
Schopenhauer (Il fondamento della morale) sul carattere femminile. “Le donne, data la debolezza
della loro ragione nel comprendere i principi universali,
nell’attenervisi e nel prenderli come norma, sono molto meno capaci
degli uomini nella virtù della giustizia…; superano invece
gli uomini nella virtù dell’amore del prossimo, perché
la spinta in questo caso è per lo più concreta e parla
direttamente alla compassione, alla quale le donne sono decisamente
più accessibili…La giustizia è una virtù
piuttosto maschile, l’amore del prossimo piuttosto femminile”. Se
così è, si può dire che
la
scuola in Italia è dominata dalla compassione piuttosto che
dal merito.
Le nuove leve dei magistrati provengono oggi dalle
sgangherate Università italiane, dove la preparazione, anche
nelle Facoltà di giurisprudenza, è proporzionale alla
demagogica e buffonesca riforma universiaria che, dopo avere
liberalizzato i piani di studi e l’ingresso a tutti i diplomati –
cosicché è possibile diventare magistrati e avvocati anche senza
avere studiato il latino - ha aggravato la situazione per il futuro
con l’introduzione della inutile laurea breve di tre anni, che
dovrebbe chiamarsi laurea flebile, non essendo compensata dai due
anni successivi di cosiddetta specializzazione, giacché gli
esami del triennio, avendo il vincolo delle ore da dedicare alla
preparazione di ciascun esame, trasformato così in un
esamuncolo, sono ridotti ormai ad una farsa. I palazzi di giustizia,
se oggi sono ricevitorie del lotto, con magistrati laureati dopo il
1968, domani saranno dei manicomi.
Vedere il seguito nella voce "Scuola e Università" nel sito collegato
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