Nessuno storico è mai arrivato a queste conclusioni, solo apparenemente paradossali. Oggi ricorre la data di caduta del fascismo dopo il voto contrario a Mussolini nella seduta del Gran Consiglio su ordine del giorno di Dino Grandi. Avevano ragione coloro volevano la fine politica di Mussolini, che troppi errori aveva commesso con l'entrata in guerra a fianco del nazismo, nonostante la fiera opposizione di Italo Balbo, uno dei quadrumviri della marcia su Roma del '22, oppositore del nazismo e delle leggi razziali contro gli ebei, eroe dell'aeronautica, godente di grande popolarità negli Stati Uniti, dove fu decorato dal presidente Roosevelt dopo la trasvolata dell'Atlatico. Errore grave quello di Mussolini di avere nutrito invidia per la popolarità di Balbo, che per questo fu spedito in Libia come governatore per tenerlo lontano da Roma. E' quasi certo che Balbo, nel suo ultimo volo, verso Tobruck, avesse in animo di stipulare accordi con la resistenza dei colonelli egiziani contro l'occupazione inglese dell'Egitto e del Medioriente. Ma il suo aereo fu abbattutto, si dice per sbaglio, dalla contraerea delle navi italiane che sparavano contro gli aerei inglesi. Si dice che sia stato Mussolini a volerne la fine. E' sperabile che ciò sia falso perché, se fosse vero, Mussolini sarebbe il responsabile della sconfitta in Africa e del successivo intervento in Africa dei tedeschi per salvare l'esercito italiano. Il piano di Mussolini era quello di sconfiggere gli inglesi per arrivare al canale di Suez e poi dilagare nel Medioriente provocando così la rivolta degli arabi contro l'occupante inglese. Ma proprio il progetto di Balbo avrebbe dovuto essere appoggiato da Mussolini, che dimostrò in tal modo di essere un insipiente nel suo avere invidia per la popolarità di Balbo.
Mussolini avrebbe dovuto rifiutare di essere "salvato" da Hitler, che lo fece "rapire" dal Gran Sasso dove si trovava comodo e riverito prigioniero. Dopo la guerra avremmo potuto avere persino un governo Mussolini riveduto e corretto. Troppe armi aveva Mussolini nei confronti di molti antifascisti dell'ultima ora. Certo, la sua figura, nonostante l'errore dell'entrata in guerra, giganteggia di fronte agli omuncoli politici del dopo guerra. Mussolini rimane, checché se ne dica di male, il più importante politico della storia italiana, nel bene e nel male.
Mussolini avrebbe dovuto rifiutare di essere "salvato" da Hitler, che lo fece "rapire" dal Gran Sasso dove si trovava comodo e riverito prigioniero. Dopo la guerra avremmo potuto avere persino un governo Mussolini riveduto e corretto. Troppe armi aveva Mussolini nei confronti di molti antifascisti dell'ultima ora. Certo, la sua figura, nonostante l'errore dell'entrata in guerra, giganteggia di fronte agli omuncoli politici del dopo guerra. Mussolini rimane, checché se ne dica di male, il più importante politico della storia italiana, nel bene e nel male.
Mussolini istituì la Banca Nazionale del Lavoro per contrastare le altre banche e concedere a basso tasso di interesse i prestiti. Di questo ci si dimentica. La BNL non doveva fare speculazioni finanziarie. Mussolini creò l'INPS, l'IACP (Istituto Autonomo Case Popolari), L'INCIS (Istituto Nazionale Case per Impiegati dello Stato), l'IRI (Istituto per la Ricostruzione Industriale), L'INAM (Istituto Nazionale Assistenza contro le Malattie, prototipo delle odierne ASL), l'Agip, l'Istituto maternità e infanzia, le colonie estive gratuite per gli studenti di tutte le scuole, la bonifica delle paludi pontine, la costruzione di nuove città, la costruzione dei parchi nazionali, Cinecittà, l'EUR, etc. etc. Ha lasciato un'impronta distinguibile e duratura anche nell'architettura. La legislazione sociale fascista fu lodata da Churchill, che, ammiratore allora di Mussolini, la ritenne la migliore del mondo. I cosiddetti governi democratici non hanno fatto altro che demolire anno per anno la legislazione sociale del fascismo sostituito da un liberismo che è, tanto più oggi, l'arma di un capitalismo devastatore, che riduce l'uomo a merce. Nella R.S.I. Mussolini nominò consulente economico Nicola Bombacci, cofondatore con Gramsci del Partito comunista d'Italia, perché provvedesse alla socializzazione delle imprese, secondo il suo vecchio programma da socialista, che prevedeva la partecipazione operaia agli utili d'impresa e ai consigli di amministrazione. Bombacci entrava nelle fabbriche chiamando gli operai compagni, e non camerati. Ma nemmeno a Bombacci fu risparmiata la vita perché fu fucilato a Dongo con i gerarchi fascisti. Di fronte ai cosiddetti partigiani che stavano per fucilarlo morì gridando: viva il socialismo. Il fascismo antepose sempre l'interesse pubblico a quello privato. Per questo non ho mai capito l'opposizione tra fascismo e comunismo, piuttosto che tra liberismo oggi imperante e comunismo.
Il nazismo fu la rovina del fascismo. Ma il fascismo, a sua volta, fu la rovina del nazismo. Se Mussolini non avesse dato retta a Churchill (che voleva che l'Italia entrasse in guerra per moderare le pretese di Hitler dopo la guerra lampo, con cui si credeva che la guerra fosse stata già vinta dalla Germania, e per questo aveva promesso all'Italia, alle spalle della Francia ormai in ginocchio, Nizza e la Corsica, oltre alla Dalmazia), la Germania avrebbe avuto a disposizione nella battaglia di Stalingrado le divisioni che von Paulus chiedeva per rinforzare la controffensiva tedesca anche dopo la successiva battaglia inizialmente vittoriosa di Kursk. Ma queste divisioni non esistevano. Erano state impegnate in Grecia, in Africa per salvare l'esercito italiano, con la resa di ben 380 mila combattenti tedeschi dopo El Alamein, deportati in Canada, e poi altri circa 200 mila combattenti per salvare il fascismo dopo l'8 settembre. Da notare infatti che le date delle battaglie di Stalingrado e di Kursk quasi coincidono con le sconfitte in Africa (dove il nazismo non aveva alcun interesse) e con le date di invasione dell'Italia da parte delle truppe tedesche dopo l'8 settembre e con la successiva costituzione della R.S.I. Se Hitler avesse abbandonato il fascismo a se stesso, invece di rimanere, per spirito di fedeltà, legato a Mussolini, difficilmente avrebbe perso la guerra, che incominciò a perdere a Stalingrado. Si aggiunga poi l'altro alleato (faccio per dire), il Giappone, che, se non avesse bombardato la flotta americana a Pearl Habor, non avrebbe indotto Roosevelt ad entrare in guerra rompendo gli indugi dopo avere sempre respinto le continue richieste di Churchill di una entrata in guerra degli Stati Uniti, in cui l'opinione pubblica era a favore della Germania nazista. Con l'entrata in guerra degli Stati Uniti l'Unione Sovietica ebbe modo di spostare su Stalingrado gli eserciti che si trovavano sulle coste del Pacifico per contrastare la possibile invasione giapponese della Russia.
Ho detto ciò ponendomi al di sopra delle parti. Lo storico deve limitarsi a spiegare gli effetti con le cause (come fa uno scienziato nella fisica). Senza dare giudizi di valore.
Da notare che fu fatto sparire dopo la guerra il carteggio compromettente Churchill-Mussolini, in cui erano comprese le suddette promesse fatte da Churchill a Mussolini perché entrasse in guerra. Mussolini ne fece varie copie. Ma i partigiani comunisti se ne impossessarono anche per richiesta di Churchill, che pare ne abbia avuto una copia dallo stesso Togliatti. Churchill in cambio prometteva all'Italia che non avrebbe calcato la mano su di essa dopo la guerra. Promessa non mantenuta perché l'Italia fu considerata come nazione sconfitta. Dopo la guerra Churchill venne sul lago di Como con la scusa di fare il pittore, in realtà per impossessarsi, anche come mandante di vari omicidi, di altre copie del pericoloso carteggio. Una copia è ancora segretata nel palazzo del Quirinale. E così si conferma che la verità storica che si insegna è sempre quella dei vincitori.
Ho documentato tutto quanto sopra scritto nel mio libro Io non volevo nascere. Do anche le cinque versioni della morte di Mussolini. Ormai si sa di certo che non fu l'oscuro ragioniere Walter Audisio ad uccidere Mussolini e la Petacci, che furono uccisi la mattina del 28 aprile, mentre Audisio arrivò a Dongo solo la sera partendo da Milano. Il maggiore sostenitore della necessità di uccidere Mussolini in fretta e senza processo fu il fanatico Sandro Pertini, che voleva che Mussolini fosse fatto fuori prima che a Milano arrivassero gli americani, a cui Mussolini doveva essere consegnato secondo l'ordine del governo Badoglio. Si dice che i nazisti furono cacciati da Milano con una rivolta popolare. Falso. I tedeschi si stavano già prima preparando ad abbandonare Milano, e questa asserita rivolta avvenne solo quando gli americani erano già giunti alle porte di Milano. Un Mussolini vivo avrebbe compromesso troppi futuri governanti della Repubblica, nata non dalla "Resistenza", fatta in realtà, anche con vigliacchi bombardamenti sulla popolazione civile, dagli anglo-americani, ma da una sconfitta. I cosiddetti partigiani furono solo mosche cocchiere della "Resistenza". Il popolo rimase indifferente e gli effettivi partigiani combattenti non furono più di 10.000. E poi si dice che fu guerra di popolo. Questa falsità storica ancora si insegna nei libri di scuola. Ecco un esempio di come gli angloamericani hanno "liberato" l'Italia. Potrei aggiungere il bombardamento del quartiere di S. Lorenzo a Roma (con migliaia di vittime), la distruzione della storica Abbazia di Montecassino, etc., etc.
Milano, l'estate
di Andrea Galli
Il nazismo fu la rovina del fascismo. Ma il fascismo, a sua volta, fu la rovina del nazismo. Se Mussolini non avesse dato retta a Churchill (che voleva che l'Italia entrasse in guerra per moderare le pretese di Hitler dopo la guerra lampo, con cui si credeva che la guerra fosse stata già vinta dalla Germania, e per questo aveva promesso all'Italia, alle spalle della Francia ormai in ginocchio, Nizza e la Corsica, oltre alla Dalmazia), la Germania avrebbe avuto a disposizione nella battaglia di Stalingrado le divisioni che von Paulus chiedeva per rinforzare la controffensiva tedesca anche dopo la successiva battaglia inizialmente vittoriosa di Kursk. Ma queste divisioni non esistevano. Erano state impegnate in Grecia, in Africa per salvare l'esercito italiano, con la resa di ben 380 mila combattenti tedeschi dopo El Alamein, deportati in Canada, e poi altri circa 200 mila combattenti per salvare il fascismo dopo l'8 settembre. Da notare infatti che le date delle battaglie di Stalingrado e di Kursk quasi coincidono con le sconfitte in Africa (dove il nazismo non aveva alcun interesse) e con le date di invasione dell'Italia da parte delle truppe tedesche dopo l'8 settembre e con la successiva costituzione della R.S.I. Se Hitler avesse abbandonato il fascismo a se stesso, invece di rimanere, per spirito di fedeltà, legato a Mussolini, difficilmente avrebbe perso la guerra, che incominciò a perdere a Stalingrado. Si aggiunga poi l'altro alleato (faccio per dire), il Giappone, che, se non avesse bombardato la flotta americana a Pearl Habor, non avrebbe indotto Roosevelt ad entrare in guerra rompendo gli indugi dopo avere sempre respinto le continue richieste di Churchill di una entrata in guerra degli Stati Uniti, in cui l'opinione pubblica era a favore della Germania nazista. Con l'entrata in guerra degli Stati Uniti l'Unione Sovietica ebbe modo di spostare su Stalingrado gli eserciti che si trovavano sulle coste del Pacifico per contrastare la possibile invasione giapponese della Russia.
Ho detto ciò ponendomi al di sopra delle parti. Lo storico deve limitarsi a spiegare gli effetti con le cause (come fa uno scienziato nella fisica). Senza dare giudizi di valore.
Da notare che fu fatto sparire dopo la guerra il carteggio compromettente Churchill-Mussolini, in cui erano comprese le suddette promesse fatte da Churchill a Mussolini perché entrasse in guerra. Mussolini ne fece varie copie. Ma i partigiani comunisti se ne impossessarono anche per richiesta di Churchill, che pare ne abbia avuto una copia dallo stesso Togliatti. Churchill in cambio prometteva all'Italia che non avrebbe calcato la mano su di essa dopo la guerra. Promessa non mantenuta perché l'Italia fu considerata come nazione sconfitta. Dopo la guerra Churchill venne sul lago di Como con la scusa di fare il pittore, in realtà per impossessarsi, anche come mandante di vari omicidi, di altre copie del pericoloso carteggio. Una copia è ancora segretata nel palazzo del Quirinale. E così si conferma che la verità storica che si insegna è sempre quella dei vincitori.
Ho documentato tutto quanto sopra scritto nel mio libro Io non volevo nascere. Do anche le cinque versioni della morte di Mussolini. Ormai si sa di certo che non fu l'oscuro ragioniere Walter Audisio ad uccidere Mussolini e la Petacci, che furono uccisi la mattina del 28 aprile, mentre Audisio arrivò a Dongo solo la sera partendo da Milano. Il maggiore sostenitore della necessità di uccidere Mussolini in fretta e senza processo fu il fanatico Sandro Pertini, che voleva che Mussolini fosse fatto fuori prima che a Milano arrivassero gli americani, a cui Mussolini doveva essere consegnato secondo l'ordine del governo Badoglio. Si dice che i nazisti furono cacciati da Milano con una rivolta popolare. Falso. I tedeschi si stavano già prima preparando ad abbandonare Milano, e questa asserita rivolta avvenne solo quando gli americani erano già giunti alle porte di Milano. Un Mussolini vivo avrebbe compromesso troppi futuri governanti della Repubblica, nata non dalla "Resistenza", fatta in realtà, anche con vigliacchi bombardamenti sulla popolazione civile, dagli anglo-americani, ma da una sconfitta. I cosiddetti partigiani furono solo mosche cocchiere della "Resistenza". Il popolo rimase indifferente e gli effettivi partigiani combattenti non furono più di 10.000. E poi si dice che fu guerra di popolo. Questa falsità storica ancora si insegna nei libri di scuola. Ecco un esempio di come gli angloamericani hanno "liberato" l'Italia. Potrei aggiungere il bombardamento del quartiere di S. Lorenzo a Roma (con migliaia di vittime), la distruzione della storica Abbazia di Montecassino, etc., etc.
GLI ATTACCHI DAL CIELO: 70 ANNI FA
Nessun commento:
Posta un commento