venerdì 22 novembre 2013

L'EURO MONETA DI MORTE. BiSOGNA USCIRNE QUANTO PRIMA

Scrivete su Google "nobel euro patacca" e vedrete come economisti noti (e premio Nobel) come Joseph Stiglitz, Amartya Sen e Paul Krugman abbiano spiegato che l'euro è stato introdotto come cappio mortale della cosiddetta Unione Europea. Per l'Italia è andata ancora peggio. Bastano poche cifre per capire la follia dell'Unione Europea, a cui si è aggiunta la follia dei governi italiani (senza distinzione tra falsa destra e falsa sinistra). L'Italia cerca di racimolare un paio di miliardi per coprire il mancato pagamento del'IMU per la prima casa. Inoltre ha intenzione di (s)vendere almeno parte del suo patrimonio e della sua partecipazione in imprese che prima erano solo statali (a cominciare dall'ENI). E' stato calcolato che otterrebbe da tale (s)vendita circa 30 miliardi. Ma questi miliardi sarebbero ottenuti perdendo utili annuali ammontanti a circa 3 miliardi. Pertanto nel tempo perderebbe quel capitale che ogni anno equivale a più di quanto otterrebbe con l'IMU sulla prima casa. E' stato calcolato che la TAV in val di Susa verrebbe a costare almeno 20 miliardi. Opera del tutto inutile perché serve a fare arrivare prima le merci in Francia sulla linea Torino Lione. A che serve fare arrivare prima le merci? Forse perché le mozzarelle arrivino fresche? Basterebbe utilizzare meglio la ferrovia già esistente per diminuire il traffico su strada. Che continuerà ad essere prevalente nonostante tutte le stime fasulle contrarie. Per di più vi è il pericolo che bucando la montagna si scopra che dentro di essa vi sia dell'amianto, che sarebbe la rovina della salute e dell'ambiente naturale. La dittatura di governi imbecilli non tiene conto del'opposizione degli abitanti della val di Susa. E questa la chiamano democrazia. Non si è rinunciato ad acquistare gli inutili aerei da guerra F35 che costano 10 miliardi. 
E adesso veniamo allo scandalo maggiore. L'ultimo partecipazione dell'Italia ai fondi comuni europei è stata di ben 50 miliardi. Dico 50 miliardi. Di questi, 37 sono andati al Portogallo. E' stato calcolato che per mettere a sicurezza il territorio in Italia (cicloni, terromoti, etc.) occorrerebbero 40 miliardi. Dunque meno di quanto l'Italia ha regalato l'ultimo anno ai fondi comuni europei. Ancora. Questi maledeti politici lamentano l'evasione fiscale. Ma questa è spesso l'unico mezzo per salvarsi da uno Stato predatore che butta i soldi in opere inutili e li regala ad altri Stati con i fondi comuni europei. Ancora. Questo Stato predatore e biscazziere che induce gli imbecilli a rovinarsi, e con loro le famiglie, ha condonato 37 miliardi di euro ai proprietari delle slot machine patteggiando le tasse in soli 7 miliardi di euro. 
Inoltre, facendosi schiava della infausta legge di cosiddetta stabilità, impedisce ai Comuni di spendere quanto i Comuni hanno a disposizione perché a causa di tale legge bisogna cercare di ridurre la spesa pubblica per diminuire il debito pubblico. In questo modo però si crea un circolo vizioso tremendo perché, riducendo il debito pubblico con il solo scopo di ridurre la spesa corrente (il che sarebbe anche giusto perché molte spese correnti dovrebbero essere razionalizzate evitando sperperi come nella sanità), invece di aumentarlo provvisoriamente per finanziare opere di investimento in opere pubbliche, si riduce il consumo e dunque la produzione, con la conseguenza che le imprese non vendono e sono costrette a licenziare o addirittura a chiudere. Molte imprese sono costrette a chiudere anche perché non sono in grado di affrontare la concorrenza dei prodotti che vengono da Stati (prima la Cina) dove il costo della mano d'opera è assai inferiore. Si è permesso che in molte città si formassero delle Chinatown, in cui i negozi fanno concorrenza sleale perché la follia della Unione Europea (unita solo dalla follia) non permette di porre dei dazi doganali. Mentre gli Stati da cui provengono queste merci concorrenziali pongono dei dazi alle merci che essi importano. Questa è un'ulteriore pazzia. L'UE ormai ci ha espropriato di tutto. Stabilisce quanto olio o latte, per esempio, complessivamente uno Stato debba produrre rispettando quote stabilite, altrimenti un produttore che non rispetti le quote deve pagare delle forti multe. Ma perché uno non deve poter produrre quanto vuole se l'indagine di mercato gli suggerisce di produrre di più? E questo, poi, lo chiamano liberismo e libera concorrenza. 
E' inutile scegliere tra falsa destra (berlusconiani ed ex berlusconiani) e falsa sinistra del PD. Sono tutti della stessa risma. Non hanno alcuna intenzione di preparare una uscita dall'euro. Questi disonesti dicono da ignoranti che l'euro è servito a rallentare l'inflazione. Ma con quale risultato? Bisogna rammentare che il debito pubblico ha incominciato ad aumentare dal 1993 quando si è proceduto a smobilitare le industrie di Stato con il mito della privatizzazione. Con la trasformazione della Banca d'Italia in corporazione di grandi banche private e di grandi Assicurazioni. E ha continuato ad aumentare quando la lira è stata ancorata nel 1997 all'ECU, che è il precedente storico dell'euro. Dunque l'euro ha solo ridotto l'inflazione ma con la conseguenza di aumentare il debito pubblico a causa della depressione economica che esso ha causato. E' evidente infatti che con la depressione economica è diminuito il numero degli occupati, e dunque è diminuita corrispondentemente la massa del prelievo fiscale pur essendo aumentate le tasse. E il debito pubblico è aumentato solo perché non si è saputa razionalizzare la spesa corrente, a partire dal parassitismo della politica dei partiti ladroni. 
Siamo al totale fallimento del capitalismo liberistico.   
Coloro che, senza distinzione tra falsa destra e falsa sinistra, vanno continuamente minacciando il pericolo di un'uscita dall'euro perché avremmo una moneta svalutata (la si chiami lira o come si vuole) sono o disonesti o ignoranti. E' vero che avremmo una moneta svalutata. Ma questo è necessario per porre rimedio a quella disgrazia dell'euro che è stato introdotto con una scellerata sopravvalutazione rispetto alla lira. Con la conseguenza prevedibile di un aumento di tutti i prezzi in Italia, perché, per una legge simile a quella dei vasi comunicanti, le monete più forti (come il marco e il franco) hanno diminuito il loro valore mentre quelle più deboli l'hanno aumentato. Con l'ulteriore conseguenza che in Italia i prezzi si sono adeguati a quelli più alti dell'Europa del nord e della Francia. E mentre la Germania, per esempio, si è avvantaggiata nelle esportazioni a causa del minore valore dell'euro rispetto al marco, l'Italia si è trovata svantaggiata nelle esportazioni e nel mercato interno, dove i prezzi di tutte le merci si sono spostate verso l'alto, mentre gli stipendi e i salari non hanno seguito un corrispondente aumento. Si è calcolato che, tornando alla lira, questa verrebbe svalutata almeno del 20% rispetto all'euro. Ma questo non cambierebbe affatto le cose nel mercato interno perché i prezzi sarebbero costretti ad adeguarsi alla minore capacità di acquisto con la lira. Mentre le esportazioni verrebbero favorite per il minore costo delle merci rispetto al dollaro e all'euro per quegli Stati che lo volessero conservare. Vi è tuttavia da considerare che la prima a subire gli effetti negativi di un ritorno alle monete nazionali da parte degli Stati del sud Europa sarebbe proprio la Germania, che dovrebbe soccombere di fronte alla concorrenza dei prezzi più bassi relativi alle monete nazionali. E finirebbe la dittatura economica della Germania in Europa. Con l'euro si è violata la legge economica che vuole che il valore della moneta rispecchi l'economia reale, e non virtuale, di uno Stato. Quando l'Argentina, per contrastare l'inflazione, ancorò il peso al dollaro andò incontro ad una rovina economica. Da cui uscì lentamente abbandonando il dollaro. Mi si spieghi una buona volta come l'Inghilterra stia meglio con la sterlina, perché mai la piccola Danimarca abbia bocciato l'euro con il referendum e perché così abbia fatto anche la Svezia. Tutti Stati facenti parti dell'UE. Come si vede, si può vivere bene, e anche meglio, senza l'euro. Mi si spieghi perché mai la piccola Svizzera (non  facente parte dell'UE) non abbia affatto risentito della depressione economica della zona euro.  
Nella trasmissione piazza pulita (La 7) di lunedì scorso gli economisti Paolo Barnard e Claudio Borghi hanno spiegato bene le conseguenze negative dell'introduzione dell'euro. In particolare Barnard ha proposto che per un determinato e limitato periodo di tempo aumenti il debito pubblico perché lo Stato lo usi per assorbire la disoccupazione in imprese di Stato per tutti quei settori che non facciano concorrenza alle imprese private. Assorbendo la disoccupazione si sgraveranno le imprese dell'enorme costo del lavoro diminuendo le tasse e allo stesso tempo si aumenterà il consumo grazie all'assorbimento della disoccupazione. Quando le imprese private torneranno in questo modo ad essere più produttive si potrà allora avere un travaso dal settore pubblico a quello privato, che avrà bisogno di nuova mano d'opera per l'aumento della produttività. Nel complesso, con l'aumento dell'occupazione, si avrà un complessivo e corrispondente aumento del gettito fiscale senza dover aumentare le tasse come, invece, hanno fatto sinora tutti i governi. Con l'effetto, ulteriormente, benefico, della diminuzione del debito pubblico dopo il provvosorio aumento.
Alla luce di queste considerazioni non vi è alcuna sostanziale differenza all'interno del PD (Partito della Disgrazia, falsamente di sinistra perché ormai, avendo abbracciato il liberismo, non si distingue dalla falsa destra dei berlusconiani o ex berlusconiani). Non vi è infatti alcuna differenza tra il parolaio Matteo Renzi e il suo competitore Gianni Cuperlo, spalleggiato dalla cariatide politica che è D'Alema. Il primo, a sentirlo parlare, sembra un rivoluzionario. Ma non si è ancora capito che cosa voglia e in che cosa consista il suo programma. Il secondo ha proposto ieri (alla trasmissione Servizio pubblico) di chiudere con il ventennio passato ma non ha saputo dire in che cosa dovrebbe consistere il futuro. Siamo nella palude delle parole con individui che nascondono dietro le critiche la loro nullità politica. 
Oggi la vera sinistra può trovarsi solo a destra, in una destra sociale e non liberistica. E come si chiama una destra che abbia il controllo pieno dell'economia da parte dello Stato contro l'economia predatrice della finanza dell'economia della globalizzazione dei mercati? Si chiama socialismo nazionale. Ovvero, anche se può fare spavento per riferimento al passato, nazionalsocialismo. Riveduto e corretto. I francesi se ne stanno accorgendo, anche se in ritardo e lentamente. Infatti il primo partito in Francia è quello della destra sociale di Marie Le Pen. E' il partito che manca in Italia.                
Quale soluzione allora? Io continuerò a far parte dal 1993 del partito dei non votanti (che dovrebbe consistere nel far diminuire il numero delle poltrone in proporzione al numero dei non votanti o votanti scheda bianca o nulla, fatta salva una soglia fisiologica del 15-20 % dei non votanti). Ma a coloro che non volessero rinunciare ad andare a votare posso solo consigliare di turarsi il naso e votare Grillo. Solo sulle macerie di questo Stato dei partiti si può costruire qualcosa di nuovo. Grillo è l'unico che abbia proposto chiaramente l'uscita dall'euro e il referendum propositivo in modo da scavalcare la palude del parlamento e la falsa democrazia rappresentativa. Che il popolo si assuma direttamente le sue responsabilità senza falsi rappresentanti che siedono in parlamento, dove i partiti sanno solo farsi i cazzi loro. E per questo purtroppo occorre una riforma della Costituzione perché i dittatori che hanno approvato nella Costituente del  1946 questa merda di Costituzione hanno escluso il referendum propositivo e il referendum abrogativo per quanto riguarda i trattati internazionali. Cosicché ci hanno imposto questa disgrazia dell'euro dall'alto senza nemmeno poter richiedere che fosse prima sottoposto a referendum.        

Nessun commento:

Posta un commento