venerdì 13 dicembre 2013

IL PROGRAMMA DI MATTEO RENZI: UNA SUPERCAZZOLA PREMATURATA CON SCAPPELLAMENTO A DESTRA

Sebbene mi invii spesso le sue email non ho mai capito in che cosa consista il suo programma. E' un furbacchione che parla da esagitato. Non è mai calmo. Sembra vittima del ballo di San Vito. Affascina con il suo eloquio (per altro assai inferiore a quello perfetto di Cuperlo, che solo per questo mi ha meravigliato, mentre per il resto è da buttare via perché rappresentante della vecchia guardia P.C.I., anche se meno pericoloso di Civati, che avrei preferito perché avrebbe fatto cadere subito il nefasto governo Letta, come sempre da lui dichiarato perché contrario ad alleanza che escuda SEL). 
Ma torniamo al vulcanico Renzi. E ora che farà? Sarà il rimedio a tutto? Ha detto che ridurrà di un miliardo il costo della politica. Capirai! Con il risparmio di un miliardo ci fai la birra. Perché non ha mai detto che quest'anno l'Italia ha contribuito con 19 miliardi ai fondi comuni europei ricevendone in cambio solo 7? Ben 12 miliardi regalati anche quest'anno ad una disgrazia d'Europa che con l'euro ci ha rovinato tutti. Ha detto che abolirà le province. Bene. Ma con quale risparmio? Di appena 160 milioni. Capirai. Non ci fai nemmeno la birra. Ha detto che vuole abolire il Senato. Ma questo lo stanno dicendo tutti. Di risparmio sulle spese militari non ha mai parlato, nemmeno degli inutili F35 che costano più di 30 miliardi. E della grave questione riguardante la continua invasione di clandestini? Silenzio. Non si capisce da dove voglia prendere i soldi per fare tutto quello che ha promesso. A iniziare dal finanzamento della scuola e della ricerca scientifica. L'avete mai sentito dire come avrebbe fatto per diminire le tasse e rilanciare le aziende? Io no. Rimane un europeista convinto, e dunque uno che continuerà a rovinare l'economia. E poi che cos'ha di sinistra? Nulla. La sua panacea consiste nelle privatizzazioni. E' il suo pallino fisso. Sulle cause della crisi delle aziende che chiudono manco una parola. Molte traslocano in Polonia, in Romania, etc? Fa niente. Di dazi protettivi contro le merci che provengono dall'estero mandando in fallimento le aziende rimaste in Italia manco a parlarne. Della difesa delle aziende contro la concorrenza straniera gliene importa nulla. Egli è un liberista difensore del capitalismo di un'Unione europea destinata al fallimento. Ma perché allora dice di appartenere al PD sebbene ormai anche il PD non abbia più alcunché di sinistra? Forse per Renzi non era ancora troppo di destra, ma di una falsa destra che difende il capitalismo della finanza delle banche, come quello dello sciagurato governo Letta. Ma è bene che sia così. E' diventato in questo modo segretario di un PD che non lo seguirà. Cioè segretario di nulla. Però un aspetto positivo si avrà con Renzi. Il PD non lo seguirà e si spaccherà. La vecchia nomenklatura (con a capo D'Alema, che aspira a continuare a fare il parassita disoccupato e ben stipendiato con l'elezione al fasullo parlamento europeo, dove gli pseudo deputati si fanno vedere, e assai pochi, circa tre vlte al mese per discutere su nulla, con ulteriori spese a beneficio di parassiti) non lo seguirà affatto. E i forconi? Anche su di essi non ha speso una parola. Insomma, un programma fatto di  parole che non ha ancora dentro di sé i conti delle entrate e delle uscite. Perché senza questi conti rimane un programma buono per tutti gli allocchi che l'hanno votato. O si capisce che bisogna uscire dall'euro e da questa disgrazia di cosiddetta Unione Europea abbandonando la legge di stabilità del cimitero o non si capisce ancora qual'è la causa di questo disastro. Obama, dopo la grande crisi che ha fatto? Ha cominciato a stampare moneta per aumentare i consumi, a costo di portare il disavanzo tra produzione e deficit all'11% . Ma aumentando i consumi sta riportando in sesto l'economia perché con l'aumento dei consumi aumenta la produzione, e con l'aumento della produzione aumenta ORIZZONTALMENTE l'introito dello Stato in fatto di tasse senza la necessità di aumentarle pro capite. Ma questo l'Italia non può farlo perché deve rispettare la legge di stabilità...del morto ed è priva di sovranità monetaria.  Dunque che vi è di nuovo con Renzi? Tutto fumo e niente arrosto. E solo un incantatore di serpenti scemi. Vi è sperare solo che il suo prossimo fallimento in economia, come quello di tutti i precedenti governi, della falsa destra e della falsa sinistra, faccia capire che la salvezza oggi è solo in una politica di vera sinistra, che paradossalmente oggi si può trovare solo in una destra sociale e nazionale, socialnazionale. Valga come esempio il prossimo successo della destra nazionale di Marine Le Pen. O a destra, ma non quella liberista e mortifera, o si muore.   
Ecco l'ultima enews ricevuta dall'incantatore Matteo Renzi
Non è semplice trovare le parole giuste dopo quanto è accaduto in queste ore.
Quasi tre milioni di italiani hanno scelto le primarie con un gesto di fiducia. Sono ancora stupito e commosso dalla valanga elettorale: l'Italia può e deve cambiare.
Non sono così arrogante da pensare che chi è andato ai seggi lo abbia fatto per me. Certo, tante persone mi hanno dimostrato un affetto e una fiducia che emoziona a responsabilizza: deludere chi si vuole bene è la cosa peggiore, per un politico. Ma so per certo che il voto di domenica scorsa è stato soprattutto il simbolo di una svolta necessaria e urgente: cambiare verso al PD per cambiare verso alla politica italiana. Ora o mai più.
Ne ho la piena consapevolezza. La nostra è una responsabilità straordinaria: fallire significherebbe diventare come gli altri. Riuscire porterebbe l'Italia a proporsi come locomotiva dell'Europa. Non c'è una terza ipotesi: o il fallimento totale o il cambiamento profondo.
In campagna elettorale ho detto che avremmo fatto alcune cose:
1. Riforme delle regole del gioco. Nuova legge elettorale maggioritaria, attesa da 8 anni. Via il bicameralismo perfetto con trasformazione del Senato in Camera delle Autonomie. Riduzione di un miliardo di euro dei costi della politica. Loro ne parlano da circa trent'anni: noi, semplicemente, lo faremo.
2. Piano per il lavoro con semplificazione normativa, revisione sistemi della formazione professionale, modifica degli ammortizzatori sociali. Obiettivo: aumentare investimenti stranieri e locali in Italia, creando occupazione e superando il corporativismo. Il dato della disoccupazione al 12,7% (più del doppio che in Germania e in Austria) mi sconvolge. Possiamo diventare il territorio più attrattivo d'Europa. Ma bisogna combattere le rendite di posizione.
3. Battaglia per trasformare l'Europa sempre di più sulla base dei valori che l'hanno fatta grande: scuola, cultura, diritti e non solo sui temi dei quali si è parlato nell'ultimo ventennio: banche e burocrazia. Sapendo che questo sarà il vero banco di scontro alle elezioni del 25 maggio: ormai per molte forze politiche l'Europa è la colpevole di tutto. Dietro l'Europa i politici italiani mascherano le loro incapacità. La realtà sta altrove: a noi il compito di difenderla e raccontarla.
A questi impegni non sono vincolato soltanto io: ma da domenica è vincolato l'intero Partito Democratico, che oggi è spina dorsale della maggioranza. Questi sono gli obiettivi della maggioranza parlamentare, adesso, e se falliremo non avremo alibi, sarà stata solo colpa nostra. Se ce la faremo, invece, avremo dato un colpo decisivo al rinnovamento dell'Italia.
Questo è possibile perché tanti di voi ci hanno creduto, si sono messi in fila, hanno lottato, si sono impegnati. Rileggere oggi le vostre email e lettere fa venire i brividi e la pelle d'oca. I cittadini non ci hanno dato solo due euro: ci hanno dato la loro residua speranza. Guai a noi se non saremo all'altezza di un gesto così bello.
Io, da parte mia, ce la metterò tutta. Quello che dovevo dire l'ho detto nel discorso all'ObiHall (qui il video). Sono consapevole che non tutto dipenda da me. Ma quello che dipende da me lo farò con tutto me stesso perché il messaggio dell'8 dicembre è arrivato forte e chiaro.
Vi terrò aggiornati, come sempre, settimana dopo settimana e continueremo anche l'esperimento del #matteorisponde come abbiamo fatto in questi giorni su www.matteorenzi.it.
Nei prossimi giorni riprenderemo anche le news sull'amministrazione comunale. Domani, per gli appassionati, sarò in diretta a Lady Radio per discutere con i cittadini fiorentini delle scelte quotidiane che fa la nostra città. Oggi, ad esempio, ho partecipato a un piccolo grande gesto simbolico: il pranzo offerto dall'Enoteca Pinchiorri agli anziani che stanno nella storica struttura di Montedomini. L'eccellenza a servizio di chi è più in difficoltà. Permettersi una cena da Pinchiorri non è semplice. Giorgio Pinchiorri e i suoi collaboratori hanno scelto di offrire loro, per gli anziani della nostra città. Un bel gesto, no? Nota di servizio. Spesso mi accusano di non rendere conto dei risultati di questi quattro anni di amministrazione: bene, per fare un esempio, Montedomini ha riunito 4 Aziende per i Servizi alla Persona in una (erano 4 Cda, 4 presidenti, 4 direttori generali, ecc). Ha raddoppiato gli investimenti, riducendo il costo del personale di oltre il 50% senza licenziare nessuno e senza decurtazioni salariali. Ha migliorato il margine operativo passando da meno quattro milioni di euro a più un milione di euro. E soprattutto ha assistito nel 2012 quasi ottomila persone contro le cinquemila del 2011. Spendere meglio si può fare.
Ieri, invece, ho fatto un sopralluogo alla scuola Bechi per salutare i ragazzi, ascoltare le loro proposte (da un'altalena in giardino fino alle domande su quando rientrerà in campo Mario Gomez, che come noto non è propriamente un tema da...sindaco) e verificare i lavori dell'auditorium che inaugureremo entro il mandato. Per ripartire l'Italia ha bisogno di investire in tre settori: la scuola, la scuola, la scuola. E io intendo continuare con gli incontri con professori, famiglie, studenti.
Lavorare quotidianamente a contatto con le persone e non stare rinchiuso nei palazzi del potere romano. So che qualche purista storcerà la bocca e mi considererà demagogico. Ma voglio vivere questa esperienza così, grato per il consenso, consapevole delle aspettative ma radicato nella realtà quotidiana delle persone, non nell'iperuranio parallelo dei lanci di agenzie e del politichese.
Se vi va di dirmi che ne pensate, vi leggo volentieri: matteo@matteorenzi.it, sono un po' indietro nelle risposte, ma recupero, promesso!
Un sorriso,
Matteo



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