Blog del prof. Pietro Melis

Questo è il blog del prof. Pietro Melis, autore del testo intitolato "Scontro tra culture e metacultura scientifica: l'occidente e il diritto naturale. Nelle sue radici greco-romano-cristiane. Non giudaiche e antislamiche".

mercoledì 5 febbraio 2014

IL LIBRO DI AUGIAS BRUCIATO.

  1. Notizie relative a libro di augias bruciato



    1. Militante grillino brucia l'ultimo libro di Augias. Il giornalista: “Ecco cosa intendevo per fascismo”

      Primaonline.it ‎- 13 ore fa
      L'ultimo libro di Augias, 'I segreti d'Italia', che brucia tra le fiamme di un camino acceso: è la fotografia postata su Facebook da Francesco Neri, ...
Tanto chiasso per nulla. E' forse un reato bruciare un libro? Bruciare un libro non è e non deve essere reato. Altrimenti si dovrebbe ammettere che tutti i libri sono buoni, mentre esistono libri che sarebbe meglio non fossero stati mai scritti, come l'Antico Testamento e il Corano. E come la mettiamo con il Mein Kampf? Quello di Augias non si deve bruciare e quello di Hitler sì? Io dico che ognuno è padrone di bruciare i libri che vuole SE SONO SUOI: E' un gesto simbolico, di libertà, che deve essere rispettato.
Il poeta John Milton (autore del poema Il paradiso perduto), che, esponente del movimento puritano, giustificò l’esecuzione del re, fu autore anche di diversi scritti politici, in cui, muovendo dalla constatazione che, in base al diritto naturale, ognuno nasce libero, e soltanto in quanto tale conferisce ad altri il potere che gli appartiene per realizzare la giustizia, considerò le leggi umane un’invenzione successiva al diritto naturale, che si pone al di sopra di qualsiasi legge, intercorrendo tra il re e il popolo un contratto che deve essere fondato su principi fondamentali, essendo il potere derivato soltanto dal bene comune del popolo. Appellandosi al cristianesimo come religione della libertà, che esclude l’obbedienza passiva, Milton si pose anche contro la Chiesa presbiteriana, che, nata dal movimento puritano, divisosi tra presbiteriani e indipendenti (tra i quali si riconosceva Milton), era riuscita a farsi riconoscere come Chiesa di Stato pretendendo quelle stesse prerogative di cui prima la Chiesa anglicana aveva goduto contro i puritani, ed aveva richiesto una preventiva censura su un suo testo (The Doctrine and discipline of Divorce, 1644), accusato di essere sedizioso. In difesa della libertà di pensiero e di stampa Milton scrisse l’Areopagitica,1 in cui non riconobbe allo Stato il diritto di esercitare la censura sulla base della distinzione tra teorie che professano il bene e teorie che professano il male, giacché tale distinzione, spiega Milton, non può valere nella ricerca della verità, che comporta la conoscenza e la confutazione degli errori, possibile soltanto con il confronto anche con quei libri che sono ritenuti cattivi. Il male non può essere eliminato senza il libero uso della ragione, e il bene non può essere conosciuto senza la conoscenza del male. Nessun potere politico può arrogarsi il diritto di monopolio del bene. Pertanto, continua Milton, è inutile cercare di impedire la diffusione di scritti che si ritengano contrari alla verità, perché la storia dimostra che le dottrine si sono diffuse nonostante i provvedimenti censori, che servono solo ad alimentare il conformismo, che maschera la pigrizia intellettuale e l’imbecillità, per cui “la mondana accortezza, …l’essere ignavi, l’essere un qualunque solennissimo balordo sarà l’unica vita piacevole”.


1 Trad. e pref. a cura di S. Breglia, Laterza 1933.
(Dal mio libro Io non volevo nascere)
Pietro Melis alle 05:37

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