In un breve intervento dall'esterno nella trasmissione Porta a Porta Umberto Veronesi ancora una volta ha ribadito che la carne produce scorie che favoriscono il tumore all'intestino. Ha aggiunto che per un chilo di carne sono necessari 20.000 litri d'acqua e che un miliardo di umani soffre la fame perché molti terreni sono adibiti alla produzione di foraggio per gli animali da allevamento intensivo. Ha precisato che in India, dove la popolazione non mangia carne, non esiste il cancro all'intestino. Ha concluso che i vegetariani vivono mediamente sette anni e mezzo in più.
Ho letto il menu di Berlusconi quando è venuto a Cagliari per sostenere la pubblicità elettorale di quell'insipiente e idiota che è Cappellacci, amico dei cacciatori: panada di bue, salame, vitello al forno.* Sarebbe ora, dato il ritardo, che a 77 anni gli venisse un cancro all'intestino, dopo essere stato operato anni fa di cancro alla prostata.
In un'altra trasmissione ho sentito un allevatore (di morte) dire che agli animali (che si vedevano stipati crudelmente in stalle dove non potevano nemmeno camminare) anche per prevenzione veniva somministrata una dose di antibiotici (naturalmente per uso veterinario), cosicché chi mangia carne si prende anche una buona dose di antibiotici. A parte le sostanze tossiche che il povero animale scarica nell'organismo a causa dello stress del trasporto nel mattatoio e soprattutto per le scariche di adrenalina provocate dal terrore di ciò che gli sta per capitare anche solo sentendo l'odore del sangue dei suoi compagni, se non anche vedendo i suoi compagni uccisi in una lunga catena di uccisioni, di dissanguamento e di smontaggio dei suoi compagni. La gentaccia ipocrita sa ma fa finta di non sapere quando compra le fette di carne, magari in supermarket dove appaiono raccolte in celofan che alimenta ancor più l'ipocrisia perché in questo modo si evita di vedere parti intere dell'animale come nelle macellerie.
Già Rousseau in una lunga nota del Discorso sulle origini e i fondamenti della disegualianza tra gli uomini faceva notare come la lunghezza dell'intestino umano (che può arrivare a 12 metri), i numero dei capezzoli (due) e la dentatura ci assimili ad animali erbivori.I carnivori hanno degli incisivi pronunciati che servono a strappare alle prede lembi di carne, mentre non sono pronunciati come negli erbivori i molari, che servono a triturare i vegetali. I carnivori, inoltre, hanno un intestino assai corto per poter espellere prima le sostanze tossiche, tra cui l'azoto, che sono il residuo della digestione. Queste sostanze sostano a lungo in un intestino lungo, quale quello degli umani, dove la digestione è assai più lunga. Gli animali erbivori non sono soggetti a tumori.
Vi è tuttavia da osservare che il vegetarianesimo non abolisce del tutto gli allevamenti, anche se li può ridurre. Infatti il vegetariano non è un vegano, che non si nutre nemmeno di prodotti animali, quali latte e uova. Ammettiamo che tutta la popolazione diventi vegetariana ma non vegana. Che fine farebbero tutti i maschi? Una mucca, come una pecora, produce latte solo dopo la nascita di un figlio. Si sa che il vitello viene subito crudelmente sottratto alla madre e allevato artificialmente sino ad un periodo di vita di pochi mesi, perché dopo viene inviato al macello. La madre viene sfruttata nel suo produrre circa 20 litri di latte al giorno (quando al vitello ne occorrerebbero assai meno). Dopo essere stata sfruttata così per pochi anni (massimo cinque passando attraverso varie gravidanze, mentre potrebbe vivere almeno 20 anni) anche la madre subisce la sorte del figlio. E ciò vale anche per la pecora e gli agnelli maschi. Se anche tutti diventassero vegetariani i vitelli, gli agnelli maschi, i pulcini maschi subirebbero la stessa sorte perché economicamente improduttivi. Tranne pochi maschi per la riproduzione. E dunque anche le madri dopo essere state sfruttate per il latte non si sottrarrebbero alla loro eliminazione perché dopo un certo numero di anni non produrrebbero più la stessa quantità di latte. Il vegetarinesimo potrebbe servire solo ad eliminare la maggiore crudeltà degli allevamenti intensivi, dato il numero assai minore di animali necessari per la produzione del latte e non per la carne, permettendo che le mucche, come le pecore, possano pascolare liberamente all'aperto, ma non impedirebbe l'eliminazione degli inutili maschi. Questo non è stato mai detto da Veronesi. Che il latte, con tutti i suoi derivati che sono i formaggi, faccia bene alle ossa è solo una sciocchezza. Al contrario, le ossa umane respingono il calcio del latte. Vi è forse in natura qualche animale che si nutra, dopo lo svezzamento, del latte di animale di altra specie? NO! E allora?
Ho letto il menu di Berlusconi quando è venuto a Cagliari per sostenere la pubblicità elettorale di quell'insipiente e idiota che è Cappellacci, amico dei cacciatori: panada di bue, salame, vitello al forno.* Sarebbe ora, dato il ritardo, che a 77 anni gli venisse un cancro all'intestino, dopo essere stato operato anni fa di cancro alla prostata.
In un'altra trasmissione ho sentito un allevatore (di morte) dire che agli animali (che si vedevano stipati crudelmente in stalle dove non potevano nemmeno camminare) anche per prevenzione veniva somministrata una dose di antibiotici (naturalmente per uso veterinario), cosicché chi mangia carne si prende anche una buona dose di antibiotici. A parte le sostanze tossiche che il povero animale scarica nell'organismo a causa dello stress del trasporto nel mattatoio e soprattutto per le scariche di adrenalina provocate dal terrore di ciò che gli sta per capitare anche solo sentendo l'odore del sangue dei suoi compagni, se non anche vedendo i suoi compagni uccisi in una lunga catena di uccisioni, di dissanguamento e di smontaggio dei suoi compagni. La gentaccia ipocrita sa ma fa finta di non sapere quando compra le fette di carne, magari in supermarket dove appaiono raccolte in celofan che alimenta ancor più l'ipocrisia perché in questo modo si evita di vedere parti intere dell'animale come nelle macellerie.
Già Rousseau in una lunga nota del Discorso sulle origini e i fondamenti della disegualianza tra gli uomini faceva notare come la lunghezza dell'intestino umano (che può arrivare a 12 metri), i numero dei capezzoli (due) e la dentatura ci assimili ad animali erbivori.I carnivori hanno degli incisivi pronunciati che servono a strappare alle prede lembi di carne, mentre non sono pronunciati come negli erbivori i molari, che servono a triturare i vegetali. I carnivori, inoltre, hanno un intestino assai corto per poter espellere prima le sostanze tossiche, tra cui l'azoto, che sono il residuo della digestione. Queste sostanze sostano a lungo in un intestino lungo, quale quello degli umani, dove la digestione è assai più lunga. Gli animali erbivori non sono soggetti a tumori.
Vi è tuttavia da osservare che il vegetarianesimo non abolisce del tutto gli allevamenti, anche se li può ridurre. Infatti il vegetariano non è un vegano, che non si nutre nemmeno di prodotti animali, quali latte e uova. Ammettiamo che tutta la popolazione diventi vegetariana ma non vegana. Che fine farebbero tutti i maschi? Una mucca, come una pecora, produce latte solo dopo la nascita di un figlio. Si sa che il vitello viene subito crudelmente sottratto alla madre e allevato artificialmente sino ad un periodo di vita di pochi mesi, perché dopo viene inviato al macello. La madre viene sfruttata nel suo produrre circa 20 litri di latte al giorno (quando al vitello ne occorrerebbero assai meno). Dopo essere stata sfruttata così per pochi anni (massimo cinque passando attraverso varie gravidanze, mentre potrebbe vivere almeno 20 anni) anche la madre subisce la sorte del figlio. E ciò vale anche per la pecora e gli agnelli maschi. Se anche tutti diventassero vegetariani i vitelli, gli agnelli maschi, i pulcini maschi subirebbero la stessa sorte perché economicamente improduttivi. Tranne pochi maschi per la riproduzione. E dunque anche le madri dopo essere state sfruttate per il latte non si sottrarrebbero alla loro eliminazione perché dopo un certo numero di anni non produrrebbero più la stessa quantità di latte. Il vegetarinesimo potrebbe servire solo ad eliminare la maggiore crudeltà degli allevamenti intensivi, dato il numero assai minore di animali necessari per la produzione del latte e non per la carne, permettendo che le mucche, come le pecore, possano pascolare liberamente all'aperto, ma non impedirebbe l'eliminazione degli inutili maschi. Questo non è stato mai detto da Veronesi. Che il latte, con tutti i suoi derivati che sono i formaggi, faccia bene alle ossa è solo una sciocchezza. Al contrario, le ossa umane respingono il calcio del latte. Vi è forse in natura qualche animale che si nutra, dopo lo svezzamento, del latte di animale di altra specie? NO! E allora?
Verso la scelta vegetariana. Il tumore si previene anche a tavola - Ibs
www.ibs.it/code/9788809766877/veronesi.../verso-scelta-vegetariana.ht...
Verso la scelta vegetariana. Il tumore si previene anche a tavola è un libro di Veronesi Umberto; Pappagallo Mario pubblicato da Giunti Editore nella collana ...
*Berlusconi e Cappellacci, cibo sardo Ecco il menù del pranzo dei ...
www.unionesarda.it/.../berlusconi_e_cappellacci_cibo_sardo_ecco_il_me...4 giorni fa - Sono i prodotti tipici della Sardegna a caratterizzare il pranzo di Silvio Berlusconi a Cagliari per la campagna elettorale di Ugo Cappellacci.
approvo in pieno, caro professore...leggendo il blog di Valdo Vaccaro vi sono parecchie analogie...
RispondiEliminaapprovo in pieno, caro professore...leggendo il blog di Valdo Vaccaro vi sono parecchie analogie...
RispondiEliminaNella mia Sassari non faccio che vedere ristoranti di kebab ovunque. sarebbe ora di far fare a questi cancri di umanità la stessa fine che fanno fare a questi poveri animali.
RispondiEliminaPovere creature...
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