Il giornalista del quotidiano LIBERO Miska Ruggeri ha pubblicato un interessante libro su Apollonio di Tiana, ingiustamente condannato all'oblio per colpa della damnatio memoriae voluta dalla tradizione cristiana.
Il saggio di Miska Ruggeri
Pubblichiamo
uno stralcio del capitolo «Le interpretazioni di Apollonio in
Occidente» tratto dal saggio Apollonio di Tiana. Il Gesù pagano (Mursia,
pp. 220, euro 13) di miska ruggeri - firma delle pagine culturali di Libero - in
www.ibs.it/code/.../ruggeri-miska/apollonio-tiana-gesu.html
Apollonio di Tiana. Il Gesù pagano è un libro di Ruggeri Miska pubblicato da Ugo Mursia Editore nella collana Storia, biografie e diari-biografie : € 11,05 di .
www.tgcom24.mediaset.it/.../apollonio-di-tiana-mago-o-profeta-anticrist...
06/mag/2014 - A far luce su questo personaggio controverso è ora il saggio Apollonio di Tiana. Il Gesù pagano di Miska Ruggeri (Mursia, 220 pagine, 13 euro, ...
Ma nel mio libro Scontro tra culture e metacultura scientifica (2006) su Apollonio di Tiana avevo già scritto quanto segue.
Apollonio
di Tiana (I secolo d. C.), educato a Tarso, non si fece convertire da
S. Paolo quando lo incontrò. Preferì rimanere legato
culturalmente all’India, dove era stato, contemperando la cultura
indiana con il pitagorismo. Flavio Filostrato di Lemno, vissuto nel
III secolo, fu invitato da Giulia Domna, moglie dell’imperatore
Settimio Severo, a scrivere la biografia di Apollonio. Egli racconta
che Apollonio aveva la fama di essere un mago, di aver fatto molti
miracoli e di essere persino risuscitato per dimostrare che l’anima
è immortale, ma aggiunge che non vi era in ciò alcunché
di vero e che Apollonio era solo un sapiente che ancor giovinetto
disse al suo maestro Eusseno di voler diventare pitagorico e gli
spiegò: “ ‘Farò come i medici. La loro prima cura è
di purgare: prevengono così le malattie o le guariscono’. A
partire da quel momento non si nutrì più di carni…si
nutrì di verdure e di frutta, dicendo che tutto ciò che
dà la terra è puro…e divenne assistente del medico
Esculapio” (Vita di
Apollonio, I, 7).
E’
evidente che sarebbe stato preferibile che S. Paolo, invece di
cercare di convertire Apollonio, si fosse fatto convertire da lui.
Quanto sarebbe stata migliore la storia.
Conoscitore dei tesi della
religione di Zarathustra, egli affermò che “nessun
sacrificio di animali è da farsi poiché Dio non ha
bisogno di alcunché” e che è preferibile non fare
alcuna violenza ad alcun animale evitando l’uso delle pelli per
accrescere il senso della giustizia. “La terra produce ogni cosa e
chi vuole essere in pace con gli esseri viventi non ha bisogno di
alcunché, poiché i suoi frutti si possono cogliere, e
altri coltivare secondo le stagioni, in quanto essa è la
nutrice dei suoi figli: ma la gente, come se non udisse le sue grida,
affila le spade contro gli animali per trarne cibo e vestimento. I
Bramani dell’India invece non approvano tale condotta e istruirono
i Ginni dell’Egitto a respingerla: da costoro Pitagora, che fu il
primo dei Greci a frequentare gli Egizi, prese la sua dottrina che
lasciava alla terra gli esseri animali; e affermando che i suoi
prodotti sono puri e adatti a nutrire il corpo e la mente, di questi
si cibava. Sostenendo inoltre che gli abiti che si portano
solitamente sono impuri, in quanto provengono da esseri mortali, si
abbigliava di lino; e per la stessa ragione intrecciava il vimine per
farsene calzature” (Flavio Filostrato, Vita
di Apollonio di Tiana).
Apollonio
conobbe in Etiopia l’imperatore Vespasiano, dopo che si allontanò
da Roma perché perseguitato sotto Nerone da Tigellino, ma poi
dovette lasciare nuovamente Roma sotto l’imperatore Domiziano,
succeduto al fratello Tito, facendo perdere di sé le tracce
sotto l’imperatore Nerva. Nell’ambiente culturale del I secolo
l’arte della retorica veniva indirizzata verso argomentazioni che
dovevano suscitare emozioni e meraviglia per suscitare grandi
pensieri che stessero tra il sublime e il mistero. Si combatteva così
in certi ambienti colti contro il conformismo a favore di alti
ideali. Allo stesso modo si può pensare che S. Paolo, per
raccogliere maggior credito tra le folle, abbia diffuso il racconto
della resurrezione di Gesù, da lui inventato.
Persino
un cristiano come Eusebio (di cui scriveremo appresso) poteva
conservare in una sua opera (Preparazione
evangelica, IV, 13)
il pensiero di Apollonio in questi termini: “Io credo che si
osservi il culto conveniente alla divinità…se al Dio che
diciamo Primo e che è l’Uno e separato da tutte le cose e
che dobbiamo riconoscere superiore a tutti gli altri non si immolino
vittime, non si accendano lampade, non si consacri alcuna delle cose
sensibili. Dio non ha bisogno di alcuna cosa…Con lui adopera solo
la parola migliore, cioè quella che non esce dalle labbra, e
da lui, che è il migliore degli esseri, invoca i beni mediante
ciò che in noi v’è di migliore: l’intelletto, che
non ha bisogno di alcun organo”. In una lettera (26) delle molte
apogrife si legge: “Se gli dei non hanno bisogno di vittime, che si
dovrà fare per avere i loro favori? Credo si debba aver
l’animo ben disposto a beneficiare gli uomini per quanto è
possibile, secondo i loro meriti”. Apollonio passò alla
posterità con la definizione di “Cristo pagano”. Il che
sarebbe da ritenersi una grave offesa per Apollonio, non per il
Cristo di S. Paolo. Giustamente, infatti, Porfirio oppose la figura
di Apollonio a quella di Cristo, ritendo che Apollonio fosse il vero
salvatore. Se si riflette sul fatto che Gesù era un ebreo che
non aveva preso mai le distanze dalla Torah, che egli pretendeva, al
contrario, di avere completato, si può dire che nessuna vera
salvazione poteva venire all’umanità dalla religione
ebraica, scuola di macelleria, che portò a ritenere, tramite
il cristianesimo, che il Figlio di Dio dovesse essere macellato in
croce per redimere l’umanità. Fu il neoplatonismo, come si
vedrè tra poco, a salvare in parte il cristianesimo dalla
maledizione della Torah, del dio ebraico che maledice e che sparge
sangue. Non si trascuri il fatto che Gesù, cacciando i
mercanti che sostavano fuori, sotto il colonnato, del tempio,
accusandoli di averne fatto “una spelonca di ladri”, identificava
in realtà la casa di dio con il tempio-mattatoio ebraico.
Rimase ebreo.