venerdì 3 ottobre 2014

IL CASO DE MAGISTRIS. SOSPESO DA SINDACO ANTICOSTITUZIONALMENTE.

Di che cosa è stato accusato De Magistris? Di avere intercettato 8 parlamentari. Premesso che non dovrebbe essere reato intercettare i parlamantari senza chiedere l'autorizzazione alla stessa casta di questi falsi rappresentanti del popolo, nel caso di De Magistris dove sta il reato per cui è stato condannato a 1 e 3 mesi (condanna che, stando sotto i 3 anni, è per di più soggetta alla sospensione della pena)? Gli era stata consegnata una lista comprendente una lunga serie di numeri di telefono. Non poteva sapere a priori, come se avesse la sfera di cristallo, a chi fosse intestato il numero di telefono. Ma, ammesso che prima avrebbe dovuto verificare l'intestazione di tutti i numeri, quando avviene una  telefonata sono due i numeri di telefono intercettati. Supponiamo che uno degli 8 parlamentari stesse telefonando con un non parlamentare. E' chiaro che non si può cancellare uno dei due numeri (quello del parlamentare) se non cancellando anche quello del non parlamentare. Supponiamo che un parlamentare stia telefonando con un noto pregiudicato o mafioso.  Che deve fare il P.M. (quale era De Magistris) che indaga? Deve prescindere dal contenuto della  telefonata in questo caso? Anche se si tratta di contenuto rilevante ai fini dell'indagine? Infatti avrebbe dovuto chiedere alla Camera o al Senato l'autorizzazione all'intercettazione già prima della telefonata. Il che non ha senso. E' contraddittorio. Illogico. Per chiedere l'autorizzazione infatti dovrebbe avere già la prova che il parlamentare sia indagabile per reato. Come lo si può indagare se prima bisogna chiedere l'autorizzazione alla Camera o al Senato? Impossibile. E se la si chiedesse il parlamentare da indagare a questo punto si farebbe furbo smettendo di telefonare. Illogicamente un parlamentare ha il diritto di sottrarsi ad ogni indagine se manca il permesso della maggioranza della Camera o del Senato. Non basta. 
Prescindiamo pure da questa totale illogicità che serve solo a salvare una casta di politici che ha ammantato la sua dittatura con la veste di una farsa di democrazia. La sciagurata legge Severino è anticostituzionale perché le è stata attribuita una efficacia retroattiva contro ogni principio che ha sempre guidato la legislazione penale: NESSUNO PUO' ESSERE ACCUSATO DI UN REATO CHE NON ERA PREVISTO DALLA LEGGE PRIMA CHE IL REATO VENISSE COMMESSO. Se cade questo principio cade tutto. 
Orbene, la legge Severino fa cadere proprio questo principio. Berlusconi (di cui non sono mai stato un sostenitore avendo cessato di votare dal 1993) è stato dichiarato decaduto dalla carica di senatore perché dichiarato colpevole di frode fiscale per un reato commesso prima dell'entrata in vigore della legge Severino che prevede la decadenza dai pubblici uffici anche per un reato commesso prima di detta legge. Da notare poi, cosa che nessuno ha mai fatto notare (e mi meraviglio che né Berlusconi né De Magistris l'abbiano fatto), che la carica elettiva non può essere confusa con un pubblico ufficio, come ho già fatto notare in altri articoli quando si trattò di votare anticostituzionalmene sulla decadenza di Berlusconi da senatore). La Costituzione infatti (art. 51 ) dice che "Tutti i cittadini dell'uno e dell'altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive...". Come confermato dall'art. 97, che riguarda la pubblica amministrazione: "I pubblici uffici sono organizzati secondo le disposizioni di legge...". Ma le cariche elettive non fanno parte della pubblica amministrazione perché, al contrario, i pubblici uffici sono regolati dalle cariche elettive (dal parlamento ai Comuni). 
Chi ha una carica elettiva non ricopre un pubblico ufficio. In questo senso non vi è  differenza tra un sindaco (o consiglere comunale o regionale) e un parlamentare. L'unica differenza consiste nel fatto che il parlamentare ha una immunità parlamentare, pur limitata dal potere che ha la maggioranza della Camera o del Senato di revocaglierla. E' evidente che una condanna (superiore ai tre anni) passata in giudicato non può non intervenire per privare il condannato della sua carica elettiva, non esistendo in questo caso differenza tra carica elettiva e pubblico ufficio. Ma nel caso della legge Severino ci troviamo di fronte ad una tripla anticostituzionalità.
1) Prima di tutto essa identifica i pubblici uffici con le cariche elettive. E ciò anticostituzionalmente in quanto la Costituzione distingue tra cariche elettive e pubblici uffici.
2) Perchè la legge Severino include la retroattività della legge contro il principio generale della legislazione penale, come sopra detto.       
3) Perché essa discrimina le altre cariche elettive da quelle dei parlamentari. Infatti per i parlamentari vale una condanna che non sia inferiore ai tre anni (come quella subita da Berlusconi) e a condizione che sia passata in giudicato, mentre per le altre cariche elettive vale anche una condanna inferiore (come quella ingiustamente subita da De Magistris) con l'aggiunta incredibile che vale anche soltanto una condanna di primo grado. E ciò contro il principio costituzionale e penale secondo cui nessuno può essere considerato colpevole se non dopo una sentenza passata in giudicato.                
Siamo dunque di fronte ad un obbrobrio giuridico. Nel caso di Berlusconi la colpa è anche sua perché da cretino votò a favore della legge Severino che era una legge delega, che, come tale, delegava il suo contenuto al governo. In pratica Berlusconi diede carta bianca al governo per farsi condannare. Poteva essere più coglione di così? 
Le stesse considerazioni debbono essere valide nel caso di De Magistris, in quanto ricoprente una carica elettiva e non un pubblico ufficio. Ricoprono un pubblico ufficio, per esempio, gli stessi magistrati che hanno condannato Berlusconi e De Magistris. Egli non poteva essere sospeso dalla carica di sindaco in quanto si tratta di una carica elettiva e non di un pubblico ufficio. Nel caso di De Magistris vale anche la discriminazione attuata contro di lui in quanto sindaco. Notare infatti che, se fosse stato parlamentare, non sarebbe stato perseguito per il reato addebitatogli perché prima di tutto una condanna a 1 anno e tre mesi (e sino a tre anni) comporta la condizionale (cioè la sospensione delle pena) se non vi sono state precedenti condanne. 
Il fatto è che De Magistris ha subito la vendetta di un individuo vomitevole quale è sempre stato quella faccia da camorrista che è Clemente Mastella, autore della Controriforma dell'ordinamento giudiziario dopo il decreto legge sulla Riforma dell'ordinamento giudiziario del leghista Roberto Castelli, che aveva introdotto, tra tante innovazioni, come  l'introduzione di esami per passare ad un grado superiore della magistratura, la separazione tra magistratura inquirente e magistratura giudicante, anche la responsabilità diretta dei giudici, e non soltanto per dolo. Il Mastella, leccaculo della magistratura, annacquò completamente la Riforma Castelli. Quando fu indagata la moglie (che, presidente del Consiglio regionale della Campania, finì nel 2008 agli arresti domiciliari per concussione in un processo in cui era indagato anche il marito) costui si vendicò facendo cadere il governo Prodi togliendogli la fiducia, così confondendo un fatto familiare con questioni politiche. Da tale processo fu stralciata la presenza di Mastella solo perché, essendo europarlamentare, le sue telefonate non potevano essere intercettate, e dunque non utilizzabili come mezzo d'accusa. La moglie sì e il marito no solo perché europarlamentare. Questa è una giustizia tutta da riformare. Non basta.    
Precedentemente, nel 2007, De Magistris stava indagando su tre processi, in uno dei quali era indagato lo stesso Mastella. Costui cerca ancora di discolparsi  dalle sue personali responsabilità dicendo che poi fu assolto. Falso. Furono solo archiviate le accuse contro di lui solo perché ancora una volta non potevano essere fatte valere le intercettazioni telefoniche nei confronti di un parlamentare. Come non bastasse ciò la vicenda si ritorse contro De Magistris per avere intercettato le telefonate di Mastella. E il Tribunale di Roma condannò per questo De magistris a 1 anno e 3 mesi per abuso d'ufficio. Incredibile. E dopo che i tre processi furono sottratti a De Magistris per essere avocati dalla Procura di Catanzaro. De Magistris, intanto, fu prima trasferito di sede su richiesta di Mastella, ministro della "giustizia" e su ordine successivo del CSM, presieduto da Nicola Mancino, poi indagato per collusione con la mafia. E Mancino si raccomandò per questo a Napolitano perché le sue telefonate al Quirinale, intercettate, fossero escluse dagli esami probatori in quanto parlava avendo all'altro capo del telefono Loris D'Ambrosio, consulente di Giustizia di Napolitano. Le telefonate al Quirinale non possono essere intercettate. Capito come vanno le cose in Italia? Ha ragione dunque De Magistris nel dire che l'Italia è una democrazia MALATA. Se le indagini fossero state lasciate a De Magistris, non influenzabile da politici alla Mastella, quasi certamente le conclusioni sarebbero state diverse. Perciò è inutile che la faccia da camorrista continui a difendersi dicendo che poi fu assolto. Fu assolto dopo che le indagini furono sottratte a De Magistris. Ed è inutile che Mastella distingua i P.M. dai giudici delle indagini preliminari (GIP). Si sa che il GIP normalmente non ha voglia di sobbarcarsi la fatica  di leggersi le migliaia di pagine che gli presenta il P.M. dopo avere concluso le indagini. Formalmente il rinvio a giudizio viene deciso dal GIP, mentre di fatto questi si limita ad apporre una firma per confermare le conclusioni del P.M. Pertanto Mastella è stato assolto grazie alle sue amicizie particolari che arrivavano sino al CSM (dove aveva l'amicizia di Mancino vicepresidente), che doveva pur sdebitarsi nei confronti della Controriforma Mastella, leccaculo della casta dei magistrati.     
In conclusione, ha fatto bene De Magistris a non dimettersi da sindaco per tutti i motivi detti. Ma mi meraviglio del fatto che non abbia sollevato tutte le eccezioni di anticostituzionalità da me rilevate in merito alla pazzesca legge Severino, anch'essa frutto velenoso dell'infame governo Monti.
Mastella: un voltagabbana passato da Prodi a Berlusconi pur di rimanere sempre attaccato a una poltrona. "Francia o Spagna purché se magna".  

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