giovedì 2 ottobre 2014

LE SOLITE CAZZIATE DI CAZZIARI (SIVE CACCIARI)

Ancora una volta il leader Massimo Cacciari non rinuncia a riproporre la sua teoria secondo cui in noi vive anche l'altro con cui deve confrontarsi la nostra identità. Non ho mai capito che cosa intenda Cazziari per "l'altro", definito da lui anche come "straniero". Perché Cazziari non si confronta anche con i tagliagole di ISIS per far valere la sua identità?  E' chiaro che queste cazziate hanno come presupposto il relativismo, la politica dell'accoglienza. Cacciari (e questa volta non storpio il suo cognome) dice che bisogna distinguere tra famiglia e alleato. Gli Stati Uniti farebbero parte di un Occidente senza che l'Europa abbia scelto gli Stati  come propria famiglia perché la famiglia non si sceglie. Si scelgono gli alleati. E ora finalmente qualcosa  su cui concordo pienamente. L'Europa deve scegliersi come alleato la Russia perché Mosca è da considerarsi TERZA ROMA. Bene. Ma Cacciari sembra avere copiato da me il rilievo di Mosca terza Roma giacché io ne avevo scritto già nel 2005 in Scontro tra culture e metacultura scientifica. Ma se Mosca è terza Roma contro un'Europa che sta rinnegando le sue radici greco-romano-cristiane ciò mal si concilia con il relativismo derivante dall'accoglienza dell'altro dentro la propria identità. O si sceglie escludendo tutto ciò che sta fuori della scelta perché in contrasto con la propria identità oppure non si sceglie. Non si può essere relativisti, pronti ad  ascoltare "l'altro", "lo straniero", e poi fare una scelta di campo preferendo la Russia al resto dell'Europa corrotta nel suo relativismo, aperta all'invasione dello "straniero", compreso quello islamico. Vi  da aggiungere che, quando Cacciari (che ridiventa Cazziari) cita il famoso fisico Erwin Schrödinger per supportare la sua convinzione che in fisica non esiste un oggetto fuori della relazione tra soggetto ed oggetto, attribuisce a Schrödinger un pensiero non suo giacché Schrödinger si è limitato ad affermare l'impossibilità di stabilire esattamente la natura dell'elettrone nella sua duplice veste di particella e di onda elettromagnetica, avendo tutti e due i comportamenti: l'uno implicante, come elettrone, valori discreti dell'energia, l'altro, come onda, implicante valori continui dell'energia. Questo indeterminismo, espresso nel famoso principio di indeterminazione di Heisenberg, è valido solo nella meccanica quantistica e non investe tutta la conoscenza nel campo della fisica. Cazziari ha preso la parte per confonderla ignorantemente con il tutto.  Intriso solo di conoscenze filosofico-letterarie è bene che Cazziari stia lontano dalle conoscenze scientifiche per evitare di utilizzarle a suo uso e consumo. Due dei maggiori rappresentanti della fisica quantistica non hanno affatto negato l'oggettività della conoscenza scientifica. Riporto quanto ho scritto a questo proposito in Scontro tra culture e metacultura scientifica.


Gadamer – e, con lui, tutti gli storicisti o i convenzionalisti, come il secondo Wittgenstein (Ricerche filosofiche, 1953) - ha travisato completamente il significato del linguaggio scientifico, che non è un linguaggio artificiale, ma, come scrisse Niels Bohr, uno dei maggiori protagonisti della fisica atomica e della meccanica quantistica,1 “un raffinamento del linguaggio comune, che ne ricava i mezzi per formulare relazioni per le quali l’ordinaria espressione verbale risulterebbe imprecisa…L’uso di simboli matematici, evitando i riferimenti al soggetto cosciente che permeano il linguaggio quotidiano, assicura la non ambiguità delle definizioni richiesta da ogni descrizione oggettiva”.2 E Werner Heisenberg, che formulò il principio di indeterminazione nella meccanica quantistica, ha scritto: “Le decisioni circa il valore di un determinato lavoro scientifico, su ciò che è giusto o sbagliato nell’opera, non dipende da nessuna autorità umana…le questioni verranno decise, e non sarà questo o quest’altro gruppo di scienziati a decidere ma la natura stessa…Le idee scientifiche si diffondono perché sono vere. Esistono criteri oggettivi e decisivi per determinare l’esattezza di una affermazione scientifica”.3
1 A Bohr è dovuto il principio di complementarità tra onda e corpuscolo introdotto per spiegare il comportamento dell’elettrone nell’irradiazione dovuta a un fascio di elettroni.

2 Unità della conoscenza (1954), in I quanti e la vita, Boringhieri 1969 (1965), p. 59.

3 Fisica moderna e pensiero contemporaneo, in Fisica e filosofia (1958), Il Saggiatore 1961.
Leggere l'intervista qui sotto. 
06:38
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Bruno Giurato
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Ecco l'ultima cazziata di Cazziari in cui l'autore continua a cacciareggiare 
  Labirinto filosofico - Cacciari MassimoLabirinto filosofico Cacciari Massimo, 2014, Adelphi

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