Si sa che il fisico cattolico Antonino Zichichi ha sempre sostenuto che l'evoluzione biologica non può spiegare l'origine della vita. Ma si dovrebbe rispondergli proprio citando una famosa frase di Gesù: "Guardatevi dai falsi profeti...li riconoscerete dai loro frutti" (Matteo, 7, 16). Ebbene, Zichichi ha sempre furbescamente evitato di esaminare i frutti di quella creazione in cui egli, da cattolico impenitente e impertinente, ha sempre fideisticamente, cioè antiscientificamente, sostenuto. Se dai frutti bisogna giudicare l'autore della creazione, allora è meglio pensare che l'autore non esista. Notare le frasi senza senso di Zichichi nella sua replica a Veronesi. Egli ha detto:
"Se c'è una logica deve esserci un Autore. L'ateismo, partendo dall'esistenza di tutti i drammi che affliggono l'umanità, sostiene che se Dio esistesse queste tragedie non potrebbero esistere. Cristo è il simbolo della difesa dei valori della vita e della dignità umana. Che sia figlio di Dio è un problema che riguarda la sfera trascendentale della nostra esistenza. Negare l'esistenza di Dio però equivale a dire che non esiste l'autore della logica rigorosa che regge il mondo. Tutto dovrebbe esaurirsi nella sfera dell'immanente la cui più grande conquista è la scienza".
Persino i filosofi cristiani (da Agostino a Grozio e a Leibniz, per esempio) hanno affermato, quasi riprendendo la tradizione platonica, che le verità matematiche sono indipendenti dalla mente divina. Se Dio non può fare che 7+5 sia diverso da 12 è evidente che niente può esistere senza il rispetto della logica matematica. E, poiché le leggi fisiche non possono esistere senza il linguaggio matematico, è evidente che non vi è bisogno di ricorrere a Dio per giustificare le leggi fisico-matematiche che reggono il mondo. Senza queste leggi il mondo non potrebbe esistere. Che va dunque cianciando Zichichi facendo appello ad una "sfera trascendentale" (Dio) per giustificare le leggi fisico-matematiche che reggono il mondo?
Cito alcune pagine dal mio libro Scontro tra culture e metacultura scientifica (2005).
Vi è anche qualche scienziato cattolico, come il famoso A. Zichichi – quasi personaggio-oracolo della TV italiana, ma di cui non si sa quale grande scoperta abbia mai fatto - che, accecato anch’egli da una fede che ha bisogno di visibilità (cattolica), crede, pur essendo un fisico, e non un biologo, di poter neutralizzare il darwinismo con il creazionismo affermando che il darwinismo può spiegare l’evoluzione delle specie ma non l’origine della vita, che sarebbe opera divina. Orbene, per quanto riguarda Zichichi, gli consigliamo di riflettere sugli argomenti dei maggiori studiosi mondiali di biologia evoluzionistica, che abbiamo ampiamente esposto in un capitolo del nostro libro, che potrebbe essere un breve libro a parte,1 e che, pertanto, qui non ripetiamo. Integriamo tali argomenti facendo riferimento alle ultime ricerche riguardanti le leggi del caos e della complessità esposte dal maggiore teorico della complessità e dell’auto-organizzazione in campo biologico che è Stuart Kauffman, 2 il quale ha spiegato che in un regime ordinato al confine del caos, cioè in una condizione di non equilibrio di un sistema termodinamico aperto, dove vi è dissipazione di energia del sistema e acquisizione di energia dall’esterno, è assai probabile che si formi un ordine gratuito, secondo gli studi condotti da Ilya Prigogine (Nobel 1977 per la chimica).3 Allo stesso modo, presupponendo un numero di “miscele sufficientemente complesse di sostanze chimiche” è assai probabile che si formino “dei sistemi dotati della capacità di catalizzare l’intricata rete di reazioni chimiche da cui sono formate le molecole stesse”, cosicché le protocellule sarebbero “il risultato non di una selezione naturale, ma piuttosto dell’ordine spontaneo di sistemi autoorganizzati”.4 Se si ammette che in origine, data un’enorme rete di reazioni chimiche, queste stesse reazioni fossero capaci di produrre anche una sola molecola, ogni milione di molecole, capace di fungere da catalizzatore per permettere una reazione chimica veloce, come fa l’enzima nella cellula, si sarebbe formato nell’enorme rete di reazioni chimiche un gruppo di molecole autocatalittico, cioè “capace di autogenerarsi mediante reazioni catalizzate” sì da rendere concepibile “l’origine della vita come proprietà prevista del mondo fisico”, 5 ancor prima della formazione degli acidi nucleici dell’RNA che sono stati ritenuti sino ad oggi l’origine della capacità riproduttiva della cellulla. Facendo riferimento alla capacità della materia non vivente di costituire casualmente dei composti organici con la capacità di riprodursi ancor prima della formazione dell’RNA non è più necessario postulare una sorta di miracolo per spiegare il passaggio dalla materia non vivente a quella vivente, mentre è possibile fare riferimento a leggi generali della fisica che siano comuni alla fisica e alla biologia. Poiché i sistemi viventi stanno tra l’ordine e il caos, in un equilibrio instabile, si spiega la loro capacità di evolversi anche per una piccola perturbazione del sistema di riproduzione. A questo punto sulla casuale evoluzione dei sistemi viventi ha agito sin dall’origine la selezione naturale darwiniana, che non serve a spiegare come abbia avuto origine la vita, ma come essa sia stata modellata nella coevoluzione dei sistemi viventi. “Spero di persuadervi del fatto che la vita è una proprietà naturale dei sistemi chimici complessi, del fatto che quando il numero di specie molecolari differenti in un brodo chimico supera una certa soglia, deve apparire improvvisamente una rete di reazioni che si autoalimentano – un metabolismo autocatalittico…Gli impressionanti sviluppi della biologia molecolare rendono ora possibile immaginare la creazione di sistemi molecolari in grado di auto-riprodursi – vita sintetizzata. Credo che questo traguardo verrà raggiunto entro uno o due decenni.”6 “La vita può essere una proprietà emergente prevedibile della materia e dell’energia…L’ordine spontaneo è stato altrettanto potente della selezione naturale nella creazione di un mondo vivente”.7 E’ questione di tempo: la biotecnologia riuscirà a riprodurre in laboratorio la vita producendo protocellule formantisi da una rete complessa di reazioni chimiche casuali. 8
"Se c'è una logica deve esserci un Autore. L'ateismo, partendo dall'esistenza di tutti i drammi che affliggono l'umanità, sostiene che se Dio esistesse queste tragedie non potrebbero esistere. Cristo è il simbolo della difesa dei valori della vita e della dignità umana. Che sia figlio di Dio è un problema che riguarda la sfera trascendentale della nostra esistenza. Negare l'esistenza di Dio però equivale a dire che non esiste l'autore della logica rigorosa che regge il mondo. Tutto dovrebbe esaurirsi nella sfera dell'immanente la cui più grande conquista è la scienza".
Persino i filosofi cristiani (da Agostino a Grozio e a Leibniz, per esempio) hanno affermato, quasi riprendendo la tradizione platonica, che le verità matematiche sono indipendenti dalla mente divina. Se Dio non può fare che 7+5 sia diverso da 12 è evidente che niente può esistere senza il rispetto della logica matematica. E, poiché le leggi fisiche non possono esistere senza il linguaggio matematico, è evidente che non vi è bisogno di ricorrere a Dio per giustificare le leggi fisico-matematiche che reggono il mondo. Senza queste leggi il mondo non potrebbe esistere. Che va dunque cianciando Zichichi facendo appello ad una "sfera trascendentale" (Dio) per giustificare le leggi fisico-matematiche che reggono il mondo?
Cito alcune pagine dal mio libro Scontro tra culture e metacultura scientifica (2005).
Vi è anche qualche scienziato cattolico, come il famoso A. Zichichi – quasi personaggio-oracolo della TV italiana, ma di cui non si sa quale grande scoperta abbia mai fatto - che, accecato anch’egli da una fede che ha bisogno di visibilità (cattolica), crede, pur essendo un fisico, e non un biologo, di poter neutralizzare il darwinismo con il creazionismo affermando che il darwinismo può spiegare l’evoluzione delle specie ma non l’origine della vita, che sarebbe opera divina. Orbene, per quanto riguarda Zichichi, gli consigliamo di riflettere sugli argomenti dei maggiori studiosi mondiali di biologia evoluzionistica, che abbiamo ampiamente esposto in un capitolo del nostro libro, che potrebbe essere un breve libro a parte,1 e che, pertanto, qui non ripetiamo. Integriamo tali argomenti facendo riferimento alle ultime ricerche riguardanti le leggi del caos e della complessità esposte dal maggiore teorico della complessità e dell’auto-organizzazione in campo biologico che è Stuart Kauffman, 2 il quale ha spiegato che in un regime ordinato al confine del caos, cioè in una condizione di non equilibrio di un sistema termodinamico aperto, dove vi è dissipazione di energia del sistema e acquisizione di energia dall’esterno, è assai probabile che si formi un ordine gratuito, secondo gli studi condotti da Ilya Prigogine (Nobel 1977 per la chimica).3 Allo stesso modo, presupponendo un numero di “miscele sufficientemente complesse di sostanze chimiche” è assai probabile che si formino “dei sistemi dotati della capacità di catalizzare l’intricata rete di reazioni chimiche da cui sono formate le molecole stesse”, cosicché le protocellule sarebbero “il risultato non di una selezione naturale, ma piuttosto dell’ordine spontaneo di sistemi autoorganizzati”.4 Se si ammette che in origine, data un’enorme rete di reazioni chimiche, queste stesse reazioni fossero capaci di produrre anche una sola molecola, ogni milione di molecole, capace di fungere da catalizzatore per permettere una reazione chimica veloce, come fa l’enzima nella cellula, si sarebbe formato nell’enorme rete di reazioni chimiche un gruppo di molecole autocatalittico, cioè “capace di autogenerarsi mediante reazioni catalizzate” sì da rendere concepibile “l’origine della vita come proprietà prevista del mondo fisico”, 5 ancor prima della formazione degli acidi nucleici dell’RNA che sono stati ritenuti sino ad oggi l’origine della capacità riproduttiva della cellulla. Facendo riferimento alla capacità della materia non vivente di costituire casualmente dei composti organici con la capacità di riprodursi ancor prima della formazione dell’RNA non è più necessario postulare una sorta di miracolo per spiegare il passaggio dalla materia non vivente a quella vivente, mentre è possibile fare riferimento a leggi generali della fisica che siano comuni alla fisica e alla biologia. Poiché i sistemi viventi stanno tra l’ordine e il caos, in un equilibrio instabile, si spiega la loro capacità di evolversi anche per una piccola perturbazione del sistema di riproduzione. A questo punto sulla casuale evoluzione dei sistemi viventi ha agito sin dall’origine la selezione naturale darwiniana, che non serve a spiegare come abbia avuto origine la vita, ma come essa sia stata modellata nella coevoluzione dei sistemi viventi. “Spero di persuadervi del fatto che la vita è una proprietà naturale dei sistemi chimici complessi, del fatto che quando il numero di specie molecolari differenti in un brodo chimico supera una certa soglia, deve apparire improvvisamente una rete di reazioni che si autoalimentano – un metabolismo autocatalittico…Gli impressionanti sviluppi della biologia molecolare rendono ora possibile immaginare la creazione di sistemi molecolari in grado di auto-riprodursi – vita sintetizzata. Credo che questo traguardo verrà raggiunto entro uno o due decenni.”6 “La vita può essere una proprietà emergente prevedibile della materia e dell’energia…L’ordine spontaneo è stato altrettanto potente della selezione naturale nella creazione di un mondo vivente”.7 E’ questione di tempo: la biotecnologia riuscirà a riprodurre in laboratorio la vita producendo protocellule formantisi da una rete complessa di reazioni chimiche casuali. 8
Inoltre, suggeriamo a Zichichi –
se non si mette d’accordo con la nota astrofisica Margherita Hack,
atea - una lettura di S. Tomaso, che scrisse chiaramente che la
creazione del mondo da parte di Dio è razionalmente da
respingere, riguardando unicamente la fede. O Zichichi vuole essere
più cattolico di S. Tomaso? In secondo luogo rispondiamo a
Zichichi che egli non può furbescamente utilizzare Dio come
deus ex machina
per spiegare cose che la scienza non ha ancora del tutto spiegato,
utilizzando la fede come rifugio-pattumiera dell’ignoranza. In
terzo luogo basti a Zichichi, o a chi come lui, considerare
l’incidenza determinante
della casualità, non soltanto nell’evoluzione biologica, ma
anche nella fase di formazione della vita oltre il batterio. Sono
stati necessari più di 3 miliardi di anni perché si
passasse casualmente
dalla cellula monocariotica (priva di nucleo) dei batteri e delle
alghe azzurre alla cellula eucariotica di tutte le altre forme di
vita, la cui origine, pertanto è unica, essendo anche l’uomo
disceso dalla simbiosi casuale
di due batteri. Senza la lontanissima simbiosi di due batteri la
Terra sarebbe ancor oggi abitata soltanto da batteri e da alghe
azzurre, perché senza la cellula eucariotica sarebbe stata
impossibile tutta l’evoluzione successiva dai primi organismi
monocellulari eucariotici. Dio avrebbe impiegato 3 miliardi di anni
per operare questa simbiosi? Simbiosi che non è più una
teoria, ma una verità scientifica, provata anche dal fatto che
anche l’uomo, nel suo DNA mitocondriale, distinto dal DNA
principale, chiuso nel nucleo, contiene un residuo del DNA del
batterio. Nel complesso, poi, l’evoluzione biologica, con tutti i
suoi fallimenti, che vengono ignorati
ad arte da chi ricorre a Dio,
esclude completamente l’immagine di un disegno divino. Si prendono
gli aspetti che denotano l’organizzazione “sapiente” della
natura, e si vogliono ignorare tutti gli aspetti fallimentari, non
“sapienti”, che stanno dietro tale organizzazione. Questa è
un’operazione truffaldina da teologi. “Il 99% delle specie che si
sono formate nel corso dell’evoluzione si è
estinto...Valutazioni prudenti dicono che 440 milioni di anni fa, e
poi 80 milioni di anni fa, le forme di vita marine furono ridotte del
70%. E 240 milioni di anni fa una percentuale tra il 75% e il 90% si
estinse”.9
Già prima, dunque, dell’estinzione dei grandi rettili (65
milioni di anni fa).
E gli studiosi definiscono
l’estinzione di una specie un “fallimento” della natura. Si
consideri che, se non fosse caduto sulla Terra il meteorite che, con
il pulviscolo da esso sollevato, avrebbe oscurato il sole – teoria
prevalente per spiegare la scomparsa dei grandi rettili, e, pare,
accettata da Zichichi – non vi sarebbe stata l’esplosione
dell’evoluzione dei mammiferi e la conseguente comparsa dell’uomo.
E il meteorite chi l’ha inviato, secondo Zichichi? Dio? Non faccia
ridere. Ma ammettiamo che l’abbia inviato Dio. Se ne deduce che Dio
aveva in mente un certo progetto dell’evoluzione biologica, ma poi
si accorse che tale progetto in fase esecutiva era sbagliato, e
dunque ogni tanto portava all’estinzione un gran numero di specie.
Ma il progetto, sempre riveduto e corretto, si mostrava sempre
sbagliato (!), perché con esso aveva riempito la Terra di
rettili, impedendo l’evoluzione dei piccoli e pochi mammiferi,
condannati a vivere nascosti e infrattati di giorno per non essere
preda dei rettili carnivori, essendoci anche quelli erbivori. E non
si trattava di semplici varianti in corso d’opera. Si trattava di
una continua modificazione del progetto originario in fase esecutiva.
Allora Dio, 65 milioni di anni fa, rimediò con il meteorite,
scagliandolo arrabbiato sulla Terra. E la cosa questa volta gli
riuscì. Infatti, finalmente, spazzò via i grandi
rettili, che, avendo sangue freddo, non resistettero alla
glaciazione, e diedero spazio ai mammiferi, e con essi all’uomo. Le
piace questa spiegazione, Zichichi? Non basta. Visto che, dopo
l’eliminazione dei grandi i rettili, i primati non si decidevano ad
evolversi verso l’uomo, Dio, 10 milioni di anni fa, sollevò
la terra in Africa lungo una verticale subsahariana che lasciò
la foresta ad ovest e inaridì la terra ad est, provocando la
savana, di modo che favorì a ovest l’evoluzuione verso le
scimmie (scimpanzé, gorilla, etc.), a est l’evoluzione di
un ramo delle protoscimmie che, rimaste senza foresta, e cessando di
avere una vita arboricola, svilupparono un portamento eretto,
essendo, all’inizio, preda di animali carnivori, con cui si misero
in competizione, incominciando, per necessità di
sopravvivenza, e non per costituzione naturale, a cibarsi anche dei
resti di animali morti. Così nacque l’australopithecus,
originariamente vegetariano, da cui si evolse l’homo.
Che storia tribolata! Ma, si sa, Dio ama le tribolazioni. Un Dio che
sbaglia continuamente il progetto della natura! Fa ancora più
ridere.
E
tutti i parassiti – zecche, pidocchi, pulci, etc., di cui gli
animali viventi in libertà soffrono senza potersene liberare
con la mano dell’uomo, – tutti gli insetti “nocivi”, come le
zanzare, fanno parte anch’essi del progetto divino? Ma questi, si
dirà, fanno parte di una catena alimentare. Ma non poteva Dio,
sapiente, crearne una migliore senza aggiungere crudeltà? E
tutte le malattie mortali - causate da virus e da batteri che, senza
far parte della catena alimentare, “stupidamente” si suicidano
con la morte dell’organismo in cui penetrano - e sfuggite alla
selezione naturale, ancor prima della comparsa dell’uomo, chi le ha
create? Dio? Ma allora sarebbe il dio di Jago, che nell’Otello
musicato da Verdi canta l’aria: “Credo in un dio crudele”. Uno
serio scienziato della zoologia, il francese Pierre Grassé
(L’evoluzione del
vivente), il cui
pensiero abbiamo esaminato nel nostro testo, ebbe, se pur
semiaccecato dalla fede cattolica, il coraggio di scrivere che è
meglio non cercare Dio
nella natura. Ne
uscirebbe un semidio, un ectoplasma di divinità.
Impari da un altro cattolico, esperto nelle discipline biologiche, il
fisico Zichichi, prima di discettare su materie che non sono di sua
competenza. Infine, Zichichi dovrebbe mettersi d’accordo con se
stesso, giacché egli ha ammesso la plausibilità del
modello cosmologico dell’universo oscillante, cioè di un
universo che, arrivato al massimo della fase attuale di espansione,
si contragga per dar luogo ad una nuova espansione. Egli ha scritto:
“Tra 50 miliardi di anni (forse), raggiunto il massimo di
espansione, avrà inizio la compressione, che si concluderà
con il collasso gravitazionale. E poi? Niente. Nessuno può
fare previsioni”. Ma poi Zichichi cita l’astrofisico Efim S.
Fradkin, secondo cui la carica gravitazionale nella fase della
contrazione si spegnerebbe evitando il collasso gravitazionale.
Allora si giustificherebbe una serie illimitata di espansioni
cosmiche.10
Il che manderebbe Dio in soffitta. Questo modello – aggiungiamo noi
- è oggi prevalente in considerazione della recente scoperta
dell’esistenza della materia oscura, di cui quella visibile delle
stelle sarebbe soltanto il 2%. Essa giustificherebbe la fase
successiva di contrazione dell’universo per il prevalere della
forza di gravitazione, una volta esauritasi quella di espansione dopo
il Big Bang.
Eterno ritono! Anassimandro ed
Eraclito. Secondo Anassimandro, ogni mondo organizzato proviene dalla
materia indefinita e infinita, e ogni mondo, disfacendosi, tornerà
ad essa. Ogni elemento proviene da questa materia indefinita e in
essa tornerà. E così da capo. Secondo Eraclito tutti i
mondi nascono dal Fuoco –paragonabile all’energia della fisica
d’oggi – e nel Fuoco torneranno. Gli elementi sono trasmutazioni
del Fuoco, come noi oggi diciamo che ogni elemento chimico, nella sua
massa, è equivalente ad energia (E=mc2,
secondo la nota formula di Einstein). Ed ogni elemento ad essa
tornerà. E così da capo.
E poi…quale Dio Zichichi
proporrebbe? Quello
della Bibbia? No, per carità! Non sia ridicolo.
Un Dio che avrebbe creato miliardi di galassie per poi accentrare
tutta la sua attenzione su questo pianetino, che è la Terra,
in funzione dell’uomo. Un Dio veramente sprecone. Ma si capisce, se
l’universo è stato creato da Dio allo stesso modo in cui ha
creato la vita sulla Terra. In realtà gli sarebbe bastato un
universo abbastanza piccolo, dimensionato a misura d’uomo. Ma, non
riuscendo a mettere in fase esecutiva il progetto di un sistema
solare in cui un particolare pianeta, come la Terra, si trovasse alla
giusta distanza dal sole, in modo che non fosse troppo caldo come
Venere, o troppo freddo come Marte, e poi né troppo grande né
troppo piccolo, perché l’atmosfera non venisse,
rispettivamente, schiacciata, per troppa gravità, sulla
superficie del pianeta o dissipata, per troppo poca gravità,
nello spazio, sì da consentire la formazione della vita,11
mise in atto il motto che sarebbe stato poi copiato dall’ Accademia
del Cimento - “provando e riprovando” – e così, avendo a
disposizione l’eternità, alla fine vi riuscì. Ma per
riuscirvi dovette mettere in atto tanti tentativi quanti sono le
centinaia di migliaia di sistemi solari compresi in ognuna dei
miliardi di galassie. Ecco spiegato perché l’universo, pur
così grande, sia stato creato in funzione dell’uomo!
Soddisfatto Zichichi? Se non è soddisfatto gli offro un’altra
possibile spiegazione: Dio, per fare più in fretta, avendo in
mente sempre, come unico fine, la creazione dell’uomo, creò
l’universo con un fiat,
calcolando una certa quantità di energia iniziale perché
poi da essa si formassero le galassie in espansione, e, giocando
sulla legge dei grandi numeri, messosi a braccia conserte, si mise ad
aspettare che in qualche parte dell’universo si formasse un sistema
solare come il nostro. E pare che abbia aspettato 15 miliardi di anni
(13.500.000 secondo le ultime stime) dal Big Bang. Non aveva fretta.
Si sa che Dio è eterno. Che cosa sono per lui 15 miliardi di
anni? Ma perché avrebbe creato l’universo? Si era stancato
di rimanere solo? Zichichi non rida. Possono ridere altri, ma non
individui come lui. Solo così si può mettere d’accordo
la Bibbia con un universo in funzione dell’uomo. Ma anche in questo
caso non si scapperebbe dalla casualità.
Sembra infatti che la formazione dei continenti sulla Terra sia un
po’ scappata dal progetto divino, come dimostra l’esistenza dei
terremoti, per cui si può pensare che Dio non abbia saputo
consolidare bene i vari strati geologici della Terra, a iniziare
dalla sua fase di raffreddamento, nella casuale deriva dei continenti
dalla Pangea, che iniziò nel Mesozoico (250 milioni di anni
fa).12
Nel 1755 il terremoto di Lisbona, che provocò 50.000 morti –
cifra enorme tenendo conto della popolazione d’allora – indusse
molte coscienze cristiane a riflettere sull’asserita perfezione
divina della natura. E Voltaire scrisse nell’occasione il Poema
sul disastro di Lisbona (“Muta
è la natura e la si interroga invano, si ha bisogno di un Dio
che parli al genere umano, a lui soltanto appartiene l’opera sua
spiegare, racconsolare il debole, il saggio illuminare…). Il
recente terremoto del Kashmir ha provocato soltanto 50.000 vittime
(tenendo conto dell’alta densità della popolazione). E, al
contrario dei cristiani europei del ‘700 molti islamici hanno
cantato “Allah è grande”. Quelli che così
cantavano o la pensavano nello stesso modo avrebbero meritato un
terremoto ben maggiore, che li spazzasse via dalla faccia della
Terra, così Allah sarebbe divenuto grandissimo, insuperabile.
Anche qui sta la differenza tra cristianesimo e islamismo. Il primo è
capace di nutrire dubbi sull’operato divino, l’altro, espressione
della malattia psichica più diffusa sulla Terra, rimane
impenetrabile dalla ragione. E ci asteniamo dall’addebitare
completamente a Dio gli uragani nelle proporzioni che stanno
assumendo negli ultimi tempi a causa dell’antropizzazione della
Terra che ha portato a un aumento della sua temperatura, causata
dell’emissione di calore nell’atmosfera da parte delle industrie.
Essi rientrano in maggior misura nei guasti ambientali prodotti
dall’antropocentrismo, che è all’origine del capitalismo
selvaggio e senza regole, che è conseguenza della mancanza
di rispetto del diritto naturale e che in Occidente ha tuttavia
radici bibliche, per cui il dio biblico, che nel Genesi
diede la Terra in proprietà all’uomo come suo dominio,
sarebbe, indirettamente, responsabile anche degli uragani. Il recente
disastroso uragano di New Orleans appare come la giusta nemesi del
rifiuto arrogante degli Stati Uniti di aderire al Trattato di Kyoto
per la diminuzione dell’emissione di gas nell’atmosfera. Pertanto
diamo a Cesare, cioè agli uomini, le colpe degli uomini, e a
Dio le “colpe” di Dio, cioè della natura.
Inoltre, a parte ciò, se
nel gioco dei grandi numeri si fosse formato, in altro luogo
dell’universo, qualche altro sistema solare con esseri
intelligenti, e magari più intelligenti del famoso Zichichi,
come la mettiamo con la Bibbia e con il peccato originale –
dottrina a cui Zichichi, come cattolico, non può sottrarsi -
che implicava, da quando fu formulata, che la Terra fosse al centro
di un mondo assai piccolo, senza altre forme di vita in altre parti
del mondo? E, anche se nell’intero universo la Terra fosse l’unico
pianeta ad avere una forma di vita intelligente, quando sarebbe
apparsa l’anima immortale nell’evoluzione dall’australopithecus
all’homo sapiens
sapiens? E,
considerando che oggi nemmeno la Chiesa cattolica crede in Adamo ed
Eva - anche se accenna all’evoluzione soltanto in documenti
speciali, senza fare ad essi pubblicità per non turbare i
credenti13
- in che cosa sarebbe consistito il peccato originale? Zichichi si
aggiorni. Gli conviene, per coerenza scientifica, convertirsi al Dio
dei non credenti. Non ha alcunché da perderci. Si può
salvare l’anima – che, sotto sotto, è ciò che gli
preme - anche con questo Dio, e si risparmia tante sciocchezze. Se
esistesse un Dio quale autore della vita sulla Terra, bisognerebbe
maledirlo per come l’ha organizzata. Una “crudele” catena
alimentare: mangià tu, ché poi ti mangio io. A Leibniz
che, con argomentazioni teologiche, aveva scritto (Saggio
di teodicea, I, 25)
che questo è il migliore dei mondi possibili (da qui la
risposta ironica di Voltaire nel famoso romanzo Candido,
o dell’ottimismo),
Schopenhauer obiettò che questo è il peggiore dei mondi
possibili, a tal punto che, se fosse un tantino peggiore, non
potrebbe nemmeno esistere (Il
mondo come volontà e come rappresentazione,
II, cap. 46).
Chi ha bisogno di credere si
aggrappa disperatamente alla corda che la tradizione culturale in cui
è nato ed è vissuto gli offre, anche nella visibilità
delle istituzioni e degli edifici religiosi, che nella loro
plurisecolarità o plurimillenarietà, con i loro riti e
con la loro predicazione, danno conforto al bisogno di credere con
una parvenza di garanzia di verità, mentre alimentano
un’illusione di verità. L’ebreo si aggrappa alla corda di
Jahweh, il cristiano alla corda di Gesù, l’islamico alla
corda di Allah, l’induista alla corda di Brahma &C. Ognuno si aggrappa alla corda che gli si offre. Ma per poter
impiccarsi contento di fronte al nulla.
1
In esso riassumiamo parti del nostro testo intitolato Biologia
e filosofia. Origine della vita ed evoluzione biologica. Casualità
e necessità
(518 pp.), Quaderno n. 43 degli Annali della Facoltà di
Scienze della formazione di Cagliari, anno 1999.
2
A casa nell’universo.
Le leggi del caos e della complessità
(1995), Editori Riuniti 2001.
3
La Nuova Alleanza.
Metamorfosi della scienza (con
Isabella Stengers), 1979, Einaudi 1981.
4
A casa
nell’universo, op.
cit., pp. 41-.43.
5
Ibd., p. 92.
6
Ibid., p. 72.
7
Ibid., p. 101.
8
Ibid., p. 203.
9
Josef H. Reichholf, L’impulso
creativo (1992),
Garzanti 1995, pp. 134 sgg.
10
A. Zichichi, Il vero e il falso. Passeggiando tra le stelle e a casa nostra,
IL Saggiatore 2003, pp. 290 sgg
11
Cfr. Mario Ageno, Le
radici della biologia,
Feltrinelli 1986, pp. 378 sgg.
12
A. Wegener, La
formazione dei continenti e degli oceani (con
introduzione di di G. Charrier),Boringhieri 1976. In particolare le
pp. 50-54; 155-67.
Bellissimo articolo che però non schioderà Zichichi dalle sue convinzioni nemmeno di un millimetro. Zichichi è infatti un uomo di «grande fede» e la fede non la si può abbattere coi «ragionamenti» - se no il cattolicesimo sarebbe scomparso già da secoli. Zichichi, che avrà sicuramente dei meriti scientifici e sa anche ragionare applicando i principi della logica, deve essere stato marchiato in modo indelebile da bambino, o forse più tardi (come un Saulo o Claudel),
RispondiEliminae ... non c'è niente da fare con questi credenti o convertiti. Zichichi è arrivato a dire che l'uomo è solo nell'universo, non ci sarebbero altri mondi abitati da esseri intelligenti in un universo popolato da cento miliardi galassie (con miliardi di stelle in una sola galassia: 300-400 miliardi nella sola Via Lattea). Questa sua idea - l'uomo solo nell'universo - ha però una sua logica (ciò dimostra che Zichichi sa anche ragionare quando vuole): infatti se ci fossero tante civiltà nell'universo "il piano di salvezza di Dio, con l'uccisione del Figlio" sarebbe un po' strano, se non grottesco. Questo piano deve essere per forza "unico" perché se il Figlio deve riscattare altre civiltà con il quasi inevitabile peccato originale (possibile che solo i Terrestri abbiano fatto la pensata di ribellarsi a Dio?) saremmo alla commedia pura, perché l'opera di redenzione dovrebbe ripetersi chissà quante volte.
Comunque direi che Zichichi è "innocuo": non fa del male a nessuno (oggi: ma ai tempi di Galileo che cosa avrebbe combinato? Avrebbe torturato anche lui Galileo?).
Comunque ho trovato un po' fiacca l'uscita di Veronesi: "Il cancro è la prova che Dio non esiste."
Ci sono ben altre prove che il Dio sanguinario della Bibbia non può esistere: "Per la contraddizion che nol consente", diceva già Dante.
Qualche teologo cattolico non esclude che esistano altri esseri intelligenti nell'universo. Essi sarebbero immuni dal peccato originale e dunque aventi un diverso futuro. Ne consegue però che il Dio cristiano si sarebbe incarnato solo per la salvezza dell'uomo sulla Terra, non riguardando la storia dell'uomo quella di altri esseri intelligenti. Fantasia che galoppa. Diceva Demostene che quando ci si intestardisce a difendere una causa sbagliata la causa si ingarbuglia sempre di più. E questo è solo un garbuglio di sciocchezze.
RispondiEliminaVeronesi certamente ha fatto riferimento al cancro come esempio di malattia genetica indotta dalla imperfezione della cellula. Anche se il cancro (vedi Eternit) può essere causato da fattori esterni e non genetici.