Io mi domando sempre come possano far parte dell'ONU gli Stati islamici, a cominciare dalla nefanda Arabia Saudita, che ha il peggiore governo del mondo. E tuttavia è stata sempre alleata degli Stati Uniti. Vi è da rimanere inorriditi leggendo gli articoli della DICHIARAZIONE del Cairo. L'ho riportata nel mio libro Scontro tra culture e metacultura scientifica (2006).
Basti
considerare gli indecenti articoli della tragicomica Dichiarazione
del Cairo sui Diritti dell’Uomo nell’Islam del 5 agosto
1990. Essa nel preambolo riafferma “il ruolo civilizzatore e
storico della ummah islamica che Allah fece quale migliore
nazione, che ha dato
all’umanità una civiltà universale”. Essa riconosce
“i diritti umani …in accordo con la shari’a islamica…contenuti
nel Libro della rivelazione di Allah attraverso l’ultimo dei suoi
Profeti a completare i precedenti messaggi divini”. Pertanto “tutti
gli esseri umani formano un’unica famiglia i cui membri sono uniti
dalla sottomissione ad Allah e dalla sua discendenza da Adamo…Tutti
gli esseri umani sono soggetti ad Allah…” (art. 1). “La vita è
un dono dato da Allah…ed è vietato sopprimere la vita tranne
che per una ragione prescritta dalla shari’a…”(art. 2). “I
genitori hanno il diritto di scegliere il tipo di educazione che essi
desiderino per i propri figli, a condizione che essi (siano)...in
conformità con i valori e i principi della shari'a…”.
(art. 7). “Lo Stato garantirà…la pluralità di
offerte educative nell’interesse della società e in modo da
rendere capace l’essere umano di familiarizzarsi con la religione
dell’Islam…”.(art. 9). “L’Islam è una religione
intrinsecamente connaturata
all’essere umano”
(sic!). E’ proibito…convertirlo a un’altra religione o
all’ateismo” (sic!) (art. 10). “Gli esseri umani nascono liberi
…e non esiste soggezione se non ad Allah l’Altissimo” (art. 11).
“Non c’è crimine o punizione al di fuori di quanto
previsto dalla shari’a…” (art. 19). “Ogni individuo ha il
diritto di esprimere liberamente (sic!) la propria opinione che non
contravvenga ai principi della shari’a…L’informazione… non
può… violare la santità e la dignità dei
Profeti…o indebolirne la fede (sic!)” (art. 22). “Tutti i
diritti e le libertà enunciate nella presente Dichiarazione
sono soggetti alla shari’a islamica” (art. 24). “La shari’a è
la sola fonte di riferimento per l’interpretazione di qualsiasi
articolo della presente Dichiarazione” (art. 25).
Di
fronte ad una tale assurda e folle Dichiarazione, che, contravvenendo
anche alle comuni conoscenze scientifiche, si pone come fondamento di
una legislazione statale facendo ancora, scandalosamente, riferimento
ad Adamo come origine dell’umanità e facendosi carico di
difendere la “sacralità” dell’Islam come religione
“connaturata all’essere umano” – mentre ormai da tempo anche
la Chiesa cattolica ha accettato come verità scientifica
l’evoluzionismo darwiniano con un documento del 1995 – di fronte
ad una Dichiarazione che giustifica la libertà umana soltanto
se non è in contrasto con il Corano e perseguita come
colpevole di reato un cittadino di un Paese islamico che rifiuti la
religione islamica o per conversione ad altra religione o perché
ateo – di fronte a tutto ciò l’Europa, invece di sbarrare
l’ingresso agli islamici, che con la suddetta Dichiarazione, e nel
rispetto del loro precetto religioso della dissimulazione, sono
nemici di uno Stato laico e liberale, risponde con il silenzio e il
disarmo del multiculturalismo da suicidio
che vieta addirittura di parlare di superiorità
dell’Occidente, anche di fronte ad una palese dimostrazione della
sua superiorità, data anche dal fatto che l’immigrazione
avviene dai Paesi islamici verso l’Occidente, mentre non avviene il
contrario, e nessuna scoperta scientifica continua a provenire,
perché non può provenire, dal mondo islamico, parassita
dell’Occidente. E l’Onu, che non dovrebbe avere tra i suoi membri
i Paesi che hanno sottoscritto la suddetta Dichiarazione, perché
in contrasto con i principi laici della Dichiarazione Universale dei
Diritti dell’Uomo approvata dall’assemblea dell’Onu del 10
dicembre 1948, tace anch’essa per opportunismo politico,
squalificandosi con il rendersi priva di ogni credibilità
giuridica.
La
follia politica della solidarietà e dell’accoglienza di una
immigrazione permanente che ha sempre premiato con sanatorie i
clandestini – invece che temporanea e selezionata, anche impedendo
l’ingresso di islamici – con la follia più grave che
vorrebbe aggiungere il diritto alla cittadinanza per causare tutti i
danni conseguenti ad un aumento della popolazione in un territorio
già affollato, predicando utopisticamente un’integrazione
anche di coloro che, come gli islamici, non possono essere integrati,
sta preparando nuovi conflitti sociali su basi sia religiose che
economiche a causa di una futura maggiore disoccupazione conseguente
ad una maggiore concorrenza per i posti di lavoro, anche
nell’amministrazione pubblica se gli immigrati otterranno la
cittadinanza. E di ciò pagheranno le spese le future
generazioni, che dovranno maledire i portatori di simile follia, che alimenta l’utopistica politica di integrazione, che è
votata al fallimento, come dimostra la rivolta in Francia dei figli
degli immigrati provenienti da Paesi islamici. Il risultato sarà
comunque il degrado della società a causa di gruppi
culturalmente non integrabili. E con la scusa di una loro
emarginazione sociale inteverrà il moralismo, contro la
giustizia, per riconoscere ad essi corridoi privilegiati e
l’assegnazione gratuita di case, come si è già fatto
nei confronti degli zingari. Ha scritto
Harry G. Frankfurt
che vi è una differenza fondamentale tra le menzogne e le
stronzate (“bullshit”). Le prime fanno riferimento a credenze che
si ritengono vere, essendo funzionali ad una certa visione del mondo,
e in questo senso esse contengono un pensiero, pur essendo prive di
valore conoscitivo. Le stronzate, invece, nascono da comuni modi di
dire privi di pensiero. In questo senso si può dire –
aggiungiamo noi - che la Bibbia dice menzogne. I politici, invece,
dicono stronzate, come tutti quelli che usano il termine
“solidarietà”, perché nella loro ignoranza,
accompagnata dalla malafede ideologica ispirata da scopi demagogici,
confondendo la morale – che non comporta obblighi giuridici - con
il diritto, presi dal sentimento e privi di ragione, non sanno
nemmeno quel che dicono. La “solidarietà” è un
termine che appartiene all’ambito della morale, non comportando una
reciprocità di diritti e di doveri. Essa dovrebbe pertanto
essere sostituita nel vocabolario della politica con il termine
“socialità”, che appartiene all’ambito del diritto.
Diversamente si confonde la carità con la giustizia. E sulla
base di questa confusione la politica alleva degli stronzi, che
predicano la solidarietà, da imporre con le tasse. Così
si pretende, per esempio, la solidarietà del nord ricco del
mondo con il sud povero senza richiesta di doveri, tra cui il dovere
di non aumentare la popolazione sulla Terra e di darsi dei “governi
decenti”.
Allo stesso modo si vuole imporre - e con l’ingerenza della Chiesa
in questioni puramente politiche, e non morali - la solidarietà
economica del nord d’Italia con le regioni del sud, anche quando
queste, che hanno paura che con il federalismo diminuiscano i
trasferimenti di danaro dal nord, si meritano solo l’autogoverno
della mafia.