Fanno domanda quelli che vogliono farsi una vacanza all'estero per andare a cazzeggiare a spese dello Stato. Cazzeggiare anche nel senso letterale del termine, oltre a quello metaforico. La maggioranza è costituita da ragazze. Debbono seguire dei corsi e dare dei relativi esami. Ma come possono seguire dei corsi in una lingua straniera che non conoscono? Un mio amico molti anni fa mi aveva detto che la figlia era andata all'estero per l'ERASMUS. Gli domandai: che cosa è andata a fare? Mi rispose: a cazzeggiare. Mi è stato detto (ma non so se sia vero) che vi sono traduzioni simultanee per tutti i cazzeggiatori dell'Erasmus che non conoscano la lingua locale dello Stato prescelto. Ma che razza di lezioni possono essere fatte se poi uno studente non può fare domande al docente non conoscendo la lingua del docente? E poi che esame si può dare se il docente e l'esaminando parlano lingue diverse? Occorrerebbe un traduttorre per ogni studente di lingua diversa da quella dell'esaminatore. Io penso una cosa. I cazzeggiatori dell'ERASMUS sono dei furbetti che, oltre a farsi una lunga vacanza all'estero con contributo tuttora dello Stato, in questo modo evitano di dare in Italia quegli esami farsa che hanno dato all'estero, non potendosi pensare che vi siano dei bocciati per evitare che i soldi dello Stato e delle famiglie che se lo possono permettere siano stati impiegati inutilmente. E' una pacchia. A favore delle famiglie benestanti. Ma tornati in Italia i professori italiani dovrebbero tenere conto degli esami burla dati all'estero e trarne un conseguente giudizio negativo. Dovrebbero attuare il detto napoletano "Ccà niscuno è fesso". Hai fatto il furbo con l'ERASMUS? E adesso pagane le spese.
P.S. Dopo avere letto il primo commento ho telefonato al mio citato amico. Mi ha detto che lo Stato italiano aveva contribuito con 200mila lire al mese per la figlia (che si trattenne 8 mesi). Non vi era ancora la disgrazia dell'euro. Ma il commentatore si informi prima di dire falsità. Mi è stato confermato che gli esami (burla) dati all'estero vengono conteggiati in Italia e non debbono essere ripetuti.
P.S. Dopo avere letto il primo commento ho telefonato al mio citato amico. Mi ha detto che lo Stato italiano aveva contribuito con 200mila lire al mese per la figlia (che si trattenne 8 mesi). Non vi era ancora la disgrazia dell'euro. Ma il commentatore si informi prima di dire falsità. Mi è stato confermato che gli esami (burla) dati all'estero vengono conteggiati in Italia e non debbono essere ripetuti.
Lei non sa che lo stato non finanzia più da anni il progetto erasmus. È tutto a spese delle famiglie con un simbolico rimborso che non copre neanche un mese di permanenza. Inoltre il sistema a crediti sostanzialmente fa ripetere l'esame sostenuto all estero nella propria facoltà !
RispondiEliminaMe la sono fatta sotto dal ridere nel sentire il cordoglio radical chiccaio che definisce queste ragazze come "il meglio dell'Europa".
RispondiEliminaL'Erasmus è un troiaio dove si va a fare tutto meno che a studiare. Party a base di sesso, droga e musica di merda pagati a spese dei contribuenti.
Se fossero morte delle militanti della Lega o di Casa Pound non se le sarebbe filate nessuno.
Islamofoba Incazzata
Per avere fatto le stesse considerazioni sono stato bollato come passatista. Basta con questa farsa "dell'orgasmus". Altroché studio..
RispondiEliminaEvidentemente il Sig. Melis è inabile all'apprendimento di una lingua straniera e scarica la propria frustrazione sui poveri studenti erasmus.
RispondiEliminaUna lingua straniera, fosse pure lo spagnolo (figuriamoci poi il tedesco), non si impara in pochi mesi e a livello tale da poter seguire una lezione e sostenere un esame. Lei probabilmente ha qualcuno/a di sua conoscenza che ha fatto la scampagnata dell'Erasmus per andare a cazzeggiare con poca voglia di studiare. Quelle morti non cazzeggeranno più. Visto che mi voleva provocare.
RispondiEliminaUna lingua come lo spagnolo o il portoghese possono essere acquisite in pochi mesi per un italiano, specie se l'università ospite organizza dei corsi intensivi nella lingua locale durante il primissimo periodo di permanenza. Nella mia esperienza di studente erasmus in Portogallo effettivamente tutti gli italiani erano in grado di comprendere ed esprimersi in portoghese (non perfetto ma funzionale) dopo un periodo di pochi mesi, e hanno sostenuto esami nella lingua locale. Alcuni studenti polacchi avevano grosse difficoltà nell'esprimersi a distanza di mesi, e per lo più usavano l'inglese, che era ammesso durante gli esami (questo almeno per quanto riguarda materie tecniche). Un collega in Germania ha avuto grosse difficoltà, ed ha dato gli esami in Inglese.
RispondiEliminaL'ostacolo linguistico è una difficoltà addizionale per gli studenti, e almeno in molti atenei giustamente (nel mio caso quello di Coimbra) non si fanno sconti. Per favore non si alimenti lo stereotipo bieco dello studente Erasmus che cazzeggia, in molti casi è l'esatto contrario, aumenta il carico di studio per via dei tempi ridotti, l'impossibilità/la difficoltà a ripetere l'esame successivamente, l'ostacolo linguistico e quello culturale dovuto al fatto di trovarsi in un ambiente estraneo e senza supporto di amici e parenti vicini, che vanno considerati insieme agli aspetti indubbiamente piacevoli dell'esperienza.
Molto più facile rimanere nel comodo della propria residenza in Italia, senza dovevr apprendere altre lingue e confrontarsi con le difficoltà di un ambiente estraneo.
Prima di tutto avrebbe dovuto evitare vigliaccamente l'anonimato. Ma rispondo a tutti quelli che difendono l'Erasmus. Che razza di lezioni possono essere comprese anche da un polacco se le lezioni non vengono tenute in inglese? E anche la conoscenza dell'inglese non madrelingua non consentirà di capire pienamente le lezioni. E poi come sostenere gli esami se l'esaminatore non parla la lingua dell'esaminando? La la burla principale consiste nell'accogliere in Italia gli esami burla dati all'estero. L'Erasmus avrebbe un senso solo come titolo per avere seguito lezioni e sostenuto esami all'estero senza per questo riconoscerli come esami dati in Italia. Se così fosse pochi chiederebbero di fare l'Erasmus, avendo come unico scopo di fare esperienza all'estero approfittando dei contributi statali. E chiudo qui il discorso.
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