E' stato impiegato un batterio privandolo di una serie di segmenti o filamenti del DNA riducendolo a 473 geni. Il DNA umano ha circa 20.000 geni. Ma che vita artificiale è quella che è stata ottenuta usando come STAMPO un batterio, che non è un organismo artificiale? E' da decenni che si sta tentando di riprodurre la vita in laboratorio. Ma tutti i tentativi sono sempre partiti da cellule viventi per poi moltiplicarle in vitro. La vita artificiale sarebbe quella che si ottenesse in laboratorio impiegando le sostanze inorganiche costitutive di una cellula, non quella che impiega in partenza le cellule di un organismo vivente quale è il batterio, la forma più primitiva della vita, essendo un organismo monocellulare e procariotico. Dalla CASUALE simbiosi di batteri è nata la cellula eucariotica monocellullare, senza la quale non vi sarebbe stato un miliardo di anni fa l'inizio dell'evoluzione biologica. Che tutti gli organismi siano nati da tale casuale simbiosi è ormai un fatto acquisito dalla scienza, a partire dalla teoria (che non è più soltanto una teoria) della biologa Lynn Margulis. Senza la casuale formazione della cellula eucariotica la Terra oggi sarebbe ancora abitata da batteri e da alghe verdi-azzurre (anch'esse costituite da una monocellula procariotica). La Terra ha impiegato circa tre miliardi di anni per arrivare casualmente alla simbiosi di alcuni batteri dando nascita alla cellula eucariotica. Ho trattato questi temi, analizzando anche i vari tentativi, non riusciti, di creare sinteticamente la vita in laboratorio partendo da sostanze inorganiche e sottoposte a scariche elettriche, nel mio libro Biologia e filosofia. Origine della vita ed evoluzione biologica. Casualità e necessità (Quaderno n. 43 degli Annali della Facoltà di Scienze della formazione dell'Università di Cagliari, 1999, 518 pagine).
A questo punto franano tutte le religioni che pongono l'uomo come fine dell'evoluzione biologica. Se è unica, infatti, l'origine di tutte le forme di vita non è sostenibile la pretesa che solo l'uomo abbia un'anima immortale ed abbia un destino diverso da quello di un batterio. Parafrasando il titolo di una novella di Pirandello (O di uno o di nessuno) si può dire: o di tutti (gli animali) o di nessuno. O anche i batteri hanno un'anima immortale oppure non l'ha nemmeno l'uomo. Che i teologi rispondano agli argomenti scientifici, altrimenti tacciano per sempre. L'ignoranza è stata sempre la fonte di tutte le religioni.
Professore, io sinceramente aggiungerei un'altra riflessione sulla vita, che pone molti interrogativi: il fatto che l'uomo si sia evoluto intellettualmente secondo me non lo pone affatto su un gradino morale superiore, ma lo rende semmai molto più egoista e opportunista, violento in maniera cosciente.
RispondiEliminaInfatti lo sviluppo dell'autocoscienza porta nel caso della specie umana a usare gli altri come mezzo per l'affermazione di sé e di conseguenza ad asservire sia i propri simili sia la natura stessa, inquinandola: c'è in tutto questo una volontà di potenza che può essere distruttiva, come si vede appunto nella distruzione di interi ecosistemi, nella crudeltà verso gli animali, nelle guerre inutili, ecc. Si nota un'incapacità umana a ragionare in base al bene obiettivo del mondo e concentrandosi troppo sul proprio particolare interesse.
Ora le chiederei una sua opinione, ben sapendo che l'argomento è complesso: come mai l'evoluzione dell'intelligenza ha portato nel caso dell'uomo ad aumento quasi proporzionale della cattiveria e alla fine paradossalmente perfino della stupidità? E' insito nell'evoluzione stessa oppure è l'uomo ad essere un'anomalia, un tragico errore?
SEmplice la spiegazione. La specie umana ha abbandonato la natura con lo sviluppo dell'intelligenza dovuta all'evoluzione del cervello ed è diventato animale CULTURALE dimendicando di essere animale. Tutte le guerre, comprese quelle religiose, sono culturali e non naturali
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