mercoledì 14 settembre 2016

LA PARANOIA MANIACALE DELLA GOVERNABILITA'

Ai disonesti propagatori della governabilità intesa come stabilità del governo da conquistarsi a priori ad ogni costo anche se usurpata da una minoranza non interessa la rappresentatività, cioè il fatto che una maggioranza parlamentare debba rispecchiare la maggioranza dell'elettorato. Il BOMBA (così lo chiamavano a scuola perché già allora le sparava grosse) con l'uso del ricatto nei confronti dei suoi seguaci, e  contro l'opposizione interna del PD, ha sparato una legge elettorale che si è costruito su misura per distruggere ogni residuo di democrazia perché la bomba dell'italicum serve solo a dare in parlamento una maggioranza del 54% a quel partito che risultasse primo al ballottaggio, non importando affatto un tetto di voti, potendo bastare qualsiasi percentuale di voti. Così potrebbe capitare che un partito che ottenesse anche solo il 20% ma risultasse primo diventerebbe dittatore in parlamento. Il tetto del 40% è previsto solo nel caso in cui un partito risultasse primo con almeno il 40%, e in tal caso non vi sarebbe nemmeno bisogno di ballottaggio. Solo un individuo infernale poteva inventarsi una legge simile, per di più unita in un unico referendum ad una schiforma della Costituzione che stravolge completamente quella attuale aggiungendo complicazioni terribili con una larva di Senato non più eletto dai cittadini ma composto da 21 sindaci, 74 consiglieri regionali e 5 nominati dal capo dello Stato. Immaginatevi il grande casino che ne uscirebbe. Questi sindaci e consiglieri sarebbero eletti da sindaci da consiglieri regionali con un sistema elettorale tuttora da stabilire con ulteriore legge attuativa. Infatti i loro compiti non sono ancora ben definiti completamente, riguardo, per esempio, alla sanità. Questi fasulli senatori avrebbero limitate competenze, ma la legge bomba prevede che su queste competenze essi avrebbero il diritto di veto in contrasto con la maggioranza dei deputati. Poi i fasulli senatori, che dovrebbero dividersi tra le cariche di sindaci e consiglieri regionali e  quella nuova di senatori da barzelleta, facendosi ogni tanto un viaggio a Roma, avrebbero comunque su tutto il resto il potere di emendare le leggi approvate dalla Camera, ma in questo caso la Camera avrebbe il diritto di rigettare gli emendamenti di un fasullo Senato, che verrebbe privato del potere di sfiduciare il governo. Nascerebbero comunque contrasti tra questo fasullo Senato e la Camera, con la conseguenza che il diverbio andrebbe ad intasare il Consiglio di Stato e la Corte Costituzionale. Che c'entrino poi 5 senatori a vita con senatori rappresentanti le regioni non si capisce. Non mi ricordo chi abbia detto che questi 5 senatori rappresenterebbero al massimo il cortile del Quirinale.  Per farla breve: se non vince il NO l'Italia cade in un caos totale con in più la dittatura di un solo partito che sarebbe parente storico del partito fascista. Ma avendo capito questo delinquente che ha usurpato la carica di capo del governo che potrebbe vincere il NO, che sarebbe la sua sconfitta e la sua augurabile uscita per sempre dalla scena politica, ha dichiarato che è disposto a ridiscutere la legge elettorale, che, pur non essendo stata posta dai costituenti del 1946 nella Costituzione (e in ciò hanno gravemente sbagliato perché essi avevano tutti in mente una legge elettorale fondata sul proporzionale e senza premio di maggioranza) è stata accoppiata pazzescamente in un unico referendum che riguarda la schiforma della Costituzione. Sarebbe bastato  ridure i componenti della Camera e del Senato e modificare due soli articoli dell'attuale Costituzione. Quello che impedisce un referendum abrogativo per i trattati internazionali e per le leggi sul bilancio (art.75) e quello (una vera iattura) che prevede la mancanza di vincolo di mandato (art.67), con la conseguenza scellerata che un eletto possa passare da un partito all'altro tradendo il voto dell'elettore o possa fondarne un altro senza essere prima passato attraverso la verifica delle elezioni. Né si era voluto introdurre nel 1946 un referendum propositivo con una legge popolare che permettesse al popolo di farsi una legge scavalcando il parlamento almeno per contemperare la democrazia rappresentativa con quella diretta (come in Svizzera). Così abbiamo un Senato ed una Camera eletti sulla base di una legge elettorale dichiarata anticostituzionale dalla Corte Costituzionale a caua del porcellum e formati da maggioranze ottenute grazie ad un esercito di traditori  che oggi alle elezioni non rientrerebbero in parlamento essendosi ridotti a rappresentare solo se stessi. E questo parlamento, di composizione anticostituzionale a causa del porcellum e con una maggioranza formata da un esercito di traditori del voto degli elettori si è assunto arrogantemente il potere di modificare la Costituzione. E' tutto un assurdo fuori della legalità costituzionale. E il grigio che siede immeritatamente al Quirinale tace, mentre dovebbe essere lui il garante del rispetto della Costituzione pur nella sua riforma. Con il vincolo di mandato non esisterebbe questo parlamento di disonesti poltronisti che hanno dato la maggioranza ad un delinquente assetato di potere, la cui fine è da augurarsi al più presto. Vi è da sperare che la Corte Costituzionale (anche se non vi è da fidarsi di questi parrucconi) dichiari almeno anticostituzionale la legge elettorale a causa del fatto che non è stato posto un tetto di voti per il previsto eventuale ballotaggio. Purtroppo non vi è da sperare che dichiari anticostituzionale la legge elettorale anche perché  istituisce un premio di maggioranza che falsicherebbe la rappresentatività dell'elettorato in quanto premierebbe  un partito di maggioranza relativa trasformandolo in partito di maggioranza assoluta. Dico questo perché i parrucconi già in passato dichiararono anticostituzionale il porcellum solo perché non era stato posto un tetto di voti a quella coalizone di partiti che avesse avuto la maggoranza relativa rispetto al numero degli elettori votanti. Si badi: votanti, e non aventi diritto al voto, cosicché i parrucconi avevano ritenuto che il premio di maggioranza fosse un premio dovuto non ad una coalizione di partiti che rappresentassero la maggioranza dei cittadini (e perciò anche degli astenuti dal voto) ma anche solo la maggioranza dei votanti. Trasformando così anch'essi una maggioranza relativa nell'elettorato in maggioranza assoluta in parlamento. Come dire: gli assenti hanno sempre torto. Non è vero in questo caso. Gli assenti possono essere anche coloro che non si sentano rappresentati da alcun partito. E anche del non voto bisogna tenere conto se esso può essere inteso come rifiuto di una politica, sia di una falsa destra, sia di una falsa sinistra, i cui programmi non rispecchino in toto le aspirazioni di un elettore.  Nel 1953 De Gasperi finì la sua carriera politica (e morì l'anno successivo) dopo che fallì la legge elettorale da lui voluta, prevedente un premio di maggioranza sino al 65% dei parlamentari per la coalizione dei partiti da lui guidata (DC, Partito liberale, Partito socialdemocratico, Partito Repubblicano) se tale coalizione avesse ottenuto il 50% più uno dei voti. Fu giustamente definita LEGGE TRUFFA dai socialcomunisti.  Ma la coalizione non raggiunse il 50% anche se lo sfiorò con il 49%.  E fu la fine politica di De Gasperi. E ora si vorrebbe imporre una legge elettorale peggiore della legge truffa del 1953 perché trasformerebbe una minoranza dell'elettorato (per di più quella di un solo partito e non quella di una coalizione di partiti) in una maggioranza parlamentare.  E' sperabile che l'attuale delinquente a capo di uno sgoverno faccia la fine politica di De Gasperi. Anche fisica.                        

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