Ai disonesti propagatori della governabilità intesa come stabilità del
governo da conquistarsi a priori ad ogni costo anche se usurpata da una
minoranza non interessa la rappresentatività, cioè il fatto che una
maggioranza parlamentare debba rispecchiare la maggioranza
dell'elettorato. Il BOMBA (così lo chiamavano a scuola perché già
allora le sparava grosse) con l'uso del ricatto nei confronti dei suoi seguaci, e contro l'opposizione interna del PD, ha sparato una legge elettorale che si
è costruito su misura per distruggere ogni residuo di democrazia perché la bomba
dell'italicum serve solo a dare in parlamento una maggioranza del 54% a
quel partito che risultasse primo al ballottaggio, non importando
affatto un tetto di voti, potendo bastare qualsiasi percentuale di voti.
Così potrebbe capitare che un partito che ottenesse anche solo il 20%
ma risultasse primo diventerebbe dittatore in parlamento. Il tetto del
40% è previsto solo nel caso in cui un partito risultasse primo con
almeno il 40%, e in tal caso non vi sarebbe nemmeno bisogno di
ballottaggio. Solo un individuo infernale poteva inventarsi una legge
simile, per di più unita in un unico referendum ad una schiforma della
Costituzione che stravolge completamente quella attuale aggiungendo
complicazioni terribili con una larva di Senato non più eletto dai
cittadini ma composto da 21 sindaci, 74 consiglieri regionali e 5
nominati dal capo dello Stato. Immaginatevi il grande casino che ne
uscirebbe. Questi sindaci e consiglieri sarebbero eletti da sindaci da
consiglieri regionali con un sistema elettorale tuttora da stabilire con
ulteriore legge attuativa. Infatti i loro compiti non sono ancora ben definiti completamente, riguardo, per esempio, alla sanità. Questi fasulli senatori avrebbero limitate
competenze, ma la legge bomba prevede che su queste competenze essi
avrebbero il diritto di veto in contrasto con la maggioranza dei
deputati. Poi i fasulli senatori, che dovrebbero dividersi tra le
cariche di sindaci e consiglieri regionali e quella nuova di senatori
da barzelleta, facendosi ogni tanto un viaggio a Roma, avrebbero
comunque su tutto il resto il potere di emendare le leggi approvate
dalla Camera, ma in questo caso la Camera avrebbe il diritto di
rigettare gli emendamenti di un fasullo Senato, che verrebbe privato del potere di sfiduciare il governo. Nascerebbero comunque
contrasti tra questo fasullo Senato e la Camera, con la conseguenza che
il diverbio andrebbe ad intasare il Consiglio di Stato e la Corte
Costituzionale. Che c'entrino poi 5 senatori a vita con senatori
rappresentanti le regioni non si capisce. Non mi ricordo chi abbia detto
che questi 5 senatori rappresenterebbero al massimo il cortile del
Quirinale. Per farla breve: se non vince il NO l'Italia cade in un caos
totale con in più la dittatura di un solo partito che sarebbe parente
storico del partito fascista. Ma avendo capito questo delinquente che ha
usurpato la carica di capo del governo che potrebbe vincere il NO, che
sarebbe la sua sconfitta e la sua augurabile uscita per sempre dalla
scena politica, ha dichiarato che è disposto a ridiscutere la legge
elettorale, che, pur non essendo stata posta dai costituenti del 1946
nella Costituzione (e in ciò hanno gravemente sbagliato perché essi
avevano tutti in mente una legge elettorale fondata sul proporzionale e
senza premio di maggioranza) è stata accoppiata pazzescamente in un
unico referendum che riguarda la schiforma della Costituzione. Sarebbe
bastato ridure i componenti della Camera e del Senato e modificare due
soli articoli dell'attuale Costituzione. Quello che impedisce un
referendum abrogativo per i trattati internazionali e per le leggi sul
bilancio (art.75) e quello (una vera iattura) che prevede la mancanza di vincolo
di mandato (art.67), con la conseguenza scellerata che un eletto possa passare da
un partito all'altro tradendo il voto dell'elettore o possa fondarne un
altro senza essere prima passato attraverso la verifica delle elezioni.
Né si era voluto introdurre nel 1946 un referendum propositivo con una legge
popolare che permettesse al popolo di farsi una legge scavalcando il
parlamento almeno per contemperare la democrazia rappresentativa con
quella diretta (come in Svizzera). Così abbiamo un Senato ed una Camera
eletti sulla base di una legge elettorale dichiarata anticostituzionale dalla Corte Costituzionale a caua del porcellum e formati da maggioranze ottenute grazie ad un esercito di traditori che
oggi alle elezioni non rientrerebbero in parlamento essendosi ridotti a
rappresentare solo se stessi. E questo parlamento, di composizione anticostituzionale a causa del porcellum e con una maggioranza
formata da un esercito di traditori del voto degli elettori si è assunto
arrogantemente il potere di modificare la Costituzione. E' tutto un assurdo fuori della legalità costituzionale. E il grigio che siede immeritatamente al Quirinale tace, mentre dovebbe essere lui il garante del rispetto della Costituzione pur nella sua riforma. Con il vincolo
di mandato non esisterebbe questo parlamento di disonesti poltronisti
che hanno dato la maggioranza ad un delinquente assetato di potere, la
cui fine è da augurarsi al più presto. Vi è da sperare che la Corte
Costituzionale (anche se non vi è da fidarsi di questi parrucconi)
dichiari almeno anticostituzionale la legge elettorale a causa del fatto
che non è stato posto un tetto di voti per il previsto eventuale
ballotaggio. Purtroppo non vi è da sperare che dichiari
anticostituzionale la legge elettorale anche perché istituisce un
premio di maggioranza che falsicherebbe la rappresentatività
dell'elettorato in quanto premierebbe un partito di maggioranza
relativa trasformandolo in partito di maggioranza assoluta. Dico questo
perché i parrucconi già in passato dichiararono anticostituzionale il
porcellum solo perché non era stato posto un tetto di voti a quella
coalizone di partiti che avesse avuto la maggoranza relativa rispetto al
numero degli elettori votanti. Si badi: votanti, e non aventi diritto
al voto, cosicché i parrucconi avevano ritenuto che il premio di
maggioranza fosse un premio dovuto non ad una coalizione di partiti che
rappresentassero la maggioranza dei cittadini (e perciò anche degli
astenuti dal voto) ma anche solo la maggioranza dei votanti. Trasformando
così anch'essi una maggioranza relativa nell'elettorato in maggioranza
assoluta in parlamento. Come dire: gli assenti hanno sempre torto. Non è
vero in questo caso. Gli assenti possono essere anche coloro che non si
sentano rappresentati da alcun partito. E anche del non voto bisogna
tenere conto se esso può essere inteso come rifiuto di una politica, sia
di una falsa destra, sia di una falsa sinistra, i cui programmi non
rispecchino in toto le aspirazioni di un elettore. Nel 1953 De Gasperi
finì la sua carriera politica (e morì l'anno successivo) dopo che fallì la legge elettorale da lui voluta, prevedente un premio di maggioranza sino al 65%
dei parlamentari per la coalizione dei partiti da lui guidata (DC,
Partito liberale, Partito socialdemocratico, Partito Repubblicano)
se tale coalizione avesse ottenuto il 50% più uno dei voti. Fu giustamente definita LEGGE
TRUFFA dai socialcomunisti. Ma la coalizione non raggiunse il 50% anche se lo sfiorò con il 49%. E fu la fine politica di De Gasperi. E ora si vorrebbe imporre una legge
elettorale peggiore della legge truffa del 1953 perché trasformerebbe
una minoranza dell'elettorato (per di più quella di un solo partito e non quella di una coalizione di partiti) in una maggioranza parlamentare. E' sperabile che l'attuale delinquente a capo di uno sgoverno faccia la fine politica di De Gasperi. Anche fisica.
mercoledì 14 settembre 2016
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