Dopo la fine della guerra l'Europa ha goduto decenni di pace grazie proprio alla "guerra fredda" tra Occidente e Unione Sovietica. L'un contro l'altro armati e tuttavia in pace. Scomparsa l'Unione Sovietica si è passata alla "guerra calda" in Europa a causa del male assoluto che è l'islamismo. Esso veniva tenuto a freno dall'Unione Sovietica che appoggiava i regimi militari in molti Stati islamici, come l'Egitto del laico Nasser , pur sconfitto nella guerra scatenata contro Israele. E poi vi era l'appoggio ai regimi laici della Siria e dell'Iraq governati dal partito socialista Baas (o Baath). La follia politica degli Stati Uniti (con i criminali Bush padre e figlio) ha portato alla fine del governo di Saddam Hussein avente come vice primo ministro il cattolico di rito caldeo Tareq Aziz. I cristiani avevano in Iraq una totale protezione e le donne vivevano libere senza l'imposizione del velo. Andando indietro nel tempo furono gli Stati Uniti a finanziare la guerra contro il governo comunista e illuminato dell'Afganistan, che aveva promosso radicali riforme economiche e sociali dando il voto alle donne. Le armate sovietiche furono sconfitte dalla guerriglia dei talebani, con tutto ciò che accadde dopo. Perché ora l'attentato islamico a San Pietroburgo? Le cause vanno trovate ancora più indietro nel tempo. Stalin impose un ateismo di Stato chiudendo molte chiese cristiane (ortodosse) o distruggendole per costruirvi sulla stessa aerea altri ed orribili edifici, di tipica architettura staliniana. Come se in molti Stati asiatici dell'Unione Sovietica non esistesse il vero male assoluto che era l'islamismo. Con il suo potere assoluto con cui inventò i famosi gulag, dove spediva coloro che, pur comunisti, erano accusati di essere nemici del popolo, avrebbe potuto spazzare via per sempre ogni presenza di islamismo nelle Repubbliche asiatiche sovietiche. Bastava distruggere tutte le moschee e costruire dei gulag nel freddo della Siberia dove spedire tutti i musulmani che non avessero rinunciato a restare tali, facendoli "scomparire" nel silenzio freddo della Siberia. Nessuno allora se ne sarebbe accorto. E i figli dei musulmani, sottratti ai loro padri, avrebbero dovuto essere educati nelle scuole pubbliche perché il loro cervello non venisse rovinato dal Corano. Stalin ebbe a disposizone vari decenni per fare scomparire da tutta l'Asia sovietica ogni traccia di islamismo. Fu assolutamente mancante di preveggenza. Sconfisse il nazismo ma evitò di dichiarare guerra al male assoluto che era l'islamismo. Non ne percepì la gravità della presenza. Fu la sua più grave colpa storica. E ancor oggi ne subiamo le conseguenze. Scomparsa l'Unione Sovietica i musulmani sono usciti allo scoperto come topi uscenti dalle loro fogne, dove prima vivevano nascosti, per diffondere ovunque la peste nera. Stalin avrebbe potuto e dovuto provvedere ad una derattizzazione dell'islamismo.
Infatti professore, il vecchio buon "Baffone" doveva ben pensarci ai musulmani, lui che era così solerte nel sistemare per bene altre categorie ed inoltre sicuramente l'ateismo marxista non andava certo d'accordo con il Corano. Eppure, ed è un vero mistero, molti orfani dell'ideologia marxista sono pieni di un'inspiegabile simpatia verso gli arabi e i musulmani, li vedono sempre come vittime, vittime del capitalismo mondiale, dello sfruttamento, la loro ideologia terzomondista fa solo vomitare, non si rendono conto di essere dei pagliacci che scherzano con il fuoco, prima o poi i sinistronzi (ops, volevo dire "sinistrorsi"...) si ustioneranno. Tanti saluti e buona vita.
RispondiEliminaLa sperticata, tragicomica, miserabile propensione che (non soltanto in Italia, bensì praticamente in tutti i Paesi dell'Occidente) le persone "de sinistra" (comunque si chiamino) da tempo manifestano verso gli islamici-veri, a mio parere si spiega anche con una ragione di tipo psichiatrico: consapevoli del loro epocale fallimento, essendo tra l'altro state incapaci di plasmare la Società Occidentale a loro talento, bensì solo buone a corromperla, odiano sé stesse e amano chi le annienterà. Giancarlo Matta
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