Ha detto giustamente Filippo Spiezia (vicepresidente dell'eurojus) che è l'offerta che fa la domanda. Se non vi fosse l'offerta da parte delle navi non vi sarebbe nemmeno la domanda della merda africana di venire in Italia. Spiezia ha considerato l'assurdo di navi che battono bandiera di un altro Stato e tuttavia attraccano in Italia. Se non vi fossero le navi che vanno a prendere la merda africana la merda non entrerebbe in Italia. E invece hai fatto entrare a Pozzallo una nave danese (Maersk) che, essendo territtorio danese, avrebbe dovuto portare in Danimarca il suo carico di merda.
Maledetto imbroglione! Che cazzo hai risolto se continui a fare attraccare merda africana (per di più musulmana) come a Pozzallo con la nave danese Maersk? E' una nave danese e dunque territorio danese. La nave danese si doveva portare la merda in Danimarca. Leggi i commenti tutti contro di te. I buonisti di Pozzallo adesso li dovrebbero mantenere con i loro soldi, non anche con le tasse di coloro che non vogliono che questi invasori debbano essere poi mantenuti senza fare un cazzo con donne che vengono qui a cagare figli. Ho fatto bene a continuare a non votare. Leggi i commenti, tutti contro di te. Sei peggio dei comunisti. Almeno questi si qualificano come merda, mentre tu hai la presunzione di non esserlo. Leggi l'articolo di Augusto Sinagra professore di diritto internazionale per capire che il diritto internazionale non ha alcunché a che fare con l'umanitarismo. E io debbo pagare le tasse per mantenere in Italia questa merda! Meglio Giorgia Meloni. Tornasse un Mussolini senza Hitler per rimettere a posto questa Italia disastrata dalla malattia mortale della confusione tra morale e diritto. A Cagliari mi sono pentito di non averti sputato in faccia.
Pozzallo, autorizzato lo sbarcodei 113 migranti della Maersk
Testo di Augusto Sinagra
Cercherò di fare una
riflessione esclusivamente tecnico-giuridica di diritto
internazionale di cui sono stato Professore Ordinario
nell’Università.
1. Le navi che solcano i mari
battono una Bandiera. La Bandiera non è una cosa meramente
folkloristica o di colore. La Bandiera della nave rende
riconoscibile lo Stato di riferimento della nave nei cui
Registri navali essa è iscritta (nei registri è indicata anche
la proprietà pubblica o privata).
2. La nave è giuridicamente una
“comunità viaggiante” o, in altri termini, una “proiezione
mobile” dello Stato di riferimento. In base al diritto
internazionale la nave, fuori dalle acque territoriali di un
altro Stato, è considerata “territorio” dello Stato della
Bandiera. Dunque, sulla nave in mare alto si applicano le leggi,
tutte le leggi, anche quelle penali, dello Stato della Bandiera.
3. Il famoso Regolamento UE di
Dublino prevede che dei cosiddetti “profughi” (in realtà,
deportati) debba farsi carico lo Stato con il quale essi per
prima vengono in contatto. A cominciare dalle eventuali
richieste di asilo politico.
4. Non si vede allora quale sia
la ragione per la quale una nave battente Bandiera, per esempio,
tedesca, spagnola o francese, debba – d’intesa con gli scafisti
– raccogliere i cosiddetti profughi appena fuori le acque
territoriali libiche e poi scaricarli in Italia quando la
competenza e l’obbligo è, come detto, dello Stato della
Bandiera.
5. Da ultimo è emerso che due
navi battenti Bandiera olandese e con il solito carico di merce
umana, non si connettano giuridicamente al Regno di Olanda e né
figurino su quei registri navali, come dichiarato dalle Autorità
olandesi. Allora, giuridicamente, si tratta di “navi pirata” le
quali non sono solo quelle che battono la bandiera nera con il
teschio e le tibie incrociate (come nei romanzi di Emilio
Salgari).
6. Ne deriva il diritto/dovere
di ogni Stato di impedirne la libera navigazione, il sequestro
della nave e l’arresto del Comandante e dell’equipaggio. Molti
dei cosiddetti “profughi” cominciano a protestare pubblicamente
denunciando di essere stati deportati in Italia contro la loro
volontà. Si è in presenza, dunque, di una nuova e inedita tratta
di schiavi, di un disgustoso e veramente vomitevole schiavismo
consumato anche con la complicità della UE, che offende la
coscienza umana e che va combattuto con ogni mezzo.
Professore, lei fa benissimo a dire la verità, e cioè che questa gente che viene è di fatto MERDA, soprattutto gli scafisti che speculano sulla merce umana, ma anche tantissimi dei falsi profughi che sanno benissimo di non aver nessun diritto a venire: il sindaco di Diano Marina, tra l'altro, ha recentemente indirizzato una lettera appunto a Salvini in cui lo prega di far qualcosa di davvero serio per impedire questo continuo afflusso che causa delinquenza e danneggia in maniera sempre più grave il turismo, su cui buona parte della nostra economia si fonda. Da parte mia andrebbero spediti quindi tutti in Africa, dove sono del resto sempre stati prima che l'immigrazione mettesse piede da noi (negli anni Ottanta dov'erano?).
RispondiEliminaMa finché siamo solo io e lei a dire le cose come stanno o al più qualche sindaco non cambierà nulla purtroppo.
https://ilfattoquotidiano.it/2018/06/25/laristotele-della-maturita-parla-a-salvini-e-lo-inchioda-alle-sue-responsabilita/4446047/
RispondiEliminaProfessore ho letto questo articolo su uno dei blog del fatto quotidiano e ho pensato a lei, e a quanto sicuramente sarebbe d'accordo con l'autore dell'articolo ahahahahahahahahah.
Purtroppo in Italia, esiste chi (nel giusto o nello sbagliato) ha le idee chiare e cerca di attenervisi. Poi c'è chi (ed è la stragrande maggioranza) nn ha idee proprie e segue la corrente. Se adesso Salvini,in poco tempo, mandasse fuori dai coglioni, tutti gli invasori e chiudesse le frontiere, avrebbe tutti, ma proprio tutti contro. Meglio procedere a piccoli passi, e liberare, così, in modo definitivo questa barzelletta di paese. Saluti professore, Daniele.
RispondiEliminaA Daniele. Non sono d'accordo. La maggioranza degli italiani percepisce il pericolo dell'invasione. Non si spiegherebbe diversamente la riduzione degli scellerati che ancora votano PD. I sinistronzi fanno la voce grossa ma sono destinati a rimanere una minoranza di scellerati con il cervello malato di ideologia e perciò inguarbili.
RispondiEliminaA Tommaso
RispondiEliminaSe lei concorda con quella merda di articolista che difende quella merda di Saviano significa che anche lei non ha capito una cipolla dell'Etica nicomachea, che è appunto Etica e non diritto, e che lei quasi certamente non conosce, mentre io ne ho fatto oggetto di studio in alcune lezioni e nei miei libri. Del diritto Aristotele scrive nell'opera "La politica". E tuttavia anche nell'Etica nicomachea (V,7) Aristotele scrive di "un giusto per natura" quale fondamento delle leggi di uno Stato, che richiede un equilibrio tra le classi sociali tramite la medietà tra due opposti. In concordanza con "Politica", IV, 11. E nella stessa Etica nicomachea vi è un libro (libro V) intitolato "La giustizia" dove Aristotele scrive che "il giusto sarà il rispettoso della legge" e "ingiusto totale chi trasgredisce la legge". Poi Aristotele aggiunge che "non è la stessa cosa essere un uomo buono ed essere un buon cittadino", intendendo dire che è uomo buono colui che è virtuoso, mentre il buon cittadino è colui che rispetta le leggi, non dovendo per questo avere l'obbligo di essere virtuoso. Ma qual'è la legge giusta? Giusta è la legge che proibisce che uno si avvantaggi a danno degli altri (cap.4), andando oltre il giusto mezzo, che implica che nello scambio uno abbia da perderci. Esiste poi secondo Aristotele (cap. 5 del V libro)una giustizia particolare, che è la giustizia intesa in senso stretto, secondo cui bisogna usare "la legge del taglione". "Perciò l'ingiustizia è propria dell'eccesso di ciò che è utile mentre l'ingiustizia per difetto è propria di ciò che è dannoso". "Del giusto civile una parte è di origine naturale mentre un'altra si fonda sulla legge. Naturale è quel giusto che mantiene ovunque lo stesso effetto" (cap.7). Sembra dunque che per Aristotele esista una legge naturale che sta al di sopra delle mutevoli leggi. Quando una legge non contempla un caso particolare non previsto da essa "è cosa retta il correggere la lacuna" (cap.10). In sostanza, per Aristotele la giustizia in senso stretto non deve essere confusa con l'etica in senso stretto, che riguarda la virtù in senso stretto, anche se Aristotele definisce la giustizia "virtù perfetta". La giustizia in senso stretto riguarda il rispetto delle leggi, anche se queste debbono orientarsi verso un giusto per natura, al di là delle diverse leggi relative a diversi Stati. Ma una cosa Aristotele mette in evidenza: l'ingiustizia consiste nel causare un danno agli altri. E questo concetto di ingiustizia sembra rientrare nel concetto di giustizia naturale. Il giureconsulto romano Ulpiano introdurrà dopo tanti secoli il concetto di giustizia naturale consistente nel rispettare la norma universale "NEMINEM LAEDERE" (Non danneggiare alcuno). Usare l'etica di Aristotele per giustificare i doveri morali traducendoli in doveri giuridici è una menzogna usata ad uso e consumo della falsa sinistra di oggi che naviga nella confusione tra morale e diritto. Nessuno può essere accusato di non fare del bene, mentre tutti debbono essere accusati di danneggiare gli altri. Non si finisce in tribunale per non aver fatto del bene, ma per aver fatto del male inteso come danno. Comunque, Aristotele, considerando la virtù come medietà tra due contrari, non confonde la virtù con l'umanitarismo, la carità, la benevolenza, il perdono e via dicendo, che sono piuttosto virtù cristiane. Ma ha scritto Hegel (Scritti giovanili sul cristianesimo) che uno Stato che applicasse le virtù cristiane si autodistruggerebbe. Ed è questo che fa uno Stato portando la merda dall'Africa.
P.S. L'articolista del FATTO QUOTIDIANO è un puro ignorante anche perché ha trascurato che Aristotele (Politica, I, 4) considera naturale la schiavitù. Hanno infatti diritti solo i cittadini, cioè gli aventi diritto di voto all'interno dello Stato (Polis). Coloro che non ne fanno parte non hanno diritti. Aristotele arriva a considerare "barbari" i non greci, e pertanto è naturale che possano esistere degli schiavi purché non siano cittaddini greci. Se l'articolista conoscesse Aristotele avrebbe dovuto riconoscere che gli africani che lasciano il loro Paese, non essendo cittadini dello Stato dove sono arrivati, debbono poter essere ridotti in schiavitù.
RispondiEliminaProfessore ho lasciato la risata alla fine proprio perché non sono d'accordo( un minimo di studi filosofici gli ho fatti anch'io) e conoscendo il suo pensiero e la sua conoscenza della filosofia sapevo che anche lei avrebbe avuto disgusto dell'autore.
RispondiEliminaL'articolista si definisce insegnante di storia e filosofia ai licei, io mi chiedo quali stronzate insegni ai ragazzi una persona del genere? Se vede il curriculum dell'articolista, sempre nel fatto, si evidenzia un libro apologetico su eugenio scalfari e il suo pensiero!!!
Insomma un degno allievo di chi ha scritto stronzate sulla storia della filosofia.
Certa gente ti fa rimpiangere Severino e Cacciari, almeno loro la storia della filosofia la conoscono, anche se la usano a merda quando scrivono i loro deliri per essere originali a tutti i costi.