lunedì 29 ottobre 2018

COME ELIMINARE I GRANDI TRAFFICANTI DI DROGA

Così!
La forca e la pena di morte a Torino


Nel famoso Dei delitti e delle pene Cesare Beccaria voleva chesi abolisse la pena di morte con l'ergastolo. Ma si trattava di ergastolo duro, con tali sofferenze da costringere il criminale a rimpiangere la pena di morte. Ma non si dice mai che lo stesso Beccaria voleva che si conservasse la pena di morte per tutti coloro che con i loro delitti mettessero a rischio le stesse condizioni del vivere di una società. Di tali delitti debbono essere considerati colpevoli le organizzazioni mafiose che esercitano il traffico internazionale della droga. Eliminate queste organizzazioni viene eliminato ANCHE il traffico della droga. Ma oggi, a causa della scellerata falsa sinistra dell'accoglienza si è aggiunta la mafia nigeriana che traffica indipendentemente dalla mafia nostrana.         
Lungi da qualsiasi considerazione filosofico-umanitaria l’illuminista Beccaria è indotto a chiedere per il carcere perpetuo “una schiavitù perpetua! “fra ceppi o le catene”, in cui “il disperato non finisce i suoi mali”, come, invece, con la pena di morte. Beccaria condanna lo Stato che compra le delazioni e impone taglie: “Chi ha la forza di difendersi non cerca di comprarla. Di più, un tal editto sconvolge tutte le idee di morale e di virtù, che ad ogni minimo vento svaniscono nell’animo umano. Ora le leggi invitano al tradimento, ed ora lo puniscono…Invece di prevenire un delitto, ne fa nascere cento. Questi sono gli espedienti delle nazioni deboli, le leggi delle quali non sono che istantanee riparazioni di un edificio rovinoso che crolla da ogni parte”.D’altra parte, Beccaria (Dei delitti e delle pene, cap. XXVII) continuò a giustificare la pena di morte se “la morte di qualche cittadino diviene necessaria quando la nazione ricupera o perde la sua libertà, o nel tempo dell’anarchia, quando i disordini tengon luogo di leggi”. 
Circa la pena di morte sostenuta da molti grandi pensatori dall'antichità ad oggi cfr.

7 giu 2017 - Criticando anch'egli, come Kant, Beccaria, ricononobbe allo Stato il diritto di applicare la pena di morte, giacché “l'annientamento ... Le argomentazioni di Beccaria contro la pena di morte sono dunque risibili. .....

4 commenti:

  1. Buon giorno professore.
    Mi permetta dí contraddirla senza argomentare se non in maniera semplice e sbrigativa alla sua asserzione sulla necessita di instituirei la pena di morte per i trafficanti di droga. Nonostante la pena si troverà sempre qualcuno che rischierà la propria vita ,perché non c’è criminale che tenti una qualunque azione senza la speranza o certezza di farla franca è più c’è pericolo, più il guadagno sale.
    La pena capitale e forse vendetta? Da parte dello stato? Questo comportamento giustificherebbe qualunque azione da parte del criminale perché il fine è uguale.
    Io personalmente a sessantaquattro anni conosco la pericolosità delle sostanze stupefacenti perché me lo hanno insegnato fin da bambino e ne rimango ben lontano ma ciò non toglie che la mia libertà non deve essere ristretta da alcunché. Io so quello che mi fa bene o male.
    Non ultimo e con questo termino per quanto sopra detto che tutte le sostanze psicotrope devono essere legalizzate. Non come in Italia la mariuana a basso contenuto di principio attivo ma integra, venduta se vogliamo anche al supermercato.
    La coca o l’eroina o simili nelle farmacie.
    Toglieremmo potere a tutte le mafie e allo stato entrerebbero molti soldi in tasse.
    Logicamente chi venisse trovato alla guida di un automobile è similia sotto l’effetto di una qualunque sostanza dovrebbe essere sanzionato in maniera energica anzi, dura.
    Patente sequestratagli per sempre, una sanzione corrispondente a uno o piu anni sulla dichiarazione dei redditi..
    La domanda è: abbiamo uno stato in grado di farlo?
    Risolveremo il problema senza pena capitale.
    P. S. Riaprire i casini o bordelli.

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  2. Buon giorno professore.
    Mi permetta dí contraddirla senza argomentare se non in maniera semplice e sbrigativa alla sua asserzione sulla necessita di instituirei la pena di morte per i trafficanti di droga. Nonostante la pena si troverà sempre qualcuno che rischierà la propria vita ,perché non c’è criminale che tenti una qualunque azione senza la speranza o certezza di farla franca è più c’è pericolo, più il guadagno sale.
    La pena capitale e forse vendetta? Da parte dello stato? Questo comportamento giustificherebbe qualunque azione da parte del criminale perché il fine è uguale.
    Io personalmente a sessantaquattro anni conosco la pericolosità delle sostanze stupefacenti perché me lo hanno insegnato fin da bambino e ne rimango ben lontano ma ciò non toglie che la mia libertà non deve essere ristretta da alcunché. Io so quello che mi fa bene o male.
    Non ultimo e con questo termino per quanto sopra detto che tutte le sostanze psicotrope devono essere legalizzate. Non come in Italia la mariuana a basso contenuto di principio attivo ma integra, venduta se vogliamo anche al supermercato.
    La coca o l’eroina o simili nelle farmacie.
    Toglieremmo potere a tutte le mafie e allo stato entrerebbero molti soldi in tasse.
    Logicamente chi venisse trovato alla guida di un automobile è similia sotto l’effetto di una qualunque sostanza dovrebbe essere sanzionato in maniera energica anzi, dura.
    Patente sequestratagli per sempre, una sanzione corrispondente a uno o piu anni sulla dichiarazione dei redditi..
    La domanda è: abbiamo uno stato in grado di farlo?
    Risolveremo il problema senza pena capitale.
    P. S. Riaprire i casini o bordelli.

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  3. Egregio Professore,
    al commento del lettore G.L. Cervo, replicherei quanto meno di aggiungere un punto = chi consuma a piacimento sostanze "psicotrope" -legalizzate-
    [ l' alcool, è una sostanza psicotropa ? e il fumo ? ]
    qualora si ammalasse di patologie direttamente correlabili a tale consumo, dovrà curarsi esclusivamente a sue proprie esclusive et totali spese. Così le conseguenze del suo "vizio" (legalizzato) non graverebbero sull'erario della Sanità. Giancarlo Matta

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  4. La pena capitale serve a far sparire dalla faccia della Terra almeno i criminali della criminalità organizzata. Lo Stato non può rendersi complice di questa criminalità lasciandola in vita. Poiché questa criminalità si fa ricca ANCHE con il traffico della droga è bene che il rimedio venga preso alla fonte. La liberalizzazione delle droghe non è un rimedio perché lo Stato favorirebbe il suo consumo. Toglierebbe alla criminalità il profitto tratto dalle droghe ma si farebbe complice di un popolo di drogati considerando che gli anticorpi culturali contro l'uso delle droghe sono assenti soprattutto nei giovani. Non si può paragonare la droga al vino. Il vino diventa una droga solo per gli alcolisti (io ho smesso da qualche anno di bere anche un solo bicchiere di vino rosso a pasto). Ma si sa che un bicchiere di vino rosso a pasto è raccomandato anche perché l'alcol è un vaso dilatatorio che può prevenire l'infarto. Dunque in dosi moderate il vino non fa male. Gli alcolisti possono salvarsi dall'infarto ma si rovinano il fegato. Quanto al fumo il discorso è diverso. In tal caso vi è una dipendenza causata dalla nicotina. Ma smettere di fumare non è così difficile come smettere di assumere droga. Se poi uno si vuole suicidare lentamente aspirando il fumo mandandolo ai polmoni è un incosciente. Vi è comunque una differenza tra le droghe e le sigarette. Il fumatore conserva le sue capacità intellettive e può condurre una vita normale. L'altro giorno è morto a 73 anni di cancro ai polmoni un mio conoscente che fumava più di un pacchetto di sigarette da una vita. Tossiva continuamente ma non smetteva. Ma vi sono casi di individui che sono stati sempre grandi fumatori eppure sono arrivati ad una inoltrata vecchiaia. Mi viene in mente il nome del novantenne Camilleri. Vi sono poi individui (uno di mia conoscenza) che non hanno mai fumato e tuttavia sono morti di cancro ai polmoni. FORSE dipende dal DNA? Non lo so. Me lo dovrebbe spiegare qualche oncologo.

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