Si affossano gli eroi e s'innalzano i derelitti
Testo di Danila Ticconi
Le strade si intitolano agli eroi, agli scienziati, a chi ha fatto la storia, a chi è morto per difendere la Patria. Ma questo povero ragazzo era un tossico derelitto,
allontanato dalla sua famiglia, uno spacciatore, vittima prima di se
stesso e poi della Giustizia. È doveroso che i bastardi che lo hanno
ammazzato di botte paghino severamente, ha fatto bene la sorella a
lottare per anni affinché venisse fuori la verità. Ma non è un eroe!
Anzi, alla sorella, in mezzo a tanti discorsi di anni, poteva pure
venire in mente di chiedere scusa alle famiglie di quei ragazzi a cui
lui dispensava orrore. Chissà quanti ne ha contribuito a rovinare. Era
uno spacciatore, è assurdo intitolargli una strada. Si dovrebbero
sentire offese le famiglie dei tanti giovani carabinieri che muoiono per
svolgere il loro lavoro o i pompieri che rimangono sotto le macerie per
salvare vite e i cui nomi vengono a malapena menzionati. Nessuna strada
con il loro nome!
Infatti, pur astenendomi assolutamente dal giudicare Cucchi, anch'io ritengo molto diseducativo che gli sia stata intitolata una strada, ed è molto pericoloso, poiché negli ambienti dell'estrema sinistra (I "sinistronzi" insomma…) Cucchi è diventato l'eroe che lotta contro le forze dell'ordine, viste a priori come ingiuste, cattive, rappresentanti di un sistema ingiusto. La realtà è che un tossicodipendente, purtroppo, finché non guarisce davvero non può mai essere una brava persona poiché è la droga stessa a toglierli libertà, lucidità, capacità di distinguere il bene dal male: molti drogati infatti non si fanno scrupoli a spacciare, per la droga rubano, si prostituiscono o incitano altri a farlo, precipitano in un abisso senza fondo. Cucchi vendeva schiavitù e in prospettiva morte, non può essere equiparato ai veri eroi.
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