Premetto che l'occupazione tedesca dell'Italia e la costituzione della R.S.I. furono due delle cause della sconfitta del nazismo. Proprio negli stessi mesi in cui dopo la sconfitta di Stalingrado le armate tedesche avevano aperto una controffensiva conclusasi il 15 marzo 1943 con la vittoria tedesca nella terza battaglia di Char'kov facendo arretrare di un centinaio di km le truppe sovietiche e i generali tedeschi chiedevano rinforzi con altre divisioni Hitler preferiva sprecare in Italia le divisioni richieste sul fronte russo solo per salvare il fascismo ormai già morto dopo l'8 settembre con il contemporaneo sbarco degli americani in Sicilia. Si sarebbe dovuto risparmiare l'inutile occupazione dell'Italia facendo per di più rapire Mussolini prigioniero nel Gran Sasso per portarlo in Germania e costringerlo a costituire la R.S.I. Non basta. Sempre per essere fedele a Mussolini Hitler volle salvare l'esercito italiano che si era impantanato nel fango in Grecia e poi volle coinvolgere la Germania nella scellerata guerra in Africa voluta da Mussolini per occupare l'Egitto partendo dalla Libia colonia italiana. Altre divisioni tedesche al comando di Rommel (la volpe del deserto) inviate per dare apporto all'esercito italiano in grave difficoltà e perse, nonostante alcune vittorie parziali dell'esercito italotedesco, a causa della sconfitta finale con la resa firmata a Tunisi il 10 maggio 1943 con 100.000 tedeschi fatti prigionieri e portati in USA e in Canada. Resa che favorì subito dopo lo sbarco degli angloamericani in Sicilia, non essendo più impegnati in Africa insiememe con gli inglesi al comado di Montgomery.
Se Mussolini dopo la resa di Tunisi avesse cercato di far capire a Hitler che l'Italia era solo un peso morto per la Germania in guerra e che conveniva alla stessa Germania che l'Italia si dissociasse da una ulteriore partecipazione in guerra contro gli angloamericani garantendo la neutralità dell'Italia ed evitando alla Germania un ulteriore inutile impegno militare in Italia che avrebbe richiesto lo spreco di molte divisioni che sarebbero state utili sul fronte russo, probabilmente Mussolini avrebbe salvato se stesso e il fascismo e non vi sarebbe stata la riunione del Gran Consiglio del fascismo del 25 luglio 1943 che dichiarò decaduto il governo di Mussolini, fatto poi arrestare da quella meschina figura di re che fu Vittorio Emanuele, che diede il governo a Mussolini il 1922 dopo la burlesca marcia su Roma. Dissociandosi da Hitler nel 1943 Mussolini avrebbe anche impedito l'occupazione tedesca e angloamericana con gli orrori dovuti ad una sciagurata guerriglia delle bande partigiane negli anni 1943-45 dopo l'8 settembre 1943, con le conseguenti rappresaglie, e probabilmente l'Italia, con la dichiarata neutralità, non sarebbe stata dichiarata nazione sconfitta e avrebbe conservato con l'Istria i suoi confini orientali. La richiesta di neutralità sarebbe apparsa ben fondata in risposta al fatto che Hitler (dopo il patto di non aggressione con la Russia, patto Molotov-von Rippentrop), violando il patto di alleanza con il fascismo, aveva gravemente nascosto anche a Mussolini il progetto di invadere anche la Russia, che non era nel progetto di Mussolini.
La guerra inizio l'1 settembre 1939 con l'invasione della Polonia. Come mai Mussolini dichiarò guerra alla Francia e all'Inghilterra solo il 10 giugno 1940? Evidentemente preferì attendere stando alla finestra per vedere prima quali risultati avrebbe avuto la guerra scatenata da Hitler. Il 10 giugno la Germania con il blitzkrieg (guerra lampo), visto che erano state la Francia e l'Inghilterra a dichiarare guerra alla Germania, evitò la linea di difesa Maginot e invase la Francia passando per il Belgio e i Paesi Bassi occupandoli. A questo punto Churchill credette che ormai la guerra fosse finita essendo state occupate anche l'Ungheria e Cecoslovacchia, rese Stati satelliti della Germania, e chiese a Mussolini di entrare in guerra perché solo Mussolini avrebbe potuto moderare le richieste di Hitler nelle trattative di pace. Ma Mussolini fu tradito da Hitler che gli nascose il progetto di invadere la Russia.
Si può dire che il fascismo cooperò alla rovina del nazismo e il nazismo fu la rovina del fascismo.
Se Mussolini dopo la resa di Tunisi avesse cercato di far capire a Hitler che l'Italia era solo un peso morto per la Germania in guerra e che conveniva alla stessa Germania che l'Italia si dissociasse da una ulteriore partecipazione in guerra contro gli angloamericani garantendo la neutralità dell'Italia ed evitando alla Germania un ulteriore inutile impegno militare in Italia che avrebbe richiesto lo spreco di molte divisioni che sarebbero state utili sul fronte russo, probabilmente Mussolini avrebbe salvato se stesso e il fascismo e non vi sarebbe stata la riunione del Gran Consiglio del fascismo del 25 luglio 1943 che dichiarò decaduto il governo di Mussolini, fatto poi arrestare da quella meschina figura di re che fu Vittorio Emanuele, che diede il governo a Mussolini il 1922 dopo la burlesca marcia su Roma. Dissociandosi da Hitler nel 1943 Mussolini avrebbe anche impedito l'occupazione tedesca e angloamericana con gli orrori dovuti ad una sciagurata guerriglia delle bande partigiane negli anni 1943-45 dopo l'8 settembre 1943, con le conseguenti rappresaglie, e probabilmente l'Italia, con la dichiarata neutralità, non sarebbe stata dichiarata nazione sconfitta e avrebbe conservato con l'Istria i suoi confini orientali. La richiesta di neutralità sarebbe apparsa ben fondata in risposta al fatto che Hitler (dopo il patto di non aggressione con la Russia, patto Molotov-von Rippentrop), violando il patto di alleanza con il fascismo, aveva gravemente nascosto anche a Mussolini il progetto di invadere anche la Russia, che non era nel progetto di Mussolini.
La guerra inizio l'1 settembre 1939 con l'invasione della Polonia. Come mai Mussolini dichiarò guerra alla Francia e all'Inghilterra solo il 10 giugno 1940? Evidentemente preferì attendere stando alla finestra per vedere prima quali risultati avrebbe avuto la guerra scatenata da Hitler. Il 10 giugno la Germania con il blitzkrieg (guerra lampo), visto che erano state la Francia e l'Inghilterra a dichiarare guerra alla Germania, evitò la linea di difesa Maginot e invase la Francia passando per il Belgio e i Paesi Bassi occupandoli. A questo punto Churchill credette che ormai la guerra fosse finita essendo state occupate anche l'Ungheria e Cecoslovacchia, rese Stati satelliti della Germania, e chiese a Mussolini di entrare in guerra perché solo Mussolini avrebbe potuto moderare le richieste di Hitler nelle trattative di pace. Ma Mussolini fu tradito da Hitler che gli nascose il progetto di invadere la Russia.
Si può dire che il fascismo cooperò alla rovina del nazismo e il nazismo fu la rovina del fascismo.
Dal mio libro Io non volevo nascere. Un mondo senza certezze e senza giustizia. Filosofi odierni alla berlina.
Prima di Marzabotto vi furono altre stragi, su cui, considerando che esse furono attuate da un esercito tedesco che si apprestava ad una ritirata, cade il fondato sospetto che, come per Marzabotto, esse siano state la risposta ad azioni proditorie dei partigiani. Non si spiega altrimenti il fatto che gli stessi tedeschi avessero deciso di impiegare Sant'Anna di Stazzema come “zona bianca” per gli sfollati da altri paesi. Non avrebbe avuto senso una simile protezione iniziale di quella località per sottrarre la sua popolazione a teatri di guerriglia partigiana. Ma evidentemente, come verrà riconosciuto, degli incoscienti irresponsabili approfittarono della calma creatasi a Sant'Anna per creare dei collegamenti con i partigiani causando la furibonda reazione tedesca. Ciò è stato taciuto da chi ha voluto ricostruire storicamente i fatti riguardanti la strage di Sant'Anna di Stazzema.[2]“Ai primi di agosto 1944 Sant'Anna di Stazzema era stata qualificata dal comando tedesco 'zona bianca', ossia una località adatta ad accogliere sfollati: per questo la popolazione in quell’estate aveva superato le mille unità. Inoltre, sempre in quei giorni, i partigiani avevano abbandonato la zona senza aver svolto operazioni militari di particolare entità contro i tedeschi. Nonostante ciò, all’alba del 12 agosto '44 tre reparti di SS salirono a Sant’Anna, mentre un quarto chiudeva ogni via di fuga a valle, sopra il paese di Valdicastello. Alle sette il paese era circondato. Quando le SS giunsero a Sant’Anna, accompagnati da fascisti collaborazionisti che fecero da guide, gli uomini del paese si rifugiarono nei boschi per non essere deportati, mentre donne vecchi e bambini, sicuri che nulla sarebbe capitato loro, in quanto civili inermi, restarono nelle loro case.
Prima di Marzabotto vi furono altre stragi, su cui, considerando che esse furono attuate da un esercito tedesco che si apprestava ad una ritirata, cade il fondato sospetto che, come per Marzabotto, esse siano state la risposta ad azioni proditorie dei partigiani. Non si spiega altrimenti il fatto che gli stessi tedeschi avessero deciso di impiegare Sant'Anna di Stazzema come “zona bianca” per gli sfollati da altri paesi. Non avrebbe avuto senso una simile protezione iniziale di quella località per sottrarre la sua popolazione a teatri di guerriglia partigiana. Ma evidentemente, come verrà riconosciuto, degli incoscienti irresponsabili approfittarono della calma creatasi a Sant'Anna per creare dei collegamenti con i partigiani causando la furibonda reazione tedesca. Ciò è stato taciuto da chi ha voluto ricostruire storicamente i fatti riguardanti la strage di Sant'Anna di Stazzema.[2]“Ai primi di agosto 1944 Sant'Anna di Stazzema era stata qualificata dal comando tedesco 'zona bianca', ossia una località adatta ad accogliere sfollati: per questo la popolazione in quell’estate aveva superato le mille unità. Inoltre, sempre in quei giorni, i partigiani avevano abbandonato la zona senza aver svolto operazioni militari di particolare entità contro i tedeschi. Nonostante ciò, all’alba del 12 agosto '44 tre reparti di SS salirono a Sant’Anna, mentre un quarto chiudeva ogni via di fuga a valle, sopra il paese di Valdicastello. Alle sette il paese era circondato. Quando le SS giunsero a Sant’Anna, accompagnati da fascisti collaborazionisti che fecero da guide, gli uomini del paese si rifugiarono nei boschi per non essere deportati, mentre donne vecchi e bambini, sicuri che nulla sarebbe capitato loro, in quanto civili inermi, restarono nelle loro case.
In
poco più di tre
ore vennero massacrati 560 innocenti, in gran parte bambini,
donne e anziani. I
nazisti li rastrellarono, li chiusero nelle stalle o nelle
cucine delle case,
li uccisero con colpi di mitra e bombe a mano, compiendo atti
di efferata
barbarie. La vittima più giovane, Anna Pardini, aveva solo 20
giorni. Fu trovata,
ancora viva ma gravemente ferita, da una sorella
miracolosamente superstite tra
le braccia della madre ormai morta. Morì pochi giorni dopo
nell'ospedale
di Valdicastello.
Infine il fuoco, a
distruggere e cancellare tutto. Non si trattò di rappresaglia.
Come è emerso
dalle indagini della Procura Militare della Spezia, si trattò
di un atto
terroristico, di una azione premeditata e curata in ogni
minimo dettaglio.
L'obiettivo era quello di distruggere il paese e sterminare la
popolazione per
rompere ogni collegamento fra le popolazioni civili e le
formazioni partigiane
presenti nella zona.
La
ricostruzione degli avvenimenti,
l’attribuzione delle responsabilità e le motivazioni che hanno
originato
l’eccidio sono state possibili grazie al processo svoltosi al Tribunale militare della
Spezia e conclusosi
nel 2005 con la condanna
all’ergastolo per dieci ex SS colpevoli del massacro; sentenza
confermata in
Appello nel 2006 e ratificata in Cassazione nel 2007. Nella
prima fase
processuale si è svolto, grazie al Pm Marco de Paolis, un
imponente lavoro
investigativo, cui sono seguite le testimonianze in aula di
superstiti, di
periti storici e persino di due SS appartenute al battaglione
che massacrò
centinaia di persone a Sant’Anna. Fondamentale, nel 1994,
anche la scoperta
avvenuta a Roma, negli scantinati di Palazzo Cesi, di un
armadio chiuso e
girato con le ante verso il muro, ribattezzato poi “ Armadio
della vergogna”,
poiché nascondeva da oltre 40 anni documenti che sarebbero
risultati
fondamentali ai fini di una ricerca della verità storica e
giudiziaria sulle
stragi nazifasciste in Italia nel secondo dopoguerra. Il 19
agosto, varcate le
Apuane, le SS si spingevano in comune di Fivizzano (Massa
Carrara) , seminando
la morte fra le popolazioni inermi dei villaggi di Valla,
Bardine e Vinca,
nella zona di San Terenzo. Nel giro di cinque giorni
uccidevano oltre 340
persone mitragliate, impiccate, addirittura bruciate con i
lanciafiamme. Nella prima metà di
settembre, con il
massacro di 33 civili a Pioppetti di
Montemagno, in comune di Camaiore (Lucca), i reparti delle SS
portavano avanti
la loro opera nella provincia di Massa Carrara. Sul fiume
Frigido venivano
fucilati 108 detenuti del campo di concentramento di Mezzano
(Lucca), e per
finire a Bergiola e a Forno. i nazisti facevano circa 200
vittime. Avrebbero
continuato la strage con il massacro di Marzabotto.”[3]
Di
tali stragi fu
considerato colpevole anche Kesserling, comandante delle forze
armate tedesche
operanti in Italia. Egli aveva provveduto a rendere pubblico,
con manifesti,
con volantinaggio aereo e con comunicato radio che sarebbero
stati fucilati
coloro che avessero aiutato e protetto i partigiani. Infine si
annunciava:
“ogni villaggio in cui sia provata la presenza di
partigiani...o nel quale siano
avvenuti tentativi di sabotaggio a depositi di guerra sia raso
al suolo.
Inoltre siano fucilati tutti gli abitanti maschi del villaggio
di età superiore
ai 18 anni. Le donne e i bambini saranno internati in campi di
lavoro”.Fu la
risposta a quanto il generale Alexander, comandante delle
forze alleate in
Italia aveva proclamato rivolgendosi alle bande di
partigiani.“Assalite comandi
e piccoli centri militari! Uccidete i germanici alle spalle,
in modo da
sfuggire alla reazione per poterne uccidere degli altri”.
Si può dunque dire che le
stragi culminanti in
quella di Marzabotto andò oltre i limiti che erano stati
imposti dallo stesso
Kesserling, che infatti non poté essere riconosciuto
colpevole degli eccessi
compiuti, che non risparmiarono donne e bambini. Ma lo
stesso Diritto Militare
Britannico, prevedendo la rappresaglia
quale “ritorsione per atti illegittimi di guerra allo
scopo di far
osservare in futuro al nemico le riconosciute leggi di
guerra”, prevedeva anche
“il ricorso alla rappresaglia contro una località o una
comunità per alcuni
atti commessi dai suoi abitanti o membri che non possano
essere identificati”.
E anche le regole di guerra degli Stati Uniti prevedono che
“villaggi o case
possano essere bruciate per atti ostili commessi da persone
che non possono
essere identificate, processate e punite”. Questo principio,
applicato nel
Vietnam, portò a bruciare con bombe al napalm interi
villaggi.[4]
D'altra
parte, fu forse un'azione di guerra il bombardamento della
città di Dresda,[5]
rasa al
suolo tra il 13 e 15 febbraio 1945, quando esso non aveva
più nemmeno il
significato di deterrente psicologico, considerando che
ormai la guerra volgeva
verso la fine? Vi è anche da considerare che il
bombardamento tedesco della
città di Coventry (11 agosto 1940) ebbe da prima obiettivi
mirati, cioè le
industrie, al fine di distruggere l'aviazione inglese (e
infatti fece solo 176
morti), mentre il secondo bombardamento (14 nov. 1940), con
complessivi 1.236
morti, fu una rappresaglia dopo il bombardamento inglese di
Monaco di Baviera
(8 nov. 1940). E che significato potevano avere i
bombardamenti americani anche
sulla città di Roma e persino sulla Sardegna (in particolare
su Cagliari), dove
non vi erano obiettivo militari? Come mai non esistono
lapidi per i nomi di
tali vittime? Si dimentica anche che il bombardamento di
Tokio causò più di
83.000 morti e che ben maggiori furono le vittime dei
bombardamenti atomici su
Hiroshima e Nagasaki, espressione massima della violazione
di ogni norma del
diritto internazionale di guerra. Strana guerra di
liberazione quella attuata
da "liberatori" americani che bombardavano città senza alcun
riguardo
per la popolazione civile. Valga come esempio per tutti il
bombardamento di
Roma (quartiere S.Lorenzo). Si può dire tutto dei nazisti,
ma essi ebbero
rispetto per le città e risparmiarono sempre i palazzi. Non
vi è stato un
monumento, un'opera d'arte, un museo, che sia stato
bombardato dai nazisti.
Non posso fare a meno di
raccontare la commuovente
storia di Fido. Il padrone Carlo Soriani, che abitava a Luco
di Mugello,
l'aveva trovato cucciolo e ferito. Ogni mattina Fido alle
5,30 svegliava il
padrone sapendo che a quell'ora doveva alzarsi per
prepararsi e prendere la
corriera che l'avrebbe portato al lavoro, essendo operaio in
una fabbrica di
Borgo San Lorenzo. Alle 19 Fido era sempre
puntuale alla fermata della corriera in attesa del ritorno
del padrone, che
alcune volte non scendeva dalla corriera e si nascondeva dietro il
sedile per farsi
cercare da Fido, che, dopo che tutti gli altri erano scesi,
saliva per andare a
scovare il padrone. Ritornavano sempre insieme a casa. Ma un
brutto giorno, il
30 dicembre del 1943, uno dei tanti vigliacchi ed inutili
bombardamenti
americani distrusse la fabbrica causando la morte del
Soriani. Per la prima
volta quel maledetto giorno Fido attese inutilmente il
padrone. Ma un cane non
può capire. Eppure Fido qualcosa si sarà pur domandato.
Perché il mio padrone
non scende più dalla corriera? Egli non poteva pensare di
essere stato
abbandonato perché continuava a vivere nella casa del
padrone. Dunque doveva
essere vivo. Questo soltanto può avere pensato. Qualche
causa di forza
maggiore, pensò certamente Fido, deve avere trattenuto
altrove il mio padrone.
Prima o dopo tornerà. Perché gli animali non vivono
coscientizzando la morte.
Sotto questo aspetto sono più fortunati degli uomini. Ma
Fido aspettò con
tenacia il ritorno per 14 anni, andando alla fermata della
corriera cinquemila
volte. Fido venne premiato in vita con medaglia d'oro il 9
novembre 1957
durante una cerimonia nel Comune di Borgo San Lorenzo. Sino
a quando un giorno,
l' 8 giugno 1958, forse aspettando ancora il ritorno del
padrone, fu trovato senza
vita in un podere vicino alla sua casa. Fu sepolto
all'esterno del cimitero di
Luco, vicino alla tomba del padrone. Lo scultore Salvatore
Cipolla costruì per
lui un monumento raffigurandolo in piedi con la testa
rivolta verso Borgo San
Lorenzo. Della morte di Fido diede notizia il quotidiano la
Nazione, ma già
alcuni settimanali (tra cui la Domenica del Corriere con
grande disegno di Fido
in copertina) tra il 1957 e il 1958 avevano narrato la
storia di Fido. E questo
libro è nato quando Billo, “il mio unico grande affetto” mi
accompagnava ancora
in vita. E rimango certo che nemmeno un essere umano è
capace di nutrire un
amore così grande, perché puro, essendo disinteressato.
Maledetti siano anche
per questo i vigliacchi “liberatori” americani con i loro
indiscriminati e
vigliacchi bombardamenti. Non si ritengano per questo
migliori dei
nazisti.
Sarebbe
troppo
lungo riferire di tutte le reciproche rappresaglie avvenute
nella R.S.I.,
causate sempre da vili attentati dei partigiani. Basti qui
riportarne alcune
come esempio di una follia che nella storia dei vincitori è
riuscita a
trasformarsi in eroismo della lotta di “liberazione”. Il
mattino del 31 marzo
1944 vengono arrestati nel Duomo di Torino dei componenti del
CLN piemontese.
Alle ore 13 dello stesso giorno per ritorsione due gappisti,
Sergio Bravin e
Giovanni Pace uccidono nell'androne di casa il direttore della
Gazzetta del
Popolo, Alther Capelli. La rappresaglia tedesca porterà alla
condanna a morte
di 8 membri del CLN piemontese.
In
piazzale Loreto alle ore 9 dell'8 agosto 1944 esplode una
bomba posta dai
partigiani sul sedile di un camioncino tedesco. Muoiono sei
bambini, una donna
e due padri. Dei 13 feriti ne moriranno altri 6. Il comando
tedesco, nonostante
l'opposizione di Mussolini e del cardinale Schuster, procede
alla rappresaglia
nella proporzione di 1 a 1 prelevando 15 incarcerati accusati
di avere
collegamenti con i partigiani. La rappresaglia dei partigiani
seguì con la
fucilazione di 45 prigionieri, 15 tedeschi e 30 fascisti che
erano stati
catturati sui treni dai partigiani dell'Ossola, dunque nemmeno
in azione di
guerriglia. Il comandante partigiano Batista e 8 suoi compagni
furono catturati
e fucilati il 29 settembre 1944, nonostante la Curia torinese
avesse convinto
un comando “garibaldino” ad offrire 120 suoi prigionieri (tra
cui alcuni
ufficiali tedeschi). Per rappresaglia tutti i 120 prigionieri
furono uccisi.
Molte strade sono state dedicate ai 7 fratelli Cervi. Ma essi
furono
indirettamente vittime dei comunisti, che non li nascosero,
come fecero per i
loro compagni. Dopo il loro arresto fu comunicato dai tedeschi
che non si
mettesse in pericolo la vita dei fratelli Cervi con attentati.
Non vi fu alcuna
ritorsione dopo l'uccisione del seniore della Milizia fascista
Giovanni
Fagioni. Allora il 27 dicembre un gruppo partigiano uccise il
segretario
comunale di Bagnasco in Piano, Davide Onfiani. Questa volta la
rappresaglia
colpì tutti i fratelli Cervi. Così i comunisti riuscirono a
liberarsi di essi,
come risulta da una lettera all'Anpi di Reggio Emilia scritta
nel 1980 da un
membro di un asserito Comitato Militare partigiano, Osvaldo
Oppi, che disse che
precedentemente non aveva avuto il coraggio di eliminare egli
stesso i fratelli
Cervi perché godevano di una “grande statura morale”. Ma i
comunisti, al
culmine della disonestà, fecero dei fratelli Cervi un loro
emblema.[6]
I partigiani, specialmente i fanatici
comunisti,
provocarono solo disastri e i loro asseriti meriti non furono
affatto
riconosciuti dalle potenze vincitrici, che non tennero affatto
conto di essi
quando si trattò di considerare l'Italia come nazione
sconfitta e responsabile
della guerra, al contrario della Francia, di cui fu
riconosciuta la resistenza
partigiana. Si dice
che i partigiani nel
dicembre 1944 fossero 100.000, ma di questi solo 10.000
combatterono realmente.
I dati ufficiali delle autorità italiane dicono che i morti
per mano dei
partigiani furono soltanto 17.322. Ma si calcola che la cifra
reale si aggiri
sui 100.000 morti, tra uomini, donne e bambini.[7]
Escludendo gli uccisi nella Venezia Giulia ad opera dei
partigiani jugoslavi
(23.000) gli uccisi dal 25 aprile al 31 maggio 1945 furono
42.000.[8]
[1] V. la voce “La strage di
Marzabotto: le vittime furono 750 e non 1820, nel sito
laperfetta letizia.blogspot.com (3.7.09). Si tratta di un
sito che è la “rivista giornalistica cattolica di
informazione e attualità”.
[2] Paolo Pezzino, Sant'Anna di
Stazzema. Storia di una strage, Il Mulino 2008.
[3] “La strage di Sant'Anna di
Stazzema”, da Wikipedia.
[4] V. di Giuseppe di Bella “Le rappresaglie dei nazisti in Italia:una strage annunciata”(4 maggio 2009),
sito www.siciliainformazioni.com/giornale/cultura/50915/rappresaglia.
[5] V.“Dresda 1945-Un inutile massacro”(cronologia.leonardo.it/storia/a1945n.htm);“Dresda 1945:la barbarie”.(www.chefare.org/archivcf/cf52/dresda45html);“I crimini dei vincitori-I bombardamenti in Germania”
(ww.controstoria.it). Il numero dei morti è oggi
valutato sui 40.000. Ma non si tien conto del fatto che
Dresda ( che nel 1939 aveva circa 630.000 abitanti) era
divenuta rifugio degli sfollati della Slesia e dell'Europa
orientale, non iscritti nei registri anagrafici. Da altri
si è calcolato un numero di circa 200.000.
[6] Ernest Armstrong, Rappresaglie partigiane,www.laltraverita.it/Documenti/rappreaglie_partigiane.htm..
[7]
Eric Morris, La guerra inutile. La campagna
d'Italia 1943.45, Longanesi 1993, pp. 14-15 e p.
456.
Interessante l'inchiesta del documentarista Mazzucco che evidenzia quanti futuri presidenti c'erano a Dallas in incognito quei giorni dell'assassinio di John Fitzgerald Kennedy, tra cui Nixon
RispondiEliminaInteressante la notizia che su quella macchina ci fosse il Governatore del Texas John Connally. Un nome che curiosamente comparirà nei verbali delle varie inchieste italiane sulla Loggia Massonica P2.
Interessante che la guerra in Vietnam voluta da Nixon e che causò la morte di circa 40.000 soldati americani e la strage di circa 2 milioni di vietnamiti, indistintamente uomini, donne, bambini venga raccontata in molti film di Hollywood in cui si affronti questo argomento ma sempre dal punto di vista americano, i 2 milioni di vietnamiti ammazzati sono parte indistinta della sfondo, fanno solo come comparse, non c'è un film in cui sono gli americani a fare solo le comparse.
La mia domanda è: ma gli americani in Italia hanno ammazzato solo soldati o anche civili nella seconda guerra mondiale?