martedì 30 agosto 2022

COME TENER CONTO DEL NON VOTO CHE E' ANCH'ESSO UN VOTO

Qualunque sia l'affluenza alle urne i partiti si spartiscono lo stesso numero di poltrone alla Camera e al Senato. Non si vuole tener conto del non voto che deve essere considerato come manifestazione di dissenso o di sfiducia nei riguardi di ogni partito, anche perché è possibile, se non doveroso, pensare che l'astensione derivi dall'impossibilità di condividere in toto il programma di un partito. La maggioranza del parlamento ha modificato l'art. 56 della Costituzione riducendo a 400 il numero dei deputati e a 200 il numero dei senatori. Non si capisce perché si sia arrivati a questa riduzione appoggiando la volontà del Movimento 5 Stelle, che subirà più di tutti gli altri partiti l'esclusione dal parlamento di molti candidati essendo stata ridotta gravemente la rappresentatività territoriale. Minore è il numero dei parlamentari e minore è il territorio che viene rappresentato in parlamento dovendosi ampliare le circostrizioni. La riduzione dei parlamentari è una autocastrazione dei  candidati, che hanno minori possibilità di essere eletti, a parte l'assegnazione di seggi quasi sicuri per i nomi più importanti di ogni partito. Ad una riduzione del numero dei parlamentari si sarebbe dovuti arrivare diversamente, tenendo conto del numero dei non votanti, per evitare il paradosso che le elezioni sarebbero valide anche se andasse a votare una ristretta minoranza, che poi pretenderebbe contraddittoriamente di rappresentare in parlamento la volontà popolare. Assurdo. La volontà popolare può essere rispettata solo rispettando la volontà di chi rifiuta di andare a votare per qualsiasi ragione. Supponiamo che l'affluenza non superi il 70% degli aventi diritto al voto, come si suole pensare in questi giorni da parte dei sondaggisti. Si dovrebbe stabilire una soglia MINIMA di affluenza. Supponiamo che tale soglia sia l'80%, anche se mi sembra troppo bassa, bastando anche solo il 10% dei non votanti a fronte di una affluenza del 70%, includendo nel 10% coloro che sono impediti fisicamente o si trovino lontani dal luogo ufficiale di residenza perché hanno il domicilio altrove. Sotto tale soglia (dell'80%) il numero degli eletti dovrebbe diminuire in proporzione al numero dei non votanti. Supponiamo che l'affluenza sia del 70%. La riduzione dei parlamentari dovrebbe essere conseguentemente del 10%. in relazione ad affluenza del 80% e del 20% in relazione ad una affluenza del 60%. In questo modo si rispetterebbe la volontà dei non votanti perché si darebbe ad essi la possibilità di ridurre anche di molto il numero dei parlamentari e si rispetterebbe la volontà popolare di non dare la fiducia ad alcun partito. Non è vero che chi è assente ha sempre torto. Chi è assente può avere dei validi motivi per preferire di essere assente. Tenendo conto del numero dei non votanti anche se l'affluenza fosse solo, per esempio, del 40% con conseguente riduzione del 40% dei parlamentari in relazione alla soglia minima dell'80% il governo avrebbe comunque una giustificata fiducia perché la fiducia sarebbe ottenuta con una riduzione dei parlamentari, e questa  sarebbe ottenuta rispettando se pur indirettamente la volontà popolare anche dei non votanti.    .                   

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