domenica 15 gennaio 2023

L'IMBECILLITA' CHE PREFERISCE I VOTI DELLA GENIA DEI CACCIATORI

Nonostante i cacciatori siano in via di estinzione l'imbecillità politica, soprattutto della destra, continua a prevalere non capendo che in questo modo si perde il voto dei milioni di italiani contrari alla caccia (e tra questi vi è l'8 % dei vegetariani-vegani).

Con la legge n. 197/2022 (art. 1, commi 447-448) è stata autorizzata la previsione da parte di Regioni e Province autonome di piani di abbattimento di ogni specie faunistica, in ogni giorno dell'anno, in ogni luogo, compresi i parchi naturali e i centri urbani.

  

Ricevo dal mio corrispondente in Inghilterra Paolo Ricci (Bailador.org)

È inutile continuare con l’autoflagellazione, i piagnistei e la resa totale per il fatto che “un governo di destra ce lo dobbiamo tenere per cinque anni e non possiamo fare niente”. Questa è pura viltà. Questo è il classico animalismo perdente che guarda al dito e non alla luna. I’animalismo che si auto analizza e si lacera e non risolve nulla.  La colpa è solo nostra, è la nostra incapacità di capire la politica e non lasciare spazi ai cacciatori che sono estremamente capaci a occuparli. Questo eterno lamento da “prefiche” ci ha portato a questo. Ci ha portato a questo il protagonismo scellerato, l’atomizzazione, la frammentazione e l’assoluta incapacità di reagire. Il vecchio animalismo sapeva reagire ora siamo davanti a un animalismo mutante che ha issato bandiera bianca. 

Senza un’autentica organizzazione, senza un movimento unitario animalista – ambientalista POLITICO esterno ai partiti non si va da nessuna parte. Occorre un movimento trasversale. Non un movimento collegato a un partito esistente perché quello porta a ciò che è accaduto in un movimento dove la leader è stata eletta nel partito più ostile agli animali: Fratelli d’Italia, ed è come se un’ebrea fosse stata eletta tra le liste di un partito nazista.

L’assoluta necessità è creare un movimento che sposti i voti perché questa è l’unica cosa che la nostra politica selvaggia comprende. Non un partito, un movimento capace di muovere voti. Capace di colpire. E mai confluire in un partito esistente perché abbiamo visto che non porta a nulla.

Fin quando si va ai referendum con due gruppi in contrasto tra loro e si organizzano manifestazioni con poche centinaia di persone non si va da nessuna parte.

Le manifestazioni dei gruppi sono sacrosante e in certi casi eroiche, ed è bene che continuino ma per cambiare le cose occorre ben altro.  

E’ l’assoluta incomprensione di qualcosa così ovvia che ci ha portato a una sconfitta dopo l’altra.

Ripetiamo: In Italia quasi una persona su dieci, l’8.2 per cento della popolazione, è vegetariana o vegana. A rivelarlo è stato il Rapporto Italia 2021 dell’Eurispes, un ente privato che opera nel campo della ricerca politica, economica e sociale e che realizza indagini su base annuale. I vegetariani sono più del doppio dei vegani, 5.8 per cento della popolazione contro 2.4 per cento e in maggioranza donne. 

Questa crescita esponenziale è  solo la punta dell’iceberg di chi è attento alla sofferenza del non umano, ma questa massa di persone è vergognosamente ignorata dalla politica che preferisce schierarsi con 470.000 cacciatori. Quello che è evidente è che la crescita del vegetarianismo e del veganesimo è esponenziale e incontenibile, e quello che colpisce è la scoperta di una grande forza ignorata volutamente dalla politica. Quello che impressiona è il fatto che il mondo politico prenda più a cuore le sorti dei cacciatori il cui numero, negli ultimi dieci anni, va declinando in maniera paurosa  di questa massa di persone che hanno a cuore la sofferenza del non umano. 

I cacciatori calano vistosamente: dal 1980 al 2022 hanno subito un calo di 1.231.853 unità. Diciamo che sono attestati sulle 470.000 unità e continuano a decrescere. Calano e invecchiano. La stragrande maggioranza è tra i 65 – 80 anni. 

I cacciatori rappresentano lo 0,7% della popolazione italiana.

Il 76% della popolazione italiana è contro la caccia ma la politica l’ignora dominata com’è dalle lobby.  Questa è la realtà. E questa realtà è vergognosa.

Davanti a quello che questo governo post fascista ha osato fare abbiamo ascoltato il solito osceno mantra “che non si può fare nulla” come se una legge ingiusta non possa essere combattuta. Immaginate se il parlamento prolungasse una legge che stabilisca  che gran parte degli animali domestici dovrebbe essere soppressa. Ve la immaginate la reazione? Immaginate che questo governo emetta una legge che cambi la legge attuale dell’aborto. Immaginate la reazione? Ci sarebbe una rivoluzione.

Contro leggi inique si combatte.

La vergogna vera è il silenzio delle grandi associazioni che non sono neanche capaci di organizzare una grande manifestazione contro la barbarie che vediamo. Lo schifo di quello che fanno ai cinghiali.

La vergogna è il silenzio degli intellettuali antispecisti che non dicono una parola e continuano con le conferenze con cinque persone presenti, i convegni che lasciano il tempo che trovano, i sermoni continui sul non mangiar carne (diretti ai vegani come convincere il Papa che Gesù è risorto, ammesso che ci creda) a scrivere libri che nessuno legge.  Dove siete? Perché non intervenite? 

Ma veramente pensate che con le petizioni i salvano milioni di animali?

Quale potrebbe essere la giusta reazione a quello che sta accadendo?

Sarebbe giusto che come risposta alla barbarie post fascista le grandi organizzazioni -  e non i gruppi che hanno provato e sembra vogliano riprovarci - indicessero un nuovo referendum. Questa sarebbe la risposta adeguata alla barbarie meloniana – salviniana. 

Sarebbe la sfida logica come dire: credete di aver vinto? Vediamo cosa farete ora.   

La raccolta di firme che fallì andò vicina a ottenere il numero richiesto.  

Se le grandi associazioni avessero appoggiato i referendum, e non li avessero ignorati, e anche vergognosamente boicottati, come alcune hanno fatto, il numero sarebbe stato raggiunto senza problemi. Se i due gruppi in aperta e stupida ostilità tra loro si fossero uniti il numero necessario sarebbe stato raggiunto. E se ci stavano riuscendo loro le grandi associazioni, muovendo l’intero mondo animalista, ce la farebbero senza problemi. Hanno promesso di farlo. Ma la domanda è: lo vogliono fare?

E se non lo fanno che ci stanno a fare?        

La strada da seguire è quella inizialmente indicata da Extinction Rebellion, seguita Animal Rebellion, nel Regno Unito, ora presente anche in Italia, e intrapresa dal gruppo italiano Ultima Generazione. E’ tempo che riprenda la lotta.

E cosa sono muri e porte imbrattate davanti allo sterminio di animali e la distruzione sistematica del pianeta?

Per difendere la Terra e i suoi abitanti non umani prima o poi esploderà la vera violenza. Qualcuno sta facendo il possibile per farla deflagrare.       

 Paolo Ricci per Bailador

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