DA QUORA
Vito Aprile ha commentato la tua risposta a: "Dove stette Gesù nei tre giorni dopo la morte?"
Credere
in un essenza spirituale divina ultraterrena impone anche teologicamente
l'esistenza di una natura spirituale nell'essere umano. La vita è qualcosa di
pieno che permea il corpo, così come la coscienza è piena, ma se esaminiamo un
dito in laboratorio al microscopio vediamo materia, ma non la vita eppure c'è.
La vita è l'essenza spirituale eterna divina e la coscienza è la parte più
profonda dell'essenza divina. La vita e la coscienza sono trasmesse da Dio
nell'essere umano. Anche nell'animale la vita è soffio di Dio, ma è semplice
vita e non coscienza di bene e male. Lo spirito non è annullabile perché
altrimenti anche Dio sarebbe annullabile. L'anima dell'animale, anche non si
dissolve, ma non essendo cosciente viene riassorbita da Dio e l'animale smette
come essere vivente. Nell'uomo la coscienza lo rende immortale quanto
all'esistenza in quanto immagine divina e alla morte il suo spirito va in
un'altra dimensione, buona per alcuni, cattiva per altri. L'immortalità
dell'uomo non è data dal corpo, perché con esso come dice la Bibbia, la sorte
dell'uomo è la stessa sorte dell'animale e nessuno dei due ha potere sulla
morte. Questo detto ha motivi di fede cristiana e vuole dire che è un'illusione
sfuggire alla morte, perché si è esseri umani e quindi poter non incontrare Dio
e il suo giudizio. Gli animali, se Adamo non avesse peccato, probabilmente ce
li saremmo portati dietro. Dio avrebbe insufflato anche in loro uno spirito
cosciente. Darwin, che sembra fosse credente, non ha scritto nessuna verità perché
l'evoluzione è un'enorme fesseria. Anche un organismo unicellulare è di una
complessità enorme che il caso non può produrre e l'evoluzione dovrebbe prima
produrre geni appositi, ma come fa il caso ad apporre quelli in cui si richiede
intelligenza? E' più facile creare un organismo nuovo che trasformarne uno,
anzi è impossibile perché anche con micro mutamenti, quando vai ad intaccare
più in profondità un organo indispensabile c'è la morte. I mutamenti avvengono
per la perdita di geni e sono limitati, non si creano geni da soli. Le
trasformazioni sono impossibili e neanche Dio può farle gradatamente, ma deve
trasformare nell'istante tutta la struttura dell'essere vivente. Immagina una
500 che uno vuole trasformare in Ferrari. Può cambiare ed adattare gli accessori,
gli specchietti, la tappezzeria, ma se deve trasformare tutta l'auto deve
cambiare contemporaneamente tutti i pezzi e non sarebbe trasformare ma farne
una nuova. Immagina che cominci dalla carrozzeria e come fai ad adattare gli
assi il motore e i componenti della 500 alla carrozzeria della Ferrari? Cominci
dal motore e come fai a inserirlo nella 500? Un essere vivente non lo puoi
trasformare, nemmeno Dio può farlo mano mano, pezzo per pezzo dovrebbe
trasformare tutti i pezzi contemporaneamente e miracolosamente. Il caso non fa
miracoli e poi c'è un'altra realtà. Ogni essere vivente è unico e irripetibile.
Tutto questo che ho scritto, ovviamente ha senso per la fede in un essere
divino e in un essenza spirituale nell'essere umano. Se non si crede in Dio è
un'altra cosa. Allora l'immortalità non esiste per nessuno.
MIA RISPOSTA
Se è unica l'origine della vita perché tutti gli esseri viventi provengono dalla CASUALE formazione del DNA a doppia elica che deriva dal'evoluzione dell'RNA a una sola elica perché dovrebbe esistere solo l'immortalità umana? Mi si risponda a questa fondamentale domanda invece di ripetere racconti che appaiono mitologici e inventati quando non si avevano le nostre conoscenze sulla CASUALE formazione della vita che esclude un finalismo nell'evoluzione. Se Darwin ha scritto la veirità nel suo "Origine delle specie" cade ogni credenza di un dopo la vita terrena. Mi atterrisce il pensiero che non avrò conoscenza di essere morto. Terribile
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Buongiorno professore, oltretutto è importante dire che la natura stessa è orientata secondo il principio del "mors tua vita mea", in pratica vige l'egoismo (dei singoli e dei gruppi) che porta gli esseri viventi a lottare e a uccidere per la sopravvivenza, ma poi la natura stessa non ha alcun rispetto del singolo, dell'individuo, lo fa invecchiare e lo butta via quando non serve più alla riproduzione della vita stessa, come un computer rotto. E questo sarebbe opera di un dio (merita la lettura minuscola)? Io sarò sempre ateo, essere atei è una scelta coraggiosa perché secondo me comporta il coraggio di guardare in faccia alla cruda realtà delle cose senza cercare consolazioni che poi sono inganni, meglio la peggiore verità della più dolce delle menzogne. E poi se si volesse credere in Dio leggendo la Bibbia allora si dovrebbe concludere che si tratta di una divinità sanguinaria, avrebbe ordinato massacri indiscriminati, benedetto incesti, sarebbe pessimo, no grazie.
RispondiEliminaNon so darmi una risposta alla domanda se fosse meglio non nascere per evitare l'attesa della morte. La gente per lo più vive nell'incoscienza della morte e del suo ritorno nel nulla. Mi atterisce il pensiero che il mondo continuerà ad esistere con la morte di tutti gli attuali esseri viventi, umani e non umani. Mi domando sempre come possa esistere solo la sopravvivenza umana (perchi ci crede) se unica è l'origine della vita. Caro Alessio è vero che gli animali non umani uccidono per sopravvivere e impiegano la loro forza non per il gusto di sopraffare animali di diversa specie. Normalmente gli animali di eguale specie non si fanno la guerra tra loro sino ad uccidersi. La maggiore forza del predatore è messa in atto per la sua soppravvivenza. Solo gli uomini sono riusciti a uccidersi fra loro perché non sono animali solo naturali. E' la cultura che li ha indotti ad uccidersi come in tutte le guerre per sete di dominio oltre la necessità della sopravvivenza.
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