domenica 27 gennaio 2013
L'INDUSTRIA DELL'OLOCAUSTO E IL NEGAZIONISMO. LA STORIA ANCORA SCRITTA DAI VINCITORI. INFATTI NON SI PARLA DEI MILONI DI MORTI (ANCHE EBREI) NEI GULAG DI STALIN
Dal mio prossimo
libro VERGOGNATEVI! IL DIRITTO NATURALE CONDANNATO ANCHE IN
CASSAZIONE. AL LETTORE IL QUARTO GRADO DEL GIUDIZIO
Lo ha
scritto un ebreo, Norman G. Frikelstein , autore di un libro
intitolato L'industria dell'olocausto. Per questo l'autore fu
espulso da Israele e la sua presenza fu definita non gradita. E si
può a proposito leggere quanto con illuminazione ha
commentato su questo libro il noto giornalista e scrittore
indipendente (non appartenente ad alcun partito politico) Massimo
Fini. Ecco dunque dove voleva giungere l'accusa scellerata di
istigazione all'odio razziale e religioso. Avere persino infamato
l'olocausto. E non per averne messo in dubbio l'esistenza da
negazionista delle camere a gas (perché si vorrebbe da parte
di molti ebrei delle sinagoghe, come Riccardo Pacifici, introdurre
assurdamente il reato di negazionismo anche in Italia, come in
Francia, in Germania e in Austria, Stati che debbono ricostruirsi
una verginità storica che non hanno), ma per il solo fatto di
avere scritto che non riuscivo a commuovermi della fine nei lager
nazisti degli ebrei farneticanti alla Di Segni che credono di poter
ammantare di sacralità e come atto persino educativo la
macellazione kosher. E il mio non commuovermi si è voluto
tradurlo in istigazione all'odio razziale per tutti gli ebrei. Ma da
qui dichiaro il mio assoluto disprezzo per quei parrucconi disonesti
che sono giunti persino a tirare in ballo l'argomento dell'olocausto
per servire meglio gli interessi liberticidi del potentato degli
ebrei delle sinagoghe, di fronte a cui “giudici” della
Cassazione sino abbassati le braghe. Perché non si può
toccare l'industria dell'olocausto. Guai a chi si permette questo.
Ma a me non interessava affatto l'argomento dell'industria
dell'olocausto, che mi avrebbe portato fuori tema. Eppure la
disonestà ha voluto che si toccasse anche questo argomento
per aggravare l'accusa. Questa è una sentenza che, come si
suol dire, grida vendetta al cospetto di Dio (ma quale Dio?). I
dico, piuttosto, che è una sentenza che grida vendetta al
cospetto del diritto naturale.
Avrei
preferito non toccare il tema del nagazionismo. Ma di fronte al
tentativo di individui, come Riccardo Pacifici, di introdurre anche
in Italia il reato di negazionismo uno è costretto a
diventare dubitazionista.
Nel gennaio del 2012 ha dichiarato Pacifici. “Distinguiamo fra diritto di opinione e negazionismo. Affermare in una casa privata che l’Olocausto non sia mai avvenuto può essere un gesto stupido, immensamente riprovevole e simile a chi sostiene che la Terra è piatta. Ma credo non si possa più concedere il diritto di alzarsi in piedi in un’aula parlamentare, in un’università, in un luogo pubblico in cui si formano le coscienze e dire che la Shoah è stata un’invenzione. La legge riguarderebbe questo ambito”.
Dunque sarebbe un reato esporre (non dico condividere) in pubblico le tesi sostenute dai due più noti negazioni Robert Faurisson e Paul Rassinier (medaglia d'argento per avere partecipato alla Resistenza ed essere rimasto invalido a causa delle torture subite dai nazisti nei campi di concentramento di Buchenwald e di Mittelbau-Dora, che si trovano in Germania, mentre si è sempre riconosciuto che gli asseriti campi di sterminio si trovavano solo in Polonia). Incredibile. Si vuole portare la storia in Tribunale in oltraggio alla libertà di ricerca storica con l'affermare per principio che il negazionismo non fa parte della ricerca storica. In modo che venga proibito un confronto pubblico tra tesi opposte e la storia sia sempre quella scritta dai vincitori.
Nel gennaio del 2012 ha dichiarato Pacifici. “Distinguiamo fra diritto di opinione e negazionismo. Affermare in una casa privata che l’Olocausto non sia mai avvenuto può essere un gesto stupido, immensamente riprovevole e simile a chi sostiene che la Terra è piatta. Ma credo non si possa più concedere il diritto di alzarsi in piedi in un’aula parlamentare, in un’università, in un luogo pubblico in cui si formano le coscienze e dire che la Shoah è stata un’invenzione. La legge riguarderebbe questo ambito”.
Dunque sarebbe un reato esporre (non dico condividere) in pubblico le tesi sostenute dai due più noti negazioni Robert Faurisson e Paul Rassinier (medaglia d'argento per avere partecipato alla Resistenza ed essere rimasto invalido a causa delle torture subite dai nazisti nei campi di concentramento di Buchenwald e di Mittelbau-Dora, che si trovano in Germania, mentre si è sempre riconosciuto che gli asseriti campi di sterminio si trovavano solo in Polonia). Incredibile. Si vuole portare la storia in Tribunale in oltraggio alla libertà di ricerca storica con l'affermare per principio che il negazionismo non fa parte della ricerca storica. In modo che venga proibito un confronto pubblico tra tesi opposte e la storia sia sempre quella scritta dai vincitori.
A
chi ha subito l'olocausto tutto deve essere concesso. Questa rendita
non può mai essere toccata. Chi la tocca muore. E l'olocausto
degli almeno 7 milioni di morti (ma alcuni dicono siano stati 13)
nei lager staliniani anche prima della guerra? E gli almeno un
milione e 400 mila ebrei morti nei gulag staliniani prima della
guerra e dopo la guerra, con le persecuzioni degli ebrei morti nei
gulag sovietici dopo la seconda guerra mondiale con i progrom
staliniani? Questi non fanno storia. Non contano. Sono stati uccisi
dai sovietici, vincitori nella seconda guerra mondiale. Non fanno
parte dell'olocausto. E' evidente che vi sono morti molto meno
importanti, anche se molto più numerosi, di cui si può,
anzi, si deve, tacere. La storia è scritta dai vincitori. 1
1)Per quanto riguarda i gulag sovietici all'epoca
di Stalin e la persecuzioni degli ebrei scrivere su Google “Stalin
e la persecuzione degli ebrei”. Visitare soprattutto i siti
metaforum.it e storiain.net, da cui si può trarre anche la
bibliografia sull'argomento. In storiain.net si trova il
documentato articolo di Ferruccio Gattuso L'ossessione
antisemita di Stalin parallela alla follia di Hitler.
Da metaforum si ricava che Beria deportò mezzo milione di
ebrei che morirono tutti nel loro trasferimento in Siberia. Cfr. di
Arthur Koestler Il Yogi e il
commissario, Bompiani 1947. Il'ja
Erenburg scrisse un libro nero in cui si dice che erano stati
sterminati un milione e mezzo di ebrei sovietici. Robert Conquest è
autore de Il Grande Terrore (1968),
Mondadori 1970 e Rizzoli 1999, 2006. Dal libro di Conquest risulta
che furono 7 milioni gli internati nei gulag staliniani. Ma 4 anni
dopo Conquest portò la cifra a 13-15 milioni. Libro
contestato, quando uscì, dai comunisti di allora. Cfr. anche
di Louis Rapoport La guerra di Stalin
contro gli ebrei, Rizzoli 2002.
Dal mio
libro IO NON VOLEVO NASCERE
Che la
cifra di sei milioni di ebrei sia vera è ancora tutta da
dimostrare. Tra gli affermazionisti dell’olocausto e i
negazionisti io ho inventato la categoria dei dubitazionisti,
sulla base di un’ampia letteratura, consegnatami in CD da un frate
benedettino – e costretta vergognosamente alla clandestinità
- che giunge persino, da parte di alcuni autori, a negare
l’esistenza delle camere a gas. E non mi riferisco tanto a David Irving, che ingiustamente fu arrestato in Austria durante una conferenza. Mi riferisco piuttosto a Paul Rassinier e Robert Faurisson. Il primo, medaglia d'argento della Resistenza, arrestato, torturato (sino ad essere reso invalido) e internato nel lager di Buchenwald, ha scritto La menzogna di Ulisse (1949, ed. Comunità 2001), Il vero processo Eichmann (1962, ed. Effepi 2007) e Il dramma degli ebrei in Europa (1964, ed. Europa 1968). Il secondo è autore, principalmente, di Scritti revisionisti (leggibili integralmene in francese nel sito aaargh.codoh.info/livres/livres). E’ possibile che siano tutti matti o falsari e che la verità
stia solo dalla parte degli ebrei, che, essendo parte in causa, come
in un comune processo, non possono essere testimoni di se stessi?
Perché, per esempio, continuano a rimanere segretati i tre
volumi della Croce Rossa internazionale che ispezionava i campi di
concentramento nazisti? Evidentemente perché si ha interesse
a che rimangano segretati. Come è possibile che siano morti
in campi di concentramento (se non anche in camere a gas) sei
milioni di ebrei se è stato accertato che nel 1939 la
popolazione ebraica in Europa era di 6 milioni e che nell’Europa
occupata dai nazisti era non più di tre milioni perché
molti erano emigrati in Unione Sovietica, negli Stati Uniti o in
Paesi neutrali non toccati dalla guerra? Nessuno degli occidentali
poté visitare Auschwitz ed altri campi di concentramento
(detti di sterminio) della Polonia, occupata dai sovietici, se non
dopo 10 anni dalla fine della guerra. E non si trovarono mai tracce
di una passata presenza di camere a gas, mentre i sovietici
avrebbero avuto interesse a non cancellarle. Ancor oggi ad Auschwitz
si può vedere solo un forno crematorio. Ma poteva servire per
bruciare i cadaveri di quelli che vi morivano per altri motivi
(soprattutto per dilaganti epidemie), per impedire di dover
seppellire i cadaveri ed impedire l’espandersi di epidemie, che
decimavano come mosche gli internati negli ultimi mesi di guerra,
quando non giungevano più rifornimenti e si moriva anche di
fame. E’ possibile che un solo forno crematorio sia bastato a
bruciare i cadaveri di 3 milioni di ebrei che nella sola Auschwitz
sarebbero morti tutti in camere a gas? Andando nei particolari: come
mai la famiglia Frank, arrestata nell’agosto del ‘44, e giunta
ad Auschwitz nel mese di ottobre, non finì in camera a gas,
ma, addirittura, le due sorelle furono trasferite nel gennaio del
1945 a Bergen-Belsen (non lontano dal confine con l’Olanda), dove
morirono entrambe di tifo, mentre la madre, già malata da
tempo, morì ad Auschwitz di malattia e il padre sopravvisse
sino all’arrivo dei sovietici? Allora è falso quanto si
racconta, che gli ebrei in grado di lavorare venivano inviati nelle
fabbriche circostanti mentre gli altri finivano subito in camere a
gas. O la famiglia Frank era fatta di accozzati di ferro? E come mai
Simon Wiesenthal, il noto cacciatore dei nazisti, rimase sempre in
un campo di concentramento austriaco, mentre si è sempre
riconosciuto che i campi di sterminio si trovavano solo in Polonia?
La storia dei 6 milioni di ebrei è nata durante il processo
di Norimberga, con un Tribunale che, sotto l’aspetto giuridico fu
un obbrobrio, in quanto i cosiddetti giudici non potevano avere
alcuna legittimità giuridica. Da chi furono nominati? Dai
vincitori! Roba da matti! Lo stesso maresciallo Montgomery,
vincitore di El Alamein, commentò ironicamente che in futuro
sarebbe stato un crimine contro l’umanità perdere una
guerra. Prima o dopo si dovrà conoscere la verità
sull’olocausto. E l’olocausto della popolazione civile di
Dresda, vigliaccamente rasa al suolo dagli inglesi verso la fine
della guerra, quando, oltre tutto, non aveva più senso né
scopo giacché per la Germania la guerra era ormai persa? No!
Di questo olocausto non bisogna parlare, perché fu attuato
dai vincitori. Come furono attuati dai vincitori gli inutili
bombardamenti in molte città d'Italia, con la morte di
migliaia di civili. Con l'unico scopo di terrorizzare la
popolazione, non avendo i palazzi delle città alcuna
importanza strategica. Solo dopo 60 anni si è riconosciuto
ufficialmente che la strage di 22.000 polacchi nella foresta di
Katin fu comandata da Stalin per decapitare l'élite
dell'esercito polacco, mentre era stata attribuita da Stalin, e
rimase attribuita per tanti decenni, ai nazisti. Si sapeva da sempre
la verità, ma non si poteva addebitare tale strage ad un
vincitore alleato allora delle potenze occidentali.
La
persecuzione dei negazionisti sortisce l’effetto contrario, di far
nascere il dubitazionismo, almeno sull’entità
dell’olocausto ebraico.
Il poeta
John Milton (autore del poema Il paradiso perduto), che,
esponente del movimento puritano, giustificò l’esecuzione
del re, fu autore anche di diversi scritti politici, in cui,
muovendo dalla constatazione che, in base al diritto naturale,
ognuno nasce libero, e soltanto in quanto tale conferisce ad altri
il potere che gli appartiene per realizzare la giustizia, considerò
le leggi umane un’invenzione successiva al diritto naturale, che
si pone al di sopra di qualsiasi legge, intercorrendo tra il re e il
popolo un contratto che deve essere fondato su principi
fondamentali, essendo il potere derivato soltanto dal bene comune
del popolo. Appellandosi al cristianesimo come religione della
libertà, che esclude l’obbedienza passiva, Milton si pose
anche contro la Chiesa presbiteriana, che, nata dal movimento
puritano, divisosi tra presbiteriani e indipendenti (tra i quali si
riconosceva Milton), era riuscita a farsi riconoscere come Chiesa di
Stato pretendendo quelle stesse prerogative di cui prima la Chiesa
anglicana aveva goduto contro i puritani, ed aveva richiesto una
preventiva censura su un suo testo (The Doctrine and discipline
of Divorce, 1644), accusato di essere sedizioso. In difesa della
libertà di pensiero e di stampa Milton scrisse
l’Areopagitica (1),
in cui non riconobbe allo Stato il diritto di esercitare la censura
sulla base della distinzione tra teorie che professano il bene e
teorie che professano il male, giacché tale distinzione,
spiega Milton, non può valere nella ricerca della verità,
che comporta la conoscenza e la confutazione degli errori, possibile
soltanto con il confronto anche con quei libri che sono ritenuti
cattivi. Il male non può essere eliminato senza il libero uso
della ragione, e il bene non può essere conosciuto senza la
conoscenza del male. Nessun potere politico può arrogarsi il
diritto di monopolio del bene. Pertanto, continua Milton, è
inutile cercare di impedire la diffusione di scritti che si
ritengano contrari alla verità, perché la storia
dimostra che le dottrine si sono diffuse nonostante i provvedimenti
censori, che servono solo ad alimentare il conformismo, che maschera
la pigrizia intellettuale e l’imbecillità, per cui “la
mondana accortezza, …l’essere ignavi, l’essere un qualunque
solennissimo balordo sarà l’unica vita piacevole”.
Ne
ricavo la conclusione che, se il negazionismo è ritenuto un
male, non per questo possono essere perseguitati i negazionisti. Il
bene, cioè l’affermazionismo, deve avere il coraggio di
confrontarsi con il male del negazionismo. Altrimenti si alimenta il
dubitazionismo. La stessa rivista dei gesuiti Civiltà
cattolica difese il diritto dei negazionisti (vedi voce su
Internet) di esprimere pubblicamente le loro tesi.
Al
fascismo – nonostante le disgrazie della guerra di Etiopia, delle
leggi razziali e dell’alleanza con il nazismo nel 1940 - si deve
riconoscere una legislazione sociale che era all’avanguardia
(lodata persino da Churchill). Ricordiamo l’IRI, l’Agip, l’Inps,
l’Istituto maternità e infanzia, l’Istituto case popolari,
Cinecittà, etc. La Banca Nazionale del Lavoro (BNL) sorse in
concorrenza con le banche private, che oggi sono associazioni mafiose
legalizzate. Invece di servire oggi come calmiere dei profitti delle
altre banche la BNL si è adeguata alla prassi delle altre
banche, mentre dovrebbe agire come servizio sociale per mutui a basso
tasso di interesse al fine di finanziare, per esempio, l’edilizia
economica e far scendere i costi commerciali delle abitazioni,
ostacolando la speculazione edilizia.
Di questo si ricordi il
rinnegato Gianfranco Fini, che, divenuto presidente della Camera, usa
la sua carica come cattedra per seminare ogni giorno perle di
“saggezza”, demonizzando tutto ciò in cui prima aveva
creduto o aveva fatto finta di credere. Pupillo di Almirante si
dichiarava favorevole alla pena di morte e sbandierava un
nazionalismo di altri tempi. Per ricostruirsi una verginità è
andato a fare il lecchino in Israele e si fa fautore di una società
multirazziale. Con l'evidente scopo di dare la scalata alla carica di
capo del governo cercando di farsi accettare come foglia di fico
della falsa sinistra. Questa banderuola della politica, senza ideali
e spregiudicato, ha rinnegato tutto il fascismo, tacendo di ciò
che esso fece di positivo nella politica sociale.
Tant'è che non
riuscirò mai a spiegarmi come possa esistere un'opposizione
tra fascismo e socialismo, piuttosto che tra liberismo e comunismo,
essendo rimasto sempre Mussolini d'animo socialista nel suo concepire
l'economia sotto il controllo del superiore interesse dello Stato.
Quando
Mussolini, forse, contro la sua volontà, fu prelevato dai
tedeschi e portato in Germania per costituire la R.S. I., libero dai
ceppi della borghesia che l'aveva aiutato a salire al potere, formulò
la carta dei principi della socializzazione delle imprese perché
gli operai ne fossero partecipi negli utili.
I capi di alcune bande partigiane, formate da comunisti e dai loro fiancheggiatori, come Pertini, rifiutarono di consegnare agli americani Mussolini, contro la volontà degli emissari del governo regio di Badoglio, e ordinarono che Mussolini fosse fucilato temendo che egli da accusato diventasse documentatamene accusatore di molti di essi, antifascisti dell'ultima ora, e anche per timore che egli potesse rendere pubblico un carteggio con Churchill, che, facendo il doppio gioco - con la promessa nascosta di Nizza, della Corsica, della Tunisia (a spese dell'alleata Francia) e della Dalmazia all'Italia - pare avesse indotto Mussolini ad entrare in guerra perché, considerata ormai persa la guerra – quando gli Stati Uniti non erano ancora intervenuti – moderasse le pretese della Germania. Da tali documenti risulterebbe anche che la Germania avrebbe cercato durante la guerra un'alleanza dell'Inghilterra contro l'Unione Sovietica in cambio della liberazione di un milione di ebrei (e pare che questo fosse il numero complessivo di ebrei internati nei lager).3 Anche Churchill avrebbe richiesto tale alleanza, costretto poi a rinunciarvi dopo Stalingrado, quando ormai pareva inarrestabile l'avanzata dei sovietici.
Quando
verranno tolte le medaglie agli assassini materiali che, causando
anche vittime civili, il 23 marzo del 1944 provocarono, in una strada
di Roma (via Rasella) la rappresaglia delle Fosse ardeatine, perché
vigliaccamente rifiutarono di costituirsi, allora finalmente si
inizierà a rendere giustizia alle vittime della rappresaglia,
come a quelle di altre.1
I mandanti dell'attacco proditorio, e perciò i maggiori
responsabili della rappresaglia, furono i componenti di una sedicente
Giunta militare del sedicente Comitato di Liberazione Nazionale
(CNL). Di tale Giunta erano responsabili Giorgio Amendola (uno dei
futuri capi del P.C.I.), Riccardo Bauer (Partito d'Azione) e Sandro
Pertini (socialista), un fanatico che poi cercò di scaricare
su Amendola la responsabilità dicendo che non era stato
informato della decisione di porre in atto l'attentato terroristico e
fu premiato con la presidenza della Repubblica. E fu principalmente
lui a volere ad ogni costo la morte di Mussolini sovrapponendosi al
governo monarchico (riconosciuto dagli alleati) e impedendo che
Mussolini, tramite l'accordo cercato con il cardinale Schuster, si
consegnasse agli americani, come da essi richiesto in quanto veri
legittimati a chiederne la consegna, e non i cosiddetti partigiani,
che, pur privi di qualsiasi autonoma legittimazione politica,
volevano acquisirla decidendo, con la loro ala oltranzista, di
passare per le armi tutti i gerarchi della Repubblica Sociale, senza
alcun processo, come si fece, invece, a Norimberga. Fu assassinato
dai comunisti persino Nicola Bombacci, che, uomo mite, teorizzatore
della socializzazione delle imprese, era stato prima segretario del
partito socialista e poi cofondatore nel 1921 del partito comunista,
delegato a Mosca dei comunisti italiani nel 1920 ed amico di Lenin,
ma espulso nel 1923 dai miopi del suo partito quando alla Camera
propose un'alleanza tra fascismo e comunismo sovietico, capendo
l'affinità tra le origini socialiste del fascismo e il
comunismo sovietico sino a quando condannò la svolta
staliniana. Nella Repubblica sociale, dove fu consigliere economico
di Mussolini, continuava a chiamare “compagni” gli operai. Morì
gridando:”Viva il socialismo”. Mussolini, anche contro la
volontà di quei partigiani che l'avevano arrestato nella sua
fuga verso la Svizzera, disposti a consegnarlo agli americani, fu
sottratto ad essi da una banda di assassini che, al comando di una
cupola di fanatici (in prevalenza formata da comunisti, ma tra cui si
trovava anche Pertini), furono inviati da Milano a Dongo per
anticipare l'arrivo a Milano degli americani e permettere a questi
fanatici vigliacchi di fregiarsi di fronte ai vincitori di
un'autorità che non avevano e di dare poi in pasto ad una
folla scatenata la visione dei cadaveri appesi a testa in giù
in piazzale Loreto. Quella stessa folla che, come commentò
con disprezzo lo stesso Leo Valiani, leader del Partito d'Azione (e
uno dei mandanti dell'assassinio di Mussolini), non era mai stata
antifascista. E ora saltava indegnamente sul carro dei vincitori. E
poi si parla di guerra di liberazione. Come se fosse stata una guerra
di popolo.
1I
principali manovali dell'attacco proditorio, da ritenersi di natura
terroristica e non azione di guerra perché attuato fuori di
un'azione di guerra tra nemici dichiarati sono stati Rosario
Bentivegna (che fece esplodere la bomba posta in un carretto dopo
essersi travestito da spazzino), Carla Capponi, Pasquale Balsamo e
Franco Calamandrei. Gli ultimi tre avevano il compito di segnalare
al primo l'arrivo di un battaglione del reggimento (Bozen) di
altoatesini che aveva solo compiti di polizia e si dice transitasse
disarmato (almeno perché avevano l'ordine di transitare con
le armi scariche). Un gruppo di sostegno lanciò altre bombe
sulla coda del battaglione portando i morti a 32. I primi tre ebbero
nel 1951 dal presidente della Repubblica, su proposta di De Gasperi,
rispettivamente una medaglia d'argento, d'oro e di bronzo.
Evidentemente la Capponi come terrorista aveva più
benemerenze. L'attacco proditorio fu preparato da Carlo Salinari,
che negli anni '60 mi ritrovai come professore ordinario di
letteratura italiana nella Facoltà di Magistero di Cagliari.
Suo è il noto manuale di letteratura italiana adottato in
molte scuole. Di indirizzo marxista, come lo era Giuseppe Petronio,
professore di letteratura italiana, con cui detti l'esame da
studente del corso di filosofia della Facoltà di Lettere e
filosofia.
V.su Google “carteggio Churchill-Mussolini”. In particolare cronologia.leonardo.it e controst
oria.it (Mussolini fucilato-da chi?). Risulta anche da una trasmissione di Rai3 (di data imprecisabile,
ma non posteriore al 2005, anno probabile). Ma si dice anche che
Churchill avesse voluto preparare una trappola all'Italia
estendendo il conflitto per giustificare la richiesta di
intervento degi Stati Uniti (v. ad esempio fncrsi.altervista.org e
firewolfdossier.blogspot.com) .
Ha
scritto un professore universitario ebreo statunitense, Jay
Neugeboren, commentando il libro di Esdra,
facente parte dell’Antico Testamento: “La risposta di Esdra è
chiara: gli ebrei devono diffidare dell’assimilazione; dobbiamo
mantenerci distinti e puri dal punto di vista religioso, morale e
fisico…tenerci lontani dalle abominazioni dei non ebrei e degli
ebrei impuri e immorali… Noi ebrei dobbiamo guardarci anche dalla
più piccola unione fisica o morale con quelli diversi da noi,
con quelli che non sono stati scelti da Dio…Anche da quegli ebrei
che sono corrotti perché la loro genealogia o la loro fede
sono dubbi”.1
Se questa non è follia! Ma questo è il principio della
religione ebraica, fondato sullo stesso Antico Testamento. Perciò
se lo tengano pure tutto per loro l’Antico Testamento gli ebrei
credenti. Se lo meritano. Come si può chiamare una
stratificazione plurisecolare di menzogne fondate sull’autoinganno?
Meno male che lo Stato di Israele è di fatto uno Stato laico,
essendo una minoranza i credenti osservanti, come quegli scimuniti
ortodossi, vestiti di nero e con cappello nero, che vanno, in modo
ridicolo, a ciondolare il capo di fronte al cosiddetto “muro del
pianto”. Sì, del pianto di tutti i milioni di animali
scannati nel mattatoio, essendo quel muro un residuo di quello che
gli antichi ebrei chiamavano tempio, in realtà un grande
mattatoio, che essi chiamavano “casa del signore”. Un dio che
abita in un mattatoio! E gli ebrei ortodossi ne vorrebbero la
ricostruzione. Si noti la sconcertante contraddizione da cui è
nata e in cui vive la religione ebraica. Essa non fa, anzi rifiuta di
fare, proselitismo; gli ebrei credenti credono che il loro dio sia
quello vero ma se lo tengono stretto non ammettendo che i non ebrei
se ne possano appropriare. E’ ancor più evidente che questa
contraddizione nasce dalla finalità che ho detto: l’Antico
Testamento è soltanto la giustificazione del diritto alla
terra di Palestina. Di tutto il resto agli ebrei credenti
non gliene importa proprio alcunché. L’asserito
olocausto è anch’esso in funzione del rafforzamento della
tesi biblica secondo cui Jahweh ha sempre avuto bisogno di purificare
prima il suo popolo quando ha peccato allontanandosi dalle sue leggi
(quelle “mosaiche”), e lo purificava sempre sottoponendolo ad
olocausti. Così furono interpretate, per esempio, la
catastrofe del 587 con la distruzione di Gerusalemme ad opera di
Nabucodonosor e la successiva cattività in Babilonia. La
teologia ebraica si fonda sulla seguente successione: peccato del
popolo, punizione divina, pentimento, promessa divina di salvezza.
Evidentemente il popolo ebraico aveva peccato troppo con il processo
di laicizzazione che subì l’ebraismo nel XIX secolo
permettendo la nascita di ebrei atei come Marx, Freud e Einstein.
Dunque l’asserito olocausto ad opera del nazismo, alla luce di
questa scriteriata teologia ebraica, fu voluta da Jahweh. E
allora di che si lamentano gli ebrei credenti? Hitler è stato
lo strumento di una punizione divina, a cui è seguita, dopo la
“purificazione” ad opera del nazismo, la nascita dello Stato
d’Israele. Questa scriteriata teologia, d’altra parte, è
in contraddizione con la certezza che tutto ciò che accade sia
dovuto alla volontà di Jahweh, per cui dovrebbe attribuirsi a
lui anche il peccato degli ebrei con il conseguente olocausto.
1
Citato da Waler Brueggemann.
Introduzione
all’Antico Testamento,
Claudiana 2005, p. 389.
Ma,
anche se tali narrazioni sono state amplificate, come possono gli
ebrei credenti pretendere che ci si commuova per il loro asserito
olocausto ad opera del nazismo se essi dimostrano di non saper o
voler condannare i metodi peggiori descritti in testi che essi
ritengono tuttora sacri? Essi non hanno oggi alcun diritto di
richiedere commozione per il loro asserito olocausto se non sono
disposti a vergognarsi di quei testi che continuano a ritenere sacri,
attribuendo persino al loro dio una volontà stragistica volta
ad attuare il disegno della “terra promessa” per il “popolo
eletto”.
E
i maggiori li attuarono tremendamente proprio tra se stessi, per
esempio con la guerra tra lo Stato di Israele (con capitale Samaria a
nord) e lo Stato di Giuda (con capitale Gerusalemme) a sud.
Il
grande filosofo, ebreo ateo, Spinoza, nel suo Trattato
teologico-politico (cap. 18), seguendo il libro delle Cronache (libro dell'Antico Testamento), racconta delle guerre tra il regno di Israele
(a nord) e quello di Giuda (con capitale Gerusalemme) in cui l’unico
regno si era diviso dopo re Salomone, e scrive: “In un solo
combattimento furono trucidati dai Giudei 500 mila Israeliti, e in
altro combattimento gli Israeliti uccisero moltissimi Giudei, fecero
prigioniero il Re stesso, demolirono le mura di Gerusalemme e
spogliarono completamente il Tempio; carichi della ingente preda,
sazi di sangue fraterno, ricevuti gli ostaggi e abbandonato il Re nel
suo regno, quasi devastato, deposero alfine le armi; ma non tanto per
le promesse dei vinti Giudei, quanto perché fatti sicuri della
loro impossibilità di nuocere. Non passarono però molti
anni che i Giudei, ristorate le loro forze, riaccesero la lotta e
assalirono gli Israeliti. Ma anche questa volta vincitori furono gli
Israeliti, i quali, dopo avere ucciso 120 mila Giudei, condussero in
prigionia donne e fanciulli in numero di 200 mila, portando seco un
altro innumerevole bottino. Fino a che, stremati da queste e da
quelle altre guerre intestine che troviamo narrate nelle storie,
furono alla fine preda dei loro nemici.” Data la popolazione di
allora si può dire che vi fu un vero olocausto di Ebrei per
guerre tra Ebrei stessi. Abbiamo detto questo perché pensiamo
che, se gli Ebrei non si fossero odiati e massacrati tra loro,
rendendosi deboli di fronte al nemico esterno, come dice Spinoza,
forse sarebbero riusciti a conservare il loro Stato in Palestina.
Spinoza,
poiché, essendo ateo, non frequentava la sinagoga, fu
dichiarato “maledetto” e perseguitato dagli ebrei della città
olandese ove abitava, per cui si trasferì in altra, piccola,
città vicina a Leyda. Quando fu ucciso dai calvinisti il capo
del partito repubblicano, di ispirazione liberale, Giovanni de Witt,
che aveva invitato Spinoza a pubblicare il suo Trattato
teologico-politico,
tale trattato fu pubblicato anonimo da Spinoza per evidenti timori.
Ma, viste, nonostante ciò, le reazioni violente di ebrei,
cattolici e protestanti al testo al testo, Spinoza volle che non si
desse una pubblicazione della traduzione dal latino all’olandese
del suo testo.
Dopo
la morte di Spinoza, nel 1677 a soli 45 anni, il testo latino del
Trattato fu
pubblicato sotto altri titoli, che facevano nella copertina
riferimento a tutt’altri argomenti, come di medicina. Ecco che cosa
hanno fatto e preteso le religioni. Di imporre il silenzio.
Torna
a proposito quanto Bernard Lazare, ebreo ateo, morto a 38 anni,
scriveva nel 1899 ne Il
letamaio di Giobbe:
“Voi sionisti volete imbellettare la verità…e il sommo
dovere, per voi, è di non mettere in mostra le vergogne
nazionali”. Gli ebrei credenti
dovrebbero lavarsi i panni sporchi (L’Antico Testamento) in casa,
prima di pretendere che la storia si lavi i suoi con la memoria delle
vittime ebraiche del nazismo. E incomincino a richiedere il divieto
della “macellazione rituale”, perché in questo modo venga
vietato anche agli islamici. Non si può pretendere di
condannare l’olocausto ad opera dei nazisti mentre gli ebrei
credenti ritengono siano storia sacra gli olocausti descritti nel
Pentateuco
(Torah), oltre che quelli, ancora più tremendi, descritti nel
libro successivo di Giosuè.
Non si possono usare due pesi e due misure, sta scritto nel loro
Deuteronomio
(quinto libro del Pentateuco).
Che riducano i primi sei libri della Bibbia a pura mitologia. Altri
libri, oltre a Giosuè,
cosiddetti storici, (Giudici,
Samuele,
Re,
Cronache)
sono soltanto storia romanzata e favolistica, compreso il periodo che
inizia con il regno di Saul (Samuele).
La
storia umana, si sa, contiene storie di invasioni, di eccidi, di
massacri, di genocidi. Dunque non bisognerebbe troppo stupirsi del
fatto che anche gli Ebrei ne abbiano commesso. Ma ciò che
stupisce è che ancor oggi gli ebrei credenti se ne vantino,
almeno per il fatto che gli eventi raccontati, se pur nella
confusione tra storia e mitologia, siano da essi ritenuti voluti e
ispirati dal loro dio, e che i rotoli della Torah siano custoditi
gelosamente in seta preziosa nei tabernacoli delle sinagoghe, mentre
dovrebbero vergognarsene, se pretendono che l’umanità abbia
memoria del loro asserito olocausto come vergogna, mentre essi si
vantano degli olocausti da essi attuati. E della Torah
si dovrebbero vergognare anche i cristiani - come se ne vergognava la
setta cristiana dei Catari, perseguitati sino all’eccidio nel
Medioevo perché ritenevano che L’Antico Testamento fosse
stato ispirato dal demonio - non essendo possibile che il Nuovo
Testamento fosse un completamento dell’Antico Testamento,
nonostante il rispetto da parte di Gesù di una certa ritualità
ebraica, come dimostrato dall’ultima cena, che fu una cena pasquale
nel senso della tradizione ebraica, con l’uccisione di un agnello
nel tempio-mattatoio.
La
differenza tra gli ebrei osservanti e i nazisti è che questi
ultimi non pretesero che la loro storia fosse una storia sacra,
nonostante alcuni di essi dicessero Gott
ist mit uns (Dio è
con noi). Soltanto il Corano appare coerente ed omogeneo con la
Torah, essendo una religione che predica la violenza, come documenterò appresso.
Vi
è da domandarsi quale progresso rispetto al paganesimo abbia
rappresentato la Torah, in cui appare un dio sanguinario e razzista.
A quanto scritto e riportato sopra dal mio libro ho da aggiungere che fu l'Inghilterra ad opporsi al progetto nazista di trasferimento degli ebrei tedeschi in Palestina. Infatti l'Inghilterra non voleva porsi contro gli arabi che vivevano in Palestina (da considerarsi solo invasori) perché l'Inghilterra aveva avuto un protettorato su tutto il Medioriente dopo la prima guerra mondiale, con la scomparsa dell'impero ottomano che si estendeva anche su regioni del Medioriente occupate (cioè invase) precedentemente dagli arabi nelle loro invasioni plurisecolari a iniziare dagli immediatamente successivi alla morte di Maometto (632). Dall'XI secolo incominciò a sovrapporsi sui territori conquistati dagli arabi e su quelli dell'impero bizantino l'invasione turca, prima quella dei turchi selgiukidi e poi quella dei turchi ottomonani. La Palestina doveva dunque, e deve tuttora, considerarsi ebraica giacché gli ebrei vi avevan avuto un regno che durava da più di un millennio e ne furono espropriati con la forza dalla dominazione romana. Non sono infatti sopravvissute altre popolazioni antiche della Palestina che possano rivendicare un diritto storico ad avere un loro Stato nell'antica terra di Canaan (questo era il nome della Palestina nell'antichità biblica). Solo il popolo ebraico sopravvisse perché rimasto unito, pur nella diaspora, alle tradizioni bibliche. Si consideri infatti che l'Antico Testamento fu scritto, non con lo scopo di fare proselitismo - ché, anzi, il popolo ebraico fu sempre geloso di quel ridicolo dio chiamato Jahweh, mandante di tutte le stragi (secondo i più grandi studiosi mondiali - e non ebrei - inventate o esagerate per costruire l'immagine ebraica di un dio degli eserciti) ma con lo scopo di giustificare, con una sorta di autoinganno, il diritto ebraico ad avere il possesso della terra di Palestina, che gli sarebbe stata assegnata da Jahweh. Chi non ha considerato ciò non ha capito l'unica finalità dell'Antico Testamento, che proibisce al cosiddetto popolo eletto (autodichiaratosi eletto) di mescolarsi con altri popolo. Da qui il plurisecolare isolazionismo degli ebrei della millenaria diaspora e il loro rifiuto di integrarsi prescindendo dalle loro tradizioni. E questa fu la causa principale delle persecuzioni che subirono. Come già spiegò Spinoza nel suo citato Trattato, vedendo nella mancata separazione tra Stato e religione la causa maggiore della debolezza dello Stato ebraico con tutti i suoi dissidi interni. Ma nell'800 l'ebraismo percorse un processo di laicizzazione, e da quel momento gli ebrei non credenti nelle fregnacce dell'Antico Testamento, incominciarono ad appartenere alla migliore intelligenza mondiale, apportando grandi contributi al progresso della conoscenza scientifica, alla filosofia e all'arte.
Ma gli ebrei religiosi non fanno proselitismo. Meno male. Essi sono gelosi del loro dio. Se lo tengano pure tutto per loro. Al contrario, il Corano è il fondamento del proselitismo islamico. Libro dettato ad uno scriba da un pazzo analfabeta di nome Maometto che diceva che gli veniva dettato direttamente da Allah tramite l'arcangelo Gabriele. Nessuna distinzione vi può essere secondo il Corano tra islam (che significa sottomissione ad Allah) e Stato. Non esiste un islam moderato se non è un falso islam. Infatti non esiste un Corano moderato. Leggere per questo il mio florilegio del Corano del 20 ottobre 2009. Per questo non ci si può aspettare dagli islamici alcun contributo al progresso della conoscenza. L'accusa di razzismo rivolta allo Stato di Israele nei confronti degli arabi vuole nascondere un fatto fondamentale. Se esistesse un unico Stato in Palestina (ebraico-arabo) lo Stato di Israele sarebbe condannato alla sparizione. Infatti gli arabi sanno fare bene solo una cosa: fare figli come conigli in allevamento.
Riporto
ora quanto scritto nel mio libro Scontro tra culture e metacultura
scientifica
E
non approfondiamo in questa sede il tema dell’asserito olocausto ad
opera dei nazisti, limitandoci ad osservare che esiste un’ampia
letteratura, costretta alla
clandestinità, e di cui siamo
in possesso, che, con pretese di seria documentazione, o ne riduce di
molto la dimensione o ne nega addirittura l’esistenza. E’ bene
che le tesi opposte si scontrino finalmente alla luce del sole
perché, anche sulla base dell’asserita esistenza di un
carteggio Mussolini-Churchill1
volutamente occultato dai vincitori, emerga la verità, se è
vero che da tale carteggio risulterebbe, tra le altre cose, che gli
ebrei prigionieri erano un milione, che i nazisti sarebbero stati
disposti a liberarli in cambio di una cessazione delle ostilità,
per volgere la guerra unicamente contro l’Unione Sovietica.
Il 5 settembre 1939 Chaim Weizmann,
presidente dell’Organizzazione Sionista (1920) e dell’Agenzia
Ebraica (1929), più tardi primo presidente della Repubblica di
Israele, dichiarò guerrà
alla Germania in nome di tutti gli Ebrei del mondo.
Per conseguenza, sulla base di leggi internazionali, gli Ebrei furono
internati come prigionieri, nemici dichiarati della Germania. La
stessa cosa fecero gli Stati Uniti e il Canada nei confronti di tutti
i cittadini giapponesi viventi negli Stati Uniti e nel Canada, come
avevano già fatto gli inglesi nella guerra contro i Boeri,
internando anche donne e bambini. Dal calcolo degli ebrei viventi in
Europa prima della guerra risulta che fossero 6.500.000. L’esodo
degli Ebrei dall’Europa prima e durante la guerra li ridusse a
5.000.000. Di questi, 1.550.000, viventi in Polonia, si rifugiarono
nell’Unione Sovietica subito dopo il 1939. Bisogna aggiungere
inoltre gli Ebrei che vivevano in Stati neutrali, come la Svizzera,
il Portogallo, la Svezia, l’Irlanda, a cui bisogna aggiungere
l’Inghilterra, dove, si sa, i nazisti non giunsero mai. E’ stato
calcolato che questi ultimi Ebrei fossero più di 400.000.
Pertanto gli Ebrei rimasti nei territori occupati dai tedeschi si
riducono a circa 3.000. 000. Inoltre dal “Rapporto della Croce
Rossa” del Comitato Internazionale della Croce Rossa (in 3 volumi),
che pare abbia avuto l’autorizzazione dal 1943 di visitare i campi
di internamento e di distribuire pacchi viveri, si ricava un completo
silenzio sull’argomento dell’olocausto. Da tale rapporto, pare –
perché non lo possediamo – che durante gli ultimi mesi di
guerra aumentassero le vittime nei campi di concentramento perché
non arrivavano più rifornimenti, anche a causa dei
bombardamenti degli Alleati sulla rete dei trasporti – da cui le
accuse della Croce Rossa contro tali bombardamenti - mentre si
accenna a varie epidemie scoppiate in tali campi. Non vogliamo andare
oltre, per ora. Ma ci domandiamo: come è possibile che siano
morti 6.000.000 di ebrei nei lager nazisti, di cui 3.000.000 soltanto
ad Auschwitz, di cui i sovietici per 10 anni, dalla fine della
guerra, impedirono sempre l’ispezione? E’ chiaro che se, si tocca
la cifra di 6.000.000, nascono dei dubbi a catena. Tutti parlano
sempre di tale cifra, ma non è stato mai spiegato come sia
stata calcolata. E’ ora che venga spiegato, anche per rintuzzare
l’accusa secondo cui tale cifra sarebbe convenuta per aumentare
l’entità del risarcimento dovuto agli ebrei. Quanti sanno
che la cosiddetta “soluzione finale” consistette dal 1938 al 1940
nel progetto di uno Stato ebraico nel Madagascar (colonia della
Francia) e che tale progetto - sospeso a causa della dichiarazione di
guerra contro la Germania da parte di Weizmann e della sopravvenuta
opposizione della Francia nel 1940, e trasformato, dopo l’invasione
della Russia nel 1941, nel progetto di un trasferimento degli Ebrei
nel Governatorato Generale della
Polonia a causa della necessità
di utilizzare anche mano d’opera nell’industria di guerra – fu
poi ripreso dallo stesso Hitler nell’agosto del 1942? Quanti sanno
che il governo nazista, prima della guerra, favori l’emigrazione di
circa 800 mila Ebrei dalla Germania, dall’Austria e dalla
Cecoslovacchia, costruendo in Austria dei campi di addestramento per
gli Ebrei in attesa che si preparassero ad introdursi
clandestinamente in Palestina, protettorato inglese? Quanti sanno che
nel maggio del 1944 fu inviato a Istanbul il rappresentante della
comunità ebraica di Budapest per trattare con gli Alleati la
liberazione di un milione di Ebrei in cambio della cessazione delle
ostilità e che Churchill, che prima era favorevole ad un
rovesciamento delle alleanze per far fronte comune contro l’Unione
Sovietica, nel 1944, di fronte all’avanzata dell’armata rossa non
si sentì più di porsi contro l’alleato sovietico per
cui rifiutò l’accordo? Come si spiega la richiesta di Hitler
nel maggio del 1943 al capo del governo ungherese filonazista Horthy
di poter utilizzare 100.000 Ebrei ungheresi nel piano Aerei
da caccia della Luftwaffe?
Come spiegare il fatto che i tedeschi perdessero tempo nel catturare
Ebrei con grande dispendio di forze, mentre erano impegnati su tre
fronti di guerra (russo, francese e italiano)? Ma vi è di più.
Bisognerebbe spiegare perché Anna Frank e la sorella, dopo una
lunga permanenza ad Auschwitz (in Polonia), dove arrivarono il 3
settembre 1944 con il padre e la madre, siano state trasferite il 28
ottobre 1944 nel campo di Bergen-Belsen (Germania occ.), che non è
mai stato riconosciuto come campo di sterminio, giacché, come
in tanti altri campi, come è stato riconosciuto, non
esistevano camere a gas. Dunque non vi fu nemmeno all’inizio il
disegno di eliminarle. Entrambe le sorelle morirono a Bergen-Belsen
per un’epidemia di tifo. Non si capisce come mai la madre, rimasta
ad Auschwitz, sia morta solo il 6 gennaio 1945, e di malattia, né
si capisce come mai il padre Otto sia rimasto vivo ad Auschwitz sino
all’arrivo dei Russi. Nemmeno in questo caso si può dire vi
sia stato il disegno di applicare la “soluzione finale”. E se,
come si racconta, Himmler diede l’ordine di sospendere le
esecuzioni il 2 novembre 1944, ne risulterebbe, comunque, che i
nazisti non ebbero mai alcuna fretta nell’eliminare i coniugi
Frank, che non risulta siano stati utilizzati per lavori.2
Anche ciò contrasterebbe con la “soluzione finale”. Con
tutto ciò contrasta quanto scritto recentemente in un
articolo3
che riporta una asserita confessione al processo di Norimberga di un
colonnello nazista del campo di Auschwitz, secondo cui “gli ebrei
giungevano con treni provenienti da ogni parte d’Europa. Quelli in
grado di lavorare erano inviati alle diverse officine e i restanti,
compresa la maggior parte delle donne e tutti i bambini piccoli,
erano inviati immediatamente alle camere a gas". Come mai, al
contrario, le sorelle Frank e la madre non finirono in camere a gas
nonostante non fossero in grado di lavorare, date le loro condizioni
fisiche, soprattutto della madre, e, addirittura, ci si preoccupò,
dopo circa due mesi, di trasferire le due sorelle a Bergen-Belsen e
la madre morì di malattia nel gennaio del 1945? I filmati su
Auschwitz proiettati a Norimberga erano tutti sovietici: dunque non
potevano essere imparziali. Inoltre, se, come si sostiene, il campo
di sterminio di Auschwitz sarebbe stato attrezzato nel marzo del
1942, come è possibile che da quella data sino all’ottobre
1944 siano stati eliminati solo ad Auschwitz 3 milioni di ebrei?4
Come mai Simon Wiesenthal, il noto ebreo “cacciatore” di nazisti,
fu trovato vivo alla fine della guerra nel campo di Mauthausen
(Austria), che non è compreso tra gli asseriti campi di
sterminio? Tornando ai Frank, sembra che sia stato un certo
Mayer-Levin a scrivere il famoso Diario
sulla base di poche annotazioni di Anna e che il padre Otto,
trasferitosi negli Stati Uniti, lodasse il lavoro di trasformazione
delle poche note scritte dalla figlia in Diario,
di cui si accaparrò i diritti d’autore facendo una fortuna.
I forni crematori di Dachau risultarono costruiti dagli americani
subito dopo la guerra, perché nella fretta si erano
dimenticati di costruire i camini. Il diavolo fa le pentole, ma non i
coperchi. Cose che appaiono come documentate e lette. Vi sarebbe da
riferire di alcuni asseriti falsi fotografici (fotomontaggi) e di
molte incongruenze. Ci siamo limitati a riportare solo poche cose,
senza prendere posizione e senza riprendere l’argomento in questo
libro. La verità verrà fuori soltanto quando si
permetterà alla ampia storiografia condannata alla
clandestinità, anche con minacce di morte per gli autori, di
emergere per un libero confronto-scontro tra tesi opposte.
Consigliamo ai cinque autori di una recente opera in cinque tomi
sull’“Olocausto antiretorico”5
di confrontarsi con questa storiografia prima di continuare ad
offrire verità a senso unico, con il sospetto che siano
ideologiche. Vi è da sperare
soltanto che l’asserito olocausto sia vero come è vera la
Bibbia.
“Amicus
Plato, sed magis amica veritas”, disse Aristotele.
1
Ci riferiamo ad un ampio
servizio sull’argomento messo in onda da Rai 3 nel 2003(o 2004?).
2
Cfr. Appendice di
Frediano Sessi al Diario
(pref. di Natalia Ginzburg), Einaudi 1992. Si sa che molti internati
di Auschwitz, sovraffollato, come altri campi di prigionia polacchi,
dopo l’avanzata sovietica, furono trasferiti a Bergen-Belsen e a
Buchenwald. Ma questi trasferimenti contrastano con l’asserita
“soluzione finale”.
3
G. M. Gilbert, Nella
psiche dello sterminatore,
Il Sole-24 Ore, 13 novembre 2005.
4
Esiste uno scritto
intitolato La
menzogna di Auschwitz
(Kritik Verlag, Mohrkirch 1973) di Thies Christophersen, che era
distaccato ad Auschwitz per per la produzione di gomma sintetica per
conto del Kauser-Wilhelm-Insitut. L’autore scrive:”Non ho notato
il più piccolo indizio che potesse far pensare a gassazioni
di massa…Mi dispiace, ma quando abbandonai Auschwitz nel dicembre
1944 non vidi questa costruzione “ (con gli enormi camini di un
presunto forno crematorio). Oggi ad Auschwitz viene mostrato solo un
piccolo forno che sarebbe servito a incenerire milioni di internati.
Ma per eliminare 3 milioni di ebrei in 32 mesi è stato
calcolato che se ne sarebbero dovuti eliminare 3.350 al giorno 24
ore su 24. S. Wiesenthal pretese con arroganza che a causa di
questo scritto l’editore avv. Roeder comparisse di fronte ad una
commissione disciplinare, provocando le reazioni della stampa, che
si domandava se Wiesenthal fosse un governatore della Germania. Il
numero di 6 milioni di ebrei proviene soprattutto dalla Commissione
Centrale di Storia Ebraica della Polonia. Paul Rassiner, che fu
docente di Storia alla Academie di Besançon e che,
combattente nella resistenza, fu catturato dalla Gestapo e internato
a Buchenwlld, smentì coloro che affermavano che in detto
campo esistessero camere a gas. Nel suo libro La
menzogna di Ulisse(Le
Rune, Milano 1966) negò l’esistenza di un progetto di
sterminio degli ebrei sulla base di interrogatori di coloro che lo
affermavano. Risultò che nessuno degli interrogati era stato
testimone. Rassinier è anche autore di Le
Veritable Procès Eichmann
(1962) e di Il Dramma
degli Ebrei in Europa
(Roma 1968). Rassinier vuol far emergere la “menzogna” , secondo
lui, delle camere a gas. Rassinier è la punta di un iceberg
di un’ampia letteratura negazionista costretta alla clandestinità
anche sotto minacce.
5
Storia deklla Shoah.
La crisi dell’Europa, lo sterminio degli ebrei e la memoria del XX
secolo, Utet 2005.
mostruosità del nazismo,tutto vero?
9 post - 7 autori - 15
dic 2010
Massacro di Nanchino da parte
dei giapponesi sulla popolazione inerme. Eccidi in ....
Distruzione e strage in villaggi sloveni per rappresaglia
contro i partigiani locali. In Grecia, la ... Drobitsky
Yar - 15-12-41 15.000 -- Odessa ...
GyJeX
GyJeX
04-10-2007, 14:41
Per le certezze di cui sopra... Eh...
E' un bel problema... alcune mie certezze sono:
la camera a gas di auschwitz è stata costruita solo nell'aprile del 1948 e questo lo attesta lo stesso direttivo del museo con un bel cartello all'ingresso della famosa camera...
Simon Wiesenthal ha detto che in Germania non c'erano campi di Sterminio, ha anche detto che Dachau era un campo di sterminio...
I 50000 dollari destinati a chi avesse procurato prove certe della presenza operativa di camere a Gas ad Auschwitz durante la guerra sono ancora in banca...
Un'altra certezza è che non si capisce un'accidente di quanta gente è morta in questo campo, tutti sparano cifre, tutti documentano le cifre, tutti portano fonti e documenti:
DATA....................................FONTE..... .................................................. ......................DECESSI
31/12/1945...............Centro d'indagine francese sui crimini di guerra ............................8.000.000
20.04.1978 ..................Le Monde(Parigi)..................................... ..................................5.000.000
23.01.1995 .................. Die Welt.............................................. ..................................... 5.000.000
01.10.1946...................IMT Tribunale di Norimberga, Documento 008-URSS.............. 4.000.000
24.11.1989...................Procuratore Majorowsly, Wuppertal......................................... 4.000.000
26.07.1990...................Allgemeine Jüdische Wochenzeitung..................................... .... 4.000.000
08.10.1993....................ZDF................. ........................... ............................................. 4.000.000
25.01.1995....................Wetzlater Neue Zeitung........................................... ................. 4.000.000
01.10.1946.................... IMT Tribunale di Norimberga, Documento 3868-PS................3.000.000
01.01.1995.....................Damals (rivista storica tedesca).......................................... ......3.000.000
25.07.1990.....................Hamburger Abendblatt........................................ ....................2.000.000
27.01.1995.....................Die Welt.............................................. .................................... 2.000.000
11.06.1992.....................Allgemeine Jüdische Wochenzeitung..................................... ...1.500.000
23.01.1995.....................Die Welt.............................................. .....................................1.500.000
01.09.1989.....................Le Monde (Parigi).......................................... ..........................1.433.000
02.02.1995.....................Bunte (periodico illustrato tedesco)......................................... 1.400.000
22.01.1995.....................Welt am Sonntag........................................... .......................... 1.200.000
21.12.1994..................... IfZ (Istituto di Storia Contemporanea, Monaco).................... 1.000.000
31.12.1989........Pressac, "Auschwitz: technique and operation of the gas chambers" .......928.000
27.09.1993......................Die Welt.............................................. ...................................... 800.000
31.12.1994......................Focus............. .................................................. ..........................700.000
31.12.1994..................... Pressac, "Le macchine dello sterminio".....................................470.000
06.01.1990..................... Frankfurter Rundschau......................................... .................... 74.000
Quindi la certezza è che non c'è che una sola certezza... che lì, qualcuno, c'è morto per davvero...
la camera a gas di auschwitz è stata costruita solo nell'aprile del 1948 e questo lo attesta lo stesso direttivo del museo con un bel cartello all'ingresso della famosa camera...
Simon Wiesenthal ha detto che in Germania non c'erano campi di Sterminio, ha anche detto che Dachau era un campo di sterminio...
I 50000 dollari destinati a chi avesse procurato prove certe della presenza operativa di camere a Gas ad Auschwitz durante la guerra sono ancora in banca...
Un'altra certezza è che non si capisce un'accidente di quanta gente è morta in questo campo, tutti sparano cifre, tutti documentano le cifre, tutti portano fonti e documenti:
DATA....................................FONTE..... .................................................. ......................DECESSI
31/12/1945...............Centro d'indagine francese sui crimini di guerra ............................8.000.000
20.04.1978 ..................Le Monde(Parigi)..................................... ..................................5.000.000
23.01.1995 .................. Die Welt.............................................. ..................................... 5.000.000
01.10.1946...................IMT Tribunale di Norimberga, Documento 008-URSS.............. 4.000.000
24.11.1989...................Procuratore Majorowsly, Wuppertal......................................... 4.000.000
26.07.1990...................Allgemeine Jüdische Wochenzeitung..................................... .... 4.000.000
08.10.1993....................ZDF................. ........................... ............................................. 4.000.000
25.01.1995....................Wetzlater Neue Zeitung........................................... ................. 4.000.000
01.10.1946.................... IMT Tribunale di Norimberga, Documento 3868-PS................3.000.000
01.01.1995.....................Damals (rivista storica tedesca).......................................... ......3.000.000
25.07.1990.....................Hamburger Abendblatt........................................ ....................2.000.000
27.01.1995.....................Die Welt.............................................. .................................... 2.000.000
11.06.1992.....................Allgemeine Jüdische Wochenzeitung..................................... ...1.500.000
23.01.1995.....................Die Welt.............................................. .....................................1.500.000
01.09.1989.....................Le Monde (Parigi).......................................... ..........................1.433.000
02.02.1995.....................Bunte (periodico illustrato tedesco)......................................... 1.400.000
22.01.1995.....................Welt am Sonntag........................................... .......................... 1.200.000
21.12.1994..................... IfZ (Istituto di Storia Contemporanea, Monaco).................... 1.000.000
31.12.1989........Pressac, "Auschwitz: technique and operation of the gas chambers" .......928.000
27.09.1993......................Die Welt.............................................. ...................................... 800.000
31.12.1994......................Focus............. .................................................. ..........................700.000
31.12.1994..................... Pressac, "Le macchine dello sterminio".....................................470.000
06.01.1990..................... Frankfurter Rundschau......................................... .................... 74.000
Quindi la certezza è che non c'è che una sola certezza... che lì, qualcuno, c'è morto per davvero...
GyJeX
04-10-2007, 14:49
Guarda che definizione hanno coniato alcuni siti per la parola "revisionismo":
Il revisionismo è essenzialmente un metodo di ricerca storica, la normale metodologia storiografica applicata da tutti gli storici a tutte le epoche della storia.
Il revisionismo non ha colore politico: il caposcuola riconosciuto di questa corrente storiografica è un socialista francese, Paul Rassinier, ex combattente nella "resistenza" francese e detentore di decorazioni e medaglie per l'attività antinazista svolta durante l'occupazione tedesca della Francia.
Moltissimi sostenitori del revisionismo in Francia sono uomini di sinistra: infatti la principale casa editrice che pubblica scritti revisionisti è la sinistrorsa "Vieille Taupe".
Il professor Faurisson è un radical-libertario, il revisionista svedese Ditlieb Felderer è un testimone di Geova. Uno dei migliori revisionisti americani è il giovane ebreo David Cole. Anche in Italia esistono revisionisti dell'area della sinistra comunista, come Cesare Saletta.
Pubblicato
da Pietro Melis a 15:42
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