sabato 8 giugno 2013

ABOLIRE LE REGIONI COVI DI LADRONI E DI MAGNACCIA DELLA POLITICA

Prof. Boldrin  (mboldrin@artsci.wustl.edu )

non ricordo bene se sia stato Lei all'ultima puntata di   Portaaporta o altro in altra trasmissione a dire che per far ripartire l'occupazione bisogna far ripartire la produzione e per far ripartire la produzione bisogna far ripartire il consumo. Io non sono economista ma questo l'ho capito da sempre perché mi sembra la scoperta dell'acqua calda. Poi, se non sbaglio (se sbaglio mi perdoni) ha fatto riferimento per questo a Keynes? Il problema è come far ripartire la produzione. E' lei che ha detto che lo Stato (teoria per me giusta di Keynes) deve favorire gli investimenti risparmiando sulle spese inutili, soprattutto della politica? Se ha detto questo anche questa è la scoperta dell'acqua calda. Mi pare che sia stato sempre Lei a fare riferimento critico al federalismo fiscale. Io mi meraviglio di come nessuno abbia ancora detto che BISOGNA ABOLIRE LE REGIONI (oltre che le province, accorpando i Comuni con meno di 10.000 abitanti e anche di più). Nei piccoli ex Comuni basta una stanza per rilasciare via on line i certificati anagrafici. Per tutto il resto non servono. Burocrazia costosa e parassitaria. Ma torniamo alle Regioni. La Costituzione (che si può sempre cambiare) prevede le Regioni. Ma mi sa dire con quali compiti? Non è specificato. Le Regioni forse furono concepite dai costituenti in funzione di un decentramento amministrativo o legislativo? Le Regioni sono state istituite come sono per volere dei comunisti e dei socialisti che volevano legiferare almeno nelle Regioni rosse. E qui fu lo sbaglio. Chi mi può dire quanto costino politicamente le Regioni con tanti consiglieri parassiti della politica? Anche per essi è previsto il rimborso delle spese elettorali. Che ci stanno a fare le Regioni? NULLA! Basterebbe spazzarle via sostituendo ad esse uno Stato centralista. E gli ospedali? Basterebbe sostituire ai Consigli regionali dei commissari o superprefetti (come i prefetti delle province, che debbono sparire) nominati dal governo centrale. Ritengo che con uno Stato centralista non sarebbe in contrasto un federalismo fiscale. Basterebbe calcolare quanto ogni Regione produce in fatto di PIL e decidere quanto lasciare a ciascuna di esse in fatto di tasse. E per questo non è necessario avere Regioni con poteri legislativi. La Lega Nord (che sta sparendo, mentre ha la pretesa di rappresentare il Nord) dice di volere che il 75% delle tasse rimanga nelle Regioni del Nord. Benissimo (faccio per dire). Ma vi è bisogno per questo di Consigli regionali? Vi dovrebbe però essere un certo aiuto economico per le Regioni che hanno un PIL inferiore. I rappresentanti del governo presso ogni Regione amministrerebbero i trasferimenti dal governo centrale alle Regioni in base (ogni anno) alle spese che siano ritenute necessarie (soprattutto per quanto riguarda la Sanità, giacché anche gli ospedali debbono dipendere amministrativamente e direttamente dallo Stato centrale tramite i  rappresentanti del governo. Vi sarebbe un severo controllo delle spese evitando le ruberie che consentono ai ladroni dei Consigli regionali di far pagare i medicinali in modo diverso da Regione a Regione. Ma dell'abolizione delle Regioni nessuno mai parla. Questa è una politica sporca che vuole nutrirsi con il danno di spese inutili che invece dovrebbero andare a favore degli investimenti produttitvi. Non si potranno mai diminuire le tasse (per far ripartire la produzione e l'occupazione) se non si incomincia ad abolire le Regioni. Incominci a parlarne Lei. Altrimenti non si uscirà mai dal pantano della politica. L'abolizione delle Regioni sarebbe anche un mezzo di lotta contro la mafia perché gli appalti pubblici non sarebbero più controllati dalle Regioni ma dal governo centrale. E' più difficile (anche se non impossibile) corrompere chi siede in parlamento a Roma che i Consiglieri regionali, che volenti o non volenti sono più soggetti ai ricatti delle organizzazioni a delinquere. Chi vuole le Regioni è già predisposto a farsi corrompere dalla malavita locale. Le Regioni servono solo a chi ha interesse ad aggredire più facilmente il territorio secondo interessi puramente localistici parcelizzando il potere politico. Cessato il potere legislativo delle Regioni la mafia deve arrivare direttamente a Roma.  Mentre adesso le basta non muoversi dalle Regioni mafiose.
Dovrei allungare il discorso su quella disgrazia dell'euro. L'ho già fatto in altre sedi. Perché l'Europa è tutta in crisi economica? Perché non si vuole ammettere che abbiamo una moneta artificiale costruita a tavolino dai burocrati in violazione della legge economica che vuole che la moneta debba rappresentare il valore dell'economia reale, a cui i criminali della finanza hanno voluto sostituire l'economia finanziaria? Vi sono tanti economisti, come il sardo Paolo Savona (io sono di Cagliari) che hanno spiegato quale sia la via di uscita   dall'euro. Prima vi sarà un'inflazione del 30%, ma poi vi sarà una ripresa economica perché non saremo più sudditi della Germania, che, se torna al marco, si ritroverà con il culo per terra  giacché ora con l'euro (inferiore al marco) ha sfruttato le sue esportazioni che sono quasi unicamente in Europa. L'Italia con la lira svalutata rispetto all'euro farà il culo alla Germania (mi passi l'espressione) perché le esportazioni saranno favorite con una moneta più debole rispetto all'euro. Perché, mi dica, gli Stati Uniti, si sono ripresi dopo la grande crisi? Perché hanno la sovranità monetaria mentre noi siamo stati espropriati anche di questo dalla BCE, trasformando, anche grazie al "padre della Patria" (faccio per dire) Ciampi, la Banca d'Italia in una corporazione di banche private sottraendola al ministero del Tesoro. A me tutto questo sembra una pazzia. E tante grazie anche al fanatico dell'euro Prodi, che gli incoscienti volevano come capo dello Stato. Ma gli è andata male.
Le faccio presente che già il filosofo Kant (Per la pace perpetua) - io sono in pensione da tre anni come professore universitario di storia della filosofia a Cagliari - aveva spiegato come non potesse esistere un'Unione europea, perché ogni Stato sarebbe stato espropriato della sua sovranità, e maggiore è l'estensione geografica del potere politico, maggiore è lo stato di schiavitù in cui si viene a trovare un cittadino. Kant faceva l'esempio della Russia, che per la sua estensione poteva avere solo un governo dittatoriale per tenere unito un territorio così vasto. Come vede qualche volta i filosofi ci azzeccano.      
Cordiali saluti
Pietro Melis,   uno che ha smesso di votare dal 1994 e non voterà  più per il resto della vita perché non si sente rappresentato da alcun partito. Mi sto battendo per il "partito dei non votanti" (scrivere questa espressione su Google per sapere quanto ho scritto anche sul Corriere della sera). Partito dei non votanti significa far diminuire il numero degli eletti in proporzione al numero dei non votanti o votanti scheda bianca, fatta salva una soglia fisiologica del 15-20% di non votanti o votanti scheda bianca. Vi sarebbe una corsa al non voto, e i parassiti della politica non avrebbero più lo stesso numero di poltrone assicurato, e verrebbero squalificati ancor di più. L'unica cosa che approvo di Grillo è l'istituzione del referendum propositivo enza quorum, saltando la palude del parlamento. Ma purtroppo quei fetenti di costituenti hanno blindato la Costituzione con l'art. 138 impedendo al popolo di cambiare la Costituzione senza prima passare attraverso i magnaccia del parlamento. Ho preceduto gli autori del libro Ascoltare il dissenso di Alessandro Tessari ed Ester Tanasso, che propongono quasi la mia stessa idea.   
Ho scoperto solo in data 2 luglio 2013 il seguente articolo del 9 marzo 2013.

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