non ricordo bene se sia stato Lei all'ultima puntata di
Portaaporta o altro in altra trasmissione a dire che per far
ripartire l'occupazione bisogna far ripartire la produzione e per
far ripartire la produzione bisogna far ripartire il consumo. Io
non sono economista ma questo l'ho capito da sempre perché mi
sembra la scoperta dell'acqua calda. Poi, se non sbaglio (se
sbaglio mi perdoni) ha fatto riferimento per questo a Keynes? Il
problema è come far ripartire la produzione. E' lei che ha detto
che lo Stato (teoria per me giusta di Keynes) deve favorire gli
investimenti risparmiando sulle spese inutili, soprattutto della
politica? Se ha detto questo anche questa è la scoperta dell'acqua
calda. Mi pare che sia stato sempre Lei a fare riferimento critico
al federalismo fiscale. Io mi meraviglio di
come nessuno abbia ancora detto che
BISOGNA ABOLIRE LE REGIONI (oltre che le province, accorpando i
Comuni con meno di 10.000 abitanti e anche di più). Nei piccoli ex
Comuni basta una stanza per rilasciare via on line i certificati
anagrafici. Per tutto il resto non servono. Burocrazia costosa e
parassitaria. Ma torniamo alle Regioni. La Costituzione (che si
può sempre cambiare) prevede le Regioni. Ma mi
sa dire con quali compiti? Non è specificato. Le Regioni forse
furono concepite dai costituenti in funzione di un decentramento
amministrativo o legislativo? Le Regioni sono state istituite come
sono per volere dei comunisti e dei socialisti che volevano
legiferare almeno nelle Regioni rosse. E qui fu lo sbaglio. Chi mi
può dire quanto costino politicamente le Regioni con tanti
consiglieri parassiti della politica? Anche per essi è previsto il
rimborso delle spese elettorali. Che ci stanno a fare le Regioni?
NULLA! Basterebbe spazzarle via sostituendo ad esse uno Stato
centralista. E gli ospedali? Basterebbe sostituire ai Consigli
regionali dei commissari o superprefetti (come i prefetti delle
province, che debbono sparire) nominati dal governo centrale.
Ritengo che con uno Stato centralista non sarebbe in contrasto un
federalismo fiscale. Basterebbe calcolare quanto ogni Regione
produce in fatto di PIL e decidere quanto lasciare a ciascuna di
esse in fatto di tasse. E per questo non è necessario avere
Regioni con poteri legislativi. La Lega Nord (che sta sparendo, mentre ha la pretesa di rappresentare il Nord)
dice di volere che il 75% delle tasse rimanga nelle Regioni del Nord. Benissimo (faccio
per dire). Ma vi è bisogno per questo di Consigli regionali? Vi
dovrebbe però essere un certo aiuto economico per le Regioni che
hanno un PIL inferiore. I rappresentanti del governo presso ogni
Regione amministrerebbero i trasferimenti dal governo centrale
alle Regioni in base (ogni anno) alle spese che siano ritenute
necessarie (soprattutto per quanto riguarda la Sanità, giacché
anche gli ospedali debbono dipendere amministrativamente e
direttamente dallo Stato centrale tramite i rappresentanti del
governo. Vi sarebbe un severo controllo delle spese evitando le
ruberie che consentono ai ladroni dei Consigli regionali di far
pagare i medicinali in modo diverso da Regione a Regione. Ma
dell'abolizione delle Regioni nessuno mai parla. Questa è una
politica sporca che vuole nutrirsi con il danno di
spese inutili che invece dovrebbero andare a favore degli
investimenti produttitvi. Non si potranno mai diminuire le tasse
(per far ripartire la produzione e l'occupazione) se non si
incomincia ad abolire le Regioni. Incominci a parlarne Lei.
Altrimenti non si uscirà mai dal pantano della politica.
L'abolizione delle Regioni sarebbe anche un mezzo di lotta contro
la mafia perché gli appalti pubblici non sarebbero più controllati
dalle Regioni ma dal governo centrale. E' più difficile (anche se
non impossibile) corrompere chi siede in parlamento a
Roma che i Consiglieri regionali, che volenti o non volenti sono
più soggetti ai ricatti delle organizzazioni a delinquere. Chi
vuole le Regioni è già predisposto a farsi corrompere dalla
malavita locale. Le Regioni servono solo a chi ha interesse ad aggredire più facilmente il territorio secondo interessi puramente localistici parcelizzando il potere politico. Cessato il potere legislativo delle Regioni la
mafia deve arrivare direttamente a Roma. Mentre adesso le basta
non muoversi dalle Regioni mafiose.
Dovrei allungare il discorso su quella disgrazia dell'euro. L'ho
già fatto in altre sedi. Perché l'Europa è tutta in crisi
economica? Perché non si vuole ammettere che abbiamo una moneta
artificiale costruita a tavolino dai burocrati in violazione della
legge economica che vuole che la moneta debba rappresentare il
valore dell'economia reale, a cui i criminali della finanza hanno
voluto sostituire l'economia finanziaria? Vi sono tanti
economisti, come il sardo Paolo Savona (io sono di Cagliari) che
hanno spiegato quale sia la via di uscita dall'euro. Prima vi
sarà un'inflazione del 30%, ma poi vi sarà una ripresa economica
perché non saremo più sudditi della Germania, che, se torna al
marco, si ritroverà con il culo per terra giacché ora con l'euro
(inferiore al marco) ha sfruttato le sue esportazioni che sono
quasi unicamente in Europa. L'Italia con la lira svalutata
rispetto all'euro farà il culo alla Germania (mi passi
l'espressione) perché le esportazioni saranno favorite con una
moneta più debole rispetto all'euro. Perché, mi dica, gli Stati
Uniti, si sono ripresi dopo la grande crisi? Perché hanno la
sovranità monetaria mentre noi siamo stati espropriati anche di
questo dalla BCE, trasformando, anche grazie al "padre della
Patria" (faccio per dire) Ciampi, la Banca d'Italia in una
corporazione di banche private sottraendola al ministero del
Tesoro. A me tutto questo sembra una pazzia. E tante grazie anche
al fanatico dell'euro Prodi, che gli incoscienti volevano come
capo dello Stato. Ma gli è andata male.
Le faccio presente che già il filosofo Kant (Per la pace
perpetua) - io sono in pensione da tre anni come professore
universitario di storia della filosofia a Cagliari - aveva
spiegato come non potesse esistere un'Unione europea, perché ogni
Stato sarebbe stato espropriato della sua sovranità, e maggiore è
l'estensione geografica del potere politico, maggiore è lo stato
di schiavitù in cui si viene a trovare un cittadino. Kant faceva
l'esempio della Russia, che per la sua estensione poteva avere
solo un governo dittatoriale per tenere unito un territorio così
vasto. Come vede qualche volta i filosofi ci azzeccano.
Cordiali saluti
Pietro Melis, uno che ha smesso di votare dal 1994 e non voterà
più per il resto della vita perché non si sente rappresentato da
alcun partito. Mi sto battendo per il "partito dei non votanti"
(scrivere questa espressione su Google per sapere quanto ho
scritto anche sul Corriere della sera). Partito dei non votanti
significa far diminuire il numero degli eletti in proporzione al
numero dei non votanti o votanti scheda bianca, fatta salva una
soglia fisiologica del 15-20% di non votanti o votanti scheda
bianca. Vi sarebbe una corsa al non voto, e i parassiti della
politica non avrebbero più lo stesso numero di poltrone
assicurato, e verrebbero squalificati ancor di più. L'unica cosa
che approvo di Grillo è l'istituzione del referendum propositivo enza quorum,
saltando la palude del parlamento. Ma purtroppo quei fetenti di
costituenti hanno blindato la Costituzione con l'art. 138 impedendo
al popolo di cambiare la Costituzione senza prima passare
attraverso i magnaccia del parlamento. Ho preceduto gli autori del
libro Ascoltare il dissenso di Alessandro Tessari ed Ester
Tanasso, che propongono quasi la mia stessa idea.
Ho scoperto solo in data 2 luglio 2013 il seguente articolo del 9 marzo 2013.
Ho scoperto solo in data 2 luglio 2013 il seguente articolo del 9 marzo 2013.
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