martedì 11 giugno 2013

AMMAZZARE ERDOGAN: PERCHE' A CAUSA DELL'EUROPA DIVISA COSTANTINOPOLI DIVENNE ISTANBUL CON L'INVASIONE TURCA. FUORI COSTANTINOPOLI DALLA TURCHIA!

I Turchi, prima quelli Selgiuchidi  e poi quelli Ottomani, provenivano dalle steppe dell'Asia centrale del Turkestan, abitata tuttora da turchi. Essi invasero prima il Medioriente, sovrapponendosi all'invasione araba, e poi i Balcani, occupando anche la Grecia.  Nel 1453 sparì l'Impero Bizantino con la caduta di Costantinopoli assediata da sultano Maometto II. Ci si ricordi di questo prima di dire che la Turchia appartiene ai Turchi. Io pongo spesso la domanda: quanti anni debbono passare perché l'invasione di un territorio altrui divenga titolo di proprietà? La Turchia apparteneva all'Impero Bizantino, erede dell'Impero Romano d'Oriente. La capitale fu fondata da Costantino. I turchi, islamici, si sono impadroniti con la violenza di un territorio che era da secoli cristiano. Occuparono tra enormi violenze ed eccidi le città che erano state costruite dalle popolazioni cristiane. Ma le divisioni europee hanno favorito i turchi, pur sconfitti dopo la prima guerra mondiale. L'assurdo storico è che gli Imperi centrali (Germania e Impero austro-ungarico) si allearono con la Turchia ottomana contro i vincitori della prima guerra mondiale. Mentre era interesse dell'Europa riconquistare ad essa la Turchia, almeno la Turchia che è rimasta disgraziatamene in Europa, restituendola, insieme con lo stretto del Bosforo e Costantinopoli alla Grecia, che era la culla culturale dell'Impero bizantino. Infatti era il greco, e non più il latino, la lingua dell'Impero bizantino. Ciò che segue è tratto dal mio libro Scontro tra culture e metacultura scientifica.      
L’invasione dell’Europa, al contrario di quella araba, venne da Oriente, con l’occupazione di tutti i Balcani, ma nel 1683 i Turchi - che già erano dal 1529 a poca distanza da Vienna, avendo ridotto il regno d’Ungheria ad una striscia cuscinetto con la capitale Budapest facente parte dell’impero ottomano - posero inutilmente all’assedio a Vienna perché rimasero sconfitti dalla coalizione asburgico-polacca-veneziana comandata da Eugenio di Savoia-Carignano. Da allora iniziò l’arretramento turco dall’Europa, con la liberazione dai Turchi dell’Ungheria e della Transilvania, che fece parte dell’Impero Asburgico. E non è un caso che l’ammiraglio veneziano Morosini – che già era riuscito a resistere a lungo nel 1669 nella difesa dell’isola di Creta – fosse riuscito tra il 1684 e il 1688 a rioccupare la penisola greca della Morea, tenendola per vent’anni. Ma agli inizi del XVIII secolo si affaccia contro laTurchia la Russia, che conquista la Crimea nel 1774 (e nel 1812 conquisterà la Bessarabia). A questo punto ci troviamo di fronte ad una spregiudicata politica di alcune potenze europee, che si alleano in determinate circostanze con la Turchia per impegnare ad Oriente l’Impero asburgico. Così nella seconda coalizione antinapoleonica (1798-1802) troviamo persino la Turchia alleata contro la Francia, che si era permessa con Napoleone di colpire gli interessi inglesi nell’Egitto musulmano sconfiggendo la casta militare turca dei Mamelucchi, che governava l’Egitto. Mentre i Turchi rimanevano padroni dei Balcani. Ma la Francia nel 1930 occupa Algeri, mentre nel 1953-56 si allea con l’Inghilterra (avendo l’aiuto di un corpo di spedizione piemontese inviato da Cavour per ingraziarsi nel futuro la Francia) per frenare la Russia nella sua guerra contro la Turchia. E nel 1877 lo zar Alessandro II, che voleva approfittare di varie rivolte in Erzegovina e in Bulgaria (sotto gli ottomani), viene frenato dalla diplomazia europea dopo la sua vittoria contro la Turchia. Ma con il congresso di Berlino Bismark favorisce l’indipendenza della Serbia, del Montenegro e della Romania, mentre la Bosnia e l’Erzegovina passano sotto l’Austria e la Bulgaria nominalmente rimane turca. I giovani turchi, liberali e modernizzatori, rifacentisi al liberalismo inglese, depongono il sultano Abdu lhamit II e lo sostituiscono con il fratello Maometto V. Ma i giovani turchi diventano nazionalisti e acuiscono i conflitti interni indebolendo la Turchia. Ne aproffitta l’Italia per conquistare la Libia nel 1912, mentre la Serbia, il Montenegro, la Bulgaria e la Grecia, sempre nel 1912, si alleano e, con l’intervento successivo della Romania (ancora turca), ottengono di ridurre la presenza turca in Europa ad un piccolo territorio attorno a Costantinopoli. La Grecia acquisisce insieme con la Serbia la Macedonia e ottiene tutte le isole egee e Creta. A questo punto gli Imperi centrali, tedesco ed austriaco, che non si erano mossi contro la Turchia, si alleano con la Turchia nella I guerra mondiale per contrastare a est la Russia, mentre gli Inglesi, appoggiati dagli Arabi dei territori siro-palestinesi (ancora turchi), sconfiggono la Turchia in Medioriente. Gli alleati, vincitori della I guerra mondiale nel 1918 occuparono Istanbul, e il 15 maggio la Grecia, appoggiata dall’Inghilterra, occupa anch’essa Istanbul e una parte dell’Anatolia settentrionale con l’intenzione di ricostituire uno Stato bizantino. Tutto bene sin qui. Ma la conclusione fu vergognosa. La Grecia, abbandonata a se stessa, non poté resistere alla reazione dell’esercito turco guidato da Kemal Ataturk, che tra il 1920 e il 1922 ruscì a ricacciare i Greci dall’Anatolia conservando Costantinopoli e l’attuale territorio turco intorno a Costantinopoli. Vi è da domandarsi perché mai la Turchia non sia stata travolta subito in Europa sin dal ‘700, quando ormai era iniziato il suo periodo di decadenza, e perché mai l’Europa soltanto nel XVIII abbia incominciato a rioccupare i Balcani. La risposta è unica. L’Europa era diventata una potenza militare superiore perché era diventata una potenza scientifica e tecnologica. La razionalità occidentale ebbe il sopravvento, ma dovette a lungo contrastare l’altra faccia dell’Europa, quella degli spregiudicati mercanti europei che vendevano moderni armamenti ai Turchi, ritardando la riconquista europea dei Balcani, ripetendo la vergogna dei commercianti delle città italiane, compresa Venezia, che, mentre combattevano contro gli Arabi, non rinunciavano a commerciare con essi. L'Anatolia (chiamata ingiustamente Turchia dopo l'invasione turca) fu anche la culla del cristianesimo. Basti pensare ai Padri della Cappadocia, i santi Basilio il grande, Gregorio di Nissa e Gregorio di Nazianzo.
Commento ai fatti odierni. 
Non capisco perché i militari, che furono sempre, secondo quanto prescritto dalla stessa Costituzione di Ataturk, la garanzia di una Turchia laica, che aveva proibito l'uso del velo islamico, non intervengano contro l'islamico Erdogan, che, anche per avere reintrodotto il velo, simbolo della soggezione  della donna all'uomo, dovrebbe essere giustiziato per alto tradimento della Costituzione laica di Ataturk.  

 

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