giovedì 31 dicembre 2015

PER L'ANNO 2016

Ognuno spera che l'anno nuovo sia migliore oppure non sia peggiore di quello passato. Ognuno ricerca la felicità, ma questa appartiene ad un futuro che non conosciamo. Perché ciò che abbiamo conosciuto negli anni passati contiene più male che bene. La felicità si può solo immaginare in un futuro sconosciuto. Questo è il pensiero di Leopardi. Io mi accontenterei che il 2016 non fosse peggiore del 2015, in cui mi sono trovato vivo. La vita di ognuno è costellata da morti, dei genitori, degli amici, dei propri cari animali, i miei familiari più stretti, la cui morte, non quella degli umani, è stata per me l'unica vera causa delle mie sofferenze. E nessuno può essere sicuro di essere ancora vivo  alla fine del 2016. Ho tristi presentimenti. 
DALLE OPERETTE MORALI DI LEOPARDI
DIALOGO di un  VENDITORE d’ALMANACCHI
e di un PASSEGGERE




Venditore. Almanacchi, almanacchi nuovi; lunari nuovi. Bisognano, signore, almanacchi? 
Passeggere. Almanacchi per l'anno nuovo?
Venditore. Si signore.
Passeggere. Credete che sarà felice quest'anno nuovo? Venditore. Oh illustrissimo si, certo.
Passeggere. Come quest'anno passato?
Venditore. Più più assai.
Passeggere. Come quello di là?
Venditore. Più più, illustrissimo.  
Passeggere. Ma come qual altro? Non vi piacerebb'egli che l'anno nuovo fosse come qualcuno di questi anni ultimi?
Venditore. Signor no, non mi piacerebbe.  
Passeggere. Quanti anni nuovi sono passati da che voi vendete almanacchi?  
Venditore. Saranno vent'anni, illustrissimo.
Passeggere. A quale di cotesti vent'anni vorreste che somigliasse l'anno venturo?
Venditore. Io? non saprei.
Passeggere. Non vi ricordate di nessun anno in particolare, che vi paresse felice?
Venditore. No in verità, illustrissimo.
Passeggere. E pure la vita è una cosa bella. Non è vero?  

Venditore. Cotesto si sa.
Passeggere. Non tornereste voi a vivere cotesti vent'anni, e anche tutto il tempo passato, cominciando da che nasceste? 
Venditore. Eh, caro signore, piacesse a Dio che si potesse. Passeggere. Ma se aveste a rifare la vita che avete fatta né più né meno, con tutti i piaceri e i dispiaceri che avete passati?  
Venditore. Cotesto non vorrei.
Passeggere. Oh che altra vita vorreste rifare? la vita ch'ho fatta io, o quella del principe, o di chi altro? O non credete che io, e che il principe, e che chiunque altro, risponderebbe come voi per l'appunto; e che avendo a rifare la stessa vita che avesse fatta, nessuno vorrebbe tornare indietro?
Venditore. Lo credo cotesto.
Passeggere. Né anche voi tornereste indietro con questo patto, non potendo in altro modo?  
Venditore. Signor no davvero, non tornerei.
Passeggere. Oh che vita vorreste voi dunque?  
Venditore. Vorrei una vita così, come Dio me la mandasse, senz'altri patti.
Passeggere. Una vita a caso, e non saperne altro avanti, come non si sa dell'anno nuovo?  
Venditore. Appunto.
Passeggere. Così vorrei ancor io se avessi a rivivere, e così tutti. Ma questo è segno che il caso, fino a tutto quest'anno, ha trattato tutti male. E si vede chiaro che ciascuno è d'opinione che sia stato più o di più peso il male che gli e toccato, che il bene; se a patto di riavere la vita di prima, con tutto il suo bene e il suo male, nessuno vorrebbe rinascere. Quella vita ch'è una cosa bella, non è la vita che si conosce, ma quella che non si conosce; non la vita passata, ma la futura. Coll'anno nuovo, il caso incomincerà a trattar bene voi e me e tutti gli altri, e si principierà la vita felice. Non è vero?  
Venditore. Speriamo.
Passeggere. Dunque mostratemi l'almanacco più bello che avete.
Venditore. Ecco, illustrissimo. Cotesto vale trenta soldi.

Passeggere. Ecco trenta soldi.
Venditore. Grazie, illustrissimo: a rivederla. Almanacchi, almanacchi nuovi; lunari nuovi.

 

martedì 29 dicembre 2015

SEI DI SINISTRA? ALLORA VOTA A DESTRA

In Italia non esiste una vera sinistra. La falsa sinistra ha sostituito la classe operaia con quella degli omosessuali, degli invasori cosiddetti immigrati, della feccia dei centri cosiddetti sociali, dei professionisti dell'antifascismo con cui si fanno i gargarismi, etc. Ha sostituito le imprese di Stato con il liberismo aumentando la povertà delle classi disagiate. Il programma di una vera sinistra esiste in Francia  con il programma politico di Marine La Lepen, per questo considerata fascista, non capendo gli imbecilli che l'opposizione non sta tra fascismo e comunismo ma tra comunismo e liberismo. La falsa destra,  quella di Berlusconi e di  Salvini, è liberista, e dunque non è una destra sociale. Quella di Alleanza Nazionale (Fratelli d'Italia) di Giorgia Meloni è forse più vicina ad una destra sociale, ma non si sa chiaramente quale sia il programma. Infatti non parla di nazionalizzazioni in questo clima di sfrenato e pazzesco liberismo. Ne parla invece chiaramente Marine Le Pen nel suo programma economico. Mussolini conservò l'anima di socialista pur essendo stato portato al potere anche dalla borghesia. Tutta la legislazione sociale di Mussolini (l'aspetto positivo  del ventennio fascista) fu improntato ad una economia controllata dallo Stato. Tutte le iniziative economiche di Mussolini furono dirette da una legislazione sociale. Basti considerare l'INPS, l'Istituto Nazionale Case Popolari, l'Istituto Nazionale per le Case degli Impiegati Statali, la Banca Nazionale del Lavoro (per fare concorrenza alle banche private e poi consegnata ai privati dopo il fascismo), le colonie estive per gli studenti, l'Azienda Generale Italiana Petrolio (Agip), l'Istituto  Nazionale per la Ricostruzione Industriale (INRI), l'Istituto Nazionale Fascista per le Assicurazioni contro gli Infortuni sul Lavoro (INFAIL), poi diventato INAIL dopo il fascismo e svuotato dalla concorrenza privata. E poi la grande bonifica delle zone paludose (non soltanto delle paludi pontine), con la nascita di nuove piccole città progettate da ottimi architetti con stile che coniugava il razionalismo con il classicismo. Il fascismo lasciò una sua impronta nell'architettura. Tutte le costruzioni del periodo fascista sono subito riconoscibili per il loro stile armonico. Non si può invece dire che le costruzioni d'oggi marchino il tempo in cui sorsero, nelle varie brutture della speculazione edilizia dei palazzinari. ll liberismo ha sfasciato  tutto ciò che di buono fece il fascismo. Oggi ci vorrebbe un nuovo Mussolini, riveduto e corretto. La sua rovina fu l'alleanza con il nazismo. La maggior parte del popolo non sa che farsene della libertà. Vuole sicurezza e lavoro. Il resto ai ciarlatani disonesti della politica che hanno svenduto tutto ai privati con il mito della liberalizzazione. Governi europei di destra, ma di una destra sociale, fuori della disgrazia dell'UE, sarebbe un bastione contro l'invasione che stiamo subendo in una sciagurata politica dell'accoglienza. Bisogna elevare muri nazionali e non creare ponti come dice quel forsennato del papa, cavallo di Troia, anche lui, dell'invasione islamica. Un'Europa suicida.

GIUSTIZIA DA MANICOMIO

Uno fa causa all'INPS per avere riconosciuti anche gli anni passati in caserma come militare e un giudice pazzo rigetta la domanda dicendo che gli accasermati non avevano diritto al riconoscimento degli anni passati in caserma perché tale riconoscimento era valevole solo per quelli che avessero combattuto sul fronte nella prima guerra mondiale. Ma il richiedente è nato nel 1962 e dunque non poteva aver fatto la prima guerra mondiale. Il richiedente è stato equiparato ad un reduce della prima guerra mondiale. Il giudice pazzo si è basato su una legge del 1935 non sapendo nemmeno che era stata abolita. La giustizia nelle mani di pazzi. 

"Giustizia: due avvocati baresi denunciano casta magistrati"
 Sono un reduce della prima guerra mondiale. Non ci crederete mai, ma vi voglio raccontare la mia particolare storia, che per quando particolare è stata narrata da giornali locali e nazionali. Se mi considero un reduce della prima guerra mondiale, è grazie al giudice del lavoro del tribunale di Teramo, il giudice che mi ha incluso tra i militari accasermati della prima guerra mondiale. Ho promosso una causa contro INPS per il riconoscimento dei contributi figurativi per i periodi di incorporazione nell'esercito italiano. Il giudice dà ragione all'INPS, e mi condanna a pagare euro 1.650 piu iva e accessori. Il giudice motiva la sentenza con una norma abrogata, non piu vigente, inapplicabile. Il giudice cita il regio decreto 1827 del 1935, che distingueva i militari della prima guerra mondiale, in chi era in zona di guerra, e chi era accasermato, dal 25 maggio 1915 al 1 luglio 1921. Secondo il giudice, io non trovandomi in zona di guerra, o in combattimento contro i soldati austriaci, dal 25 maggio 1915 al 1 luglio 1921, ragion per cui non ho diritto al contributi figurativi, anzi per il giudice io ero un militare accasermato, o a disposizione, e questi militari non avevano alcun diritto alla contribuzione figurativa, quelli in zona di guerra si. Il giudice mi considera un militare della prima guerra mondiale, ma il giudice non ne azzecca una. Prima il giudice deve ancora imparare che non si motivano sentenze con norme abrogate, e poi deve vivere nella realtà, cercando di capire che io nel 1915-21 non ero ancora nato. Io sono nato il 22 settembre 1962 molti anni dopo la grande guerra. E del tutto impossibile che io sia un militare accasermato, o altro, della prima guerra mondiale, ciò fa dedurre che il giudice vive fuori dal mondo, e la sentenza emessa nei miei riguardi non ha nessun fondamento giuridico. Ecco cosa fanno certi giudici nei tribunali, beffano i cittadini, tanto alla fine i giudici, anche se emettono sentenze assurde, non ne rispondono mai, giudici con alti stipendi che prendono in giro i cittadini, tanto che sempre piu cittadini non hanno piu fiducia nella giustizia.
:http://www.baritoday.it/cronaca/giustizia-due-avvocati-baresi-denunciano-casta-magistrati.html
 

domenica 27 dicembre 2015

LA CASUALITA' DELLA FORMAZIONE DEL SISTEMA SOLARE E DELLA VITA NELLA TERRA SCONFIGGE OGNI RELIGIONE

Riporto il commento mio ad un commento di Raffaella R.
che dice:
Anonimo Ecco, questo non capisco di lei: come mai per lei il fatto che l'uomo si ponga il senso delle cose lo rende per questo inferiore? Non dovrebbe essere superiore proprio perché questo lo porta ad avere più consapevolezza? Inoltre questo mi sembra in contraddizione anche con la voglia di sapere che ha l'uomo, se si seguisse questo ragionamento allora sarebbe meglio vivere senza porsi nessuna domanda seguendo i ritmi della natura, ma saremmo ignoranti e lei stesso afferma in più punti che la conoscenza e la cultura sono importanti. Stento a capirla.
 
Cara Raffaella, non mi sono spiegato abbastanza. Scientificamente la vita non ha senso. Siamo frutto della casualità sin dalla formazione del sistema solare con la casuale distanza della Terra dal sole e con la sua casuale massa. E senza queste casuali distanza e massa non si sarebbe potuta produrre la vita sulla Terra. Venere è troppo caldo per la sua maggiore vicinanza al sole, Marte è troppo freddo per il motivo opposto. Inoltre, se la Terra avesse avuto una massa minore non avrebbe avuto una forza di gravità sufficiente per trattenere l'atmosfera, mentre, se avesse avuto una massa maggiore, l'atmosfera sarebbe stata schiacciata al suolo per la maggiore gravità. La Terra casualmente si è trovata in mezzo tra Venere e Marte. Si aggiunga la casualità nell'evoluzione biologica, che ho studiato sulla base dei più importanti testi sull'argomento e su cui ho scritto un libro di 518 pagine. Proveniamo dalla casualità senza che vi sia un progetto intelligente. Proveniamo dal nulla con la nascita e torniamo nel nulla con la morte. Questa coscienza del nulla non ci rende superiori, anzi ci rende consci della nostra nullità. Ma gli animali non umani non sono consci della loro nullità e dunque si salvano dal non senso della vita. Gli uomini che non sono consci della nullità della vita sono al livello inferiore degli animali non umani perché questi sono scusabili nella loro impossibilità di rendersi conto della nullità della vita (provenire dal nulla per tornare al nulla), mentre l'uomo dovrebbe rendersene conto. E invece, non rendendosene conto si crede padrone della Terra. Mentre è padrone di nulla. Le religioni hanno cercato di porre rimedio alla nullità dell'esistenza offrendo l'illusione che la vita umana faccia parte di un disegno intelligente (divino) della natura e che la vita umana sia dunque ontologicamente superiore alle altre forme di vita, mentre scientificamente ciò non ha senso data l'evoluzione biologica da una comune origine di tutte le forme di vita. Platone e i neoplatonici (come Plotino), come alcune confessioni buddiste, hanno voluto porre riparo a ciò con la reincarnazione, ma coerentemente non l'hanno limitata all'uomo. Tutte fantasie filosofiche. "La fine dell'umanità non sarebbe una tragedia, ma la fine di una tragedia" (Peter Wessel Zapffe, Sul tragico)

venerdì 25 dicembre 2015

IL DISEDUCATIVO E IGNORANTE ROBERTO BENIGNI CHE FA LEZIONI SULLA BIBBIA SENZA CONOSCERNE L'ESEGESI. PRESENTA I RACCONTI BIBLICI COME SE FOSSERO FATTI STORICI E NON ROMANZESCHI. MOSE' MAI ESISTITO

Innanzi tutto vi è da considerare che i 10 comandamenti non sono originali ma riprendono alcune norme del codice di Hamurrapi. I racconti biblici sino al regno di Saul e di Davide (il cui racconto,compreso nel libro di Samuele, segna l'inizio della storia ebraica, se pur romanzata  nella Bibbia) sono puramente mitologici, come la creazione del Genesi (e non della Genesi, come ha detto Benigni), o puramente romanzeschi, come tutti i racconti che partono dalla cosiddetta schiavitù in Egitto, con la successiva fuga nel deserto del Sinai (descritta nell'Esodo), le guerre condotte da Mosè e poi dal suo successore Giosuè. Si può dire che la Bibbia sino all'Esateuco (cioè ai primi cinque libri oTorah con aggiunta del sesto libro (Giosuè) sono pure invenzioni. I tre patriarchi Abramo, Isacco, Giacobbe, erano personaggi appartenenti a tre separati racconti mesopotamici. Gli ebrei hanno riunito questi racconti facendo diventare Abramo padre di Isacco e Isacco padre di Giacobbe. E non è vero che gli ebrei che si trovavano in Egitto prima della loro romanzesca fuga fossero un milione, come ha detto Benigni, che si è inventato questa cifra. Dallo stesso Esodo risulta fossero 400.000 oppure 430.000 secondo un altro passo (che dimostra la disparità dei racconti orali che venivano tramandati e che poi furono raccolti insieme solo a metà del V secolo, naturalmente a.C.). Perciò Benigni rispetti almeno le cifre della Bibbia (se pur inventate). Dall'esegesi biblica più accreditata  risulta che Mosè è un personaggio inventato, tratto da un racconto di origine egizia. E se cade Mosè cade tutta la Bibbia, perché viene a cadere il racconto della rivelazione di Jahweh a Mosè e della consegna delle tavole con i comandamenti.  Adesso cito solo alcuni punti dell'esposizione da spettacolo per gli ignoranti  fatta da Benigni, che ha continuato a propagare come verità storiche le fiabe bibliche.
1) Per quanto riguarda  la santificazione del sabato come giorno di riposo Benigni ha detto delle enormi falsità dicendo che, non dovendo lavorare il sabato nemmeno gli animali, questi erano stati dotati di diritti ed elevati al livello umano.  Stronzate. Nell'Esodo si racconta che Mosè fece condannare a morte uno che il sabato si era era permesso di salvare il proprio asino caduto in un burrone. Ritenere che gli ebrei considerassero gli animali come prossimi dell'uomo è una grande menzogna. Lo dimostra anche il fatto che essi ritenevano che il tempio-mattatoio di Gerusalemme fosse casa del Signore. Il primo tempio mattatoio fu fatto costruire da Salomone su progetto del padre Davide (1020-960). In questo periodo gli ebrei erano per la maggior parte ancora pagani. Infatti lo stesso libro di Samuele dice che Salomone - che di saggio non ebbe alcunchè perché fu la causa della divisione del Regno ereditato da Davide  in due Regni, Israele a nord con capitale Samaria e Giuda a sud con capitale Gerusalemme perché quelli di Israele non erano più disposti a pagare tasse per le manie di grandezza di Salomone, che, vivendo con 300 mogli e un migliaio di concubine nella lussuosa reggia che si era fatto costruire - per non dispiacere a molte mogli o concubine straniere pagane nel tempio-mattatoio faceva uccidere animali anche in onore di divinità pagane. Gli ebrei incominciarono a diventare monoteisti solo dopo il 587, cioè dopo la distruzione del tempio (mattatoio) di Gerusalemme ad opera del re babilonese Nabucodonosor, che era stato tradito dagli ebrei dopo un patto di alleanza con lui contro l'Egitto. Solo dopo questa  distruzione gli ebrei deportati a Babilonia incominciarono a pensare che il disastro fosse dovuto a Jahweh, che si era volto vendicare per il fatto che gli ebrei riconoscessero ancora altre divinità. Mentre Benigni  ha fatto passare gli ebrei come monoteisti da sempre.
2) Benigni, come al solito, ripercorrendo la stupida interpretazione di Caino e Abele, ha detto che Abele era il buono. Ma Abele era un pastore, che si rese gradito a Jahweh per avergli sacrificato i primogeniti delle pecore. E quando Caino, che era contadino, gli offrì invece le primizie del raccolto Jahweh lo guardò torvo ed offeso. Allora Caino capì che aveva a che fare con un dio sanguinario e non trovò di meglio, per protesta contro questo  dio, o per meglio compiacere a questo dio, che offrirgli un sangue ancor più prezioso, quello del fratello. 
3)  Quanto al comandamento "non uccidere", Benigni ha detto che questa norma appariva per la prima volta nell'umanità. Ma questa è una grossa falsità. Senza dover andare a ripescare il citato Codice di Hammurapi, come si può pensare che gli stessi antichi Greci e Romani non avessero concepito nel loro diritto la stessa norma come condizione della sopravvivenza della società nonostante le guerre di conquista e le guerre interne cosiddette civili? La norma "non uccidere" per gli ebrei valeva solo e sempre all'interno della  comunità ebraica, perché non valeva nei confronti dei non ebrei, come dimostrano i racconti di stragi, se pur romanzate, effettuate da Mosè e, ancor di più, dall'efferato Giosuè, le cui crudeltà, nei confronti delle antiche popolazioni autoctone della Palestina, durante le prime guerre di conquista, fanno impallidire quelle naziste. Ma delle stragi effettuate da Mosè e da Giosuè Benigni non ha fatto nemmeno cenno. Altro che dire "non uccidere". Non per nulla Jahweh nei testi dei (falsi) profeti viene  chiamato  "dio degli eserciti". Dunque il "non uccidere" ebraico non è affatto  una norma universale. E Benigni è o un ignorante o un disonesto non avendolo detto. Benigni è giunto a dire spudoratamente che anche un assassino che l'avesse fatta franca non sarebbe stato perdonato dal dio biblico. Evidentemente non ha letto il racconto della vita di Davide, che, invaghitosi della moglie di un altro, Betsabea, manda in guerra in prima fila il marito per sbarazzarsene, dando il preciso ordine che di fronte alle prime frecce nemiche il marito venisse lasciato scoperto. E infatti morì. E Jahweh che cosa fa? Punisce Davide? Manco a pensarlo. Punisce Betsabea facendole morire il primo figlio, pur innocente, avuto da Davide, ma poi accetta che il secondo figlio di Betsabea avuto da Davide, Salomone, figlio del peccato, divenisse re succedendo al padre. Questa era l'antica scriteriata logica ebraica. Come è stato rilevato da molti studiosi.               
4) Quanto al comandamento "non rubare", qui la fantasia da regista ed attore di Benigni raggiunge il massimo in fatto di falsità. Egli ha detto che non rubare significava per gli ebrei anche non appropriarsi della persona altrui, e dunque significava la condanna della schiavitù. FALSO, FALSISSIMO. Gli ebrei giustificavano la schiavitù, come la giusgtifica lo stesso Mosè, figura che, se pur romazesca, rappresentava la concezione ebraica. Dopo una battaglia di conquista Mosè (Esodo e Deuteronomio) rimprovera un suo subalterno di avere risparmiato la vita di alcuni nemici sconfitti, e di non avere rese schiave degli ebrei tutte le donne perché, accoppiandosi con gli ebrei, figliassero dei futuri schiavi per gli ebrei. E questo disonesto Benigni si permette di dire il contrario, attribuendo agli ebrei la condanna della schiavitù.
5) Quanto all'8° comandamento (non dire falsa testimonianza), in questo caso Benigni ha detto solo cose ovvie, cioè che si può e si deve mentire in caso di necessità, se si tratta per esempio di fare i nomi di persone innocenti che verrebbero perseguitate da governi dittattoriali a causa della mancanza di libertà di pensiero.  Gli ho dato ragione quando ha detto che il potere mente sempre. E se Benigni non fosse un prezzolato della RAI (quanti soldi ha avuto?) avrebbe detto che oggi abbiamo a capo del governo un mentitore incallito.  
6) Solo sul 6° comandamento ha fatto un po' ridere con il suo riferirsi al "non fornicare", che non si capiva all'inizio che cosa significasse (si pensava ai forni o o alle formiche), e che, dopo che si è capito, ha rovinato in passato molti ragazzini che andavano a confessarsi con i loro dei sensi di colpa per pratiche autoeorotiche, per cui bisognerebbe fare un class action per chiedere i danni psicologici alla  Chiesa.
7) Benigni ha detto, per giustificare il 10° comandamento (che nell'Esodo va insieme con il 9°), che tale comandamento richiede la fedeltà nell'amore e che non si può separare l'amore dalla fedeltà. Orbene, si sa che gli antichi ebrei, come i pagani, avevano schiavi e schiave stranieri (infatti era assolutamente proibito avere schiavi o schiave ebree, e ogni ebreo doveva farsi  carico del riscatto di un ebreo che fosse divenuto schiavo di non ebreo). Dunque che va ciurlando Benigni dicendo che tra gli antichi ebrei  non era ammesso il tradimento? Non era ammesso il tradimento di un uomo con una donna moglie di un ebreo. Ma con donne non ebree il tradimento non esisteva. E poi c'era sempre la possibilità per l'uomo, non per la donna, di divorziare facilmente, e senza conseguenze economiche. Benigni non si è nemmeno accorto del non senso linguistico quando ha detto che non si può separare l'amore dalla fedeltà.  Infatti si può avere una relazione fisica anche senza amore, e perciò senza tradire l'amore.  Anche se in parte Benigni si è ripreso considerando che dopo tanti anni l'amore può cessare. Ma avrebbe dovuto aggiungere che può cessare una certa forma d'amore, quello iniziale fatto anche di attrazione sessuale, che non è detto debba spegnere una successiva forma d'amore, che forse è la più sincera, perché non più motivata dal sesso, e perciò non più materiale.
Non poteva mancare un riferimento a Gesù rivoluzionario per aver detto "ama il prossimo tuo come te stesso" e "ama anche il tuo nemico". Frasi buttate lì per fare effetto ma senza alcuna capacità di riflessione critica. Chi è il mio prossimo? Anche il mio nemico? Anche chi mi ha fatto del male? Qui risponde il giovane Hegel degli Scritti sul cristianesimo:  se una società si fondasse sui precetti evangelici si autodistruggerebbe. Aggiungo che è evidente che verrebbe a mancare anche il fondamento della giustizia fondata sulla norma neminem laedere.  Un cretino è libero di perdonare chi l'ha danneggiato ingiustamente, ma non per questo può richiedere che sia cancellato il reato. "Ama il prossimo tuo come te stesso" e "ama anche il tuo nemico" significherebbero andare anche contro  gli stessi Vangeli,  che infatti sono contraddittori nel loro contenuto perché due di essi Matteo e Luca  concludono col dire: andate per le nazioni e battezzate. Chi crederà sarà salvato antrimenti sarà condannato.  Dunque nessun perdono per quelli che non credono, anche se non hanno commesso cattive azioni. Però io dovrei perdonare anche il mio nemico? Questa contraddizione non poteva certamente essere colta da quell'affabulatore di Benigni, disonesto nel fare quattrini alle spalle dei gonzi.
Io  ho la vita amareggiata perché uno come Benigni si permette di avere successo di ignoranza di fronte a un grande pubblico dicendo menzogne o banalità, mentre io debbo vivere nell'oscurità non potendo controbattergli in pubblico.    
Benigni ha concluso con delle banalità che servono sempre a commuovere le masse  ma che di fatto non servono a un cazzo. Me le sono segnate come perle di sciocchezze. "C'è la felicità, cercatela perché è nascosta e attende di essere trovata. C'è un gran mistero nella vita, ci potrebbe capitare qualcosa di infinito. Bisogna inginocchiarsi di fronte all'esistenza. La natura è eterna. Non vedo nulla che sia male. Esiste la vita e il potente spettacolo continua". 
E tutta la massa di stronzi ignoranti che l'applaudiva facendolo tornare più volte sulla scena.       
Lui la felicità se l'è trovata, e anche con i soldi. Vada a dire ai poveri, ai disoccupati che non trovano lavoro, agli ammalati di malattia inguaribile e a tanta gente che soffre di andare a  cercarsi la felicità  perché basta cercarla.  Così va il mondo! Vince chi fa spettacolo. Io mi sono fatto un mazzo per anni studiando e citando di prima mano in un libro di 800 pagine i testi dei maggiori studiosi  mondiali dell'Antico Testamento e debbo sopportare uno spettacolo in cui viene dato successo ad un ignorante da parte di una massa ignorante che non ha mai letto quel mattone tremendo che è l'Antico Testamento e prende per oro colato le falsità di un ex comico che ha voluto cambiare mestiere, rubandolo ad altri, studiosi di professione, avendo ormai esaurito la sua carriera da attore comico, come dimostra l'insuccesso dei suoi ultimi film.            

giovedì 24 dicembre 2015

CHE TRISTEZZA. DIALOGO TRA ME E UN NETTURBINO.

Ogni anno la solita fregnaccia del Natale. Sono comodamente sdraiato sul letto mentre scrivo e penso a tutti gli stronzi che si stanno abbuffando rovinandosi la salute. Ecco la mia cena: pasta e fagioli. Fagioli per le proteine e pasta per i carboidrati. Niente panettone. Fa male anche una fetta perché contiene troppe calorie. Tutte le industrie dolciarie fallibbero se quasi tutti fossero come. Peggio il pandoro pieno di burro veleno per le arterie. Meno si mangia e più si acquista in salute. Ho interrotto dopo avere ascoltato le variazioni Goldberg di BACH. E penso: quando la gente finirà di credere nelle fregnacce delle religioni? Mai, perché si tratta di tradizioni che sono state assorbite da secoli. Come liberarsene? Prima di tutto includendo nelle scuole l'insegnamento delle religioni. Nessun insegnamento migliore per dimostrare che Dio non esiste. Infatti questo insegnamento costringerebbe a capire che tanta pluralità di religioni nasce dal relativismo delle culture. Fanno tutte ridere nella loro pretesa di essere ciascuna vera. Guardandole da fuori si capisce che si alimentano di relativismo culturale. Da cui si può uscire solo con la metacultura della conoscenza scientifica. La scienza ha un linguaggio UNIVERSALE, che trascende la pluralità delle culture e il loro relativismo. Ogni religione è datata. Non dà conoscenze. La vera conoscenza è al di là del relativismo. Non conosce confini culturali. Perciò meno si è culturali e più si è metaculturali. Questo pomeriggio ho incontrato un netturbino (ma lui vuole essere chiamato spazzino). Lo conosco da mesi. Mi ha fatto gli auguri. Cortesemente gli ho detto: se li risparmi. Mi danno fastidio. Ma sa, mi aggiunge lui, è quasi d'obbligo farli perché altrimenti si fa la figura di maleducati. Io me ne frego degli altri, gli ho risposto. E poi auguri perché? Per il Natale? Se mai per il capodanno. Io non festeggio la cazzata del Natale. Perché lei non crede in Dio? mi fa. No. Eppure lei si convertirebbe se andasse a Magjugorie. Perché lei vi è stato? Sì. Non mi dica che ha visto la madonna. Non l'ho vista. E allora che dimostrazione può avere dell'esistenza di Dio? E lui: ma io ne sono tornato rinnovato. In che senso? Ho acquistato uno stato d'animo migliore. Ma la madonna non l'ha vista. Ha almeno visto il sole ruotante, come si dice? No. E allora lei ha visto nulla. Ha visto soltanto una massa di suggestionati che si suggestionano a vicenda. E' un contagiarsi reciproco. E lui: ma si acquista una spiritualità che rasserena la vita. Ed io a lui: se questo la  fa star meglio  buon per lei che crede in quegli allucinati od impostori che dicono di vedere la madonna e che le parlano, anche se a bocca chiusa. E il netturbino: guardi che Dio esiste. Io mi sono per miracolo salvato da un auto che stava per investirmi. Ed io: e che c'entra Dio? E lui: guardi che in quella situazione solo Dio poteva salvarmi. Ascolti, gli ho detto, lei è stato salvato dal puro caso. Niente da fare. Insisteva che l'aveva salvato Dio. E ho concluso: lei crede che Dio sia onnipotente? E lui: certamente. E allora perché non si annulla o non annulla tutta la vita sulla Terra? E' così sbagliata che solo un una potenza demoniaca poteva crearla. Non si rende conto di tutto il male anche fisico che esiste in natura? No, mi fa lui. Prevale il bene al 99%. Lei deve farsi controllare la vista, gli ho obiettato. Io vedo soprattutto il male. E lui:comunque auguri. Le ho detto che non voglio auguri. Buona sera. E ora mi faccio la mia nottata ascoltando musica sinfonica. Credo che continuerò ad ascoltare BACH.       

mercoledì 23 dicembre 2015

ECCE AGNUS DEI (QUI NON TOLLIT PECCATA MUNDI). SARDI VENALES ALIUS ALIO NEQUIOR (CICERONE)



A causa della pastorizia avevo sempre odiato il Natale e la Pasqua, trasformate ogni anno in una strage di agnelli, gli animali più mansueti della Terra. Ogni volta che si avvicinano queste feste di sangue aumentano la mia sofferenza e il mio odio contro una barbara e crudele tradizione che ha contagiato anche gli atei. L'anno scorso avevo inviato una lettera al papa Francesco chiedendo che rompesse il silenzio contro la crudele tradizione dell'agnello pasquale, ucciso per rispettare una antica tradizione ebraica e non cristiana. Gli avevo scritto che dopo il sacrificio della croce non era più necessario immolare animali come si faceva nel tempio-mattatoio ebraico. Avevo aggiunto che un altro S. Francesco, quello da Paola, migliore di quello carnivoro di Assisi, era stato vegano ed era vissuto ben 91 anni, mentre quello di Assisi era vissuto solo 44 anni.
 
Lo stesso Benedetto XVI, seguendo il S. Paolo della Epistola ai Romani (3,25), aveva detto all'udienza generale del 7 gennaio 2009 che "Questo rito - quello ebraico del sacrificio degli animali - era espressione del desiderio che si potessero realmente mettere tutte le nostre colpe nell’abisso della misericordia divina e così farle scomparire. Ma col sangue di animali non si realizza questo processo. Era necessario un contatto più reale tra colpa umana ed amore divino. Questo contatto ha avuto luogo nella croce di Cristo. Cristo, Figlio vero di Dio, fattosi uomo vero, ha assunto in se tutta la nostra colpa. Egli stesso è il luogo di contatto tra miseria umana e misericordia divina; nel suo cuore si scioglie la massa triste del male compiuto dall’umanità, e si rinnova la vita. Rivelando questo cambiamento, san Paolo ci dice: Con la croce di Cristo – l’atto supremo dell’amore divino divenuto amore umano – il vecchio culto con i sacrifici degli animali nel tempio di Gerusalemme è finito. Questo culto simbolico, culto di desiderio, è adesso sostituito dal culto reale: l’amore di Dio incarnato in Cristo e portato alla sua completezza nella morte sulla croce". 

Ma nemmeno Benedetto XVI era stato capace di gridarlo ai cristiani affacciandosi al balcone dante sulla piazza S. Pietro perché cessasse l’identificazione del Natale e della Pasqua con una strage di agnelli o capretti. E per risposta avevo ricevuto dal papa Francesco solo una ipocrita cartolina artistica che rinnovava il silenzio sulle cristiane stragi di agnelli. E pertanto ero stato costretto ad odiare anche i papi insieme con i pastori.
Quando ero bambino capitò in casa, non mi ricordo come, un capretto, che era stato regalato a mio padre. Non mi ricordo per quale motivo mio padre avesse accettato in regalo un capretto vivo. Mi affezionai ad esso come se fosse un cane. Lo portavo a passeggio tenendolo al guinzaglio per fargli brucare l'erba nella periferia di Cagliari, che allora era un vasto campo erboso su cui sarebbero poi sorti i palazzi della piazza Michelangelo e della piazza Giovanni XXIII. Mi divertivo a giocare con lui in casa alzando una gamba per mostrargli la pianta della scarpa mentre gli dicevo in sardo: attumba caprittu (urta capretto). E lui prendeva la rincorsa per dare una tenera incornata alla suola della scarpa. Avevo capito che un capretto (o un agnello) non era meno capace di affettività rispetto ad un cane. E allora perché gli uomini si mangiano gli agnelli e non si mangiano i cani? mi domandavo. Anche ciò mi aveva indotto a divenire vegetariano, oltre al fatto di essere rimasto profondamente scioccato, sconvolto, vedendo all'età di 10 anni dei buoi correre impazziti per la via Sonnino dopo essere fuggiti dal mattatoio, che allora si trovava in una strada centrale della città. Piansi amaramente quando fui costretto a separarmi da lui per volere di mio padre, che disse che non si poteva ulteriormente convivere al terzo piano di un palazzo con un capretto. Ma fui ingenuamente rassicurato che il capretto non avrebbe fatto la triste fine che attende tutti i suoi simili e che il pastore, pagato per questo, l'avrebbe risparmiato tenendolo in vita per la riproduzione. Ma certamente il capretto, prima o dopo, avrebbe fatto la stessa fine. 

Anche per questo avevo coltivato sempre un odio per i pastori, per una terra, che, tra tutte le regioni italiane, pur avendo una popolazione di soli un milione e seicentomila abitanti, aveva tratto dalla pastorizia la maggiore risorsa economica e il maggiore profitto esportando cadaveri di agnelli, sottratti alle madri piangenti che cercano i loro figli.

Pastori tanto crudeli quanto imbecilli per essere rimasti miserabili conservando la tradizione della produzione del latte ai fini del formaggio pecorino, anche se tratto da pecore malate del morbo della lingua blu o comunque trasmettenti nel latte l’antibiotico del vaccino per pecore, non avendo mai pensato di poter trarre maggior vantaggio economico sostituendo la pecora e la capra sarde, che danno una lana priva di valore, usata per tappeti o per isolanti termici, con altre razze di pecore e di capre dalla lana pregiata, come il cachemire e il merino, in modo da risparmiare i maschi, sapendo che il cachemire del maschio è ancora più pregiato. Una Sardegna che è stata sempre una terra di povertà espressa dal 45% di tutti gli ovini d’Italia pur con una popolazione di un milione e seicentomila abitanti. Sardi venales alius alio nequior, cioè sardi da vendere (come schiavi), uno peggiore dell'altro (Cicerone).

PASTORI SARDI BASTARDI. 

Sardegna terra di miserabili vittimisti con una popolazione (che non può nemmeno chiamarsi popolo) di un milione e 600 mila abitanti e con almeno 5 milioni di ovini. All'EXPO non ha avuto vergogna di farsi rappresentare soprattutto dal maialetto arrosto.Un EXPO baraccone diseducativo e rovinoso per la salute come fiera di tutte le peggiori tradizioni alimentari. Tra qualche mese uscirà il mio libro ROBA DA SARDI, in cui ho esposto per metà del libro la Storia di Sardegna e Storia della Sardegna moderna dal 1773 al 1779 del sardo non sardo Giuseppe Manno. Ne viene fuori un' immagine terribile dei sardi, accozzaglia di genti parassite la cui storia è stata segnata da continue lotte tribali, ma pronte a farsi serve dell'invasore. Non hanno mai combinato alcunché di buono nella loro storia. E hanno il Consiglio regionale che si meritano. 

I sardi si sono sempre ritenuti vittime degli altri, mentre invece nei loro odi reciproci sono stati sempre vittime di se stessi, della loro invidia distruttiva. Non hanno mai avuto capacità imprenditoriali, le maggiori risorse, quelle turistiche, sono in mano a capitali non sardi, la Costa Smeralda è in  mano agli arabi del Qatar, finaziatore occulto dell'Isis, nell'iglesiente vi è una fabbrica d'armi tedesca che vende armi all'Arabia Saudita. Sanno solo piangere ed elemosinare soldi dal governo per continuare a vivere da parassiti. Nella loro subcultura pastorale hanno saputo soprattutto mungere e uccidere ovini. Ecco da dove traggono il loro maggiore profitto questi sardi bastardi. Mi vergogno di avere un cognome sardo. Parafrasando Dante posso dire di me: sardus natione non moribus. Ma sono nato a Roma.       
ECCE AGNUS DEI
Il sangue degli innocenti ricada sugli assassini e sui mandanti. Compreso il papa.  

MALEDETTO PAPA FRANCESCO. COMPRESO IL FRANCESCO D'ASSISI. BENEDETTO FRANCESCO DA PAOLA

Questi due Francesco non hanno alcunché da insegnarmi. Mi ritengo migliore di essi. In questi giorni soffro al pensiero di centinaia di migliaia di agnelli già uccisi, ed altri che stanno per essere uccisi, dopo essere stati sottratti alle madri che vanno a cercarli disperate. E tutto ciò per festeggiare la burla della nascita di un individuo storico su cui, dopo la sua morte, furono costruite delle favole facendolo passare per il messia atteso dall'Antico Testamento e poi trasformato in figlio di Dio. Sulla base di queste favole, di queste menzogne, si sono costruite stupende cattedrali, gotiche,barocche, splendidi monumenti, e la stessa civiltà occidentale. E pertanto anche un ateo non può non definirsi cristiano, perché non può rinnegare un passato di circa 2000 anni, nel bene e nel male. Culturalmente anche gli atei che riconoscano ciò debbono definirisi cristiani. L'ateo Benedetto Croce lo spiegò nel suo libro Perché non possiamo non dirci "cristiani" (notare le virgolette usate dallo stesso Croce). Ma una cosa è apprezzare cio che fu la conseguenza del cristianesimo, che conservò e traghettò nella sua teologia il pensiero platonico e aristotelico (nella filosofia e nella scienza del '600). Ciò che rimase della cultura antica greco-romana dopo la caduta dell'impero romano d'Occidente si rifugiò nei monasteri benedettini, dove gli amunuensi ricopiavano e traducevano i pochi testi che erano sopravvissuti al buio dell'alto medievo. Solo nel 1200 incominciarono a tornare in Europa i testi scientifici e filosofici greci in originale. Senza di essi non avremmo avuto filosofi cristiani, come S. Tomaso (il principale dottore della Chiesa), Duns Scoto e Guglielmo di Ockam (frate francescano) che con il suo empirismo dimostrò l'impossibilità di una conciliazione tra ragione e fede. Non avremmo avuto la scuola di Oxford (prevalentemente aristotelica) che si rese famosa grazie ai suoi matematici (calculatores) nello studio degli infinitesimali e quella  di Camgridge  (prevalentemente platonica). E la poi la scuola di Parigi con la fisica di Buridano e del suo allievo, il vescovo Nicola di Oresme, che espose una serie di argomentazioni logiche a favore della rotazione della Terra intorno al suo asse. Ho già spiegato in altra occasione perché soltanto nell'Europa cristiana potesse avvenire la rivoluzione scientifica, pur nel contesto di contese cruenti e non cruenti. La scienza moderna, platonica, è nata da una riflessione critica nei confronti del pensiero aristotelico, che dunque fu il punto di partenza per andare oltre di esso. Lo stesso Galileo rimase per molti versi aristotelico. Alcuni esempi: la sua spiegazione della causa delle maree era errata perché pensava che esse fossero causate dalla rotazione della Terra, mentre già il fisico inglese William Gilbert nel De magnete (1600) aveva spiegato che erano dovute all'attrazione lunare, e Galileo pensava che le comete fossero dovute ad esalazioni dell'atmosfera terrestre, seguendo Aristotele, senza voler sentire le ragioni del gesuita Orazio Grassi che aveva capito che si trattava di corpi celesti. Avendo una conoscenza professionale della scienza del '600 posso dire che è più lunga la serie delle proposizioni errate di Galileo rispetto a quelle giuste. Promise sempre la teoria del cannocchiale ma non la seppe mai dare. La diede il platonico Keplero nella Diottrica inviandone copia a Galileo, che non capì mai  la grandezza rivoluzionaria dell'astronomia di Keplero con le sue ellissi. Galileo rimase sempre fermo all'astronomia dei cerchi di Copernico. La sua dimostrazione della legge della caduta dei gravi era completamente errata. Nel 1618 ne diede la prima vera dimostrazione il fisico dilettante olandese Isaac Beeckmann, corrispondente del più giovane Cartesio, che si vantò poi di essere lui lo scopritore della legge della caduta dei gravi, travisando le conclusioni di Beeckmann: un corpo in caduta libera acquista una velocità che è proporzionale al quadrato dei tempi impiegati nella caduta. Cartesio invece diceva che la velocità era proporzionale alla lunghezza del tratto di caduta e andava aumentando con essa. Galileo espose esattamente la legge della caduta dei gravi  soltanto nel 1632, nell'opera della vecchiaia Discorsi e dimostrazioni matematiche sopra due nuove scienze (statica e dinamica), quando ormai la legge circolava già in tutta Europa. Eppure mi ricordo che, studiando il manuale di fisica quando ero al liceo classico, la legge della caduta dei gravi veniva attribuita a Galileo. In effetti non vi è alcuna legge fisica che possa attribuirsi a Galileo, che, più che un grande scienziato, fu un grande divulgatore scientifico, anche di teorie sballate.Tra cui la spiegazione della resistenza di un corpo alla sua rottura, che Galileo, con Aristotele, attribuiva all'horror vacui (orrore del vuoto). E la dimostrazione scientifica della rotazione della Terra intorno al suo asse, si sa, avvenne solo nel 1850 con il famoso esperimento del pendolo di Foucault nel Pantheon di Parigi. 
Dopo questa lunga digressione torniamo al cristianesimo. Si può dire con l'ateo Hegel che il cristianesimo è stato utilizzato con furbizia dall'astuzia della ragione. Una volta che la filosofia aveva capito che Dio non sta nei cieli ma è partorito dalla mente umana, doveva ritenersi che il cristianesimo aveva esaurito la sua funzione storica. Di essere stato traghettatore del pensiero greco. Che rimane dunque del cristianesimo come dottrina? NULLA. Come di ogni altra religione cosiddetta rivelata. Rimangono come testimonianze di esso le opere d'arte, perché in Occidente anche le opere d'arte sono nate all'interno del cristianesimo con tutte le sue raffigurazioni religiose. I papi, anche i peggiori dal punto di vista cristiano, sono stati  i maggiori mecenati delle opere d'arte. Io ateo mi trovavo perfettamente nel mio ambiente stando dentro una cattedrale gotica o barocca. Splendide costruzioni innalzate in onore del...NULLA.  Da punto di vista dottrinale il cristianesimo, specialmente quello cattolico, è oggi solo un non senso linguistico, un pensiero che sta fuori del mondo nella sua perdurante concezione antropocenrica e perciò antiscientifica. 
Ecco perché ho scritto maledetto papa Francesco, il bacia bambini, un venditore di banalità. E maledetto anche quell'individuo da cui questo papa ha voluto prendere il nome, il Francesco d'Assisi. Se avesse preso il nome da Francesco da Paola (anch'egli santo) allora soltanto avremmo avuto un papa rivoluzionario. Ma di Francesco da Paola pare che si sia persa anche la memoria. Ma me ne sono ricordato io nel mio libro E giustizia infine fu fatta. Sette giudici uccisi in sette giorni (pp. 457)Certi giudici meriterebbero di essere giustiziati per certe frequenti sentenze aberranti che fanno, rovinando gli innocenti, anche in cause civili. Ho trasformato in un racconto thriller una mia vicenda giudiziaria civile che sta durando da 18 anni. Vengono uccisi (purtroppo solo nel libro) sette giudici di Cagliari. Per essi non è valida la scritta che si trova nelle aule giudiziarie "La legge è eguale per tutti". Falso. Essi non pagano mai per le loro colpe. Sono degli irresponsabili. Fanno carriera per anzianità sentendosi padroni, e non servitori, della giustizia. Non esiste alcun controllo di merito. Si giudicano da se stessi, pur essendo manovali, e non studiosi, del diritto. 
Ecco alcune pagine del suddetto libro, che giustificano il titolo del presente articolo. 

Se esistesse solo la sopravvivenza dell'anima umana e non anche quella degli animali non umani, almeno di quelli dotati di coscienza, che me ne farei? Dovrei rinunciare per sempre a rivedere i miei unici grandi affetti che sono stati i cani e i gatti? Dovrei stare per l'eternità in compagnia unicamente di un'umanità, di cui non me ne è importato mai alcunché?

Perché, lo interruppe il cappellano, non le farebbe piacere rivedere i suoi genitori?

Il prof. Petix ebbe una smorfia di fastidio. Di che li dovrei ringraziare? Di avermi fatto nascere per condannarmi a morte in questo mondo privo di certezze e pieno di crudeltà e di ingiustizie ed essere privato in un aldilà dei miei affetti veri, non umani, avuti in vita? Ma chi se frega dei genitori! Un aldilà popolato solo da anime umane mi sarebbe tremendamente insopportabile. Anzi, mi farebbe schifo. Sarebbe un mondo assai povero, perché privato di altre forme di vita, e non renderebbe giustizia a tutte le sofferenze degli animali vittime della crudeltà umana, a incominciare da quelli uccisi nei mattatoi. Sarebbe un mondo che premierebbe ancor di più l'ingiustizia. Ma lei tutto questo non lo può capire a causa del suo cristianesimo.

Vi è stato un papa, Paolo VI, obiettò il cappellano, che disse ad una bambina, addolorata per la perdita del suo cane, che un giorno l'avrebbe rivisto nell'aldilà.

Pura frase consolatoria per una bambina, disse il prof. Petix. La realtà è che la dottrina cristiana esclude la sopravvivenza delle anime non umane. Altrimenti non si spiegherebbe l'assurdo che ciò che per la legge è (almeno sulla carta) reato, il maltrattamento degli animali, per la Chiesa non è nemmeno peccato di cui sia necessario confessarsi. Come me lo spiega?

In effetti, rispose il cappellano, questa rimane ancora una carenza inspiegabile. Ma si ricordi che vi è stato un grande santo, Francesco d'Assisi, che lei dovrebbe ammirare perché era amante di tutte le creature. E il nuovo papa ha assunto il nome Francesco anche per questo. E gli animalisti lo hanno ringraziato in piazza S. Pietro.

Per carità, rispose irato il prof. Petix. Non si continui a mitizzare questo individuo. Le gente deve sapere chi fosse veramente. Quegli animalisti disonestamente, a cominciare da Michela Vittoria Brambilla, hanno attribuito a questo papa una frase che egli non ha mai pronunciato: " A Pasqua non mangiate carne d'agnello o di capretto". Pura falsità. Non risulta affatto che il papa abbia pronunciato una simile frase. L'hanno voluto strumentalizzare, mentre sarebbe stato meglio se avessero detto la verità su Francesco d'Assisi e su questo papa inducendolo a prendere posizione contro le feste di sangue che sono il Natale e la Pasqua con strage di agnelli.

Ma lei allora fa finta di ignorare il famoso Cantico delle creature di S. Francesco, obiettò il cappellano.

Si vede che anche lei è poco informato su Francesco d'Assisi. Il tanto lodato Francesco d'Assisi, che si dice, mitologicamente, parlasse agli uccellini, pretendeva che nei giorni di festa vi fosse molta carne, come racconta il suo biografo Tommaso da Celano. In questa biografia si legge:

"Un giorno i frati discutevano assieme se rimanesse l'obbligo di non mangiare carne, dato che il Natale quell'anno cadeva in venerdì. Francesco rispose a frate Morico: Tu pecchi, fratello, a chiamare venerdì il giorno in cui è nato per noi il Bambino. Voglio che in un giorno come questo anche i muri mangino carne, e se questo non è possibile, almeno ne siano spalmati all'esterno".

Ahimè, questo sarebbe il santo che amava tutte le creature. Si rende conto?

E sa che papa Francesco ha detto che il suo film preferito è il Pranzo di Babette? E che cosa si mangia nel pranzo di Babette? Brodo di tartaruga e quaglie arrosto. E' stato dunque coerente nello scegliere come nome Francesco riferendosi Francesco d'Assisi. Chi si assomiglia si piglia. Ma io non mi faccio imbrogliare da tutti gli ebeti ignoranti che esultano per l'elezione di questo papa, che, oltre tutto, dice solo cose banali, dettate dal buonismo, apparendo per altro un ignorante a confronto del suo predecessore. Ma, si sa, le masse si fanno incantare dalla superficialità. Hanno bisogno prima di tutto di una faccia rassicurante, sorridente, dietro la quale si nasconde un vuoto di pensiero. Hanno bisogno di scemenze come quando il papa dice che "Dio è anche un papà perché ci perdona e ci ama, è un tesoro che non bisogna lasciare in un angolo della vita". Oppure quando dice che “Dio è nostro avvocato”. Presso quale tribunale? Di fronte ai giudici non può essere ascoltato, anche perché non parla. E dunque, se ci affidasse a lui, sarebbe l'avvocato delle cause perse. Inoltre, come può essere Dio un avvocato contraddicendo la sua figura di giudice supremo? Il suo predecessore non avrebbe mai detto simili scemenze. E poi questo papa si avvicina alla gente tendente le mani, accarezza i bambini e, per rendersi ancora più ridicolo, ma più ben voluto dagli scemi, rimette un ciuccio in bocca ad un neonato che stava piangendo per riscuotere applausi. E la notizia fa il giro del mondo. Ma le sembra serio tutto ciò? Questo è solo folklore, non è spiritualità, è teatro. Le masse hanno bisogno di emozioni, non di pensiero.

Il suo predecessore non sarebbe mai caduto così in basso. Per questo non suscitò mai tanti entusiasmi come l'attuale papa.

Dopo un primo turbamento nell'apprendere certe notizie su Francesco d'Assisi il cappellano si sentì tuttavia in dovere di prendere le difese di papa Francesco. Lei mi sconcerta per ciò che ha detto, lo interruppe infatti il cappellano. Il papa vuole annullare la distanza tra la Chiesa e i fedeli anche con questi gesti, grandi di significato, che lei non comprende. E certamente ha voluto fare riferimento a Francesco d'Assisi perché è comunemente ritenuto il difensore dei poveri, un esempio di vita semplice ed emblema di pace.

Ma non mi faccia ridere! disse con espressione di disprezzo il prof. Petix. Prima di tutto glielo raccomando il suo Francesco d'Assisi emblema di pace. Le documenterò il contrario. Se il papa ignora certi racconti su Francesco d'Assisi è uno che non conosce nemmeno la vita di colui a cui si è ispirato assumendone il nome. Se la conosce è un impostore che dà ad intendere ciò che non è. Ciò che sto per aggiungere è stato pubblicato il 25 marzo 2013 anche sul Corriere della sera nel forum "Animali e dintorni". Anzi, per risparmiarmi la voce, che sento stanca, legga lei stesso l'articolo. Il prof. Petix accese il computer e andò a ripescare nell'archivio del Corriere la sua lettera. E il cappellano lesse ciò che segue.



Sono profondamente amareggiato. Questo papa Francesco ha sbagliato Francesco. Tutti esultano per il nuovo papa. Io non esulto affatto. Innanzi tutto proviene da un Paese che ha la maggiore popolazione carnivora sulla Terra. E credo che non si sia sottratto alla tradizione dell'Argentina. Altro che dire che ballava il tango da giovane! Continuerà il silenzio della Chiesa del silenzio. Il predecessore Benedetto XVI prese il nome da S. Benedetto, fondatore di un ordine in cui vigeva il divieto (IV regola) di mangiare carne. Al pari (credo) di tutti i suoi predecessori di nome Benedetto nemmeno lui fu coerente con la regola benedettina.

Ora, il nuovo papa ha scelto il nome Francesco riferendosi a Francesco d'Assisi. Ma si sa che Francesco d'Assisi non era vegetariano. Alcuni confratelli gli proposero che si passasse alla dieta vegetariana. Ma il "poverello" (di spirito, aggiungo io) rispose da autentico cretino che solo i ricchi potevano scegliere di che mangiare.

Risposta veramente stupefacente quando si pensi che proprio i ricchi erano quelli che più mangiavano carne, che i poveri raramente potevano permettersi. Dunque non mi aspetto alcunché di nuovo dal nuovo papa, che ha scelto il nome riferendosi a Francesco d'Assisi, per incantare gli scemi. Il suo Cantico delle creature è una grande mistificazione perché le creature sono intese tutte al servizio dell'uomo secondo la concezione biblica. Legga il racconto ridicolo del suo confratello frate Ginepro1 che si scusò con un maiale prima di tagliarli una zampa per sfamare un ammalato che aveva espresso il desiderio di mangiare uno zampone. Francesco lo rimproverò solo per il fatto di avere danneggiato il proprietario del maiale. Incredibile. E questo sarebbe stato il santo che amava tutte le creature. Sì, anche per mangiarle. Ho già scritto in precedente articolo che avrei preferito come papa Gianfranco Ravasi, anche se non so se sia vegetariano. Ma la sua ampia cultura, non solo teologica, ne avrebbe fatto un papa certamente migliore perché sensibile al tema dei diritti degli animali, dati i sui precedenti articoli su questo tema2. Sono prevalsi gli interessi geopolitici. L'attuale papa avrebbe dimostrato di essere migliore se avesse fatto riferimento ad un S. Francesco assai migliore di quello di Assisi. Si tratta di S. Francesco da Paola (1416-1507), pur francescano. Fu addirittura vegano rifiutando anche prodotti animali. E visse ben 91 anni (un'età assai rara per quei tempi). Per questo è il santo protettore dei vegani. Quello di Assisi visse solo 44 anni. Né bisogna dimenticare che il "poverello" approvò lo sterminio dei Catari o Albigesi programmato nel 1209 dal papa Innocenzo III perché considerati cristiani eretici. Essi rifiutavano l'Antico Testamento perché ritenevano fosse stato dettato dal demonio ed accettavano solo i Vangeli, ed erano anche vegani perché rifiutavano, non solo di mangiare carne, ma anche tutti i prodotti animali. Molti francescani furono (con i domenicani) i più accaniti sostenitori del tribunale spagnolo dell'Inquisizione e delle migliaia di torture e di condanne al rogo nella caccia alle "streghe" e agli "eretici". Che la gente lo sappia o se lo ricordi al di là di tutta la retorica che si fa sulla scelta del nome Francesco da parte dell'attuale papa. Ora si avvicina la tremenda ricorrenza della Pasqua di sangue di strage di agnelli. E questo papa conserverà il silenzio sul rito orrendo dell'agnello sacrificale.


1Vita di Frate Ginepro



I fioretti di san Francesco, e il Cantico del Sole, con introduzione di Adolfo Padovan e 8 tavole, terza edizione annotata, riletta e migliorata, Ulrico Hoepli editore.

2 Vedi appendice.
 

lunedì 21 dicembre 2015

W ASSAD

Guardate la foto della bella donna che sta a fianco di Assad, quasi certamente la moglie: è senza quell'orribile velo in testa simbolo della sottomissione coranica della donna all'uomo, ritenuto padrone di essa.   
Maledetti tutti quelli che non l'hanno sostenuto sin dall'inizio capendo che era l'unico che potesse difendere la laicità della Siria contro tutti i fanatismi e contro l'invasione dei criminali dell'Isis.  E qui in Italia abbiamo uno sgoverno perché non si interviene espellendo dall'Italia questi bulli islamici che a scuola offendono i compagni e inneggiano al terrorismo.


10 ore fa

Ci mancava pure questa
i bulli islamici a scuola


SPORCHI NEGRI

Di fronte a certe notizie viene la rabbia incontenibile. Ma la colpa maggiore è di questi sporchi governi che li hanno fatti entrare per essere poi mantenuti senza fare un cazzo a causa della follia della società multiculturale e multirazziale. E sporco sgoverno con a capo un pazzo usurpatore del potere avuto senza elezioni. Dio non esiste se la specie homo ha avuto origine in Africa. E non esiste se ha fatto nascere Maometto.I Catari o Albigesi erano dei cristiani perseguitati dai papi d'accordo con i re di Francia perché ritenuti eretici: dicevano infatti che l'Antico Testamento era stato ispirato dal demonio. E i Vangeli? Questi sembrano essere stati scritti dai fratelli Grimm autori delle più note favole. E il Corano? Questo fu dettato da un pazzo analfabeta e criminale. Ecco che cosa sono le religioni cosiddette rivelate. Che umanità imbecille! 

 

domenica 20 dicembre 2015

CHE COS'E' IL NATALE? UNA GRANDE ABBUFFATA CON STRAGE DI AGNELLI


Il Natale, festa di sangue, serve ad accorciare la vita degli imbecilli impostori. Questo sarebbe un bel guadagno se non ci passassero di mezzo gli animali, soprattutto i poveri agnelli per la tradizione dell'agnello sacrificale. Gli animali più mansueti della Terra.  Maledetto Natale. E maledetti i papi della Chiesa del silenzio. Tornerò su questo argomento.  
Ricevo dal sito vegano essereanimali.org 

carica i menù di Natale e Capodanno creati apposta per festeggiare portando in tavola solo allegria e buon cibo, senza alcuna sofferenza degli animali.

COME MANGERAI IN QUESTE FESTE?

Conosciamo tutti l’importanza che da sempre ha il momento della condivisione del cibo a tavola, soprattutto nei periodi di festa.
Per questo motivo abbiamo preparato per voi un bellissimo ricettario con due semplici ma accattivanti menù di Natale e Capodanno, ovviamente privi di ingredienti di origine animale. Piatti gustosi e saporiti ma allo stesso tempo privi di crudeltà: per menù buoni davvero in tutti i sensi! 
Quale miglior modo per stare assieme, non solo con chi ha già scelto di non mangiare prodotti di origine animale, ma anche con chi non è familiare a questo tipo di cucina?
Quale miglior modo di salutare l'anno nuovo che non iniziando, se già non l'avete fatto, a togliere dalla tavola i cibi collegati alla sofferenza di altri esseri viventi?
Il ricettario è stato creato selezionando le ricette di oltre 50 partecipanti ad un nostro contest. Anche a chi non ha vinto e non è presente in queste pagine con le sue ricette e fotografie va il nostro sincero ringraziamento!
Puoi scaricare il ricettario da QUESTA PAGINA
Non ci resta che augurarvi delle “Feste Buone” brindando al rispetto e alla libertà di tutti gli animali!

DOVE FESTEGGERAI IL CAPODANNO?

MILANO - 31 DICEMBRE ▸ Ti invitiamo a una festa e al cenone vegan più gustosi e divertenti del 2015… tutto a sostegno della nostra associazione! Quale miglior modo di iniziare il 2016 se non con una cena senza crudeltà sugli animali e il cui ricavato va tutto a sostegno di Essere Animali? Se non con un fantastico party fino a notte fonda in cui brindare, ballare e divertirsi insieme?



Location della serata sarà il Legend Club Milano, uno spazio molto ospitale a pochi km dal centro di Milano dotato di sala cena, dancefloor e parco esterno per i nostri amici a 4 zampe.
▸ Il menù del CENONE, non manca di delizie e di sorprese. Vi stupiremo con svariate portate: antipasti, bis di primi e di secondi, l'immancabile pandoro, fino ad arrivare alle lenticchie di mezzanotte!
▸ Il PARTY che durerà tutta la notte, renderà il vostro capodanno indimenticabile! Subito dopo il brindisi partirà Dj Ubi Broki con il suo incontenibile mix di ElectroPunk, SPRdisco, Grime-T, TKNK e generi affini.
IMPORTANTE: Per il CENONE è necessaria la prenotazione. I posti stanno andando a ruba, per cui affrettati a scrivere alla mail: milano@essereanimali.org
Per il PARTY l'ingresso è a soli 10 euro dalle 23.30 in poi.
indirizzo, orari, altre info e il menù completo li trovi QUI
Il sostegno alle nostre campagne e investigazioni e al mantenimento degli animali che abbiamo salvato è il sostegno ad un grande ideale, quello di un mondo privo di crudeltà e violenza sugli animali.
Ecco perché regalarti o regalare alle persone a cui tieni la TESSERA SOCI 2016 di Essere Animali!
Puoi compilare l'iscrizione direttamente da QUI
Nota: in caso la tessera sia un regalo compila il form a nome della persona a cui vuoi donare la tessera soci. Subito dopo scrivi a soci@essereanimali.org per specificare che si tratta di un regalo da parte tua e provvederemo a spedire con la tessera una lettera a tuo nome!
Essere Animali - diverse specie un solo pianeta
info@essereanimali.org | www.essereanimali.org | tel 342-0509174

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sabato 19 dicembre 2015

BASTA CON L'OFFENDERE I POVERI MAIALI CHE NASCONO SFORTUNATI

Si dice "sei un porco" sempre in senso dispregiativo, mentre molta umanità sarebbe migliore se fosse porca. Quasi nessuno sa che il maiale è l'animale che ha il cuore più simile a quello dell'uomo ed è capace di affettività. Gli islamici ritengono che i maiali siano  animali immondi (ma anche i cani). E io dico che se essi fossero dei maiali sarebbero migliori. Sarebbero almeno degli animali, mentre invece sono dei subanamali. 

Una testa di maiale
davanti alla moschea
di Montebelluna

venerdì 18 dicembre 2015

E IO DICO NEGRO

Quando studiavo la geografia umana nel libro di geografia delle scuole medie appariva tra le verie razze il tipo negroide. Non esiste il tipo neroide. Eppure è stato stabilito in questo Occidente meticciato che sia offensivo dire negro. Si deve dire nero o uomo di colore. Si è arrivati al ridicolo. La distinzione tra negro (nigger) e black (nero) fu introdotta proprio dai negri, quelli americani discendenti dagli schiavi che non volevano essere confusi con i negri immigrati dall'Africa. Essi si ritenevano superiori in quanto neri e non negri. Ancora più discriminatoria è l'espressione, introdotta in questi ultimi anni in Occidente, uomo di colore. I cosiddetti bianchi che non vogliono essere considerati razzisti usando il termine negro si guardino il colore della pelle e mi dicano se siano bianchi. Bianco è il bianco di un foglio di carta. Nessuno ha la pelle bianca, nemmeno la popolazione più nordica della Terra. Eppure usando il termine nero o uomo di colore si arriva ad una maggiore contrasto tra bianco e nero o uomo di colore, giacché il bianco non è un colore ma la somma di tutti i colori. Prendete un disco che contenga tutti i colori dal violetto al rosso. Fatelo girare e vedrete che il disco ruotante farà apparire il bianco. Lo spettro della luce del sole va dal violetto al rosso. Dunque non si dovrebbe dire nemmeno razza bianca. E nemmeno razza gialla con riferimento alle popolazioni asiatiche come cinesi e giapponesi. Nella classica e scientifica distinzione delle razze non si trova il termine bianco. Si trovano i termini caucasico, indoeuropeo, e, tra gli altri, ancora...negroide. Allora mi domando perché si possa dire scientificamente negroide ma non negro. Ormai domina l'accusa di razzismo fuori luogo da parte dei disonesti professionisti dell'antirazzismo. Tu dici negro e sei subito un razzista. E io continuerò a dire scientificamente negro, anche se non mi ritengo scientificamemente bianco. I cosiddetti antirazzisti hanno stabilito con pretese scientifiche che le razze non esistono. E si basano sulla genetica per dimostrare che siamo tutti meticciati e che anche i negri hanno dei geni comuni a quelli dei cosiddetti bianchi. Che grande scoperta! Hanno scoperto l'acqua calda. E'evidente che, data l'origine africana dell'homo sapiens, dei geni comuni debbono pur essere rimasti. Ma il fenotipo, come insegna la genetica, non è chiuso al DNA, che può mutare secondo cambiamenti climatici. Dunque il DNA di un negro non è il DNA di un caucasico. Chi vuole asserire il contrario è solo un disonesto. Le razze esistono e solo i disonesti corrotti dall'ideologia di società mentalmente meticciate, come ormai le società occidentali, possono negare l'evidenza.
E'da sempre che sto aspettando che un negro vinca il premio Nobel per le scienze (fisica, medicina, economia). Quello per la letteratura, e tanto meno quello della pace (che oltre tutto non viene dato in Svezia ma in Norvegia) non conta. Il premio Nobel per la letteratura si può dare anche agli ignoranti, e quello per la pace anche ai cretini. Una volta fu domandato provocatoriamente a Einstein (ebreo): sa di che razza è lei? Rispose erroneamente Einstein: di razza umana. Mi dispiace per il mio venerato Einstein, ma la sua risposta era scientificamente errata, anche se la sua risposta era giustificata da quella domanda da imbecille. Infatti l'espressione "razza umana" riferita a tutta l'umanità è un grave errore perché quella degli uomini non è una razza ma una specie. Eppure si sente dire e si vede scrivere "razza umana" da parte degli ignoranti che non tengono conto del fatto che la razza è una sotto specie della specie homo. Errato è anche dire il  "genere umano", in quanto il genere è una categoria più ampia di quella della specie. Infatti la specie homo appartiene al genere più ampio dei primati di cui fanno parte anche tutte le scimmie. Impropriamente si dice "genere maschile" e "genere femminile". Istruitevi ignoranti, istruitevi!   

Le razze umane esistono? - Tipologie Europidi

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19 gen 2015 - Spesso ci sentiamo dire che le razze umane non esistono, con conseguente ... Credere nell'esistenza delle razze umane non è razzismo, ...