venerdì 10 marzo 2017

LEGITTIMA DIFESA


Di fronte a certe notizie ho creduto bene di riportare quanto nel 2006 avevo scritto nel libro Scontro tra culture e metacultura scientifica.  Ho sentito dire (trasmissione Dalla parte vostra) il solito mentecatto, personaggio abituale della trasmissione, uno dei tanti che sono nel circo  del PD e dei suoi affini, che di fronte a degli aggressori entrati in casa bisogna chiamare prima i carabinieri. Incredibile ma vero.  Come se in ogni casa vi fossero dei carabinieri.

Assaltano il bar nella notte
Titolare uccide ladro a fucilate

Sia almeno riconosciuto ad ognuno il diritto di dichiarare se sia disposto a perdonare il suo eventuale assassino, perché lo Stato non si sostituisca alla volontà della vittima innocente.[1] E’ contraddittorio che ognuno per legittima difesa possa anticipare il suo aggressore armato uccidendolo, mentre si riconosce allo stesso aggressore che abbia anticipato la vittima il diritto di continuare a vivere. La legittima difesa presuppone che nel momento dell’aggressione la vita dell’aggressore non disponga più della tutela della legge e che esso si ponga in uno stato di natura, ponendo la sua vita alla mercé dell’aggredito. Non si capisce dunque perché lo Stato restituisca la tutela alla vita dell’assassino soltanto perché questo è riuscito ad anticipare la vittima.[2] Vi sono giudici garantisti senza cervello capaci ormai di incriminare per omicidio o per eccesso di difesa chi previene un rapinatore uccidendolo, certamente convinti che l’aggredito debba prima rischiare di farsi uccidere, oppure che il rapinatore abbia il diritto di fuggire con la refurtiva e che il rapinato non abbia il diritto, per difendere i propri beni, di sparare al rapinatore in fuga potendo solo affidarsi alle forze dell'ordine, che, si sa, riescono quasi sempre a prendere il rapinatore...per la coda. Il principio moralistico sottinteso è che il rapinatore valga sempre più del bene rapinato. Non importa che in tal modo si incoraggino le rapine. La giustizia è in mano anche a questi individui, con la loro cultura del buonismo che uccide la giustizia. Essi sanno scioperare soltanto contro qualsiasi controllo di merito del loro operato, non perché la giustizia abbia tempi brevi e chi la richiede non debba invecchiare o morire prima di una sentenza.         

Se si prendesse spunto dal pensiero dei filosofi esistenzialisti – che hanno mancato di trattare la questione della pena di morte – si dovrebbe riconoscere che, essendo l’uomo, come essi dicono, una possibilità autocostitutiva, come esistenza e non come essenza (o specie), il valore dell’esistenza umana non è dato dal fatto di essere umana, ma dal fatto di esprimere una possibile esistenza, da valutare in relazione ad un progetto che è la stessa singolarità dell’esistenza. Pertanto il criminale non può essere sottratto alla pena di morte dalla sua essenza umana, che esiste soltanto biologicamente. Già Pico della Mirandola nell’Oratio de dignitate hominis immaginava che Dio dicesse all’uomo: “Tu dominerai la tua natura secondo il tuo arbitrio…non ti ho fatto né celeste né terreno, né mortale né immortale, perché di te stesso quasi libero e sovrano artefice ti plasmassi e ti scolpissi nella forma che avresti prescelto”. Sta all’uomo, secondo Pico, scegliere se essere soltanto un animale o di natura divina. Egli è responsabile del suo progetto di vita.      


La morale ha persino corrotto il significato del termine “vendetta” dandole un significato negativo, se non dispregiativo, mentre in realtà essa dovrebbe continuare ad essere espressione, come lo fu nell’antichità greca, di giustizia, in relazione ad una responsabilità oggettiva, come la intese Platone nelle Leggi. Che fa lo Stato, con l’infliggere una pena, se non vendicare la vittima e la stessa società di cui è stato violato l’ordine? Da notare come si tratti soltanto di una questione di attribuzione, perché la vendetta, se è attuata dallo Stato, è giustizia, mentre non lo è se è attuata dalla vittima o da chi per lui


[1]  In questo senso si può ritenere ampliata la considerazione svolta da Platone nelle Leggi (IX, 869), dove è previsto che in caso di patricidio (o matricidio) – il delitto ritenuto più grave da Platone – il padre (o la madre) possa avere il tempo, prima di morire, di perdonare il figlio. In tal caso il patricidio (o matricidio) sarà ritenuto involontario e il colpevole dovrà soltanto purificarsi.


[2]  Il nostro ragionamento trova riscontro in Gaetano Filangieri (Scienza della legislazione, 1781-88), che, riprendendo il pensiero di Locke sullo stato di natura, in cui ognuno ha il diritto di punire i delitti (II Trattato del governo, II, 11), osserva, contro Beccaria (Dei delitti e delle pene, 1764), che nello stato di natura si perde il diritto alla vita quando la si toglie ad altri, perché ognuno ha il diritto di uccidere il suo ingiusto aggressore, e, se rimane ucciso, il suo diritto si trasferisce da lui alla società. D’altra parte, non si aggiunge mai che Beccaria continuò a giustificare la pena di morte per quei delitti che minano l’ordine sociale.  Riferimento odierno potrebbero essere le organizzazioni a delinquere come la mafia, contro cui si devono usare leggi di guerra, non di pace, sospendendo le garanzie costituzionali, conservando le quali si ha soltanto uno Stato imbelle e buffone, se non colluso. Combattere la mafia (che impiega la pena di morte) con il garantismo delle leggi di pace, e senza applicare la pena di morte, significa cercare di contrastare un esercito dotato di artiglieria pesante con un esercito equipaggiato al massimo con fucili da caccia. Poiché è impossibile estirpare la mafia con metodi democratici, nell’attuale “democrazia” il sud d’Italia si merita soltanto l’autogoverno della mafia, senza aiuti economici da parte di altre regioni. Ha scritto Aristotele (Politica) che ogni popolo ha il governo che si merita. I capi mafia continuano a comandare dal carcere ricattando guardie e direttori del carcere. La pena di morte impedirebbe ai mafiosi di continuare a dare ordini. E’ altrettanto inconcepibile che non si applichi la pena di morte nei confronti dei trafficanti di droga, cioè di morte. Ritenere che la loro vita sia degna di rispetto significa corrompere lo stesso concetto di giustizia. Essi minano anche l’ordine sociale, per cui, dallo stesso punto di vista di Beccaria, dovrebbero essere eliminati senza pietà.              

Oggi nella dottrina penale americana prevale una concezione retributiva della pena che giustifica la posizione di Kant basata sul principio di eguaglianza. La legge del taglione (lex talionis) raccomanda di “fare agli altri ciò che questi hanno fatto a te”, come rafforzativa della regola aurea  secondo cui bisogna “fare agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te” (norma evangelica). In base alla lex talionis si ripristina l’eguaglianza che è stata turbata dal crimine E’ questa la tesi di J. H. Reiman.[1] In base a tale principio il crimine è un attacco alla sovranità dell’individuo che pone il criminale in una posizione di illegittima sovranità su un altro. La vittima ha il diritto, e la società il dovere, di rettificare la posizione del criminale riducendone la sovranità nello stesso grado. La vittima avrebbe avuto il diritto, ma non il dovere, di perdonare a chi ha attentato al suo diritto naturale, ma rispettando il principio che la vita della vittima non possa essere valutata come inferiore rispetto a quella del suo uccisore. Una pena alternativa come l’ergastolo (che in Italia non esiste più) non sarebbe in accordo con il principio di umanità della pena e dell’ipocrita funzione rieducativa di essa. E’ stato anche scritto: “Chi non avverte che vi è qualcosa di macabro e di beffardo in un processo nel quale la vittima non può più udire la propria voce?…Ma vi è di più, chi uccide con il suo delitto diminuisce in tutti il valore della vita, togliendo a ognuno un po’ di sicurezza di vivere, il che è come dire che lo priva di una parte della sua vitalità…L’esclusione della pena di morte per omicidio è un portato di maggiore civiltà o non è invece il segno di una minore sensibilità morale e di una meno chiara percezione del vero?…Chi con deliberato proposito uccide un uomo deve essere a sua volta ucciso dalla società costituita, che non può sottrarsi al suo obbligo senza macchiarsi di una colpa…E’ forse giusto che chi uccida non venga a sua volta ucciso? E che gli si infligga invece una pena di carcere che sarà mite in ragione di come saprà difendersi contro un morto”,[2] grazie ad avvocato prezzolato o al solito psicologo o sociologo di turno pronto a trovare tutte le attenuanti generiche e specifiche? Si vuole spesso dimostrare che l’assassino nel momento del crimine fosse incapace di intendere e volere. Ma poi riacquista sempre la lucidità! Si pretende assurdamente che il criminale si riconcili con la società senza tenere in alcun conto la vita dell’ucciso. Gli abolizionisti sono proprio coloro che ipocritamente o disonestamente tengono in minor valore la vita umana, stando a difesa degli assassini. Questo discorso vale anche per Amnesty International, che, come direbbe Hegel, alla ragione sostituisce la “brodaglia del cuore” (Lineamenti di filosofia del diritto, pref. ): associazione di saccenti presuntuosi e arroganti che credono di avere un cervello migliore di quello di tutti i pensatori che abbiamo citato. E, a parte la giustizia che bisogna rendere alla vittima, anche se morta, vi è un superiore interesse della società a liberarsi degli assassini che a ritenere “sacra”, come stupidamente si dice, anche la vita di un criminale.     

T. Sellin[3]volle dimostrare con un’indagine statistica che la pena di morte negli Stati Uniti non aveva un’influenza frenante sugli indici di morte per omicidio. Gli rispose Isaac Ehrlich,[4] che scrisse che i metodi statistici erano inattendibili, mentre, avvalendosi di diverse ipotesi, si poteva affermare che durante il periodo 1935-69 ciascuna esecuzione capitale aveva prevenuto il verificarsi di sette o otto omicidi in più. Infatti il criminale, in base alle offerte di mercato, conforma la sua condotta al desiderio di massimizzare il suo guadagno e di minimizzare i costi personali. Quando tra i possibili costi vi è la pena di morte diminuisce il desiderio di massimizzare il profitto. Ma questi sono argomenti utilitaristici che non scalfiscono minimamente il principio secondo cui la vita dell’assassino non deve valere più di quella della sua vittima.     




[1] Justice, Civilation and the Death Penalty, Justice 1991.
[2]Carlo Cetti,  Della pena di morte. Confutazione a Beccaria, Como 1960,  pp. 12-13.
[3]The Death Penalty, The American Law Insitute, Philadelphia 1959.
[4]The deterrent effect of punishment: a question of life and death, American Economics Reviw, 65, 1975.
 

La vittima deve rispettare il suo carnefice

Testo di Enrico Masala

Insomma, siamo davanti ad una rivoluzione nei rapporti con i LADRI! Finalmente. Qualora si scopra la presenza di un ladro in casa, bisogna: innanzitutto evitare assolutamente di prendere il fucile, di disturbarlo (del resto sta lavorando e ha diritto di lavorare in pace); chiamare i Carabinieri, eventualmente si ritenga che il ladro possa essere violento, altrimenti fare solo la denuncia il giorno dopo; aspettare che se ne vada. Qualora il ladro sia violento, spiegargli che la violenza non porta da nessuna parte e, anzi, poi, si passa dalla parte del torto perché, sì, rubare va bene ma picchiare no, dunque, si rischia veramente una condanna. Se poi il ladro è violento, evitare assolutamente di reagire, soprattutto se si è praticato arti marziali per decenni, non si sa mai che gli si possa fare del male! Subire in silenzio e, è ammesso, sperare di non essere ammazzati! Per quanto riguarda i Carabinieri invece bisogna che, se trovano un ladro, siano innanzitutto gentili, invitarlo a mettersi le manette - eventualmente, ma è ovvio che generalmente non c'è bisogno - da solo (per evitare di fargli male ai polsi), salire nella macchina e farlo sedere davanti, chiedergli se vuole ascoltare la radio o preferisce musica del suo paese.... Ovviamente, non c'è bisogno di fargli domande tipo da dove provieni, hai dei complici, hai nascosto armi, la refurtiva dove si trova, l'hai nascosta in qualche posto..... Finalmente, si vivrà molto meglio!

venerdì 17 marzo 2017

Israele, uno stato moderno con radici antiche


Akhenaton, grande faraone rivoluzionario ed illuminato, che volle spezzare il potere atavico delle caste sacerdotali di Menfi e Tebe, cadute nella materializzazione dello spirito e nell'idolatria. Per poter compiere il suo progetto, durato meno di un ventennio, il grande rivoluzionario tornò alle origini del culto monoteista di Atun Ra, a cui poterono accedere tutte le classi e tutte le razze e fondò la nuova capitale politico-religiosa Akhenaton (ALAmarna), declassando le precedenti città culto ed i loro adepti. Ma come tutti i grandi innovatori si presume sia stato soppresso insieme alla regina Nefertiti, dalle classi sacerdotali e militari, per riprendere il potere. Riguardo la sua rappresentazione fisica, ho sempre pensato che abbia voluto rappresentarsi androgino (Yin-Yang) come i fratelli delle Pleiadi o di Orione, con i quali probabilmente, essendo un grande iniziato ai misteri akhasici, poteva comunicare. Comunque, la semina che Amenofi IV aveva effettuato, non sarebbe andata persa e avrebbe dato a distanza di tempo i suoi frutti. I sopravvissuti dei seguaci di Akhenaton avrebbero poi fondato la religione ebraica.

A distanza di anni, l’inefficacia delle vaccinazioni

Testo di Rossella Zagami

Aumento dei casi di morbillo del 230% e riguardano la fascia che va dai 15 ai 39 anni. Ma guarda un po'... questi sono gli ex bambini vaccinati a partire dagli anni 80 la cui copertura immunitaria (semmai ne abbiano sviluppata una) è terminata perché non si sono sottoposti a richiami a vita. Se questi bambini avessero avuto la possibilità di ammalarsi da piccoli avrebbero sviluppato un'immunità a vita e non avrebbero contratto il morbillo da adulti che è più pesante da affrontare rispetto a quando lo si contrae da bambini. Continuare con la pratica della vaccinazione selvaggia dei bambini dunque mi pare si sia dimostrato miope ed inefficace. Smettiamola di sacrificare sull'altare delle vaccinazioni i bambini e ricordiamoci che le encefalopatie possono essere causate anche dalla vaccinazione. Di morbillo non si muore, tutt'al più si muore con il morbillo. Di vaccini invece non solo si può morire ma sicuramente ci si ammala perché si va ad interferire con dei meccanismi neurologici immunitari ed endocrini delicatissimi e questo avviene soprattutto quando la vaccinazione è subita da un organismo che si sta ancora formando e che presenti già un suo carico tossico.

Jasmine ai confini della realtà

Jasmine è una bella ragazza sposata a un italiano, madre di quattro figli avuti da uomini diversi. Il più grande ora sta in Italia con il padre adottivo, Paolo Tartari, che conobbi dieci anni fa a Tulear e con cui feci subito amicizia avendomi detto che era vegetariano. Purtroppo, era di quei vegetariani, molto diffusi nei paesi anglosassoni, che il pesce lo mangiano, facendo una distinzione linguistica tra carne e pesce. Ma non è di lui che voglio parlare, bensì di sua moglie, la quale, da quando suo padre comoriano le ha fatto un brutto scherzo, non è più la stessa. Va detto in premessa che i comoriani sono musulmani e, per un musulmano, avere una figlia che pratica le arti magiche è un disonore. Indi per cui, pensando di fare il bene di sua figlia, oltre che di salvare la sua reputazione, prese tutti gli ammennicoli che Jasmine usava durante le invocazioni agli spiriti, compresi i suoi vestiti da cerimonia, e andò a gettarli in discarica. Per inciso, qualcosa di simile mia madre fece a me quando, ragazzo, ero Testimone di Geova: tornai a casa e non trovai più la mia bibliotechina di “libri Verità”. Seppi che erano stati gettati nelle immondizie e che il camion era già passato. Andai inutilmente a cercarli, con il motorino, nella discarica comunale, l’ago nel pagliaio.

giovedì 16 marzo 2017

Va ringraziata l’Europa per il miracolo economico degli Anni Sessanta?

Sull’ultimo numero di gennaio-febbraio del periodico politico-culturale “Intervento”, edito dall’Associazione “Amici del Tricolore” di Milano, a pagina 3, compare un breve riquadro dal titolo “Bandiere Nazionalpopolari a Roma”. L’articolo è firmato da tale Nicola Cospito che nel testo dichiara che : “La Merkel, Hollande, Juncker e gli altri delinquenti che ci tiranneggiano verranno a festeggiare a Roma l’anniversario della nascita della CEE che in seguito darà vita all’Unione Europea. E’ un dovere politico di tutta la nostra comunità umana partecipare alla grandiosa manifestazione del 25 marzo a Roma contro la riunione dei “capi oligarchi” dell’Unione Europea” e contro i vari Trattati che “sono state le pugnalate alle spalle vibrate contro l’Europa dei popoli”.

I gay, un’intoccabile casta moderna

Fonte: Il Giornale

Aveva detto chiaramente che "i gay sono malati", che "l’omosessualità non è una condizione normale" e che "in realtà l’omosessualità non esiste", ma "i gay, sono asessuati e omoerotici". Parole crude, certo. Perché di peli sulla lingua Silvana De Mari, chirurgo, endoscopista, psicoterapeuta, sembra proprio non averne. Frasi che aizzarono la rivolta indignata delle organizzazioni omosessuali, provocarono l'apertura di un provvedimento presso l'Ordine dei medici e - ora - anche l'apertura di una indagine da parte della procura di Torino. L'accusa è dura: diffamazione aggravata dalla finalità della discriminazione e dell’istigazione all’odio razziale. Eppure la De Mari aveva subito detto di "amare gli omosessuali", di averne curati molti e dunque di capirli. Solo che non si schiera al fianco di quella che lei definisce la schiera dei "nuovi ariani" di cui è "vietato parlar male".

mercoledì 15 marzo 2017

La magia sessuale non piace ai magistrati

Nei riti di "purificazione" del sedicente santone una studentessa di 16 anni cercava la soluzione ai suoi problemi, la liberazione dalle difficoltà che la opprimevano. Ma l'uomo che avrebbe dovuto salvarla si è trasformato nel suo carnefice. Paolo Meraglia, insegnante in pensione di 69 anni, sposato, con figli, ha abusato di lei più volte. Stordendola con sostanze stupefacenti, narcotizzandola. In una mansarda del quartiere torinese di San Donato, nella sua abitazione alla periferia sud del capoluogo piemontese.

Più immigrati e meno natalità per favorire le multinazionali


Io vorrei porre ai giovani di oggi una domanda: se voi foste nelle condizioni economiche di creare una famiglia, sareste dell'avviso di avere dei figli ? Io presumo che la risposta a questa domanda dovrebbe essere affermativa e di piena adesione e disponibilità ad accrescere la propria esistenza con la presenza di figli e di una famiglia, giacché diventa un'aspirazione naturale e spontanea nella mente di un giovane cresciuto in un paese civile. Insistere ad aumentare l’accoglienza di immigrati clandestini, con la giustificazione che sono indispensabili per sopperire alle carenze delle nascite, è pura strumentalità. Offensiva anche per l'intelligenza del senso comune, perché sarebbe più che sufficiente dare la possibilità ai giovani di costituire una famiglia per incentivare le nascite. Infatti, è logico che la finalità non è quella risolvere le carenze demografiche, ma di offrire manovalanza spicciola alle multinazionali e contribuire così alla globalizzazione. Infatti, gli oppositori di Trump sono restii a riconoscere che la politica adottata dall'attuale presidente sia attiva, costruttiva e nell'interesse della popolazione Americana tutta.

Facebook si mobilita per pagare un’operazione costosa e bufalosa

Testo di Mondello Garau
Un ragazzo di 14 anni ha ricevuto sei colpi di pistola dal suo patrigno. Il ragazzo stava cercando di proteggere sua sorella di due anni che stava per essere violentata. Non è successo nulla, grazie al coraggio di suo fratello. Tutto questo è accaduto mentre la madre era al lavoro. Questo ragazzino coraggioso combatte per la vita, ma i medici dicono che non sopravviverà senza una manovra. Operazione che è molto costosa e che sua madre non può permettersi. Facebook e le aziende accettano di donare 45 centesimi per ogni volta che qualcuno pubblicherà questo messaggio sul suo profilo, si prega di perdere 2 secondi: copiate e incollate sulla vostra bacheca.
Io ci provo, è il minimo.
Per fare copia/incolla spingi con il dito sul testo, ti appare la scritta copia, toccala, poi vai sul tuo stato e tocca lo spazio su cui scrivere, ti appare la scritta incolla, toccala ed il gioco è fatto.

Grazie a chi deciderà di farlo.

Offresi esorcista di alieni

Testo di Matteo Tenan

Ribadisco ancora una volta per tutte e tutti. Prima di tutto io offro alle abdotte e agli abdotti l’opportunità di essere liberi per sempre senza fastidi. Poi mi preoccupo di eventuali prove, indizi, foto, filmati, dopo che l’essere umano sta bene. Ascolto sempre tutte e tutti. Meno prove ci sono perché gli alieni e demoni extradimensionali molesti vanno a 5.000 anni luce lontani da noi o in un universo parallelo o al limbo e più sono contento. Non ho bisogno di prove da vendere al mercato degli stolti. Sono già stato in televisione e alla radio, non devo prostituirmi, come un politicante, devo contribuire a conseguire dei risultati collettivi per la Specie Umana.

martedì 14 marzo 2017

Ladri patentati con immunità garantita


Correre la mezza maratona Roma-Ostia inseguendo il vento è stata, alla fine della giornata, la questione meno faticosa. E rischiosa. Il molto peggio è arrivato dopo, quando una trentina di atleti della Podistica Luco dei Marsi ha ritrovato il pullman completamente ripulito: addio a zaini e borse con abiti di ricambio, portafogli, telefonini, orologi, chiavi di casa. Un disastro. E fin da subito, hanno raccontato i podisti alla polizia, era evidente che gli autori del furto andavano cercati fra i nomadi accampati a Roma e dintorni. Sì, ma dove? Tanto vale lasciar perdere, si sono insomma sentiti rispondere i podisti, sempre in pantaloncini e canottiera. Gli abruzzesi non si sono tuttavia dati per vinti e grazie all'app di geolocalizzazione hanno visto che uno dei telefonini rubati si trovava nel campo nomadi di Castel Romano.

Erdogan la fa fuori dal vaso

Testo di Andrea Giberti

In questi giorni osservo con preoccupazione l’acuirsi della tensione tra il governo olandese ed il governo turco. Non voglio entrare nel merito dei motivi di contrasto, ovvero la proibizione ai membri del governo turco di tenere comizi politici nei Paesi Bassi. Di fronte alla decisa reazione olandese il premier turco ha definito l’Olanda una nazione “nazista”. E’ di questo che vorrei parlare. Non si può chiamare l’Olanda una nazione “nazista”, questa è l’offesa più grave che si può fare ad un olandese, perché durante la seconda guerra mondiale l’Olanda ha sofferto più di altre nazioni europee per l’occupazione nazista. Forse qualcuno ricorderà che nel marzo 2006 l’allora Onorevole Giovanardi definì “nazista” la legislazione olandese in tema di aborto. Anche allora l’opinione pubblica olandese manifestò grande dispiacere per queste esternazioni. In breve, vorrei rammentare che la Germania ha occupato l’Olanda ininterrottamente dal maggio 1940 al maggio 1945. In cinque anni sono morti 206.000 olandesi, il 2,36% della popolazione ed è stata la percentuale più alta di tutta Europa in relazione al numero di abitanti. La metà dei morti apparteneva alla comunità ebraica e tutti ben conoscono la storia di Anna Frank. 

Tutto il mondo è Pamplona



CASTELFRANCO VENETO - Per lui non c'è stato scampo. Ha provato l'ebbrezza della libertà per qualche minuto e poi è stato abbattuto. Ad essergli fatale è stata proprio la scelta, istintiva, di oltrepassare la staccionata e fuggire. Peccato però che si trovasse per strada, così questa mattina, lunedì 13 marzo, sulla statale che collega Castelfranco a Vicenza il toro imbizzarrito ha lasciato perplesso più di qualche automobilista. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco e i carabinieri, che data l'impossibilità di catturare l'animale hanno dovuto bloccare la strada e abbatterlo.

La sleale lotta tra vittima e aggressore

Testo di Enrico Masala

Uno si trova il ladro in casa, armato, magari è con altri due. Deve mantenere la calma, sparare prima che si giri, stare attento a dove spara - se spara prima che il ladro si giri - e, insomma, deve rispettare le REGOLE! Il ladro, invece, arriva armato, spesso spara o pesta malamente la vittima o le vittime, famiglia compresa. Ruba quello che vuole, senza pensare che magari la vittima ha bisogno dei soldi per vivere, che gli sono costati tanta fatica. Insomma, fa quello che vuole: non c'è una sorta di regola che il ladro deve rispettare. Arriva di notte, sa che le vittime stanno dormendo, che possono spaventarsi, che ci possono essere bambini. Sa che qualcuno potrebbe essere armato, ma fa quello che vuole. Io trovo inaccettabile la pretesa che una vittima debba rimanere razionale in questa situazione, sparare - se armato - solo se il ladro è "frontale" e, possibilmente, senza ucciderlo, mentre il ladro se ne frega di tutto: non ha rispetto, spesso non ha pietà (hanno massacrato anziani, giovani, donne e bambini). Trovo questo ragionamento molto superficiale e basato su presupposti irreali.

lunedì 13 marzo 2017

Le contraddizioni di una società malata

Testo di Lara Colombini
A due genitori, lui ora 75 anni e lei 63, hanno tolto la bambina (all'epoca neonata, oggi ha 6 anni) perché anziani! A un Babbo e ad una Mamma viene tolta la figlia perché anziani per prendersene cura, a due uomini o a due donne danno la possibilità di acquistare un figlio! Società di merda, società malata. Non riesco a starci bene.



[N.d.R. La Cassazione ha annullato la propria precedente sentenza restituendo la figlia ai genitori]

La solita scusa del salvare vite

Francesco Falcioni: Sembra, pare, che chi è microcippato riesca, puntando il dito indice verso nord, a vedere le partite su sky a gratis!
Simone Barbieri: Non fate gli ipocriti, seguite fino in fondo le vostre idee, cancellatevi da facebook e gettate via cellulari, tv e apparecchi elettronici. Anche con quelli vi controllano, oppure certe tecnologie le accettate per convenienza?

Francesco Arces: La differenza tra un esoimpianto come un cellulare o un tablet e un chip è che il primo puoi abbandonarlo in ogni istante, il chip ha un sistema molto più invasivo e probabilmente mortale in caso di estrazione non autorizzata.
Francesco Falcioni: Dipende che abuso decidi di farne.

Bergoglio contraddice i suoi predecessori

” Rito funebre per il dj Fabo? Uno scandalo. Con Benedetto XVI il cardinal Scola non lo avrebbe autorizzato. Pontificato ossessionato dai migranti.” Lo dice a La Fede Quotidiana il noto teologo don Ariel Levi di Gualdo.


Don Ariel, a Milano le porte della parrocchia si aprono per un ultimo saluto al dj Fabo…
“A Milano hanno smentito quello che tempo fa a Roma nel caso Welby saggiamente fece il cardinal Ruini. Probabilmente e lo dico con ironia gli ambrosiani sono un punto più avanti rispetto a Roma che pur è la città del Papa. Trovo che questa decisione milanese sia inammissibile e uno scandalo”.

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