giovedì 19 aprile 2018

IL PERDURANTE SILENZIO DI PAPA BERGOGLIO SULLA FINE DI EMANUELA ORLANDI E SUI TRAFFICI ILLECITI DELLO IOR

La scomparsa di Emanuela Orlandi nel 1983 quando aveva 15 anni si collega forse con la morte di Giovanni Paolo I. La Orlandi fu sequestrata (e certamente è morta) perché usata come arma di ricatto dalla banda della magliana che riciclava i soldi dei traffici illeciti depositando i loro ricavati nella banca IOR del vaticano, che aveva a sua volta disperso gli enormi depositi della banda della magliana finanziando tramite l'arcivescovo Marcinkus il Banco Ambrosiano di Roberto Calvi, che poi fallì. Calvi, affiliato alla loggia massonica P2, fu trovato morto a Londra sotto il ponte dei Frati Neri, con una corda al collo per simulare un falso sicidio. Il fallimento del Banco Ambrosiano fu dovuto anche al fatto che molti dei soldi della banda della magliana furono utilizzati da Giovanni Paolo II per finanziare il movimento SOLIDARNOSC in Polonia con lo scopo di far cadere il governo comunista. La Orlandi fu rapita dal capo della banda Enrico De Pedis mentre usciva dal Conservatorio e trasferita dentro un'auto Mercedes con targa Citta del Vaticano (SCV). Questo secondo il recente racconto di Sabrina Minardi, che fu la compagna di Enrico De Pedis, ucciso da avversari componenti della stessa banda nel 1990. Poiché lo IOR non fu in grado di restituire i soldi alla banda la Orlandi non fu mai restituita alla famiglia, che aveva cittadinanza nello Stato del Vaticano. In effetti la Orlandi non avrebbe potuto essere restituita viva perché sarebbe rimasta come testimone dei motivi per cui era stata rapita. Questa triste storia si collega con la morte di Giovanni Paolo I, il papa del sorriso, il cui pontificato durò solo 33 giorni. I medici che l'avevano visitato anche il giorno prima della sua morte (29 settembre 1978) avevano assicurato che egli non soffrisse di cuore, mentre la causa ufficiale della sua morte fu infarto del miocardio. Ma i conti non tornano. Come mai furono chiamati gli imbalsamatori senza nemmeno attendere le prescritte 24 ore? Per fare scomparire le tracce di veleno. Il Vaticano sparse la voce che il cadavere fu scoperto per la prima volta dal suo segretario che lo vide a fianco di un libro di meditazione, mentre poi si è saputo che fu una suora ad entrare nella stanza da letto di Giovanni Paolo I perché aveva visto che nella stanza a fianco il caffé che abitualmente gli veniva preparato alle 5 del mattino non era stato bevuto. La suora si insospettì ed entrò per prima nella stanza. Questa versione venne occultata certamente perché non era normale che una suora entrasse di notte nella stanza da letto del papa. Fu detto che egli morì con il sorriso tra le labbra, mentre la suora asserì che non si trattava di un sorriso ma di una smorfia, a significare il dolore che pervase il corpo del papa prima che spirasse. Cosa che fece pensare che il papa fosse stato avvelenato, probabilmente con la digitale, unita ad un farmaco che egli prendeva abitualmente. Tra i sostenitori dell'avvelenamento del papa vi è lo scrittore inglese David Yallop, che scrisse un documentatissimo libro (In nome di Dio), che possiedo dal 1985, data della prima edizione italiana, proprio sulla morte di Giovanni Paolo I, collegandola ai traffici della banca vaticana IOR. Ma perché questo papa sarebbe stato avvelenato? A questo punto la storia della banda della magliana e dei traffici illeciti dello IOR si ricollegano con la morte di Giovanni Paolo I, che nel pur breve pontificato non nascose di avere intenzione di fare pulizia nello IOR incominciando a licenziare Marcinkus. Il quale invece fu confermato nella carica da Giovanni Paolo II, il quale aveva interesse ad occultare i traffici dello IOR anche perché, come detto, egli stesso aveva utilizzato i fondi dello IOR per finanziare Solidarnosc in Polonia. Perché dopo 35 anni ancora il Vaticano non vuole cooperare con la magistratura italiana che aveva sempre chiesto di poter avere i documenti del caso e soprattutto le registrazioni delle telefonate che in una linea diretta (158) con il segretario di Stato Casaroli facevano i rapitori di Emanuela Orlandi  promettendone la liberazione in cambio della restituzione dei soldi?                            
Notare come Giovanni Paolo II sia stato dichiarato santo mentre, se il popolo conoscesse questi sporchi e tragici retroscena, dovrebbero farne cadere la memoria nel fango per essersi reso complice di tutto il malaffare del Vaticano. E questo serva anche per l'attuale papa, che continua ad occultare queste vicende, pur presentandosi come maestro di morale. Da quale pulpito viene la predica!  
Ringrazio Andrea Purgatori per avermi illuminato maggiormente con la sua trasmissione ATLANTIDE (mercoledì 18 aprile su LA7) aggiungendo a ciò che già sapevo una ricchezza di dettagli fondati sulle interviste a personaggi legati alle vicede narrate. Tra cui "un pentito", Antonio Mancini, che fu un pluriassassino al servizio del capo della banda della magliana Enrico De Pedis e, per contro, un fratello (Pietro) di Emanuela Orlandi.  Da notare che il De Pedis ebbe sepoltura in una tomba riposta all'interno della cripta della basilica di Sant'Apollinare, da cui fu traslata solo nel 2012 dopo varie e ripetute indagini fatte dalla magistratura.  Il Vicariato aveva sempre giustificato la tomba del De Pedis dentro tale basilica dicendo che il De Pedis aveva aiutato molti poveri che frequentavano la basilica. Sì, ma con i soldi ricavati trafficando in ogni genere di attività criminale ed uccidendo, tra cui il giornalista Mino Pecorelli. Ma nessun papa si è mai mosso contro questa scandalosa sepoltura. Certamente per paura del Vaticano di essere ricattato. E tutto ciò per maggiore gloria di Dio.    

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