La dittatura del relativismo vuole cancellare la distinzione naturale tra il culo e la vagina. Ormai la fogna dei PDerasti vuole cancellare questa distinzione. Si vorrebbe impedire il diritto di provare schifo.
Tour della Cirinnà nelle scuole
"Indottrina i ragazzi al gender"
In un mio testo di prossima pubblicazione (Scienza, filosofia e teologia) ho in parte tratto quanto segue dal libro del biologo Jean-Didier Vincent, coautore con Luc Ferry di
La natura, dopo circa 3 miliardi di anni dalla comparsa delle prime cellule procariotiche (cioè dei batteri e delle alghe monocellulari che hanno prodotto l’ossigeno nell’atmosfera, che si riproducevano per gemmazione), ha dato forma alla cellula eucariotica tramite l’unione casuale di due cellule procaritiche, i cui residui sono presenti nel DNA mitocondriale della cellula eucariotica, senza la quale non vi sarebbe stata la differenziazione sessuale, che ha permesso il rimescolamento dei geni, con la conseguente possibilità di mutazioni che hanno dato origine a tutta l’evoluzione biologica, che ha realizzato per selezione naturale un meccanismo di riproduzione sessuale molto imperfetto. Infatti il cromosoma maschile Y (che fa parte del gene SRY) genera un abbozzo di gonadi sotto l’azione dell’ormone MIS, che permette la contemporanea regressione dell’abbozzo dell’apparato femminile, anch’esso presente in ogni feto. Il sesso femminile (con le ovaie) si forma in assenza del gene SRY. Ma non basta la sola presenza del gene SRY a determinare il sesso maschile.[1] Questo gene interviene sul cromosoma maschile X tramite i geni SOX3 e SOX9. La femmina si forma quando SOX3 inibisce SOX9, mentre il maschio si forma quando SRY inibisce SOX3 permettendo la formazione delle gonadi. Dato questo complesso meccanismo, si capisce come sia facilmente possibile che accadano delle ambiguità e delle confusioni sessuali. Ma non basta che il sesso sia fisicamente precisato. Bisogna anche che le funzioni sessuali si manifestino in comportamenti distinti, maschile e femminile, che dipendono dalla costruzione dei circuiti cerebrali, su cui agiscono gli ormoni del feto e della madre. Perché si manifesti un comportamento maschile è necessario che il testosterone (ormone maschile) sia convertito in estradiolo (ormone femminile) nel cervello. Il comportamento femminile, a sua volta, è garantito dal progesterone (ormone femminile), che invece ha un effetto inibitore sul comportamento maschile. Da tutto ciò consegue che l’omosessualità è il risultato degli errori dovuti al complesso meccanismo della differenziazione sessuale, che non ha funzionato come normalmente avrebbe dovuto funzionare. Vi è stato anche uno studio che ha evidenziato l’esistenza di un legame tra una specifica sequenza di geni e l’omosessualità. Un’altra ricerca che studia le caratteristiche di una particolare area del cervello sembra avvalorare la tesi secondo cui determinati fattori prenatali potrebbero influenzare le preferenze sessuali. Lo studio condotto nel 1991 negli Stati Uniti è ritenuto la ricerca più importante sino ad oggi sugli orientamenti sessuali. Edward Lewis ha esaminato il cervello di alcuni uomini omosessuali e eterosessuali e quello di alcune donne eterosessuali. Ha analizzato una parte del cervello che è nota perché negli uomini e nelle donne presentano caratteristiche differenti. Tale area si trova nell’ipotalamo. Lewis l’ha chiamata INH3. L’INH3 degli uomini omosessuali sembra simile a quello delle donne e l’INH3 di entrambi i gruppi risulta essere più piccolo di quello degli uomini eterosessuali.[2] Dal punto di vista scientifico è dunque innegabile che gli omosessuali sono degli anormali, incolpevoli risultati di errori del sistema riproduttivo.
Una certa morale, ignorando le conoscenze scientifiche sull’argomento, vorrebbe ignorare la natura, sostituendola con la cultura dell’eguaglianza, che, cancellando la differenza tra normale e anormale, vuole riconoscere agli omosessuali diritti che sono contro natura, come la pretesa del riconoscimento legale di coppia o il diritto all’adozione, producendo dei seri danni psicologici nello sfortunato che venisse adottato, che crescerebbe sopportando innocentemente l’egoismo di chi pretende di essere considerato normale, nella paradossale affermazione che il comportamento sessuale sia soltanto frutto di una preferenza soggettiva. Gli omosessuali hanno soltanto il diritto di vivere liberamente la loro sessualità, riguardando unicamente la loro vita privata, ma non possono pretendere di essere considerati normali e di essere equiparati agli eterosessuali, per avere riconosciuti gli stessi diritti di coppia degli eterosessuali, che sarebbero costretti a farsi carico con le tasse di una pretesa normalità e dei pretesi diritti di coppia degli omosessuali, i quali possono sostituire l’istituzione pubblica della pensione di reversibilità con il sistema dei contributi versati ad una società di assicurazioni, nonché fare testamento l’uno a favore dell’altro.
L’ampiezza degli errori che, traducendosi in malattie di origine genetica, hanno costellato l’evoluzione biologica, sottraendosi alla selezione naturale, dovrebbe rendere insostenibile la credenza in un finalismo nella natura supportato da un disegno intelligente (divino) della vita. Si consideri che l’origine di tutte le forme di vita dall’unione casuale di due batteri è confermata dal fatto che l’uomo condivide con essi centinaia dei 30 mila geni che compongono il suo DNA e che con la mosca e con il verme condivide i geni fondamentali, sebbene questi nell’uomo, in connessione con altri geni, accendano livelli di sviluppo di un organismo più complesso. Vi sono anche dei geni “vuoti”, nel senso che non codificano apparentemente alcuna operazione. E maggiore è la complessità dell’organismo, maggiore è la possibilità di mutazioni casuali nel genoma.
[1] Si sono presentati casi anormali di uomini che presentavano il doppio cromosoma XX e di donne che presentavano i cromosomi maschili XY. Ma è stato verificato che sia i primi che le seconde erano sterili. Evidentemente tali errori non venivano accettati dal resto dei geni. E’ stato verificato che il cromosoma X ha in comune con quello Y il 98, 8% dei geni. E’ dunque il restante segmento dei geni che fa la differenza sessuale.
[2] Si può aggiungere che un altro studio ha cercato di individuare una correlazione tra la lunghezza dell’indice della mano e l’anulare, che negli eterosessuali è più lungo dell’indice. Nelle donne eterosessuali l’indice e l’anulare hanno in genere la stessa lunghezza. Ciò non vale tuttavia nelle donne omosessuali, per cui il rapporto indice-anulare è risultato esattamente intermedio tra quello osservato negli uomini eterosessuali e quello osservato nelle donne eterosessuali. Il che significa che alcune delle donne che manifestano tendenze omosessuali sono state esposte a livello più elevato di testosterone (ormone maschile) nell’utero rispetto alla gran parte delle donne eterosessuali.
L’equilibrio per la crescita di un bambino, anche se non sempre garantito, si colloca meglio in una coppia etero. Su ciò non ho alcun dubbio.
RispondiEliminaLa reversibilità pensionistica, se nulla è cambiato rispetto alle mie conoscenze, funziona così: si consideri un defunto con pensione di 1.010 euro/mese ed un coniuge sopravvissuto con pensione di 1.000 euro/mese.
Se quest’ultimo avesse la dabbenaggine di chiedere la reversibilità, otterrebbe una pensione complessiva di 707 euro/mese, cioè il 70% della pensione del defunto. Perciò non avrebbe nessuna convenienza ad accedere al diritto. È già successo a persone che non si sono informate bene e l’INPS, ovviamente, non ha alcun interesse a fare da consulente.
Per chi non ha mezzi di sostentamento, lo Stato provvede ad erogare varie provvidenze, come disoccupazione, pensione sociale, reddito di cittadinanza e così via, tutto a carico delle nostre tasse/debito pubblico.
Ora, per correttezza, bisogna riconoscere che tutto questo è sostenuto anche dalle tasse/accollo di debito pubblico da parte dei famigerati omosessuali, che sono sì dei “disabili” ma non per questo esentati dal concorso al mantenimento dello Stato.
Tutto ciò premesso e supposto che in una coppia di omosessuali non vi sia sempre solo uno che lavori regolarmente e l’altro mantenuto e che non muoia prima chi abbia il godimento dell’assegno pensionistico, non sarebbe così drammatico ed oneroso concedere il diritto alla reversibilità.
Faccio notare che, se la coppia non fosse legalmente riconosciuta e titolare di diritti, nel caso di uno che goda di pensione e l’altro “nullatenente” quest’ultimo avrebbe sicuramente accesso a qualche provvidenza con maggior onere per lo Stato.
Per questo penso che sarebbe più conveniente concedere piuttosto che negare.
Cordiali saluti
"supposto che in una coppia di omosessuali non vi sia sempre solo uno che lavori regolarmente e l’altro mantenuto e che non muoia prima chi abbia il godimento dell’assegno pensionistico,...". Non si capisce se si dice "non vi sia sempre...". Logicamente ciò che segue dovrebbe tener conto che lavori solo uno e l'altro sia un mantenuto. Come dire che il mantenuto sia un casalingo.Ma un uomo (per me un falso uomo)che non abbia mai lavorato perché dovrebbe godere della pensione di reversibilità nel riconoscimento da parte dello Stato che non vi sia differenza tra il culo e la vagina? E ciò mentre nella Costituzione (art. 29) si legge che "La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società NATURALE fondata sul matrimonio". Gli omosessuali sono INNATURALI. E' il caso di dire: cazzi loro. Lo Stato non può riconoscere una coppia fondata sull'inculamento.
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