Non fu uno statista perché non ne aveva la stoffa. Fu un imprenditore che fece fortuna con le TV anche grazie alla sua amicizia con Craxi. Uno statista non si espone pubblicamente con la sua vita privata pur dovendo essere questa scissa dalle capacità politiche. Aveva in mente una rivoluzione liberale che di fatto egli non attuò mai. D'altra parte, che significa rivoluzione liberale? Dare più spazio all'economia privata a scapito di quella pubblica? Allora Berlusconi sbagliava perché sono le imprese pubbliche che possono garantire maggiormente una occupazione sottraendole alla legge del profitto. Un progetto economico portato avanti da una impresa pubblica può, anzi, deve, costare di meno perché non si aggiunge il profitto privato. Tutto sta a non trasformare una azienda statale in un carrozzone politico come purtroppo è avvenuto con le imprese a partecipazione statale.
La sua vita privata gettò nel ridicolo l'Italia e fece interrompere il suo ultimo governo a causa della salita dello spread, forse anche per una congiura degli Stati europei contro il suo governo. Nella sua villa di Arcore (acquistata con la sua svendita dopo l'omicidio-suicidio dei coniugi marchesi Casati Stampa) arrivavano ragazze in cerca di popolarità con le tv di Berlusconi o comunque con la sua protezione. Fu tanto ingenuo da non capire che queste mezzo troie erano pronte a ricattarlo successivamente con delle registrazioni. Ciò non toglie che quest'uomo fosse umanamente simpatico per il suo portare nella politica quel non so che di comico e di leggerezza della vita privata. Come capo del governo non realizzò molto nel campo dell'economia. Promettevva sempre di abbassare le tasse con una flat tax, ma ciò rimase sempre un miraggio. Bisogna tuttavia riconoscere che i suoi peggiori nemici furono i suoi maggiori collaboratori in politica facendo parte delle sue coalizioni politiche. Così dicasi, per esempio, di Fini e di Alfano. Il suo maggiore tradimento lo subì da parte della Lega nord nel 1994 dopo che vinse le elezioni formando il suo primo governo dopo avere sconfitto la "gioiosa macchina da guerra" di Achille Occhetto, erede del P.C.I. perché Umberto Bossi, sobillato da Scalfaro, uno dei peggiori presidenti della Repubblica, se non il peggiore, tolse a Berlusconi la fiducia lasciando il governo alla sinistra di Prodi, fondatore dell'Ulivo, che vinse con uno scarto di 25.000 voti.
I suoi maggiori traditori giustamente sparirono dalla politica. Non riuscì ad acquistarsi un tale carisma che gli permettesse di condurre una politica sbarazzandosi dei suoi oppositori interni. Certamente perché non voleva essere oscurato da possibili rivali nelle sue coalizioni. Nel suo voler primeggiare impedì che vi fosse un suo successore, non potendosi considerare tale quell'ombra grigia che è Tajani. Considerò Forza Italia una sorta di azienda privata ed è per questo che non si preparò mai una successione a lui nella politica. Pertanto Forza Italia è destinata a ridursi con confluenza a destra dei suoi votanti. Di male non ne fece all'Italia, ma sostanzialmente non fece ad essa nemmeno un gran bene non essendosi accompagnato ad uomini valenti in politica che potessero supplire alle sue personali deficienze.
Gli si può riconoscere che aveva ragione nel dire che la magistratura in Italia è "il cancro della democrazia". Ma che cosa fu capace di fare in tanti suoi governi per "sistemare" questa corporazione di stampo mafioso che pretende di sottrarsi alle sue responsabilità anche quando commette dei gravi errori con la scusa di una indipendenza della magistratura? Bisognerebbe arrivare perfino al licenziamento nel caso di errori derivanti palesemente da incapacità logica nel non sapere essere coscienti di essi. La magistratura italiana è quasi tutta spostata a sinistra, come dimostrato dall'accanimento giudiziario nei suoi confronti. Berlusconi avrebbe dovuto riformare la magistratura impedendone la formazione assurda di correnti. Berlusconi aveva tutte le armi per acquistarsi un maggiore potere nei confronti dei suoi mal fidati alleati nella coalizione politica. Ricattandoli con l'appellarsi direttamente al popolo con elezioni anticipate. Non realizzò mai la separazione delle carriere in magistratura nonostante dicesse che i Pubblici Ministeri dovessero essere separati anche fisicamente avendo uffici in separati palazzi e che essi dovessero entrare con il cappello in mano entrando negli uffici dei giudici. Invece sono i P.M. ad avere in mano la giustizia penale perché i giudici preferiscono affidarsi alle indagini dei P.M. invece di studiare bene i fascicoli presentati dai P.M. Con la conseguenza dell'abusato carcere preventivo e delle assoluzioni dopo tanti anni di galera. Né fece alcunché per riformare la giustizia civile, nel cui pantano si rischia di morire in attesa di una sentenza. E' possibile che la mia vicenda giudiziaria civile giunga in Cassazione il 4 luglio prossimo dopo ben 25 anni e che debba continare ad avere timore nonostante i palesi vizi di nullità? Mi disse una volta un mio avvocato, Beniamino Piras (tra i migliori ricordi della mia vita): preferisco un giudice corrotto perché non sempre è corrotto. Ma un giudice che non sappia ragionare rimarrà sempre sragionante. Occorrerebbe un tribunale composto da giuristi con la capacità di giudicare un giudice per i suoi gravi vizi logici imperdonabili. Berlusconi avrebbe dovuto introdurre questo tribunale ponendo dei giuristi (studiosi del diritto) sopra la testa dei giudici (manovali del diritto). Cesserebbe di esistere la loro nota protervia.
Che cosa dunque si può dire di Berlusconi? Fu un uomo umanamente simpatico, forse anche con qualche buona iniziativa in politica estera, come il suo essere riuscito a portare la Russia di Putin ad un avvicinamento all'UE nell'incontro di Pratica di Mare. Il suo grande imperdonabile errore in politica estera consistette nell'avere dato ascolto a quel farabutto di Napolitano facendo partecipare l'Italia al vigliacco bombardamento della Libia nella guerra scatenata contro Gheddafi da un ignobile individuo quale era il presidente della Francia Sarkosy, interessato ad impadronirsi dei pozzi di petrolio libici. E questo dopo che negli anni precedenti Berlusconi aveva ricevuto a Roma, e per due volte con tutti gli onori, Gheddafi, che ormai rappresentava un governo amico dell'Italia. Con l'uccisione di Gheddafi si aprì la cosiddetta, e falsa, primavera araba, che fu espressione dell'islamismo radicale, con conseguenze disastrose per l'Italia, essendo rimasta tuttora la Libia preda di una anarchia che favorisce l'immigrazione clandestina da parte di coloro che vi arrivano dall'Africa subsahriana. Di ciò si è dimenticati da parte di tutti in questi giorni.
Che brutta cosa la morte, ma solo per il non potersi avere coscienza di essere morti. E' ciò che mi spaventa. E' come non essere mai nati. Ripetendo un frase di madre Teresa di Calcutta disse banalmente che bisogna accettare la morte per comprendere meglio la vita. Un non senso linguistico. Ho visto alla TV Berlusconi ripreso nel giardino di Arcore mentre, seduto su una panchina, nutriva con un biberon un agnello ospitato nella sua villa. Mi ha commosso.
Anch'io non ho mai capito di preciso cosa intendesse per rivoluzione libarale. Disse una volta, se non ricordo male, che significa che dove sei arrivato nella vita deve dipendere esclusivamente dal tuo merito personale. Belle parole, ma smentite nei fatti dai suoi stessi figli, avendo due giorni fa dichiarato suo figlio piersilvio che se è dove è, è solo merito di suo padre. Senza il padre magari si sarebbe comunque laureato, ma con tutta probabilità non sarebbe finito dove è adesso, anche considerando che molti laureati fanno i rider o lavorano nei call center. Detto questo, un uomo in chiaroscuro, che si contraddiceva da solo per poi dire di essere stato frainteso. Sul fatto che fosse simpatico, invece, sono d'accordo con lei.
RispondiEliminaBuongiorno Professore,
RispondiEliminaarticolo che condivido al 100%. Aggiungerei alla lista dei vigliacchi voltafaccia, Fini ed Alfano, anche Casini. Una nullità assoluta, che però continua ad occupare una poltrona in parlamento.
Cordialmente,
Enrico
Anche casini fu un traditore perché, se non ricordo male, fu presidente della Camera durante un governo Berlusconi. In effetti stavo per aggiungere Casini a Fini e ad Alfano. Ma non fu tanto traditore quanto gli altri due. Casini è uno che non ha mai lavorato nella sua vita, è un fossile residuo della cosiddetta, ma falsa, prima Repubblica. E pensare che qualcuno lo voleva presidente della Repubblica.
RispondiEliminaE dopo il matrimonio non matrimonio, abbiamo il funerale funerale, quello vero. Chiaroscuri evidenti, migliore di come dipinto dagli accusatori, peggiore di come spacciato dagli adulatori, lacchè, massaggiatrici eccetera eccetera.... Sottoscrivo il coccodrillo del prof. Melis. Le televisioni luciferine ce le poteva risparmiare ahinoi....
RispondiEliminaMeno male che Silvio..... c'era!
Non ho capito i chiaroscuri
RispondiEliminaMah, luci ed ombre, intendevo, specie agli inizi, i suoi inizi, grazie all'aiuto della banketta direzionata dal padre di non specchiata linearità, diciamo. Intendo la banketta... Aveva giuste visioni in politica estera, per esempio, mentre a livello nazionale.. E poi il picciotto d'onore stalliere, la satiriasi esagerata che lo affliggeva, che ci affliggeva a noi pure, a cagione delle barzellette eccetera eccetera...stop al gossip.
RispondiEliminaFu vera gloria? Boh! Rilevo esequie in pompa magna, giornate di lutto, chiusure in parlamento. Forse tutto un po' fuori dalle righe, esagerato, come il suo harem, che contava più fanciulle di quello del visir di Samarcanda. Sic transit....