E così si risolve il falso problema se una scuola o l'Università debba riconoscere la festività della buffonata del ramadan, che richiede il falso digiuno sino al tramonto. Io mi domando perché mai la discussione sulla festività della fine del ramadan prescinda sempre dal contenuto del Corano. Se quella scuola di cattivi, anzi pessimi, maestri conoscesse il contenuto delle preghiere islamiche avrebbe dovuto negare la festività della fine del ramadan, e invece ha in programma la chiusura della scuola obbligando tutti gli scolari a starsene in casa e dunque a riconoscere l'islam come religione. Ma dove va a finire la laicità dello Stato? Ammesso, e non concesso, che l'Islam sia una religione allora bisognerebbe riconoscere le festività di ogni religione, e così il sabato per gli ebrei e altre festività che hanno un riferimento alla nebulosa delle religioni indiane. Ma allora perché lo Stato italiano riconosce le festività del natale e della pasqua? Perché per abolirle bisognerebbe abolire una tradizione più che millenaria che ha le radici nella stessa storia dell'Occidente. Il cristianesimo, nel bene ma anche nel male, è la stessa storia dell'Europa, diciamo che si tratta di una religione identitaria. Solo in questo senso l'ateo Benedetto Croce scrisse un libretto intitolato Perché non possiamo non dirci cristiani. D'altra parte gli stessi Vangeli, a leggerli attentamente, sanciscono la separazione tra Stato e religione nelle famose parole di Gesù "Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio". La storia del cristianesimo è stata la negazione dello stesso principio evangelico. Facendo piazza pulita di tutte le falsificazioni. Bisogna sbattere in faccia il Corano agli stessi islamici leggendo tutte le frasi che predicano la violenza nei riguardi degli infedeli. Mi hanno stufato (per non usare una frase volgare, come meriterebbero questi conduttori) tutti i conduttori delle trasmissioni che, quando si porta in ballo l'islamismo, evitano sempre di citare le frasi del Corano che rendono impossibile riconoscere nell'Islam una religione. Facendo così il gioco di tutti quelli che non sono riguadagnabili alla ragione perché hanno il cervello rovinato dal Corano, la più grande disgrazia della storia. Bisognerebbe anche dire che per i musulmani abitanti in Stati non islamici vale la regola della Taqiyya, che impone ai musulmani la simulazione, cioè il far finta di accettare le leggi dello Stato non islamico, ma solo in attesa che monti il loro numero, per poi pretendere l'accettazione delle loro regole, come già sta accadendo. A questo punto mi auguro che il generale Vannacci faccia un po' di luce anche su questo argomento presentandosi alle elezioni europee.
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