E' la storia che lo conferma. Ripeto sempre che non esiste un islamismo moderato ed un altro radicale. Chi vuole asserire il contrario legga TUTTO il Corano. Chi non odia gli infedeli non è un islamico. Chi pensa che il Corano non sia la più grande disgrazia della storia mi dica prima se ha letto quel Corano che è peggio del Mein Kampf di Hitler. Qui mi limito a citare a memoria quanto si legge nella Sura V riguardo a coloro che corrompono la Terra rifiutando il Corano: essi debbono essere amputati delle mani e dei piedi e crocifissi perché incomincino a provare sulla terra le sofferenze che Allah prepara ad essi nell'aldilà. Nel mio blog ho riportato tutte le frasi che invitano alla guerra contro gli infedeli. Che cosa ci si poteva attendere da un analfabeta (Maometto) che si portava dietro uno scriba per dettargli ciò che diceva essergli stato dettato da Allah tramite l'arcangelo Gabriele? Questo pazzo, che ha rovinato l'umanità, essendo un analfabeta poteva solo orecchiare ciò che gli si diceva riguardo all'Antico Testamento e ai Vangeli. Nessuno può confutare ciò che dico riguardo agli arabi che rivendicano una proprietà che era stata tolta agli ebrei sin dalla conquista romana. Cito spesso il filosofo Robert Nozick che trattando del diritto naturale (l'unico grande filosofo che ne faccia fondamento riguardo alla proprietà) scrive nel suo libro principale Anarchia, Stato e Utopia che occorre una rettificazione della storia per impedire che il titolo di proprietà sia soltanto il diritto della forza. Gli arabi non hanno mai avuto uno Stato in Palestina, che dopo la scomparsa dell'impero romano d'Occidente fece prima parte dell'impero bizantino (erede dell'impero romano d'Oriente) poi dell'impero turco dopo l'invasione turca che si sovrappose a quella araba. Gli ebrei sono l'unica popolazione che possa rivendicare un diritto naturale, che si traduce in un diritto storico, perché discendono dall'unica antica popolazione tra quelle che abitarono la Palestina. Le altre popolazioni della Palestina come quella dei filistei, discendenti dai fenici, non hanno lasciato alcuna traccia della loro esistenza. Gli ebrei si sono salvati grazie all'Antico Testamento e alla loro lingua che ne costituiscono l'identità storica anche dopo la diaspora. Per 2000 anni non hanno mai dimenticato la loro terra di origine. I cristiani conquistarono la Palestina nel 1096 durante la prima crociata. Il Saladino (turco) a Riccardo I re d'Inghilterra che chiedeva la restituzione di Gerusalemme rispose che loro (i turchi) l'avevano conquistata prima nel 1070. Ma poi vi fu la riconquista turca nel 1187. Dunque per il Saladino valeva solo l'ultima conquista, quella del 1187. Ma andando all'origine né i cristiani né i turchi potevano avere un titolo di proprietà, che solo gli ebrei potevano accampare.
Questo è il blog del prof. Pietro Melis, autore del testo intitolato "Scontro tra culture e metacultura scientifica: l'occidente e il diritto naturale. Nelle sue radici greco-romano-cristiane. Non giudaiche e antislamiche".
lunedì 30 ottobre 2023
GLI ISLAMICI NON POSSONO FARSENE UNA RAGIONE PRIVI DI RAGIONE
Nei confronti degli islamici non si può dire ciò che il generale Vannacci scrisse rivolgendosi agli omosessuali invitandoli a farsene una ragione. Infatti il cervello degli islamici è malato da quando nascono in famiglie islamiche e tramandano la malattia nascente dalla più grande disgrazia della storia che è il Corano. La responsabilità maggiore è della Chiesa cattolica, che considerò l'Islam una eresia che sarebbe stata riassorbita per poi essere condannata a sparire. Mai fu commesso errore così grande. L'impero di Carlomagno era interessato ad espandersi in Europa e non provvide mai a combattere nel Mediterraneo l'invasione araba. La mancanza di una flotta da contrapporre alle scorrerie dei saraceni favorì la perdita delle terre appartenenti all'impero bizantino, lasciato solo a combattere contro l'invasione turca del Medioriente e dei Balcani. Come può esistere Dio se questo Dio dovesse essere il Dio cristiano che non ha impedito che nascesse un pazzo analfabeta che si portava dietro uno scriba per dettargli a più riprese il Corano dicendo che gli era stato dettato direttamente da Allah tramite l'arcangelo Gabriele? Già qualche decennio fa scrissi che l'Occidente avrebbe dovuto far fronte unico contro la più pericolosa malattia mentale che è l'islamismo. La politica ha sempre voluto distinguere tra islamici radicali e islamici moderati. Qui sta la più grande menzogna di cui si fanno forti gli islamici perché non può esistere un Islam moderato, e per un motivo evidente: non esiste un Corano moderato perché per esso l'umanità si divide in fedele e infedele, dove infedeli sono coloro che non riconoscono il Corano come libro eterno di cui nemmeno una parola può essere cambiata. Non esiste pertanto un problema di interpretazione. Hamas è la più vera rappresentazione dell'Islam. Vi sarebbe un solo modo per sradicare questa diffusa malattia mentale: isolare economicamente tutti gli Stati islamici sino a portarli alla fame con l'impedire di esportare in essi la tecnologia occidentale. Senza aerei, medicine, attrezzature ospedaliere, fabbriche automobilistiche, armamenti pesanti essi sarebbero costretti ad arrendersi per sopravvivere, tranne che riconoscessero la separazione netta tra la pazzia del Corano e le istituzioni statali.
domenica 29 ottobre 2023
PREFERITE SAN PAOLO O APOLLONIO DI TIANA?
Vi fu un incontro storico in Roma tra l'inventore del cristianesimo, Saulo (battezzato come Paolo), e Apollonio di Tiana, che non volle convertirsi al cristianesimo. Il cristianesimo non fu fondato dai quattro evangelisti, che non sono quelli a cui vengono attribuiti i 4 vangeli canonici. Le Epistole di Paolo precedono cronologicamente tutti i vangeli, canonici e apogrifi. A Paolo interessava una sola cosa: la resurrezione di Gesù. Se Gesù non è risorto vano è la vostra fede. Sono le parole più famose di Paolo, che cancellò la distinzione tra ebrei e gentili (pagani). Si impose la tesi di Paolo contro quelli, come Pietro e Giacomo, che ritenevano che la conversione al cristianesimo dovesse avvenire anche come conversione alla tradizione ebraica. Contro questi Paolo sanzionò: non vi sarà più distinzione tra circoncisi e non circoncisi. Nietzsche (Anticristo) considerò la vittoria del cristianesimo come vendetta dell'ebraismo contro i Romani che avevano crocifisso il Cristo. Tra Paolo di Tarso (Turchia) e Apollonio di Tiana vi è un abissso. Non ponetevi problemi di coscienza quando siete invitati nelle case dei gentili e mangiate pure tutto ciò che esce dai mattatoi. Era questo un ulteriore compromesso utile per la propaganda del cristianesimo.
Apollonio di Tiana (I secolo d. C.) non si fece convertire da S. Paolo quando lo incontrò in Roma. Preferì rimanere legato culturalmente all’India, dove era stato, contemperando la cultura indiana con il pitagorismo. Conoscitore dei testi della religione di Zarathustra, egli affermò che “nessun sacrificio di animali è da farsi poiché dio non ha bisogno di alcunché” e che è preferibile non fare alcuna violenza ad alcun animale evitando l’uso delle pelli per accrescere il senso della giustizia. “La terra produce ogni cosa e chi vuole essere in pace con gli esseri viventi non ha bisogno di alcunché, poiché i suoi frutti si possono cogliere, e altri coltivare secondo le stagioni, in quanto essa è la nutrice dei suoi figli: ma la gente, come se non udisse le sue grida, affila le spade contro gli animali per trarne cibo e vestimento. I Bramani dell’India invece non approvano tale condotta e istruirono i Ginni dell’Egitto a respingerla: da costoro Pitagora, che fu il primo dei Greci a frequentare gli Egizi, prese la sua dottrina che lasciava alla terra gli esseri animali; e affermando che i suoi prodotti sono puri e adatti a nutrire il corpo e la mente, di questi si cibava. Sostenendo inoltre che gli abiti che si portano solitamente sono impuri, in quanto provengono da esseri mortali, si abbigliava di lino; e per la stessa ragione intrecciava il vimine per farsene calzature” (Flavio Filostrato, Vita di Apollonio di Tiana).
sabato 28 ottobre 2023
SENZA IL DIRITTO NATURALE TUTTO E' GIUSTIFICATO. ANCHE IL NAZISMO
Tutti i diritti debbono discendere dal diritto naturale altrimenti diventano convenzionali. Senza il diritto naturale Hitler aveva il diritto di sterminare gli ebrei. Ma il diritto naturale, in quanto naturale, non può essere il diritto della sola natura umana se non vuole ricadere nella convenzione. Il diritto naturale fa a meno di tutti i diritti fondati sulla morale, che ordina di fare del bene. Ma non si può dare una definizione di bene, come si accorse Platone, che infine, nel Filebo, risolse il bene nel giusto, che può essere definito perché fa riferimento al danno, che è ben visibile al contrario del bene. Il diritto naturale si fonda sulla tendenza di un organismo a conservarsi in vita. In natura esiste una catena alimentare che sembrerebbe negare il diritto naturale. FALSO! In natura il diritto del più forte viene impiegato a sostegno del diritto alla vita. Il predatore carnivoro uccide perché altrimenti muore di fame. Purtroppo non può mutare la propria natura. Io mi domando: sarebbe stata migliore una natura senza predatori? Penso di sì. E mi domando perché un Dio avrebbe creato una natura basata sulla violenza del più forte anche se utilizzata ai fini della sopravvivenza. S. Tomaso si pose questa domanda e tentò di rispondere dicendo che la natura sarebbe stata imperfetta se non vi fossero stati anche i carnivori perché vi sarebbe stato un numero inferiore di specie animali. Si tratta del principio di pienezza utilizzato per esempio da Arthur Lovejoiy che scrisse un libro importante intitolato La grande catena dell'essere. In sostanza: il diritto naturale si basa sul principio del giureconsulto romano Ulpiano neminem laedere (non danneggiare alcuno). Questo principio non può non essere esteso oltre la natura umana. Il predatore sembra danneggiare la vita della preda, ma prima viene il diritto naturale del predatore che deve per forza nutrirsi della preda se vuole sopravvivere. Perciò l'esistenza dei predatori non è in contrasto con il diritto naturale. Al diritto naturale di uno corrisponde il diritto naturale di un altro. A questo punto bisogna domandarsi se sia necessario che la specie umana debba nutrirsi anche di carne. Ma l'esistenza in salute dei vegetariani e dei vegani dimostra il contrario. Io ne sono un esempio per avere cessato di mangiare carne all'età di 10 anni quando vidi dei buoi correre impazziti su una strada cittadina dopo essere fuggiti dal mattatoio che allora si trovava in una strada al centro della città. Poi per non turbare l'impostura di coloro che mangiano carne i mattatoi furono spostati fuori delle città. Tolstoj disse che se i mattatoi fossero edifici di vetro al centro di una città gli impostori sarebbero divenuti vegetariani se sensibili allo spettacolo di morte dove i poveri animali vengono posti in fila assistendo all'uccisione dei loro compagni. Nel mio libro Scienza. filosofia e teologia. Che cos'è veramente il diritto naturale, ho affrontato le contraddizioni a cui arrivano famosi giuspositivisti come Hans Kelsen, Benedetto Croce e Norberto Bobbio, che non poterono giustificare la democrazia con la loro opposizione al fascismo e al nazismo. Solo con il diritto naturale possono essere cancellate le contraddizioni dei giuspositivisti, che cadono necessariamente nella morale, non capendo che, come scrisse Max Weber, vi sarà sempre un "conflitto mortale tra valori morali", che dipendono dalle diverse culture.
lunedì 23 ottobre 2023
IL PREDICATORE MENTITORE JACOBO FO
Inviato ieri a Paolo Del Debbio e girato adattandolo a Fo. Lei è un mentitore o un ignorante quando dice che il Corano è un libro di pace. Maledetto impostore. Io conosco bene quel libro di m...chiamato Corano. Ma è possibile che nessuno abbia il coraggio di dire la verità, che il Corano è la più grande sciagura della storia. Peggio del Mein Kampf di Hitler. Lei si fa complice dell'impostura degli islamici nel loro continuo dire che l'Islam condanna Hamas. Ma perché non cita lei allora le frasi che incitano alla violenza? L'Islam non è una religione ma una pazzia. A Sami Salem che dice che il Corano proibisce di picchiare le dell'impostore islamico. Bisognava gridargli: FALSO! FALSO! FALSO! E lei imbecille non invita mai uno che sappia schiaffare in faccia a quel Salem (tanto per fare un nome) tutte frasi pazzesche di quel maledetto libro chiamato Corano. Mi incazzo maledettamente quando sento dire che l'Islam è pacifico. Ma lei conosce la storia e ha mai letto il Corano per mettere con le spalle al muro gli islamici che invita in trasmissione non sapendo che per gli islamici vale la legge coranica che comanda l'impostura agli islamici che vivono come minoranza. Nel mio florilegio vi sono tutte le frasi che comandano di bastonare le donne disobbidienti al marito, e se insistono farle morire murandole in casa. Ha capito che roba? Se lei è un codardo oltre che incapace consigli a qualcuno di arrivare in trasmissione col Corano. Sarei anche disposto a diventare vittima di un islamico ma toglendomi la soddisfazione di buttare in faccia l'impostura islamica della Taqyya. Se lei non ha coraggio permetta ad altri di smontare la solita impostura islamica concedendogli di citare il mio florilegio di quel Corano che è peggio del Mein Kampf Ho publicato con Rubbettino nel febbraio scorso il mio libro Scienza, filosofia e teologia. Che cos'è veramente il diritto naturale.
Da pietromelis.blogspot.com
sabato 21 ottobre 2023
GIORGIA MELONI ERA DA LUI DIVISA PRIMA DI CONOSCERLO
Ha usato Giambruno ancor prima di conoscerlo perché aveva in mente per un figlio o figlia un padre che fosse alto, bello e più giovane di lei. Doveva essere alto sperando che il figlio/figlia ereditasse l'altezza dal padre e non da lei avente un'altezza da nana. Poteva garantirle un figlio/figlia che potesse essere bello/bella. Dopo avere partorito Ginevra (tanto per darle un nome non comune) non ha avuto il coraggio di scaricarlo subito per salvare la faccia. Al posto di Giambruno glielo avrei detto in pubblico rispondendo alla Meloni che annunciava la fine del suo (non) rapporto. E' stato per lei un fatto fortunato che avessero idee politiche antitetiche, lui di sinistra e lei, ma ormai solo nominalmente, destra, riguardo per esempio agli omosessuali. Non poteva non sapere già dal 2014 (quando iniziò la relazione) quali fossero le posizioni politiche del Giambruno, che ora sembrano la causa del fine rapporto. Che il Giambruno le servisse solo come donatore di spermatozoi lo può far pensare il fatto che abbia sempre escluso un matrimonio, che le avrebbe complicato la fine della relazione, che fu sempre messo in programma sin dall'inizio. Lui laureato in filosofia e lei diplomata in un liceo linguistico.
La grande diversità di posizioni politiche non ha impedito che Nunzia De Girolamo (sempre di Forza Italia) sposasse Francesco Boccia del PD.
giovedì 19 ottobre 2023
IL FOLLE VOLO NOTTURNO DI MAOMETTO DA LA MECCA A GERUSALEMME
Si racconta che Maometto volò dalla Mecca a Gerusalemme cavalcando un cavallo mostruoso con la testa di donna per arrivare su una piazza di Gerusalemme. Da lì Allah lo fece salire sino in paradiso senza nemmeno farlo scendere dal cavallo mostruoso perché conoscesse il paradiso quando era ancora in vita. Dopo di che ridiscese sulla piazza di Gerusalemme e tornò alla Mecca sempre cavalcando il cavallo mostruoso. E sulla base di questo strampalante racconto mitologico, che gli islamici presero assurdamente per vero, essi pretesero che Gerusalemme dovesse diventare città santa per gli islamici. Ecco un altro motivo, questa volta mitologico, sulla base del quale i palestinesi pretendono ancor oggi che non solo Gerusalemme, da considerare terza città santa dopo la Mecca e Medina, ma anche tutta la Palestina. Come si può ancor oggi credere in simile pazzia? Bisogna avere il cervello reso malato dal Corano, la più grande disgrazia della storia. Che lo si dica nelle varie trasmissioni per chiarire per sempre su che cosa siano fondate le rivendicazioni degli arabi sulla Palestina.
martedì 17 ottobre 2023
DIALOGO TRA RICCARDO I RE D'INGHILTERRA E IL SALADINO
Durante la III Crociata Riccardo I re d'Inghilterra disse al Saladino: restituiteci Gerusalemme perché era nostra. L'abbiamo ripresa noi cristiani nel 1096. Rispose il Saladino: non è vero. Nel 1070 l'abbiamo occupata prima noi turchi. Ma l'abbiamo riconquistata noi nel 1096 replicò re Riccardo. E il Saladino: è vero ma poi l'abbiamo ripresa noi nel 1187. Dunque i turchi, che si erano sovrapposti all'occupazione araba, pretendevano che fosse valida solo la loro ultima conquista. Il fatto è che non avevano ragione né l'uno né l'altro altrimenti si dovrebbe riconoscere che il diritto di proprietà è fondato sul diritto della forza. Gerusalemme fu capitale per un millennio di uno Stato ebraico (precisamente dal 1020 a.C. con il regno di Davide). In ragione della rettificazione storica espressa dal filosofo Robert Nozick nel suo libro principale Anarchia, Stato e Utopia la Palestina doveva essere riconosciuta terra ebraica poiché tra le popolazioni autoctone della Palestina quella ebraica è l'unica che sia giunta sino ai nostri giorni. Nozick ritiene che la proprietà sia giustificabile solo se essa non sia stata ottenuta con la forza spodestando i precedenti occupanti o con la frode. Andando all'origine l'unica popolazione tuttora vivente che non abbia sottratto la Palestina ad altra popolazione vivente è quella ebraica. Non esiste infatti oggi altro popolo che possa rivendicare di essere erede di una delle popolazioni che abitavano nella antica Palestina. A parte il fatto che, comunque, prima degli arabi e dei turchi, la Palestina aveva fatto parte dell'impero romano d'oriente, divenuto impero bizantino cristiano ortodosso. Dunque, risalendo all'indietro, la Palestina fu prima sottratta all'impero cristiano ortodosso con capitale Costantinopoli. Divenuta ingiustamente Istanbul perché la città di Costantinopoli sorse durante l'impero di Costantino. E i turchi si appropriarono di Costantinopoli appropriandosi non solo di terre altrui, ma anche del lavoro fatto da altri per costruire la capitale dell'impero bizantino, erede dell'impero romano d'Oriente. Pertanto ogni discorso va contro gli arabi della Palestina, che in essa non ebbero mai un loro Stato, e ora lo vorrebbero avere dagli ebrei che sono gli unici eredi viventi della terra di Palestina.
lunedì 16 ottobre 2023
MEGLIO CHE I CAPI HAMAS VENGANO UCCISI DA SOLDATESSE ISRAELIANE
Questi fanatici di Hamas sono convinti che non potranno andare in paradiso se uccisi da donne. Come dimostrato dal film Red Snake, in programma su Rete 4. Gli islamici morti in guerra potranno godere ciascuno di due vergini su letti affiancati. Ma allora non vanno mai ad esaurimento le vergini? Una vignetta di Charlie Hebdo faceva vedere un guardiano del paradiso mentre diceva ai nuovi eroi morti in guerra nel nome di Allah: Basta. Le vergini sono esaurite. I credenti nel Corano non sono animali, sono dei subanamali.
Red Snake (film)
domenica 15 ottobre 2023
CONTRO COLORO CHE RITENGONO ARABA LA PALESTINA
Gli arabi hanno come unico titolo il fatto che nessuno li cacciò via per secoli. Ma non si considera che furono gli ebrei ad essere cacciati via da una terra che fu loro perché ebbero in Palestina uno Stato millenario. Che persero a incominciare dalla conquista romana quando vi arrivò l'esercito romano comandato da Tito figlio dell'imperatore Vespasiano, a cui succedette come imperatore. Il filosofo Robert Nozick nel suo libro Anarchia, Stato e Utopia (uno dei più importanti della filosofia del XX secolo) argomentò sulla base del diritto naturale che può tradursi in diritto storico. Nozick prende come esempio gli indiani d'America che furono costretti ad abbandonare le loro terre con la forza delle armi. Nozick ritiene che bisogna attuare una rettificazione storica sino a giungere al necessario esame dell'origine di una proprietà che non deve essere acquisita con la forza o con l'inganno. Pertanto non si può attribuire un diritto storico agli arabi di Palestina dove non vi fu mai uno Stato palestinese dopo quello ebraico, perché gli arabi dipendevano dal califfato di Bagdad e poi dal sultano di Istanbul dopo che disgraziatamente i turchi, sovrapponendosi all'occupazone araba, posero fine all'impero bizantino nel 1453 con la conquista di Costantinopoli che era la capitale dell'impero romano d'Oriente poi divenuto impero bizantino dove la lingua ufficiale era divenuta il greco. Il lungo tempo passato non può istituire una sorta di diritto per usucapione. Andando dunque all'origine non si deve dimenticare che gli antichi ebrei ebbero uno Stato in Palestina per circa 1000 anni (a iniziare dal regno di Davide). Gli antichi ebrei erano una popolazione AUTOCTONA insieme ad altre popolazioni autoctone (per esempio i filistei e altre popolazioni che erano di origine fenicia). Queste altre popolazioni autoctone della Palestina sparirono dalla storia non avendo lasciato traccia di sé. E' vero che vi furono conflitti tra ebrei e le altre popolazioni autoctone della Palestina, ma non furono certamente i conflitti narrati nell'AnticoTestamento, che li esagera per dare maggiore risalto alla preminenza degli ebrei facendo passare la Palestina come territorio assegnato divinamente da Jahweh, che era di origine pagana, essendo una delle divinità che venivano riconosciute nel pantheon delle divinità delle popolazioni pagane della Palestina. Jahweh divenne prima divinità nazionale con la riforma del re Giosia che regnò tra il 649 e il 609 (naturalmente A. C.). Si riconosceva dunque con Giosia che esistevano altre divinità, che però gli ebrei non dovevano venerare perché altrimenti si sarebbe offeso Jahweh. E le sconfitte degli antichi ebrei furono giustificate nell'Antico Testamento a causa del fatto che essi non avevano rispettato Jahweh come divinità nazionale, poi divenuto Dio unico, contraddittoriamente perché la religione ebraica esclude qualsiasi forma di proselitismo, essendo gli ebrei ortodossi gelosi del loro Jahweh e non vogliono condividerlo con altre popolaziioni. E per concludere: gli ebrei furono l'unica popolazione autoctona rimasta tra quelle che abitarono nel territorio della Palestina. Di cui, ripeto, furono espropriati con la forza delle armi. L'Antico Testamento ha fatto sì che gli ebrei continuassero a sentirsi per due millenni unica popolazione sopravvissuta tra le antiche popolazioni della Palestina e dunque eredi di quegli ebrei che persero il loro Stato in Palestina. Durante il nazismo pare che sia stato lo stesso Hitler a proporre che venisse costituito uno Stato ebraico in Madagascar, allora colonia francese. Ma gli ebrei non accettarono, anche se non si fosse opposta la Francia, che non voleva perdere il Madagascar.
DA AGNOSTICO GIUSTIFICO IL CROCIFISSO ANCHE NELLE SCUOLE PUBBLICHE
"Il mio regno non è di questo mondo". "Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio". Si può riconoscere in queste frasi la separazione della religione dallo Stato. Separazione affermata da papa Gelasio I con la sua dottrina delle due spade, potere ecclesiastico e potere statale, anche se notoriamente la storia europea fu la negazione del principio evangelico a causa della pretesa dei papi di avere un potere superiore rispetto a quello dell'imperatore e dei vari regnanti europei anche con l'arma della scomunica. Pur da ateo Benedetto Croce scrisse un libro dal titolo Perché non possiamo non dirci cristiani, riconoscendo le radici storiche dell'Europa nel cristianesimo, nel bene e nel male. A Croce avrei fatto notare che sarebbe stato più giusto riconoscere che le radici europee sono greco-romano-cristiane. Non giudaiche e antislamiche. Non sopporto quei politici che si riferiscono alle radici giudaico-cristiane. Si tratta di un grave falso storico. Il giudaismo non ha alcunché a che fare con il cristianesimo.
sabato 14 ottobre 2023
LA BARBARIE ISLAMICA NASCE TUTTA IN RISPETTO DEL CORANO
Riporto da un mio libro (Scienza, filosofia e teologia, ed. Rubbettino 2023) un florilegio del Corano che bisognerebbe conoscere per capire che il terrorismo è insito nei comandamenti del Corano. Non sono riuscito a riprodurre il testo rispettando l'impaginazione del libro. Non ci si stupisca: i criminali di Hamas sono i più rispettosi della barbarie del Corano. Ma non si ha il coraggio di dirlo e di scriverlo. La Palestina è storicamente ebraica perché gli ebrei in Palestina hanno avuto uno Stato millenario di cui furono espropriati con le armi. A cominciare dalla conquista romana. Sono l'unica popolazione erede della popolazione autoctona sopravvissuta tra le antiche popolazioni autoctone della Palestina. Gli arabi sono da ritenere soltanto gli ultimi invasori armati. Non hanno mai avuto uno Stato in Palestina, e ora pretendono di averlo a danno di Israele.
LA DISGRAZIA STORICA DEL CORANO
La mancanza di legame sintattico è frequente in tutto il Corano.
di infamia dovunque li troveremo, a meno che non s’afferrino a una corda di Allah …Non sceglietevi come
intimi amici persone estranee alla Fede, ché questi non mancheranno di mandarvi in rovina […] Getteremo
terrore nel cuore degli infedeli perché hanno associato ad Allah esseri che Allah non ha investito di autorità
alcuna… Allah già vi è stato sincero quando con il suo permesso sgominaste i nemici […] Il Messaggero
di Allah (Maometto) vi chiamava a combattere, e quelli di voi che si trassero indietro fu Satana a farli
cadere […] È Allah che vi fa vivere e uccide […] E non chiamate morti coloro che son stati uccisi sulla via
di Allah, anzi vivi sono, nutriti di grazia presso il Signore […] Coloro che combatterono e furono uccisi
li farò entrare nei Giardini (in Paradiso)» (Sura III). «Se alcuna delle vostre donne avran commesso atti
indecenti, chiudetele in casa finché le colga la morte […] Gli uomini sono preposti alle donne, perché Allah
ha preposto alcuni esseri sugli altri […] Quelle donne di cui temete atti di disobbedienza, ammonitele, poi
lasciatele sole nei letti, poi bastonatele […] Alcuni giudei storpiano le sacre scritture, ma Allah li ha maledetti
per la loro pertinace infedeltà […] Per chi è maledetto da Allah non troverai mai alleati […] Combattano
sulla via di Allah coloro che volentieri cambiano la vita terrena con l’Altra, ché, ucciso o vincitore gli da-
remo mercede immensa […] Coloro che credono combattono sulla via di Allah […] combattete dunque
gli alleati di Satana […] Allah respingerà il coraggio degli infedeli, ché Allah è di più violento coraggio, più
violento a esemplari castighi. Essi vorrebbero che voi rifiutaste la Fede […] prendeteli e uccideteli dove li
trovate, ma non prendete patroni né alleati fra loro […] Non sono eguali agli occhi di Dio quelli che se ne
restano a casa e quelli che combattono […] gli infedeli son per voi un manifesto nemico […] Non vi stancate
d’inseguir quella gente» (Sura IV). «O voi che credete! Non prendete i giudei e i cristiani come alleati. Chi
di voi si alleerà loro diverrà dei loro» (Sura V). «I demoni ispirano ai loro alleati di discuter con voi. Se date
loro ascolto sarete pari ai pagani» (Sura VI). “E io getterò il panico nel cuore dei miscredenti. Percuotete,
percuotete dunque le cervici, percuotete e spezzate ogni dito… Allah nel castigare è violento […] ma non
voi li uccideste, bensì Allah […] Combatteteli dunque finché non vi sia più scandalo e il culto sia reso solo
ad Allah […] Gli angeli faran morire quelli che si rifiutarono alla Fede, colpendoli in volto e sul dorso […]
Coloro che repugnano alla Fede non prevarranno. Allestite contro di loro forze e cavalli quanto potete, per
terrorizzare il nemico di Allah […] O profeta! Incita alla battaglia i credenti! Venti uomini pazienti dei vostri
ne vinceranno duecento […] Allah te li ha dati in tuo potere» (Sura VIII). «Combatteteli, dunque, e Allah
li castigherà per mano vostra…Combattete coloro che non credono in Allah e nel Giorno Estremo, e che
non ritengono illecito quel che Allah e il Suo Messaggero han dichiarato illecito, e coloro, fra quelli cui fu
data la Scrittura, che non s’attengono alla Religione della Verità. Combatteteli fino a quando non paghino il
tributo uno a uno, umiliati […] I giudei han detto: Uzayr è il figlio di Allah, e han detto i cristiani: Il Cristo
è figlio di Dio […] Allah li maledica! In quale errore sono caduti […] mentre erano stati esortati a adorare
un Allah solo […] Se non vi lancerete in battaglia Allah vi castigherà di castigo crudele, vi sostituirà con
altro popolo […] Allah è con noi […] Lanciatevi dunque in battaglia con armi leggere e con armi pesanti.
Combattete sulla via di Allah […] O voi che credete! Combattete i negatori che vi stan vicini. Che possan
trovare in voi tempra durissima» (Sura IX).
Entro questa immagine di guerra totale contro i non credenti (compresi ebrei e cristiani) – perché
credenti sono soltanto quelli che si convertono al Corano – si trovano alcune proposizioni in apparente
contraddizione con essa, giacché si consiglia un atteggiamento di non belligeranza, che si limita alla minaccia
dell’inferno: «Non vi sia costrizione nella Fede: la retta via ben si distingue dall’errore, mentre coloro che
rifiutano Allah sono i dannati del fuoco» (Sura II). «Chi si stacca dal Messaggero di Allah, dopo che è apparsa
limpida al suo sguardo la retta Via, e segue un sentiero diverso da quello dei credenti, Noi gli volgeremo le
spalle come egli le ha volte a Noi e lo faremo bruciar nell’Inferno» (Sura IV). «Se Allah volesse, gli idolatri
non farebbero questo. Lasciali dunque alle loro menzogne […] E se essi testimoniano, tu non testimoniare
stretto un patto e che in nulla hanno mancato contro di voi» (Sura IX). Questo atteggiamento contraddittorio
è tuttavia conforme alla contraddizione insanabile che pervade tutto il Corano, tra il continuo e ossessivo
proferire anatemi, sino alla paranoia, contro i non credenti (nell’Islam), che presupporrebbe una volontà
libera di non adesione, e l’attribuzione ad Allah, per via della sua onnipotenza, di ogni decisione umana,
per cui è Allah stesso che travia il malvagio destinandolo alla dannazione eterna.
Da una parte si invita il credente alle opere di bene, gradite a Allah, dall’altra si dice: «Non sei tu, o
Maometto, che devi guidarli, ma è Allah che guida chi vuole» (Sura II). E ancora: «Egli dà la grazia a chi
vuole». Ma subito dopo, quasi la fede dipendesse da una libera adesione, si aggiunge: «Come può mai Allah
guidare degli uomini che hanno respinto la Fede […]?». Ma in contraddizione con ciò si dice ancora: «Tu
(Maometto) non v’hai alcuna parte, sia che Allah perdoni gli iniqui, sia che li punisca» (Sura III). «Gli ipocriti
cercano di ingannare Allah, mentre è Allah che li sta ingannando […] chi Allah svia, non troveresti per
lui via di salute» (Sura IV). «Egli perdona chi vuole e tormenta chi vuole […] Chi Allah vuole confondere,
tu non potrai nulla per lui presso Allah. Sono esseri i cuori dei quali Allah non ha voluto purificare: essi
avranno in questo mondo ignominia e nell’altro tormento immenso» (Sura V). «Anche se avessimo loro
mandato gli angeli, o parlassero loro i morti, e se avessero radunato al loro cospetto tutte le cose a schiera
a schiera, non crederebbero se in quanto Allah lo voglia. Ma i più ignorano questo […] Chi Allah vuole
perde, e chi Allah vuole pone sulla retta via» (Sura VI). «Non ci capiterà che quel che Allah ha decretato per
noi» (Sura IX). «Nessun’anima può credere se non col permesso di Dio, ed Egli porrà la sua abominazione
su quelli che non comprendono” (Sura X). «Colui che Allah travia, nessuno più lo guida» (Sura XIII). «Dio
è su tutte le cose potente! Punisce chi vuole e fa grazia a chi vuole» (Sura XXIX). E tuttavia, nuovamente
in contraddizione con il fatto che è Allah a stabilire se ognuno farà il bene o il male si dice: «Ognuno sarà
compensato in gradi diversi per quel che avrà fatto» (Sura VI). Il che presupporrebbe una libera volontà di
scelta, che sostanzialmente, nel complesso, viene contraddetta dal fatto che Allah, onnipotente, non può
dipendere dalla volontà dell’uomo nella sua decisione di premiare o di condannare, di perdonare o non
perdonare. Ma allora anche la Fede dovrebbe risultare inutile, altrimenti Allah dipenderebbe dalla Fede. La
contraddizione si trova anche internamente ad uno stesso brano: «Chi è che vi preserverà da Allah, sia che
Egli vi voglia fare del male o voglia fare atto di grazia? Quelli non credono, e Allah renderà vane le loro opere,
cosa, questa facile ad Allah» (Sura XXXIII). Da una parte Allah è libero nella sua decisione di dannare o di
graziare l’uomo, dall’altra richiede la fede perché siano valide le opere umane. E tuttavia ogni Sura si apre
con l’espressione «nel nome di Allah», «clemente misericordioso», che è tale, però, a condizione che uno
si penta e si converta. Ma non è questo l’aspetto più scandaloso del Corano, comune, d’altra parte, all’irra-
zionalità della dottrina della predestinazione di Agostino (su cui si basa la Riforma luterana e calvinista, al
contrario della teologia ufficiale della Chiesa cattolica, ispirantesi al razionalismo aristotelico di San Tomaso,
per cui vale la priorità delle opere sulla grazia), quanto quello di avere promosso e giustificato una guerra,
chiamata santa dall’Islam, contro altre religioni, o contro gli atei, pur sulla base di una dichiarata inutilità
delle opere, da cui dovrebbe conseguire anche l’inutilità della stessa guerra santa. L’irrazionalità estrema si
esprime nell’affermazione che Allah, onnipotente, avrebbe potuto scegliere come profeta anche una pietra
(Sura XXXIX). Si può commentare dicendo che sarebbe stato meglio per tutta l’umanità.
La rappresentazione del paradiso – dove le anime beate degli uomini (perché delle donne si tace com-
pletamente) «avranno con loro su giacigli affiancati fanciulle modeste di sguardo, bellissime d’occhi, come
bianche perle celate» (Sura XXXVII), «dal seno ricolmo» (Sura LXXVIII), «belle come rubino e corallo, dagli
occhi grandi e neri, mai prima toccate da uomini» (Sura LV), «tra fiumi di latte dal gusto immutabile, di vino
delizioso e di miele purissimo» (Sura XLVII) – poteva nascere solo da una mente incapace di sostituire o di
arginare l’immaginazione con la razionalità, e dunque capace di confondere la realtà con l’immaginazione,
senza alcun senso del ridicolo. Mentre il cristianesimo, pur nei suoi contenuti mitologici (quali, soprattutto,
il concepimento miracoloso di Gesù tramite lo Spirito Santo, la sua resurrezione e la sua ascensione al cielo)
si è diffuso nei primi secoli per adesione interna dei convertiti, e dopo avere assorbito nei suoi apologeti la
filosofia greca, cosicché il riconoscimento ufficiale del cristianesimo da parte dell’imperatore Costantino
fu un fatto successivo, dettato da ragioni politiche, la conversione all’Islam fu imposta sin dall’inizio con
malattia psichica più grave, più aggressiva e più diffusa della specie umana.
Il disordine logico che pervade tutto il Corano è sintomo di una irrazionalità che, al contrario di quella
del cristianesimo, non è passata attraverso il filtro della razionalità greca, con cui, pure, si misurarono i due
maggiori filosofi arabi del nostro Medioevo, l’ateo Averroè (aristotelico) e il neoplatonico Avicenna, entrambi
espunti dall’ortodossia della teologia islamica. L’estremo antropomorfismo del dio islamico è la negazione
di qualsiasi concezione del mondo regolato da leggi naturali. Questa mancanza assoluta di riferimento alla
legalità della natura, che ha determinato la mancanza di una concezione giuridica che trascenda la morale
religiosa, esprime il baratro culturale tra Occidente e islamismo, contro tutte le utopie delle filosofie e delle
politiche occidentali del dialogo. In Occidente i difensori d’ufficio dell’islamismo dichiarano che l’Islam è
pacifico e che condanna l’omicidio, perché il Corano dice che chi uccide un uomo uccide l’umanità intera.
La malafede ha impedito di citare esattamente il brano che dice: «Per questo scrivemmo ai figli d’Israele che
chiunque ucciderà una persona senza che questa abbia ucciso un’altra o portato la corruzione sulla terra,
è come se avesse ucciso l’umanità intera» (Sura V). Si vede che viene omessa volutamente la condizione
che la persona uccisa non sia stata colpevole di omicidio o non sia stata portatrice di corruzione (come,
in tutti e due i casi, può essere considerato, secondo gli islamici, l’Occidente, definito il grande Satana).
Comunque, poco dopo il passo citato così si legge: «In verità la ricompensa di coloro che combattono Allah
e il Suo Messaggero e si danno a corrompere la terra è che essi saranno massacrati, o crocifissi, o amputati
delle mani e dei piedi dai lati opposti, o banditi dalla terra: questo sarà per loro ignominia in questo mondo
e nel mondo avvenire immenso tormento, eccetto quelli che si pentiranno prima che voi vi impadroniate di
loro». E se nella Sura VI si proibisce di uccidere, «se non per giusta causa», il proprio prossimo, «reso sacro
ad Allah», questo discorso vale in quanto indirizzato ai credenti, perché il non credente (nell’Islam) non è
sacro ad Allah, per cui si può sempre invocare una giusta causa contro di lui. D’altra parte, in un passo della
Sura IV, viene preso in considerazione il reato di omicidio soltanto quando avvenga tra credenti (nell’Islam).
In tal caso «chi uccide un credente di proposito ne avrà in compenso l’Inferno». Appare sottinteso che sia
ancor più grave che un non credente uccida un credente, senza che valga anche il contrario. A conferma di
ciò (nella Sura II) la legge del taglione non può nemmeno essere applicata tra i credenti quando un parente
della vittima perdoni l’assassino. È chiaro che ciò può avvenire soltanto quando siano accettate le regole
coraniche, e che le stesse regole non valgano nei confronti dei non credenti (nell’Islam), che sono i nemici
da massacrare. In secondo luogo, la frase in esame deve essere posta nel contesto del discorso che il dio
islamico fa riferendosi alla sua precedente rivelazione, nell’antico testamento, agli ebrei, e non a Maometto
nel Corano, in cui sta scritto: «È venuto a voi il Nostro Messaggero a spiegarvi molte parti del Libro che
avevate nascoste e per abrogarne molte» (Sura V). Il Corano vuole riformare molte parti della precedente
rivelazione, sia del vecchio che del nuovo testamento. I risultati sono evidenti. Il feroce accanimento isla-
mico contro la concezione trinitaria del cristianesimo, che diede luogo ad accese ma sottilissime dispute,
espressione dell’esercizio di una ragione dialettica, denota, anche da questo punto di vista, tutta la povertà
intellettuale dell’islamismo, ancorato alla concezione antropomorfica del Dio unico.
Soltanto una difesa di convenienza del Corano può provenire dai mussulmani che si dichiarano pacifisti.
Cfr. ad esempio G. Bencheikh (Che cos’è l’Islam?, Mondadori, Milano 2002) che cerca di offrire una versione
depurata e falsificatoria dei passi del Corano, dando una giustificazione della guerra (ritenuta solo difensi-
va) con il cercare di contestualizzarla storicamente tra i conflitti tribali che vi erano in Arabia, limitando il
significato di jihad a quello di sforzo teso al perfezionamento interiore e tacendo di tutti quei passi in cui è
chiaro il significato universalistico della guerra come mezzo per sottomettere i non credenti (G. Vercellin,
Jihad. L’Islam e la guerra, Giunti, Firenze 1997, pp. 19-28). Altro cavallo di Troia dell’Islam in Occidente
sono i convertiti che, convertendosi anche nel nome Islam, manifestano di sentire la loro appartenenza
all’Islam, invece che allo Stato occidentale, come fatto primario. Tra questi A.W. Pallavicini (Islam interiore.
La ricerca della Verità nella religione Islamica, il Saggiatore, Milano 2002) ha cercato di giustificare un confuso
ecumenismo di tutte le religioni sulla base di una «via metafisica» che da Dio, il centro, si irradia verso la circonferenza delle diverse religioni, compresi il buddismo e l'induismo. Pertanto la storia appare come un disegno divino che ripercorre l'interpretazione della storia di S. Agostino che nel De civitate Dei aveva interpretato la storia di roma come preparatoria alla venuta di Cristo.
E' certo che quasi tutti gli ecumenisti si fanno propagatori involontari di una falsa immagine dell’Islam, alimentando la
propaganda degli islamici occidentali, che, in conformità alla norma coranica che
impone la dissimulazione all’Islamico che abiti in Paese non islamico, presentano
la religione Islamica come religione di pace per permetterne la diffusione, usando
il falso pacifismo come cavallo di Troia in Occidente. In realtà il vero Islam, che
si è risvegliato dopo secoli di sonno, è quello integralista, sino al terrorismo.
È evidente che le considerazioni svolte sono conformi a quanto si è det-
to circa l’utopia della filosofia del dialogo tra morale e diritto, e confermano
l’estraneità della filosofia d’oggi alla stessa storia, quando non è di danno per
quell’incidenza indiretta sulla realtà sociale che può avere per canali di comu-
nicazione politicamente solidali che coltivano, per interesse di potere, il proget-
to della società multirazziale , favorendo la terza invasione dell’islamismo in
Ed è evidente che il decantato ecumenismo non poteva rinunciare a presentare il Corano come ultimo
inveramento delle precedenti rivelazioni, in una inaccettabile confusione del cristianesimo, che ha assorbito
la cultura greca, con la teologia islamica, che l’ha respinta espungendo da essa anche i due massimi filosofi
arabi, Averroè ed Avicenna, di cui, infatti non viene nemmeno fatto il nome, essendo essi il ponte con la
filosofia greca. In realtà l’ecumenismo dell’autore, che fa addirittura riferimento ad una legge naturale, di cui
il Corano è, invece, la negazione più dura, è anche più pericoloso dell’integralismo, in quanto maschera la
vera natura dell’Islam per meglio permettergli di infiltrarsi nell’Occidente. È questa la più pericolosa forma
di guerra santa contro le istituzioni laiche dello Stato, a favore di nuove guerre di religione. Occidente, dopo quella araba e quella turca, ed assai più pericolosa perché il
nemico si rende pacificamente invisibile nel suo ingresso. Vent’anni fa vi erano
soltanto una decina di moschee in Europa. Oggi sono migliaia, e rappresentano
il nemico interno della morale contro il diritto. Questo fenomeno è stato favorito
dalla cultura della solidarietà, che, di matrice marxista e cattolica, è di natura
morale, ma è si è trovata ad essere in combutta con interessi economici privati
e politici, e ha soltanto trovato corrispondenza nella filosofia dell’ecumenismo
e del dialogo, che coltiva il principio del rispetto della diversità delle culture,
accentuando il conflitto tra morale e diritto. E in nome del rispetto dell’identità
i musulmani in Occidente ormai chiedono per sé l’adeguamento delle leggi alle
norme del Corano. Si pensi, per esempio, all’accettazione, come eccezione, del
sistema ebraico e islamico di macellazione degli animali nei mattatoi, in spregio
alla legge che impone che l’animale venga reso privo di sensi, prima di essere
ucciso. Il rispetto morale della diversità culturale ha imposto che prevalesse la
tradizione religiosa di culture straniere sul diritto naturale degli animali a non
soffrire. E questa eccezione è valsa in tutta l’Europa. Gli animalisti nostrani
non hanno mai richiesto che cessi il rispetto di una barbarie. Di fronte a questo
stato di cose, chi scrive, battutosi in passato per l’abolizione del crocifisso negli
edifici pubblici, in rispetto della laicità dello Stato, è costretto oggi, a richiedere,
pur come ateo, l’esposizione del crocifisso come simbolo di una religione che,
nel bene e nel male, ha rappresentato la civiltà occidentale del diritto naturale,
traghettato dal cristianesimo attraverso i secoli sino ad oggi, anche se corrotto
oggi dalla temperie del relativismo multiculturale. Né si può scordare che lo stesso
Benedetto Croce, ateo, riconobbe l’identità europea nel cristianesimo in Perché
non possiamo non dirci cristiani. Il crocifisso rappresenterebbe oggi, nella sua
esposizione pubblica, la rivendicazione del diritto naturale contro l’integralismo
della morale islamica, che è opposta al detto evangelico «date a Cesare quel che
essere impedita l’immigrazione da Paesi Islamici, per non dover accettare compromessi con la morale
islamica e non dover diventare ancor più ostaggio dell’islamismo internazionale, mentre dovrebbe
essere favorita l’immigrazione da Paesi culturalmente omogenei, o pacificamente coesistenti, con
le tradizioni giuridiche occidentali (secondo un concetto giustamente espresso dal cardinale Biffi).
B. Lewis, L’Europa e l’Islam, Laterza, Bari 2001, p. 95.
Bisogna dare atto al deputato della Lega Nord Davide Ercoli di avere sollevato la questione in
Parlamento, domandando se il rispetto di una tradizione religiosa non dovesse avere come limite il
superiore diritto dell’animale a non soffrire. Ma inutilmente, giacché gli fu risposto che l’Italia si era
dovuta adeguare alla normativa europea. Questo è un esempio di disarmo giuridico dell’Europa di
fronte all’ebraismo e all’Islam.
Da notare inoltre come manchi nei Paesi islamici qualsiasi rispetto della reciprocità, perché
essi non concederebbero mai, a partire dall’Arabia saudita, quelle libertà che essi pretendono di
rivendicare in Paesi non islamici, giungendo al punto di richiedere che le istituzioni occidentali si
conformino al rispetto della loro morale coranica.