mercoledì 15 giugno 2016

CHI E' L'AUTORE DI QUESTO PROGRAMMA POLITICO E PEDAGOGICO?

Lo Stato non rappresenta un fine ma un mezzo. La sua meta consiste nella conservazione e nell'accrescimento di una società conducente ad un'esistenza fisica e morale dello stesso genere. Gli Stati che non operano in questo senso sono degli Stati falliti. Il fine ultimo dello Stato è quello di creare la bellezza e la nobiltà di una umanità superiore, porta alla suprema libertà evolvendone le qualità spirituali e intellettuali. Il valore di uno Stato sarà relativo se considereremo una singola nazione, e sarà assoluto se considereremo l'umanità in sé. Uno Stato non deve essere giudicato in base alla sua potenza raggiunta in confronto al resto del mondo ma solamente in base al grado di bontà delle sue  istituzioni verso la nazione.  Uno Stato può essere ritenuto perfetto se corrisponde allo stato di vita della nazione che deve rappresentare e conserva la vita di quella nazione. Sua missione è quella di facilitare la via alle capacità già esistenti. Si deve definire cattivo uno Stato che ritenga finito il compito di essere portatore di civiltà. E' la nazione e non lo Stato, portatrice di civiltà. Lo Stato non è un contenuto ma una forma.  Nemmeno lo Stato migliore può trarre da un popolo qualità che il popolo non ha. Compito dello Stato è di facilitare la libera evoluzione della nazione. Si mostra un compito veramente alto, quello di mantenere e far progredire un'umanità superiore, data a questo mondo dalla bontà di Dio. Solo per gli animi fragili lo Stato è fine a se stesso. Lo Stato deve deve servirsi delle più moderne scoperte mediche. Lo Stato, tramite l'educazione, deve chiarire che l'essere ammalati e fragili non è scandaloso, ma solo una sfortuna degna di pietà e che è un crimine mostrare egoismo di fronte a difetti di creature senza colpe. I giovani in avvenire dovranno assistere alla definitiva caduta della società borghese, che deve riconoscere che molte cose sono sporche e mal fatte. Se si combatte l'alcolismo la società borghese si limita ad affermare che il successo è inattendibile ed inutile. La borghesia odierna ha ormai perso ogni pregio per qualsiasi missione dell'umanità, perciò i partiti borghesi sono associazioni inutili, di utilità solo per categorie sociali o gruppi di professionisti.       
Lo Stato deve partire dalla condizione preliminare che un individuo poco colto ma di carattere buono e forte ha maggiore valore in una comunità di uomini colti ma pigri. Quello che rende eterno l'ideale di bellezza greco è la splendida armonia tra corpo e anima. Perciò lo Stato dovrà fare un'opera diligente per curare l'educazione fisica nelle scuole. Inoltre lo Stato deve agevolare la formazione del carattere sebbene le qualità peculiari dell'individuo siano innate. Molti uomini che hanno una tendenza al crimine possono trasformarsi con l'educazione in utili componenti della società. 
L'educazione scientifica deve essere accettata con alcune modifiche. Il programma nelle scuole presenta troppa eterogeneità. Molti insegnamenti sono troppo ampliati per ciascuna materia, mentre lo scolaro terrà a mente soltanto quella piccola frazione che gli potrà essere utile. Si prenda per esempio un funzionario statale e si esamini il sapere appreso a scuola. Si dice che le molte nozioni esercitano il cervello. Questo è vero. Ma vi è il rischio che la mente del giovane sia oberata da cognizioni che raramente riesce a dominare. Si prenda anche il caso dell'insegnamento della storia. Manca un indirizzo che faccia riconoscere le grandi linee dell'evoluzione storica. Non si impara la storia solo per conoscere gi avvenimenti ma per trarne un insegnamento per il futuro. 
Lo Stato dovrà rendere essenziale lo studio della scienza, con la possibilità di un perfezionamento particolare. Basta che lo scolaro riceva una cultura generale e sia istruito favorendo la specializzazione in un argomento che in futuro gli sia utile per il lavoro.  Si avrebbe così una riduzione del programma scolastico.  Nell'insegnare la storia non si deve tralasciare lo studio degli antichi. La storia romana nei suoi caratteri generali è e resta la più grande maestra  non solo per la nostra epoca ma anche per tutte le epoche. Anche l'ideale della civiltà greca non deve andare perduto nella sua rara bellezza. Bisogna distinguere fra la cultura generale e le materie specifiche. Per quanto riguarda la scienza, un inventore deve sembrare di valore non soltanto come inventore ma anche come componente della nazione. Il giovane, finita la scuola, non deve essere un mediocre. Ma non bisogna vergognarsi di nessuna classe sociale. Una nazione di cui metà è misera, mal ridotta dà un quadro talmente cattivo che nessuno può esserne orgoglioso. Nell'animo del giovane bisogna inculcare il sentimento della giustizia sociale. 
L'educazione non deve essere classista. In generale i figli di genitori che hanno alte posizioni sono ritenuti anche loro degni di un'educazione superiore. Ma in questo caso le capacità hanno una posizione subordinata. Un giovane figlio di contadini può avere più qualità di un figlio di genitori occupanti alte cariche da molte generazioni, anche se ha meno cultura generale del figlio di borghesi. La maggiore condizione di quest'ultimo non ha niente a che vedere con la capacità più o meno grandi. Egli ha la sua base nella maggiore quantità di sollecitazione che da bambino ha ricevuto grazie alla sua vasta educazione e dell'ambiente in cui vive. Se anche il dotato figlio di contadini fosse cresciuto in tali condizioni, diverse sarebbero state le sue facoltà intellettuali. 
Oggi vi è un solo settore in cui abbia meno importanza la nascita che le qualità innate: il settore dell'arte. In questo caso non è sufficiente imparare, ma bisogna avere capacità insite, che solo in seguito si svilupperanno. Spesso i più grandi artisti appartenevano a famiglie povere. Si crede tuttavia che ciò non valga affatto nella scienza perché si può impartire una conoscenza scientifica senza tener conto di inclinazioni diverse. Ma in questo caso si ha un apprendimento con acquisizioni aride e non fertili. Si può diventare un pozzo di scienza senza contribuire minimamente all'evoluzione dell'umanità. Opere creative si hanno soltanto quando alla cultura si unisce la genialità. E' intollerabile che uomini senza nessuna capacità siano ritenuti meritevoli di un'alta educazione, mentre uomini pieni di talento non ricevono un'educazione elevata. E non bastano i buoni voti riportati a scuola. Nell'America del Nord la quantità di scoperte importanti è dovuta al fatto che in essa un numero superiore di geni rispetto all'Europa, provenienti da classi basse, è in grado di ricevere un'educazioe superiore. Lo Stato non deve garantire una superiorità assoluta ad un dato ceto sociale, ma scegliere da tutti i componenti della nazione i cervelli migliori. Bisogna scegliere i dotati per i compiti loro pertinenti e metterli al servizo della società.  Se due popoli competono vincerà quello che abbia miglioro talenti, e perderà il governo che rappresenti un'enorme rastrelliera comune per certi ceti o strati sociali.  Si contesterà che non bisogna pensare che il figlio di un alto funzionario diventi un artigiano perché un altro che provenga da una famiglia di artigiani sembra più adatto a fare l'artigiano. Questo può essere valido vista l'attuale considerazione del lavoro manuale.  Ma lo Stato deve assumere una diversa posizione rispetto al lavoro manuale cessando di disprezzare l'opera manuale e valutandolo in base al valore del lavoro fornito, ritenendolo superiore a quello di chi riempie pagine di giornali perché usa la penna, dovendo invece avere più valore un intelligente lavoro meccanico . Il pregio materiale sta nel valore che il lavoro ha per l'esistenza della società. Questa considerazione trova espressione nel compenso materiale che l'uomo riceve per la sua prestazione. La necessità materiale di un'invenzione può essere maggiore di quella di una prestazione manuale, ma è certo che la società si fonda tanto sulla piccola prestazione che su quella grande. Idealmente bisogna dare un eguale valore a tutte le attività visto che l'uomo si sforza di dare il meglio di se stesso nel suo settore, qualunque esso sia. Il giudizio sul pregio di un uomo deve basarsi su ciò, non sul compenso accordato. Si deve operare in modo che all'uomo venga assegnato quel lavoro che corrisponde alle sue capacità e i più dotati debbono essere istruiti sul lavoro ad essi pertinente. Ma il talento non può essere inculcato perché è un dono della natura, non una facoltà acquisita. 
Il giudizio sull'individuo deve essere basato sulla maniera in cui egli diventa adatto alla mansione datagli dalla società. Perciò l'attività che l'uomo fa non è il fine della sua vita ma il mezzo. Egli deve, come uomo, continuare  a migliorarsi all'interno della sua comunità culturale, che deve fondarsi sulla base di uno Stato. Egli deve rendere alla società ciò che la società gli ha dato. Pertanto non deve essere biasimevole l'essere un bravo artigiano perché biasimevole è l'essere un funzionario statale incapace e rubare al buo Dio il tempo e al buon popolo il pane quotidiano. In un'epoca i cui interi gruppi di uomini sanno solo stimarsi gli uni con gli altri secondo lo stipendio che ricevono queste cose non si capiscono. Chi vuole salvare un tempo malato e corrotto deve riconoscere i motivi di questa malattia. E di ciò deve occuparsi il movimento socialista. Riunire, superando la mediocrità borghese, quelle forze che sono adatte ad un nuovo concetto del mondo.
Si contesterà che non è facile dividere la valutazione materiale da quella ideale e che la minore stima del lavoro manuale è il risultato del minor compenso che esso riceve. Si dirà che il minore compenso ha radice nel grado di cultura inferiore dell'artigiano.  In ciò vi è della verità. Ma proprio per questo dobbiamo impedire in futuro una troppo grande differenza tra le retribuzioni. Non si affermi che in questo caso avremo servizi meno buoni. Sarebbe dolorosissimo indice della decadenza di un tempo se la spinta ad una migliore prestazione intellettuale fosse esclusivamente data da uno stipendio superiore. Se questa idea fosse stata sempre diffusa l'umanità non avrebbe mai ottenuto i suoi beni scientifici e culturali. Le più grandi invenzioni, le più grandi scoperte, le attività scientifiche più nuove, i più meravigliosi monumenti dell'umana civiltà non furono dati al mondo dal desiderio di far danaro. Al contrario, sovente la loro origine segnò la rinuncia alla felicità terrena avuta con la ricchezza. E' possbile che oggi il danaro sia diventato il solo padrone dell'esistenza. Ma in futuro l'uomo tornerà ad adorare più elevate divinità. Nel presente  molte cose debbono la loro vita soltanto alla brama del danaro e delle ricchezze; ma fra esse molto poche sono quelle che, se mancassero, renderebbero più misera l'umanità. Il socialismo ha pure questa missione, di presagire un'epoca che darà all'individuo il necessario per vivere, ma terrà salda l'idea che la persona non vive solo per la gioia materiale. Ciò si esprimerà in una graduazione di qualità, stabilita con senno, e che possa garantire ad ogni onesto lavoratore una vita normale nella sua qualità di uomo e di componente della società.             

12 commenti:

Anonimo ha detto...

Benedetto Croce?

francesco ha detto...

Hitler.

RIC ha detto...

Prof. Melis :
Tutto bello e condivisibile quanto detto.Ma non esprimono una novita'queste sue parole. Le ho gia' lette su " mein kampf e mein leben.
saluti prof. Melis. Riccardo

Anonimo ha detto...

professore,
non ho dubbi, è renzi ! ne noto lo stile raffinato e l'ampiezza delle argomentazioni...o non è lui ? mah...!?
saluti,
marco

RIC ha detto...

prof .Melis . NON PUBBLICARE !!

posso inviarle due articoli sul caso in esame , praticamente una prefazione del Dott. Giannantonio Valli al suo libro di 1400 pagine " la fine dell' europa ", troppo lunga ma merita un riassunto e la sua attenzione.

Riccardo . velamania@gmail.com

se possibile mi dica a quale indirizzo inviarla . Grazie.

Anonimo ha detto...

Adolf Hitler

Anonimo ha detto...

Abbiamo governanti sinistronzi che vogliono riempirci di negri e islamici africani come un tempo si somministrava olio di ricino.
Dicono che è per il nostro bene. Loro sanno cosa è meglio per noi. Roba da matti!

Caro professore non so se conosce l'inglese, ma le lascio un link di un bellissimo articolo che parla del legame tra criminalità e negri negli Stati Uniti.
http://www.ronunz.org/2013/07/20/race-and-crime-in-america/

Cordiali saluti

Anonimo ha detto...

Che futuro avrà la nostra società con il progresso tecnologico? Oggi nei musei si ammirano le statue per la bellezza delle loro proporzioni, e si loda lo scultore per la sua abilità innata nell' incidere con i propri muscoli e tanto olio di gomito dei materiali duri come il marmo o il granito. Lo scultore è l'emblema di ciò che io reputo un ideale di uomo: i muscoli che si uniscono al cervello; la forza per scolpire e il cervello per elaborare le linee.
In futuro, a chi si dovrà rendere omaggio per la bellezza di una statua? Allo scultore che utilizza il suo scalpello (laser) elettronico-computerizzato o all'ingegnere che ha programmato lo strumento? Non so se ci rendiamo conto, ma più il tempo passa, più il dio cibernetico avanza e più ci stiamo appiattendo in ogni senso. Da questo mare non emergerà più nessuno.

Anonimo ha detto...

professore,
all'anonimo delle ore 00:12
renzi, ma soprattutto la boldrini e il papa, dicono che importare musulmani ( leggi : invasione ) è per il nostro bene. ma certo ! e come potrebbe non esserlo ? sono loro che ci pagheranno le pensioni ! chi potrebbe farlo sennò ? se poi qualcuno si fa saltare in aria ogni tanto...eh bè, pazienza ! bisogna capirli, è la loro religione !
saluti,
marco

Marcus ha detto...

Credere che gli immigrati servano a pagarci le pensioni, e a contrastare il fenomeno dell'invecchiamento della popolazione, è una grandissima stronzata. Certi idioti sostengono che sia necessario accogliere altri immigrati per abbassare l'età media della popolazione italiana, grazie ad un apporto di giovani provenienti dall'estero.
Premesso che anche i giovani invecchiano, allora paradossalmente più immigrati vengono accolti nel nostro paese e più ne avremo bisogno in futuro per compensare l'invecchiamento della popolazione (!), a cui è soggetta anche quella straniera.
Inoltre non sono affatto gli stranieri che pagano le pensioni, ma sono gli stessi pensionati in tanti anni di contributi versati all'INPS.

Anonimo ha detto...

Giocano sugli stili di vita e sul livello culturale. C'è chi sforna 5-6 figli garantendo loro il minimo sindacale (pasto unico, riciclo della roba di generazione all'altra) e chi vuole farne uno grantendo l'Iphone 6 e vestendo di marca per omologarlo ai figli degli amici... o semplicemente c'é chi preferisce non farne per non avere rompimenti di palle. Intanto negli ovili in Sardegna o negli orti del sud Italia vengono schiavizzati extra comunitari. Noi italiani siamo benpensanti e tutti pseudo cervelloni. Per noi é troppo umile la terra, l'odore del letame delle pecore o delle ernie alla schiena ne vogliamo parlare? C'é chi vorrebbe legalizzarli gli extracomunitari , assicurarli e tassarli in modo tale da pagare le pensioni a noi italiani che timbriamo il cartellino e fuggiamo dal lavoro, e in tutto ciò subiamo passivamente un inquinamento culturale, gastronomico e religioso. Per frenare tutto ciò che fare? Cambiare i modelli sociali, limitare alle generazioni future l'ingresso nelle università e mandarli negli orti o negli ovili a mungere (dato che non vi sono tutt'ora realtà industriali produttive).

Pietro Melis ha detto...

Riportato tutto dal Mein Kampf di Hitler